Il 1986 è l'anno di Tom Cruise: con IL COLORE DEI SOLDI e soprattutto TOP GUN l'ex belloccio di tanti film usa-e-getta si impone come autentica icona vincente degli Anni Ottanta. In TOP GUN è la quintessenza del sogno di ogni ragazzetto, colui che meglio di chiunque altro interpreta l'abusato termine giovanile di "figo": bello, con un sorriso che ammalia, impeccabile con le donne (e qui Kelly McGillis è di una bellezza e di una dolcezza che stordisce), migliore tra i migliori in una professione che è il non plus ultra tra le tante ambite da chi cerca una posizione nell'aviazione militare......Leggi tutto Tony Scott è riuscito a dare concretezza alle ambizioni della gioventù di mezzo mondo con un prodotto prestudiato quanto si vuole ma indubitabilmente d'effetto. D'effetto sono le eccezionali riprese aeree acrobatiche (supportate da un sonoro frastornante che sfiorò l'Oscar), esaltanti le musiche di Kenny Loggins (la ritmata "Danger zone") e il lento dei Berlin ("Take my breath away", che sfondò nelle charts di tutto il mondo finendo col guadagnarsi l'Oscar). Con un cast eccellente, che oltre ai due protagonisti può contare su future star del calibro di Val Kilmer (indimenticabile nei panni di Iceman), Meg Ryan (la moglie di Goose) e Tim Robbins (un pilota), Scott mette in scena un blockbuster di portata epocale, diventato col tempo simbolo stesso dell'edonismo Ottantiano, del reaginsmo che ancora nei russi vedeva il nemico per eccellenza (con i Mig sovietici antagonisti principali). Meglio la prima parte, più scherzosa e disinvolta, mentre la seconda tende a dilungarsi troppo danneggiando il ritmo. Può piacere o non piacere, ma resta una pietra mili(t)are di un certo tipo di cinema.
Quando uscì nel lontano 1986 fece sfracelli (non tanto in termini di critica quanto di pubblico). Personalmente non mi piace molto, però ammetto che non è fatto male. Tom Cruise e Val Kilmer forse non erano gli attori più adatti e risultano poco "carichi", però come si sa il bello attrae e quindi è stata una scelta di immagine da parte del regista (che alla fine ha avuto ragione).
Lo ammetto: da ragazzino mi era piaciuto, abbastanza. A rivederlo ora però... Un video clip inutile, che esalta gli aspetti più deteriori della cultura arrivista, arraffona e irresponsabile degli anni ottanta. Perfino Tom Cruise (in generale un ottimo attore) ha rischiato di veder limitata la propria carriera a attore belloccio e fighetto a causa del suo personaggio. Peccato perchè le scene di volo degli aerei sono veramente ben fatte. Ripudiato.
Vero e proprio cult generazionale. Infatti il film non è 'sto gran capolavoro (pur essendo uno dei più riusciti di Tony Scott), però riesce a carpire bene l'essenza americana degli anni 80, riporta in auge i ray-ban, i Righteous Brothers, lancia una manciata di future superstar e offre una serie di riprese aeree mai viste. Il ritmo è allegro e tambureggiante nella prima parte, nella seconda subentra il melò e diventa più greve, ma il film mantiene una buona compattezza e si lascia apprezzare come intrattenimento di buon livello.
Classico esempio di film invecchiato male, Top Gun non è altri che un lunghissimo (e spesso noioso) videoclip girato con le tecniche dei video musicali alla moda negli anni 80: aerei, bei giovani e musica a palla. Con un Tom Cruise che all'epoca era solo un giovane di belle speranze contornato da onesti mestieranti, montaggio frenetico e poco altro. Per chi ama gli aerei, un ottimo esempio di fotografia cinematografica.
