Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Nando: Una donna si vendica del marito fedifrago disconoscendolo ed iniziando un gioco delle parti con il coinvolgimento di un medico. Commedia italica provvista di un cast valido ma carente nella narrazione, che arranca faticosamente. Le situazioni tendono al ripetitivo (d'altronde la reale ambientazione era negli anni 30).
Puppigallo: Pellicola atipica per Willis, visto che qui fa la parte di un poliziotto vinto da scelte fatte nel passato, che l'hanno portato ad annullarsi. Il tutto è però inserito in un action proprio alla Buce Willis, quasi a volerlo riportare sulla retta via adrenalinica, in onore dei vecchi film andati dove si dava parecchio da fare. Certo, non ci sono grandi trovate; e l'originalità non è ad alti livelli. Ma grazie al ritmo costante e al ragazzo, tanto logorroico quanto indifeso, più onesto di chi dovrebbe far rispettare la legge, lo si segue senza particolari problemi. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Willis al ferito: "Devi aprire una pasticceria, non vuoi mica morire così". E lui: "Non lo so, non sono mai morto prima".
Siska80: Quattro coppie impantanate in relazioni sentimentali complicate da differenti problemi. Il cast si rivela azzeccato (i coniugi Tognazzi sono molto simpatici), meno l'evolversi delle varie vicende, che non riserva particolari sorprese). Da una regista/attrice piena d'inventiva come Simona Izzo ci si aspettava qualcosa di più originale, sebbene nella pellicola non manchino ritmo e dialoghi divertenti e si arrivi sino alla fine con pochissimi momenti di stanca.
MEMORABILE: "Ammazza come godi male!" (Fabrizio a Margherita).
Markus: Non c'è due senza tre. Terza regia per Siani, che dopo lo scoppiettante inizio de Il principe abusivo e l'inciampo di Si accettano miracoli, riprende in mano le redini di una facile risata per una vicenda sentimentale/comica che fa il verso a Pieraccioni: con lui (Siani) scansafatiche ma dalla battuta facile e lei (Cucci) graziosa pattinatrice con crisetta da risolvere con... amore. In grande spolvero l'icona Diego Abatantuono nella parte di una specie di psicologo sagace e brillante (a lui la miglior battuta del film). Un valore aggiunto.
MEMORABILE: Abatantuono: "Faccio la dieta dell'ananas", lei: "E che dieta è?" e Abatatuono: "Mangio tutto tranne l'ananas".
Bruce: Clint Eastwood, da regista e interprete, rende con questo film un sentito omaggio ai western, quasi fosse l'ultimo classico di un genere di cui è stato uno dei principali eroi. Il cast è strepitoso, con Morgan Freeman e Gene Hackman, la sceneggiatura è valida e i dialoghi sono scritti benissimo. Vi è la lentezza tipica di queste pellicole e anche le location, le musiche e le inquadrature rimandano ai migliori esempi del cinema western. La redenzione del protagonista si completa nel memorabile finale, coerente col suo percorso di vita.
MEMORABILE: L'inaspettato ingresso finale del protagonista nel saloon con la frase "Chi è il padrone di questo cesso?".
Rocchiola: Kolossal d’autore che unisce avventura, impegno e approfondimento psicologico. La lunghezza è forse eccessiva ma gli splendidi scenari desertici e le grandiose scene di massa valgono da sole la visione e hanno influenzato molti registi futuri compreso il Lucas di Guerre stellari. Uno spettacolo da schermo panoramico che non dimentica le follie del colonialismo e le ipocrisie della guerra giocando sull’ambiguità del personaggio storico: idealista dall’ego smisurato o semplice pedina manipolata dai politici inglesi? Musiche indimenticabili.
MEMORABILE: L'incidente motociclistico; La sosta al pozzo d'acqua; La morte del servitore nelle sabbie mobili; L'attraversamento del Nefud; La presa di Damasco.
Fauno: Come spettacolo è un unicum. Non raggiunge il top in quanto la collisione vita-morte è così potente che l'orrore che genera creerà poi una verità talmente assoluta da divenire postulato, mentre l'uomo, si sa, è fatto per confutare. Vietnam e fiume fan rispettivamente da sfondo e da unione fra due animi: quello del carnefice finirà inglobato a tal punto in quello della vittima da uscirne irrimediabilmente deturpato al temine della missione, trasformato in mostro, perchè un vero guerriero è un mostro e convive col terrore e con le azioni più disumane...
