Se il primo capitolo aveva saputo in qualche modo innovare l'idea del giustiziere solitario cucendo addosso all'ottimo Denzel Washington una serie di particolarità che gli avevano permesso di trovare il suo spazio anche in un genere tanto frequentato, il sequel non fa che riproporre le stesse idee senza mostrare una sola progressione. E lo si capisce dalla prima scena in treno, slegata dal resto della storia proprio come se fossimo in un James Bond qualsiasi. Washington (questa volta con capelli, e nell'incipit pure con folta barba) si trova nello stesso vagone con un manipolo di spietati criminali e quando è il momento...Leggi tutto di affrontarli fa partire come d'abitudine il cronometro mentre la regia di Fuqua indugia al ralenti sui particolari delle armi che McCall bene osserva prima di dare il via al solito scontro “bestiale”. Meno splatter in questo caso, così come meno insistito sotto questo aspetto è tutto il film, che trova nell'immancabile antagonista un personaggio decisamente meno affascinante del boss russo spedito a Boston dal suo superiore in EQUALIZER.
Qui, dopo un efferato delitto in una ricca casa di Bruxelles, ci prova la ex collega (Leo) alla Dia di McCall a capire cosa sia successo, ma stavolta le butta male e il nostro si ritrova costretto a piangere proprio colei che poco prima si era autodefinita la sua unica amica. Niente più torti generici da riequilibrare, quindi, ma una semplice vendetta, conferma di un ingresso deciso nella banalità che impedisce al film di raggiungere i buoni risultati del numero uno. Soprattutto i dialoghi mancano della stessa brillantezza, non esiste più alcuna traccia di ironia e si rientra negli scialbi binari dell'action anonimo, che solo il grande talento visivo di Fuqua riesce a restituire al grandioso impatto che aveva contraddistinto il numero uno. Anzi, a dire il vero il lungo finale nella città abbandonata e spazzata dal vento in un clima da tregenda, col cielo plumbeo, è indubbiamente un grande pezzo di cinema, che tuttavia non può far dimenticare l'insulsaggine vista fin lì.
Il giovane vicino di casa "da educare" (Sanders) fa il paio con la prostituta del numero uno, la cui presenza era però molto più giustificata. Qui il ragazzino è al contrario figura posticcia, inserita giusto per replicare pedissequamente la formula del precedente e per piazzare qualcuno all'interno della scena maggiormente tesa (l'ispezione nella casa di McCall, notevole). Ma il film si sviluppa senza la giusta grinta, senza che mai si possa ascoltare uno scambio interessante, come se davvero tutto fosse costruito in funzione del gran finale. Si rimbalza da Boston a Washington a Bruxelles ma l'aria diversa non la si respira, i primi piani sul protagonista hanno perso d'intensità e tutto scorre in assenza di personalità. Poi certo, la confezione resta extralusso, ma non può bastare.
Action che ingrana lentamente, permettendo di approfondire meglio il carattere del protagonista, nel primo solo abbozzato. E il personaggio conquista e coinvolge, facendo sorvolare su una trama risaputa, con villain prevedibile e sorprese poco sorprendenti. Buona la regia di Fuqua, soprattutto nei corpo a corpo e nel finale durante la tempesta. Washington invecchiato ma sempre carismatico. Buono.
Film strano: inizialmente sembra di assistere a una stanca e anche sconclusionata ripetizione di quanto già visto nel primo capitolo, poi la pellicola decolla e non si ferma più, con un crescendo di tensione e azione che non ha tregua. Strepitosa la parte nella cittadina abbandonata sotto l'uragano. Denzel Washington non delude, anzi, ma questa volta il film è più strutturato del precedente e non dipende solo dalla sua grande interpretazione. Notevolissimo.