Il pilota fuoriclasse (con problemi), il suo compagno di volo che fa programmi per il futuro e trac! Il pilota bastardo e sbruffone e, “colpo di genio”, l’istruttrice super gnocca che, guarda caso, s’innamora del protagonista. Con la fiera delle banalità e della prevedibilità si può finire qui, ma si poteva anche andare avanti. Il tutto in una bella e pompata confezione, dove l’azione non manca di certo, le scene in volo sono godibili e gli attori se la cavicchiano. Ma resta un prodotto troppo vuoto e esageratamente testosteronico, seppur vedibile.
MEMORABILE: Il vero combattimento aereo coi cattivoni.
A quel tempo fu un clamoroso successo commerciale ma non so se oggi sarebbe lo stesso. La storia fa acqua da tutte le parti, con un protagonista (attore e personaggio) di un antipatia indescrivibile e retorica a non finire. Regia mediocre dello Scott minore e scene d'azione non cosi spettacolari. Tolti Michael Ironside e Tom Skerritt il resto del cast è da dimenticare.
Oramai "Top Gun" si può dire che sia invecchiato molto male: tutti gli elementi da anni '80 oggi non funzionano più e del cast possiamo salvare solamente Tom Skeritt e una giovane Meg Ryan; ma per il resto... mamma mia!!! Poi con protagonista Tom "cane" Cruise, cosa ci si può aspettare? Solo per fanatici anni '80.
Storie di piloti di caccia della Marina americana. L'esaltazione del virilismo, del più stolido giovanilismo e del militarismo (il film è stato sponsorizzato dalla Marina militare, guarda caso) raggiunge livelli imbarazzanti e disgustosi. I contenuti del film sono davvero terribili, così come banale è la storia raccontata e il modo di raccontarla: tanta aria fritta per nulla. Anzi no: per reclutare soldati da impiegare nell'aggressivo riarmo di Reagan. Da evitare.
Falso come una cartolina "abbellita" appositamente per fare pubblicità ad un brutto posto. Ovvio che qui si tratta, invece, di un brutto film girato (questo sì) con belle scenografie, ma debole per contenuti. Ottima fotografia, maschietti di belle speranze (in divisa) e qualche volo pindàrico (di sceneggiatura, oltreché ad alta quota). Musiche in parte graziose, ma anch'esse invecchiate (male) come una pellicola che non si riguarderebbe mànco costretti come nei panni di Alex De Large, preferendo trafiggersi le pupille, piuttosto che sorbirselo una seconda volta...
Un giocattolone ad uso e consumo dei ragazzini anni 80, con tutti i valori tipici del periodo. La lunga sequenza iniziale è quasi uno spot per l'Areonautica Militare americana (forse erano a corto di reclute); il resto del film scorre lento tra storie di amicizia, cameratismo e amore, ecc... Pregi: ottime musiche (su tutte "Take my breath away"), scene spettacolari e iosa e qualcuna lascia davvero il segno. Quasi insostenibili invece le scene in cui il baldo Maverick abbatte ridendo un Mig dopo l'altro, come se fosse un videogame...
MEMORABILE: La gara di velocità tra un aereo in decollo e Maverick in moto...
Film abbastanza inutile e oramai fuori moda girato nel più classico stile di Scott e di Hollywood. Sequenze aeree e una storiella d'amore tra un pilota e un'istruttrice di volo unite con qualche dialogo più che risibile risultano abbastanza scontati ai giorni nostri, ma vent'anni fa avevano la loro presa su un pubblico di giovani sognatori. Di una pochezza senza pari le qualità della pellicola che si limitano a belle scene di volo con inseguimenti tra aerei alle volte un po' fantascientifici e al limite della razionalità. Tom Cruise è irritante.
Ciofeca anni Ottanta, immeritatamente assurta allo status di culto: gran parate di aerei militari, riciclaggio di luoghi comuni da guerra fredda, amori e cameratismo. Gli attori giovani sono pessimi – in testa il rachitico Cruise con la sua inamovibile faccia da pesce lesso - , mentre quelli già rodati passano in secondo piano; indimenticabili solo le canzoni della bellissima colonna sonora, tra cui “Moonlight Shadow”, “Danger Zone” e “Take my breath away”.