MEMORABILE: La lumaca, le Valchirie, SuzieQ, riso freddo e carne di topo; "Sei un garzone di bottega mandato dal droghiere ad incassare i sospesi", giudizio=sconfitta.
Disorder: Dopo il fallimentare Bagnomaria, Panariello ritenta la via del cinema con una commedia tutta nuova, senza gag di repertorio o qualcuno dei suoi personaggi. Se l'idea di partenza è buona (Panariello fotografa casualmente la torre di Pisa mentre cade e diventa improvvisamente famoso!), purtroppo non si può dire lo stesso del resto: si ride poco. Il cast prettamente televisivo poi non aiuta di certo. A mio parere, semplicemente Panariello (che in tv di solito apprezzo) non c'entra nulla col cinema...
Rambo90: La storia di Sam Childers, ex delinquente che, abbracciata la fede in Cristo, ha costruito un orfanotrofio in Sudan per aiutare i bambini africani durante la guerra civile. Un biopic non troppo pesante, anzi scorrevole nonostante la lunga durata, traghettato dalla buona performance di Butler e dalla regia di Forster che non indugia su particolari troppo deprimenti ma preferisce soffermarsi sul percorso del protagonista. Il tema della guerra emerge pur restando sempre sullo sfondo delle storie personali. Buono.
Samuel1979: All'indomani della strage di Capaci, la Direzione Investigativa Antimafia impiega tutte le sua forze per mettersi sulle tracce degli esponenti più in vista di Cosa Nostra. A mio avviso una fiction mal recitata a iniziare dalla Pivetti, decisamente poco in forma. Anche Amendola sottotono e compassato. Le migliori sequenze sono quelle di Tony Sperandeo, che quì è il vero protagonista del film: memorabile il suo monologo in carcere. Bravo Burruano, anche se lo si vede poco purtroppo.
MEMORABILE: "Picciuatti, uno di tutto c'è: Pumaruaru, Milinciani, Insalata, Cainni, Sasizza, Pisci e soprattutto vino di qualità, per gente di qualità".
Puppigallo: Se in film di arti marziali Vandammiche si toglie lui, per raggiunti limiti di età, sostituendolo con una ragazza alla ricerca del padre, il risultato non può che essere questo, ovvero un copia incolla di situazioni straviste, con una spruzzata di Karate Kid, tanto per non farsi mancare nulla. Il tutto è anche vedibile, grazie naturalmente agli scontri (le ragazze menano come fabbri). Ma purtroppo, c'è anche il contorno, che evidenzia una sceneggiatura piuttosto misera, con qua i soliti saggi consigli. Il finale Jedi è un po' in linea con l'uccellino rianimato e la magica cura.
MEMORABILE: A terra, stordita, vede la [f=5403]Maestra[/f] in azione; L'immancabile psicopatica (la versione femminile di [f=5326]Bolo Yeung[/f]), che massacra di botte e taglia gole.
Puppigallo: Tremendo fumettone caraibico pseudoamoroso, con tanto di problemi di giustizia bianca (il processo al povero indigeno in calore), che si risolleva leggermente solo quando irrompe l'uragano, scombinando le carte e distribuendo morte e distruzione. La Farrow, in quasi perenne estasi da giovane capo tribù, è ai limiti del ridicolo; e gli ottusi bianchi sono ulteriormente danneggiati da una cartavelinica costruzione dei personaggi, che li rende eccessivi e piuttosto fasulli. Filmaccio.
MEMORABILE: Le gigantesche e impressionanti onde; Il prete fiducioso dell'aiuto del Signore, mentre i suoi fedeli vengono colpiti da onde e i muri si sbriciolano.
Rambo90: Per girare questo film Boldi ha saltato il giro del film natalizio e ha fatto malissimo, perché è molto al di sotto degli standard dei suoi ultimi film (soprattutto di Olè): le battute non fanno mai ridere, il cast è poco in parte (se si eccettua il sempre simpatico Catania) e la noia regna invincibile. Il finale poi è talmente assurdo da risultare solo patetico e ridicolo.