Il secondo capitolo delle avventure dell'ex-agente della CIA Robert McCall, basate sul serial Un giustiziere a New York, parte lento, ma è proprio questa lentezza la sua carta vincente. Alla ricerca degli assassini di una collega, il nostro s'imbatte in sicari della CIA impazziti e in un ragazzino a cui fa da padre/tutore. Denzel Washington e Antoine Fuqua immergono l'eroe in un'atmosfera da western urbano, citando Taxi driver (Denzel fa il taxista alla de Niro), il Callaghan di Ted Post e Kill Bill (i killer hanno una famiglia, come Vernitia Green).
Il capitolo numero due dell’equalizzatore ha una partenza decisamente poco sprint, con lunghi silenzi e una trama apparentemente esornativa. Fortunatamente, con il passare dei minuti, il tutto si fa più chiaro, il ritmo aumenta e ogni tessera del puzzle si incastra perfettamente all'interno di un action movie vibrante, con colpi di scena poco pronosticabili e una regia ispirata. Il connubio Fuqua-Washington è una garanzia e produce un film che, pur non inventandosi niente, intrattiene perfettamente. Da antologia il bellissimo finale tempestoso.
Ritorno in azione per Robert McCall, dalla serie Un giustiziere a New York, personaggio che sembra ritagliato sulla fisicità e lo sguardo malinconico di un sempre ottimo Denzel Washington. Se il primo capitolo scatenava l'ex agente CIA in una spirale action senza tregua, qui Fuqua gioca con atmosfere più compassate, lavora di sottrazione e scava nell'animo di un personaggio più sfaccettato del tipico ammazzasette d'azione. Primi piani intensi, silenzi e tempi dilatati che conducono McCall verso un epilogo dove l'azione deflagra senza limiti.
MEMORABILE: Il prologo a bordo del treno; McCall da istruzioni al ragazzo nascosto in casa sua; La resa dei conti.
Primo sequel interpretato da Denzel Washington che ha evidentemente a cura il personaggio dell’ex agente dei servizi già interpretato sempre con la regia di Fuqua. The equalizer 2 è un western metropolitano che dopo una parte iniziale routinaria mostra un crescendo in ritmo e tensione, che culmina in un finale esplosivo e catartico. Impeccabile il protagonista, così come i suoi antagonisti. Un buon film.
Se il primo era più incentrato sull'action, questa volta il succo del film riguarda gli aspetti interiori e introspettivi e la personalità dell'eroe. Si perde in ritmo ma si guadagna in empatia e interesse. Certo il villain di turno non ha niente a che fare con quello interpretato da Csokas la volta scorsa ma la squadra "assassina" ha comunque un suo perché. Regia di Fuqua sempre convincente e finale un po' confuso nelle immagini. Un passo indietro rispetto ad altri lavori della coppia Wasghington/Fuqua.
Torna il giustiziere moderno interpretato da Denzel Washington. Riusciamo a scoprire qualcosa di più sul personaggio e sui suoi affetti anche se rimane sempre un soggetto per certi versi indecifrabile. Rispetto al primo capitolo ci sono molto più dialoghi e molta meno azione, anche se la qualità di quest'ultima è innegabile. Ripetersi è sempre più difficile e l'opera non è ai livelli del primo capitolo. Tuttavia rimane un film d'azione più che accettabile.
L'agente segreto - oramai ex - svolge la professione di autista ma è pronto a tornare in azione quando una sua cara collega viene brutalmente assassinata. Washington mostra il suo notevole carisma in una pellicola che alterna azione a riflessione con una valida miscellanea di situazioni. Intrigante la parte finale ambientata nella bufera, ma i cattivi mostrano poco mordente.
Come in precedenza, anche qui il protagonista ha un bel da fare, dovendo vendicare un’amica e, nei ritagli di tempo, occuparsi di un ragazzo a rischio gang. Anche questo secondo episodio dell’implacabile killer calcolatore non è male, grazie a un discreto ritmo e a un Denzel in parte che, oltre all’azione, rende più sopportabili i momenti di quiete ricostruendo e rivivendo a modo suo i fattacci accaduti in precedenza. Purtroppo la mela marcia è facile da intuire, ma un’occhiata la merita comunque.