Ancora a distanza di anni contiene le migliori scene di combattimento aereo mai girate. Almeno non c'è la computer grafica a rovinare tutto. Bella la fotografia che sfrutta al meglio la location californiana, non male la colonna sonora. Odioso tutto il resto, a partire da Cruise che sfodera sorrisi imbarazzanti a 360gradi. Val Kilmer è un pupazzo e i compagni di corso alla Top Gun sembrano usciti da un gay bar del Village. Dovrebbe essere macho ma è esattamente l'opposto.
Insieme a Wall street e 9 settimane e mezzo, emblema di quei film anni 80 che fecero scalpore ma che avevano i piedi d'argilla: deboli come dialoghi e troppo artificiali. Discreti la prima volta, inguardabili la seconda. Però le scene aeree prendevano (sorvolando magari sui Mig nemici tutti neri e cattivi) e il giubbottino di Tom Cruise è diventato iconico. Fu uno spot per la marina Usa ma si narra che Scott dovette pagare 25.000 euro di carburante in più per una scena extra sulle portaerei. **
Squallido e sopravvalutato (dal pubblico), all'epoca ebbe un grande successo sopratutto (anzi solo) tra gli adolescenti, specie di sesso femminile. Si tratta del solito filmetto hollywoodiano tutto fumo e niente arrosto, di una banalità unica. Bella la colonna sonora, male tutto il resto.
Vero e proprio trionfo dell'americanismo più puro. Top Gun non è altro che un'insieme di luoghi comuni (già all'epoca abusati) sull'amicizia virile, il coraggio e il patriottismo. La storia d'amore di fondo è banalotta, Tom Cruise sembra un ragazzino indisponente, molto meglio Val Kilmer seppure relegato in un ruolo secondario. Noiose le scene tra i cieli, simpatico qualche dialogo e decenti le musiche. Passa per il film più famoso di Tony Scott, ma ha fatto di molto meglio.
Film giovanilistico con protagonista un imberbe Cruise, smargiasso pilota di caccia statunitensi. L'azione si mostra come una prerogativa della narrazione e sfodera duelli e combattimenti tra brillanti cieli azzurri. Dall'altra parte emerge anche un profilo sentimentale che si concatena con i suindicati duelli.
Allievo pilota dotatissimo ma indisciplinato finisce in un gruppo di addestramento dal quale imparerà a mettere a frutto il suo talento. Patinatissimo e inutile, tragicamente invecchiato, Top Gun è un'arma formidabile a disposizione dei detrattori degli anni 80. Fasullo all'ennesima potenza, sconfina nel ridicolo del combattimento aereo con i Mig russi. Ovviamente, c'è anche la storiellina d'amore (ma con ovvio tributo hot alle doti fisiche dei piccioncini Cruise e McGillis). Per dire, a confronto Ufficiale e gentiluomo sembra "Guerra e pace". Dirottato.
Manifesto dell'America reaganinana, con un giovanissimo Tom Cruise al suo primo ruolo importante, "Top Gun" parla di un gruppo di piloti militari americani, i migliori, che amano, ridono, rivaleggiano, piangono e combattono. Il personaggio di Maverick sta a pennello a Cruise, tanto che non se lo scrollerà di dosso neanche in "Mission: impossible". Da non sottovalutare Val Kilmer nel ruolo del rivale Iceman, né tantomeno Anthony Edwards. Ma il tutto, purtroppo, sembra un videoclip. Uno e 1/2.
MEMORABILE: Kelly McGillis nel massimo della sua bellezza erotica.