Piero68: Il grosso errore di fondo che la Bigelow commette in questo film è quello di voler insistere troppo su una retorica tutta patria ed eroismo tanto cara agli americani. Ma qui siamo di fronte a dei marinai russi, un pelino diversi, per cui ne escono fuori delle caratterizzazioni completamente fuori posto. Il cast limitato, poi, non fa che aumentare la noia. Inoltre il dualismo Ford/Neeson è un dejà-vu essendo identico a quello di Hackman/Washington in Allarme Rosso. Anche se storicamente fedele il film non entusiasma e presenta notevoli limiti.
Guru: Divertentissimo e a tratti commovente, il film mette in evidenza il cuore e la mente di un grande artista. La storia non sarà tra le più elaborate ma il personaggio passa, con tutta la sua passione e simpatia. La regia non mi convince, ma il cast trovo che sia abbastanza calzante, per la tipologia di film. Location interessanti.
Redeyes: A tratti (e dovrebbe esser un gran complimento questo) mi è sembrato di guardare un film dei Coen. La satira e certe situazioni assurde abbinate ad una buona regia fanno del film un piccolo gioiellino. Certo il cast non delude, bravo nel sembrare di non prendersi sul serio. E devo dire persino la Parker, che di certo non è una grande attrice, piace. Promosso senza dubbio.
Homesick: Brevità e sveltezza sono i pregi di questo piccolo peplum diretto dallo specialista Malatesta, che semplifica al massimo la trama - una legione consolare indaga su un furto d'oro nella città di Treviri all'epoca dell'impero di Diocleziano - per dedicarsi a lunghi e continui duelli a fil di spada; non manca la gentil fanciulla (Spina) che fa innamorare l'eroe di turno (Carey). Non accreditati, si battono, tra i Romani, Mirko Ellis e, tra i barbari a servizio del traditori dell'Urbe (Andrea Aureli e Mario Feliciani), Nello Pazzafini e Jeff Cameron.
MEMORABILE: Carey e Antonini in taverna che si battono a mani nude contro i pretoriani armati di spada.
Max92: Si sperava che la divisione del duo Boldi-De Sica potesse giovare ad entrambi. Ma così non è stato. Se De Sica continua imperterrito a battere la strada di uno scafato ed ignobile plagio di grandi comici del passato, attestandosi su di una mediocrità paurosamente crescente, Boldi riesce qui a varcare le soglie dell'inimmaginabile. Storia di un qualunquismo deprimente, interpreti atroci. In questo film non funziona nulla. E Rocco Siffredi, non dovendo (e non potendo) usare il suo organo preferito, è più inespressivo e legnoso di un fossile.
Nando: Lo scontro all'ultimo sangue tra un maestro riflessivo, saggio ma abile combattente, e un suo allievo trasformatosi in un efferato trucidatore. Sicuramente poco originale ma provvisto di un valido cast che però, spesso, s'impantana nella narrazione e nei corpo a corpo iperveloci. Si sperava in qualcosa di più adrenalinico.
Daidae: Ispirato a un noto fatto di cronaca (uno degli ultimi sequestri avvenuti in Italia nel 90 da parte della tristemente famosa anonima sequestri). Molto bene il cast, eccetto la Pandolfi che ho sempre considerato attrice mediocre; c'è anche Capolicchio nella parte del giudice. Trascritto in modo abbastanza fedele, riporta alcuni stralci presi da tg di allora. Nononostrante sia un film per la tv, quindi coi suoi limiti, si tratta di un buon prodotto.
Pessoa: Pif, come altri illustri predecessori, arriva dalla tv al cinema come un sasso nella stagnante acqua della celluloide nostrana. Il risultato, pur con le inevitabili pecche dell'opera prima, è uno splendido film che riesce a far sorridere e riflettere incastrando la vita del protagonista a quella di una città che convive sempre più a fatica con il suo nemico mortale. Molte le citazioni più o meno velate che conferiscono spessore filmico alla narrazione. Fa piacere che una volta tanto i contributi ministeriali siano andati nella giusta direzione.
Noncha17: In un mondo steampunk in cui le città "terrene" non esistono più - e, grazie alla regola "pesce grande mangia pesce piccolo", chi è più evoluto cerca di sopraffare il più debole assorbendolo - ogni cultura viene cancellata da quella che pensa di essere più avanti. Quindi, tornano temi classici come la schiavitù e le ambientazioni à la Mad Max! Peccato che retorica e flashback legati all'eroina di turno cerchino in tutti i modi di mettere delle pezze a momenti in cui l'attenzione cala proprio per un senso di déjà vu che sovrasta quello che di buono vediamo.