MEMORABILE: La sua ricostruzione delle aggressioni; “Bastano due chili di pressione per premere il grilletto”; “Li avete trovati?”. “Solo alcuni pezzi”.
Gran ritorno sulle scene di Robert McCall, di stanza a Boston e alla ricerca di una chimerica serenità. La macchina che lui guida mangia l'asfalto, sbatte contro portiere e macina chilometri, sempre sospinta da una sola idea possibile, quella del trionfo della giustizia. L'equilibrio lo gestisce Washington, che spara, sgomita e mena come un fabbro ma riesce altresì a trovare il tempo per un po' di sentimentalismi (l'affetto nei riguardi del giovane Miles). Il redde rationem mentre imperversa un uragano è quid prelibato, ciliegina sulla torta di un film molto avvincente.
MEMORABILE: Il nascondiglio casalingo; Il duello sulla torre dell'acquedotto.
Bisogna vincere la diffidenza e trovare un valido motivo per guardare questo secondo capitolo. I pregiudizi in parte vengono smentiti perché apre a un’introspezione del personaggio, scegliendo di non partire immediatamente con l’azione spinta. Prepara, infatti, la strada agli scontri in cui il protagonista conferma e sfodera doti da superuomo nel corpo a corpo. Tuttavia, bisogna ammettere che il bello della pellicola risiede in questo e Fuqua dimostra di avere i numeri giusti.
Action movie di sicuro intrattenimento. Un Denzel Washington dalla doppia vita, mansueto e pacato, quasi maestro per i più sfortunati (si veda la vicenda della costruzione del muretto) nelle (poche, per fortuna) scene tranquille; ma quando inizia a toccare i tastini del cronometro a chi si mette contro di lui conviene scappare a gambe levate. Azione e combattimenti, sparatorie e uccisioni in cui non si risparmia violenza.
MEMORABILE: Uccisione dei cattivi russi sulle costruzioni in riva al mare.
Secondo capitolo dedicato all'ex agente segreto della CIA Robert McCall: questa volta deve indagare sull'omicidio di una sua amica. Non male, seppur i ritmi non siano quelli che si direbbero incalzanti. Intrattiene più del dovuto. La suspense e la tensione sono dosate discretamente. Denzel Washington sempre convincente in questi ruoli. Regia di Antoine Fuqua efficace.
Molto meno notturno e oscuro rispetto al primo, ma senz'altro più efficace nel delineare il personaggio, impegnato non soltanto a far fuori i cattivi ma anche a evitare che un ragazzo lo diventi. Oltre all'amica Susan (già conosciuta), il nostro McCall incontra un altro ex collega, York, interpretato da Pedro Pascal, che si rivelerà un duro antagonista. Scene d'azione sempre ben girate e discretamente truculente, musiche piacevoli. Denzel Washington ormai conosce bene il personaggio ma lo arricchisce di nuove sfumature. E ora si va in Italia.
Ci mette un po' a decollare (la parentesi in Turchia è staccata da tutto il resto) ma poi prende ritmo e sostanza, la vicenda di Denzel Washington che deve fare i conti con i suoi vecchi "amici" e al tempo stesso cerca di educare a modo suo un giovane nero a rischio di perdersi con cattive compagnie. Va visto con complicità, ma le scene d'azione funzionano e il film mantiene le promesse.
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DiscussioneRaremirko • 22/09/18 20:09 Call center Davinotti - 3863 interventi
Il primo mi piacque molto, come anche Training day del resto.
Se posso, lo vedròòòò. :)
Discussione124c • 22/09/18 23:58 Contatti col mondo - 5193 interventi
Raremirko ebbe a dire: Il primo mi piacque molto, come anche Training day del resto.