È comico vedere come la gente cresce: tutti l'hanno amato e tutti ora ne parlano con superficialità; l'arte, la musica, il cinema vanno descritti in relazione al contesto nel quale sono stati realizzati. Non conoscere il contesto temporale coincide con un'analisi critica sicuramente errata. E Top Gun cavalca le ali spiegate di quel pegaso chiamato "eighties", la fotografia è semplicemente stupenda, i paesaggi mozzafiato, la musica, beh, una delle più belle soundtrack di sempre.
Eccolo qui, uno dei bignami dell'"americanata" anni '80 firmato dal sempre valido Tony, con il testosterone che sprizza dai giovani corpi di Kilmer e Cruise, l'odore della benzina degli F-16 e gli immancabili applausoni finali. Da ragazzino arrivai alle tre visioni consecutive, adesso a quasi 30 anni ancora mi ricordo le battute a memoria: storia semplice ma incisiva e la solita regia concitata di Scott che dà il meglio di sè nei combattimenti aerei. E per una volta posso anche sorvolare, in volo rovesciato, sull'apologia del reganismo e dell'arrivismo.
MEMORABILE: Il volo rovesciato sul MiG con tanto di dito medio: indimenticabile.
Ormai un simbolo dello stile e trampolino di lancio di un Tom Cruise sì affermato ma non ancora leggenda. Tolto il casco inforca gli Aviators per rimanere nel suo ruolo di pilota imbattibile, reduce dalla più patriottica e banale delle storie di vita, nell'accademia di Top Gun. Ben girate le scene aeree che rendono davvero bene la sensazione della battaglia in volo, tra missili agganciati e virate all'ultimo respiro, per il resto, poco da dire. Banale.
In pochi hanno il coraggio di demolire Nascita di una nazione... Pomposo, eticamente discutibilissimo (terribile la consolatio del superiore dopo l'incidente), quasi un film di propaganda, nemmeno Top Gun rappresenta un esempio da seguire per la collettività, eppure non si può negare l'eleganza della regia, il fascinoso calore della fotografia, la puntualità del montaggio, la sensualità delle musiche. Ok, Scott non avrà inventato il decoupage, ma anche il suo stile ha, a suo modo, fatto epoca e non merita di essere sminuito. Prendere o lasciare.
Doppio binario tra l'azione aerea e l'approccio sentimentale a terra. Lo sbilanciamento è evidente: immagini di volo e fotografia d'impatto per avvincere e dare umanità a piloti (in apparenza) di ghiaccio, contro dialoghi melensi e irritanti tra la coppia di belloni. Sorta di spot per l'eccellenza della Marina in anni dove il Muro era ancora in piedi e contornato da un'aura pubblicitaria tra polo bianche, gel, bionde ossigenate e giubbotti di pelle con simboli vistosi come stellette di guerra. Il nemico c'è, anche se non viene mai nominato.
Il film che ha lanciato nell'Olimpo il belloccio Cruise. Ma oltre a questo... calma piatta. Dimenticate le scene adrenaliniche cui ci ha abituato col tempo lo Scott minore, perché per la maggior parte del film vedrete solo primi piani di Cruise in pose diverse. Con solo gli ultimi dieci minuti a giustificare tutta l'operazione: una massiccia e subdola campagna pro-marina USA. Solita retorica, solito patriottismo e soliti gridolini di entusiasmo infantili. Persino le immagini finali del combattimento aereo puzzano di posticcio lontano un miglio.
Inizia da questo film la parabola ascendente di Tom Cruise. Film d'impatto, girato bene, con una struttura che si addice alla "nuova" generazione anni '80. Spirito reganiano, l'America mette in mostra i muscoli. Siamo ancora in guerra fredda, che fa da incipit per questa storia nel complesso avvincente. Un film a "lustrini" e strisce che all'epoca fece il pieno ai botteghini.