MEMORABILE: I Minions come idoli; "Pronti a ingerire!"; La metro come ruota panoramica; Fuga nel carro bavarese; Lo Scuttlebug; Il cyborg "più umano degli umani".
Puppigallo: Prega, ama e combatti per il Paese, con Dio al tuo fianco. No, non sono le Crociate, ma il sunto di una pellicola, che fa della retorica e del "Noi bene, gli altri male" il suo cavallo di battaglia, al di là dello scontro vero e proprio. Assai poco sopportabile dal punto di vista audio-cerebrale, può essere apprezzata per le scene belliche, crude e d'effetto, con fotografo annesso. Ma non giustifica ciò che si deve subire, troppe volte, quando il protagonista dà fiato alle trombe. Piccolo dettaglio, vista la preghiera del colonnello in cappella...loro sarebbero comunque gli invasori. Mediocre.
MEMORABILE: "Bella giornata, signore!". "Sei diventato un c.... di meteorologo!?"; Arsi vivi causa errore "Bella giornata, eh..."; "Custer era una mezza sega".
Redeyes: Nient'affatto male questo action-movie con Sly protagonista. La tensione innescata fin dalle primissime scene (ben girata la sequenza con il guanto che resta in mano a Stallone) tiene bene fino alla fine. Evidentemente è difficile notare possibili appigli di veridicità alle azioni varie (nota da applicarsi anche ai vari Die Hard per esempio), ma vuoi per la location (Rocky Mountains), vuoi per una inferiore quantità di scontri a fuoco, il film è piacevole. Buone dosi di adrenalina.
Ciavazzaro: Thriller non troppo originale che però può contare su di una buona confezione: fotografia, musiche, regia sicura, cast di buoni attori (il migliore è Connery, ma si fa notare anche Harmon). La versione europea ha una scena di sesso (più spinta) tra Harmon e la Ryan.
Corinne: Tra tanti brutti film eccone uno uscito in sordina ma che merita davvero. Ci mette forse un po' a ingranare la marcia giusta ma vale la pena aspettare: Sue Ann "Ma" (Octavia Spencer) è un personaggio davvero inquietante, quasi kinghiano, una sorta di Carrie White adulta e priva di poteri paranormali, dalla natura disturbata che si svela pian piano.
Pol: Finchè un Godfrey Ho si dà al taglia e cuci nei suoi film di ninja la cosa va bene, quando questo principio viene applicato ad un'icona come Bruce Lee fa capolino un senso di tristezza, soprattutto quando il risultato finale è raffazzonato come in questo caso. Bisogna comunque riconoscere che la vena di Lee si stava esaurendo e questo è evidente negli stanchi combattimenti finali, non certo al suo livello. Incarnazione letterale della definizione 'exploitation'.
Lovejoy: Prevedibile, dato il grande successo ottenuto dal primo film, il ritorno dell'agente Gracie Hart. Ma se la prima pellicola godeva di un buon ritmo, qualche gag azzeccata, qui si arranca vistosamente verso un finale piatto e largamente prevedibile. Figurine piu che personaggi a cui gli interpreti cercano, vanamente, di dare vita. Si salvano, con indubbio mestiere, solamente i veterani di lungo corso Shatner (sempre grande) e Treat Williams. Murciano è simpatico ma è meglio in Senza Traccia. Male gli altri.
Enzus79: Terzo capitolo di John Wick: sulla sua testa pende una taglia milionaria dopo aver infranto una delle regole principali indette dalla Gran Tavola. Azione allo stato puro. Combattimenti (lunghissimi e in location curiose, tipo la biblioteca) e inseguimenti adrenalinici. Colonna sonora più incisiva che nel passato. Buona l'idea di affiancare la Berry a Reeves.
Daniela: Per far fronte ai crescenti bisogni energetici, una potente multinazionale crea un pianeta parallelo da cui attingere risorse, identico alla Terra ma privo di vita... almeno nelle intenzioni. Spunto di partenza stuzzicante, vanificato da una sceneggiatura confusa che mixa sequenze "dal vero" volutamente criptiche ad altre girate in stile videogame in prima persona tipo Hardcore!. Il limitato budget fa perdonare i trucchetti usati per risparmiare sugli effetti speciali, ma non può giustificare mancanza di idee nello sviluppare la trama, dialoghi pedestri e personaggi tanto poco interessanti.