Se posso, lo vedròòòò. :)
Pensa che è la versione cinematografica di questo serial tv, Un giustiziere a New York, con il compianto Edward Woodward:
DiscussioneRaremirko • 23/09/18 00:17 Call center Davinotti - 3863 interventi
In Italia non l'ho mai visto, credo sia roba datata; io ho 30 anni
Discussione124c • 23/09/18 10:34 Contatti col mondo - 5193 interventi
Raremirko ebbe a dire: In Italia non l'ho mai visto, credo sia roba datata; io ho 30 anni
Appunto, l'hanno trasmesso per la prima volta verso il 1988-89, su Rai 2 e fu un successo come lo fu il serial tv Hunter. Conunque se vuoi vedere Denzel Washington con la sigla del telefilm, eccoti accontentato:
...la musica della sigla è di Stewart Copeland dei Police.
DiscussioneRaremirko • 23/09/18 21:15 Call center Davinotti - 3863 interventi
124c ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: In Italia non l'ho mai visto, credo sia roba datata; io ho 30 anni
Appunto, l'hanno trasmesso per la prima volta verso il 1988-89, su Rai 2 e fu un successo come lo fu il serial tv Hunter. Conunque se vuoi vedere Denzel Washington con la sigla del telefilm, eccoti accontentato:
...la musica della sigla è di Stewart Copeland dei Police.
Madò, adoro Copeland, è autore della colonna sonora del mio film preferito Rumble fish.
DiscussioneRaremirko • 23/09/18 21:21 Call center Davinotti - 3863 interventi
124c ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: In Italia non l'ho mai visto, credo sia roba datata; io ho 30 anni
Appunto, l'hanno trasmesso per la prima volta verso il 1988-89, su Rai 2 e fu un successo come lo fu il serial tv Hunter. Conunque se vuoi vedere Denzel Washington con la sigla del telefilm, eccoti accontentato:
...la musica della sigla è di Stewart Copeland dei Police.
Ma Fred Dryer che fine ha fatto, visto che citi Hunter...
Discussione124c • 24/09/18 01:13 Contatti col mondo - 5193 interventi
Raremirko ebbe a dire: 124c ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: In Italia non l'ho mai visto, credo sia roba datata; io ho 30 anni
Appunto, l'hanno trasmesso per la prima volta verso il 1988-89, su Rai 2 e fu un successo come lo fu il serial tv Hunter. Conunque se vuoi vedere Denzel Washington con la sigla del telefilm, eccoti accontentato:
...la musica della sigla è di Stewart Copeland dei Police.
Ma Fred Dryer che fine ha fatto, visto che citi Hunter...
Fred Dryer è comparso in vari serial, come Un detective in corsia, con Dick Van Dyke (interpretava il superiore del figlio poliziotto del protagonista) e Marvel's Agent of Shield. Nel 2001 ha provato a rilanciare in tv Hunter, usando un linguaggio più sporco degli anni'80 e, soprattutto, richiamando Stephanie Kramer nel ruolo di DeeDee MacCall, ma non c'è stato nulla da fare: la serie è stata cancellata dopo un paio di film tv e una manciata di episodi, perché i protagonisti erano vecchi e chi li aiutava non bucava lo schermo come facevano loro all'epoca.
DiscussioneRaremirko • 9/10/18 22:18 Call center Davinotti - 3863 interventi
Il film mi è strapiaciuto, pure un pò più del primo.
Momenti iperviolenti si alternano ad altri più tranquilli, ma comunque il film si risolleva alla stragrande con il finale: era da anni che non vedevo una conclusione così spietata e serrata e questa sequenza dell'isola con la bufera è girata divinamente e coinvolgente al massimo.
Pullman funzionale, Washington bravo.
Fuqua è sempre una garanzia e, a dirla tutta, ha fatto poche boiate (L'ultima alba è tra queste).