Brutto senza alcun dubbio, ma brutto in modo interessante, quasi in senso archeologico. Fra qualche decennio sarà studiato nelle università come summa dell'era reaganiana: pieno di aria fritta, artificioso fino al midollo, grondante anticomunismo e testosterone, esilarante nella sua puerile convinzione, costruito tutto sulla figura di un divo (il tascabile Cruise all'inizio della carriera). Vederlo oggi è un po' come riguardare le foto imbarazzanti del liceo. Si salvano l'energica colonna sonora e alcuni attori secondari.
Il mediocre degli Scott gira un roboante spot per l'areonautica statunitense fra virtuosismi oltre il muro del suono, bravate stile Cernis e sorrisi mascellati e non. Il guascone Tom col suo faccino controbilancia un personaggio stereotipato oltre ogni limite, incastonato in un clima militaresco e patriottico. Per certi versi ricorda l'ufficiale Richard, ma la storia ha meno appeal e non fosse per gli hit musicali e qualche scena da cartolina d'amore non staremmo qua a parlarne. Pop!
Sarà pure un classico anni '80, ma la storia è veramente pessima e insignificante; per non parlare poi degli attori: manichini bellocci capitanati dalla star Tom, i quali non riescono a trasmettere alcun tipo di emozione. Film adatto per fare propaganda repubblicana e militaristica, creato a immagine e somiglianza del potere; poche volte ho visto una banalità nel racconto di questo genere: quella che io definirei una americanata.
Gli anni '80, il culto del macho man, la bellezza esteriore, la pochezza della sceneggiatura... Questo e pochissimo altro è Top Gun, il cui unico merito è l'aver fatto conoscere al mondo un giovane e affascinante attore come Tom Cruise, con i suoi Ray Ban a goccia e il suo giubbetto di tendenza. Purtroppo (o forse meno male) è un film che va visto e racchiuso in quell'epoca che, per quelli che come me l'ha vissuta, è ricordata con nostalgia ma che oggi è un po'... "datata". Bella la canzone che vinse l'oscar. Trascurabile.
Filmaccio made in Usa utile giusto a mostrare il presunto eroismo e la presunta bravura dei piloti americani. Attori atroci (su tutti Tom Cruise, purtroppo protagonista), ovvia la storia d'amore, si salvano giusto le riprese aeree e l'anthem strumentale firmato Stevens-Faltermeyer; debolucce le altre canzoni, troppe le inverosimiglianze presenti nel film. Da dimenticare.
Purtroppo questo film ha condizionato non poco tutto ciò che penso, in peggio, delle produzioni a stelle e strisce oggi. Ossia ottimi film con effetti speciali (lì sono imbattibili), qualche epopea passabile, alcune biografie discrete ma pochi, pochissimi film sentimentali che non scadano nel sentimentalismo stucchevole. Top Gun ne è un esempio lampante: una storia finta e artificiosa come Disneyland. Un pacco regalo enorme e ben confezionato con all'interno il nulla. Salvo la furbata ma... "Take my view away"!
È mezz'ora che cerco di capire il motivo per cui questo film è diventato famoso ma non ci riesco proprio. Tipicamente anni '80, con protagonista Maverick, "il dissidente", personaggio che risulta addirittura più fastidioso dell'interprete, che qui dimostra tutta la sua limitatezza. Storiella romantica totalmente inopportuna, passaggi e battute scontate, noia totale. Si potrebbero salvare solo l'azione nella sequenza finale e i colori dei tramonti (come quando l'elicottero pesca Goose), mentre il resto è meglio dimenticarlo.
Grande film o cult? Non sempre le due cose coincidono e in questo caso si propende più per la seconda valutazione. I meriti reali non permetterebbero tale accostamento, eppure il profumo nell'aria è quello giusto. Visto non senza una certa dose di scetticismo (dopotutto la retorica narrativa americana non sempre convince) mette in luce invece diversi temi interessanti (il lutto, la perdita di fiducia ma anche la rinascita). Ottimi Cruise, Skerrit e Ironside, efficaci Tolkan e Kilmer, all'esordio Clarence Gilyard.