Puppigallo: Fantaction dignitoso, che si avvale di un certo ritmo e di un Diesel giusto per la parte. Purtroppo, nonostante lo spunto sia anche interessante (la tecnologia che inganna e trasforma chiunque in un burattino inconsapevole), il resto non va al di là del manipolato alla ricerca di vendetta grazie a un tipo di tecnologia non nuova nel panorama filmico (qui però al centro della vicenda), con una spruzzata di Robocop e Terminator. Comunque vedibile.
MEMORABILE: "Sei un'irritante merdina con tasto vendetta che noi premiamo ogni volta"; Il combattimento sul palazzo.
Digital: Il capitolo numero due dell’equalizzatore ha una partenza decisamente poco sprint, con lunghi silenzi e una trama apparentemente esornativa. Fortunatamente, con il passare dei minuti, il tutto si fa più chiaro, il ritmo aumenta e ogni tessera del puzzle si incastra perfettamente all'interno di un action movie vibrante, con colpi di scena poco pronosticabili e una regia ispirata. Il connubio Fuqua-Washington è una garanzia e produce un film che, pur non inventandosi niente, intrattiene perfettamente. Da antologia il bellissimo finale tempestoso.
Alex1988: Il tema del dualismo tra i due protagonisti non è di certo così originale nel mondo del cinema e infatti, da questo punto di vista, il film potrebbe anche rimanere "nel mucchio". Ma, con due protagonisti come Clint Eastwood e il "multiforme" John Malkovich, diretti da Wolfgang Petersen che sa calibrare il ritmo nel modo giusto, francamente, una visione la merita. Musiche del maestro Morricone.
Minitina80: Una scempiaggine bella e buona che si fatica a comprendere. Vero che nasce senza grandi ambizioni, ma sembra una barzelletta e in più occasioni sfiora il ridicolo. Alcune situazioni sono al limite e il taglio tra il comico e la commedia non sempre funziona. Palma d’oro per l’antipatia al Grady di Christopher Gartin, davvero insostenibile nei vani tentativi di voler apparire divertente. Pochi gli spunti piacevoli e in gran parte riguardano i vermoni giganti e la loro progenie. Una volta visto si dimentica nell’immediato non lasciando traccia.
Matalo!: Se mi stesse sulle palle qualcuno in maniera profonda lo legherei e lo sottoporrei alla visione iterata di questo ignobile filmetto, visto solo per provare brividi Anni Ottanta italiani. Carmen di Pietro, allora al naturale, ha un certo spessore corporeo, dopo di che non c'è una cosa salvabile in un film recitato, diretto, fotografato e musicato da cani. Uno dei tantissimi orrori del chissà perché Amato Massaccesi.
Rufus68: Intrigo internazionale per Sabato e Silva: niente di che, lo si ammetta. Eppure una certa maschia ruvidezza, la discreta padronanza registica nelle scene d'azione e le pennellate scorrette che riconfermano tutti i luoghi comuni del genere (stupri, pestaggi, esecuzioni cruente, tradimenti, cameratismo) elettrizzano piacevolmente lo spettatore sino al finale non conciliatorio. Peccato si salvi il bimbo frignone: sarebbe stato la ciliegina su una torta ancor più gustosa.
Daniela: Sceriffo che da anni non porta la pistola deve rivedere le proprie abitudini quando in città arriva una banda di motociclisti violenti... Non si può neppure definire brutto, perché significherebbe attribuirgli un certo carattere, invece questo action simil western è indefinibile per quanto amorfo, se si esclude l'epilogo forcaiolo: derivativo nei contenuti, sciatto nella messa in scena, interpretato in maniera mediocre da un cast anonimo, a parte Pearce che dispiace ritrovare impelagato in una produzione di serie C come questa.
MEMORABILE: La barista: un fisico da top-model e una faccia che somiglia a quella di Steven Seagal quando è ingrugnato (tanto Seagal lo è sempre).
Daniela: Il francese Baudry esordisce con un'opera in cui gli elementi di un film sottomarino bellico alla U-boot sono posti all'interno di una situazione che richiama la minaccia nucleare incombente nei tempi della guerra fredda descritta in A prova d'errore, Stato d'allarme o Caccia a Ottobre rosso. Al netto di un certa confusione all'inizio e di qualche divagazione inutile come la parentesi sentimentale, il risultato è un film coinvolgente in grado di tener desta l'attenzione fino all'epilogo, meno pompato e convenzionale di quanto con tutta probabilità sarebbe stato se girato negli USA.
Zutnas: Si rende omaggio all'anime originale conservando la pesante atmosfera cyberpunk e mettendo in scena personaggi caricaturali, da fumetto. Se però la sceneggiatura si limita a dar vita a una vicenda con una trama dall'esito prevedibile sullo sfondo di un film che per forza di cose non porta elementi di novità al genere, viene da chiedersi se si sentiva la necessità di questa rielaborazione in carne e computer-grafica. Digitale invadente e non sempre perfetto.
Galbo: Classico prodotto utile ad arricchire i palinsesti televisivi durante i periodi festivi; si tratta della terza trasposizione del romanzo di Burnett, pubblicato nel 1886. La realizzazione è piuttosto efficace anche se alquanto priva di elementi personali e troppo insistente sullo sdolcinato. L'elemento di spicco è senz'altro la partecipazione del grande attore britannico Alec Guinness, mentre il ruolo del protagonista è affidato all'ex bambino prodigio Ricky Schroeder molto adatto al ruolo.
Ryo: Non il solito film d'azione standard dalla trama debole. Questo sorprende su diversi livelli: la trama è al di sopra della media per un film d'azione, in secondo luogo Jackie Chan ha un personaggio sommesso ma che sa il fatto suo. Non la tipica esibizione di Jackie Chan carica di arti marziali. Le scene di combattimento ci sono, ma sono razionate e mai forzate. Ottimo anche il cast di supporto guidato da Pierce Brosnan. I fan dell'action non rimarranno delusi.
Lovejoy: Ultimo capitolo di una saga che da tempo immemore ha detto tutto quanto aveva da dire. Qui, oltretutto, manca l'altro grande personaggio che ha contribuito a fare della serie di Fantozzi un mito, ovvero il rag. Filini, interpretato dall'indimenticabile Gigi Reder. Ma neanche lui avrebbe salvato una pellicola del genere, con un copione che assembla le solite gag, le solite battute sceme e con personaggi ormai bolliti (come gli attori). Di regia è meglio non parlare. Da evitare.
Deepred89: Pur senza un soggetto robusto alla base, il film di De Aranoa riesce a evitare le trappole (retorica, stucchevolezze e così via) delle cronache di paesi disagiati giocando astutamente con ironia, rock e volti fotogenici, facendo emergere l'orrore attraverso la risata amara e conferendo al tutto l'aria di un'allegra scampagnata all'inferno. Tristi personaggi femminili e qualche eccessivo momento di distensione trovano una giustificazione nell'ironico e formidabile finale, che getta uno sguardo critico sui soccorsi umanitari e sulla loro utilità.
Vstringer: Spacciato per commedia brillante e briosa, il film di Mamet è più un giocattolo sofisticato che contrappone la frenesia amorale di Hollywood all'ingenuità (o presunta tale) della provincia americana profonda. Come tale, manca un po' di brillantezza: recupera in introspezione con gli sforzi di Hoffman e di Gregg, mentre il raffinato cinismo nella sceneggiatura e nei dialoghi si avvita lentamente in una spirale buonista. La Pidgeon, consorte di Mamet, è fra i migliori: se anche Benigni avesse trovato una compagna capace di recitare...
Modo: Simpatica commedia che prende spunto da una pellicola messicana. Padre di famiglia, interpretato da un ottimo Diego Abatantuono, constatati l'inoperosità e il fallimento dei propri agiati figli, decide di fingere la bancarotta della propria azienda. Tutto questo porterà la famiglia a trasferirsi in Puglia scoprendo lati nascosti e cose mai dette tra i quattro protagonisti. Realizzato con cura, non stanca e le risate non mancano. Bravo anche il qui antipatico Facchinetti!
Herrkinski: Commedia fantastica a sfondo sentimental-esistenzialista che prende da modelli di riferimento ormai classici, da Ricomincio da capo (citato infatti anche nominalmente diverse volte) fino a Se mi lasci ti cancello, con la variante che stavolta il protagonista viaggia in avanti nell'arco della propria vita, coi minuti che diventano anni. E' lo spunto per un umorismo agrodolce, ben bilanciato tra momenti più divertenti e altri più romantici e riflessivi, in una morale edificante sul non sprecare nessun attimo della vita; vengono toccate le corde giuste e il cast fa un ottimo lavoro.
Festo!: Ci sono saghe (come questa!) che non dovrebbero avere neppure un seguito ma, per motivi sconosciuti a noi comuni mortali, ottengono persino un terzo capitolo. Tutto è estremamente banale, con gag che definire puerili è un complimento e una sceneggiatura che non tarda ad annoiare. L'unico espediente capace di tenere in vita questo genere di pellicole, il travestimento (di Jackson, perché quello di Lawrence fa proprio schifo/pena) viene sfruttato nel modo peggiore possibile. Già Big Mama non aveva niente da dire, figuriamoci questo… Da evitare!
Rufus68: Un branco di leoni di mare neghittosi e in attesa di nulla, sciupafemmine e sciupatempo senza passione. Positano è la location perfetta e simbolica di tale andirivieni esistenziale che gira in tondo, senza vero futuro, come attorno alla spiaggia di un'isola. La cupa nostalgia felliniana, col suo trapasso all'età adulta, è lontana, ma Caprioli sa come organizzare le vacue scorrerie dei suoi vitelloni infondendo note languide e sarcastiche. Bravi i protagonisti.
Rambo90: Simpatica variazione delle trame con loop temporale, dalla sceneggiatura spesso irriverente e che si rivolge a un pubblico giovane azzeccando il carattere dei due protagonisti. Dopo la prima parte, molto divertente, diventa fondamentalmente una romantic comedy ma riesce a mantenere la sua freschezza fino a una conclusione un po' tirata via ma che ha una sua efficacia. Ritmo molto veloce, tante risate grasse e qualche sorriso più dolce. Buono.
Nando: Damiani realizza un altro film sulla collusione dei poteri forti con le ingerenze mafiose. La narrazione è decisamente fluida e lineare, alterna momenti drammaticamente crudi ad altri ragionati ed esplicativi. Interpreti solidamente costruttivi e appropriata colonna sonora.
Puppigallo: Tremendo fumettone caraibico pseudoamoroso, con tanto di problemi di giustizia bianca (il processo al povero indigeno in calore), che si risolleva leggermente solo quando irrompe l'uragano, scombinando le carte e distribuendo morte e distruzione. La Farrow, in quasi perenne estasi da giovane capo tribù, è ai limiti del ridicolo; e gli ottusi bianchi sono ulteriormente danneggiati da una cartavelinica costruzione dei personaggi, che li rende eccessivi e piuttosto fasulli. Filmaccio.
MEMORABILE: Le gigantesche e impressionanti onde; Il prete fiducioso dell'aiuto del Signore, mentre i suoi fedeli vengono colpiti da onde e i muri si sbriciolano.
Nando: Una donna si vendica del marito fedifrago disconoscendolo ed iniziando un gioco delle parti con il coinvolgimento di un medico. Commedia italica provvista di un cast valido ma carente nella narrazione, che arranca faticosamente. Le situazioni tendono al ripetitivo (d'altronde la reale ambientazione era negli anni 30).
Daniela: Avventure, disgrazie ed amori del giovane Fabrizio Del Dongo, ex seminarista di scarsa vocazione e bell'aspetto, in una trasposizione sontuosa nella messa in scena che, se non riesce a rendere lo spirito del capolavoro di Stendhal, ne mette in scena piacevolmente l'intreccio (a parte l'epilogo smussato rispetto al testo). Christian-Jaque dirige con diligenza, Philipe è un perfetto eroe romantico, Casares una vibrante duchessa San Severina, Salou un gustoso principe di Parma vile e meschino. Completano il cast molti bravi caratteristi italiani, con Carminati, Silvani e Gora in prima fila.
Rebis: King Kong è il cinema, il prodigio tecnologico che conquista la società di massa; è la Natura, sfruttata a umiliata dall’uomo bianco; è la Bestia, vinta dall’amore per la sua Bella. Più che un film, un nuovo archetipo. Ma a sbalordire ancora oggi, non è tanto l’opulenza di significato quanto la regia, il senso materico dei volumi, della prospettiva, il gigantismo che atterrisce nonostante la stop motion obsoleta; l’atmosfera madida e infernale che sprigiona Skull Island, come un monito per la civiltà: chi precipita dall'Empire State Building non è un animale, ma una divinità.