E' invecchiata male la storia del bel tenente di marina che, attraverso un duro addestramento, diventa un asso dell'aviazione, conquista l'ammirazione dei colleghi e amoreggia con una bionda più intelligente di lui? Anche al tempo della prima uscita avrei probabilmente trovato il film uno spottone pieno di sequenze aeree magari ben girate ma noiosissime e infarcito di insopportabile retorica militaresca made USA, tanto fasullo e stereotipato da far rivalutare l'ufficiale e gentiluomo Gere. Per fortuna, in seguito sia Tony Scott che Cruise hanno fatto di meglio.
Come Top Gun sia diventato un film che ha fatto la storia del cinema è un gran mistero, in quanto non lo si può spiegare solo con la presenza del giovanissimo Tom che all'epoca fece strage di cuori adolescenti. Tutto è molto patinato e finto, tanto che la pellicola sembra solo un lungo spot pubblicitario dell'aeronautica militare americana. Possiamo considerare il film di Tony Scott il classico tutto fumo e niente arrosto: la trama infatti è molto risicata mentre fotografia e colonna sonora sono davvero notevoli.
Chiara l'intenzione di non andare oltre il canovaccio solito dei film sportivi dell'epoca (protagonista in competizione, un passato misterioso ma in realtà nemmeno così tanto, un mentore a fargli venire voglia di impegnarsi e vincere), con una prevalente attenzione all'estetica e all'aspetto emozionale (in questo riesce efficacemente). Peraltro si deve a Scott il merito di aver saputo giocare bene con i TomCat (da notare che non ci sono effetti speciali) e di aver saputo creare elementi iconografici.
Si porta dietro molti degli elementi caratteristici del periodo storico di appartenenza. Basti pensare alla sceneggiatura gonfia di quel machismo americano, armigero e tronfio, che soprattutto negli anni Ottanta ha sporcato molte pellicole. Impossibile, invece, non apprezzare la fotografia e la splendida colonna sonora i cui brani rappresentano un valore aggiunto indiscutibile. Difficile capire come porsi di fronte a una tale schizofrenia, paragonabile a un piatto mediocre presentato con tutti i crismi necessari per fare bella figura.
Cult degli anni Ottanta e che ha consacrato Tom Cruise e che si apprezza più per la parte tecnica che per la trama (un po' banale ed evidentemente scontata, con tutti gli stereotipi del caso). Forse eccessivamente lungo. Regia di Tony Scott più che efficace. Colonna sonora abbastanza convincente, con la canzone dei Berlin vincitrice di un Oscar. Intrattenimento puro e basta.
Si fa ricordare più per l'impatto generazionale (tantissimi ragazzini volevano entrare nell'aviazione dopo averlo visto) che per effettivi meriti artistici; certo, la fotografia è ottima, la ost AOR funzionale e l'atmosfera 80s - specialmente vista con la nostalgia di oggi - è qui al suo apice, però la storia è davvero minimale, le digressioni sentimentali scontate, i personaggi monodimensionali e le scene aeree, pur ben girate, sono noiosissime. Un prodotto vacuo e sopravvalutato, con un Cruise imbalsamato; ha fatto ben di meglio, anche all'epoca.
Quando pensi agli anni '80 devi per forza pensare anche alla pellicola di Tony Scott che generò molti film simili. Il cast è valido (oltre a Tom Cruise troviamo Kelly McGillis, Val Kilmer, un misconosciuto Tim Robbins ma anche Meg Ryan, Tom Skerrit e Michael Ironside). Il problema è che, semmai, il film pare troppo artificioso, senza una reale trama: una finzione insomma, nella finzione, un gigantesco spot per il fascino di Cruise e dei suoi commilitioni. Da vedere per una serata davvero senza impegno. Valida la colonna sonora.
Indubbio abbia un paio di atout iconici, la cui adrenalina fa presa cinematografica anche sugli spiriti più pacifici (su tutti l'incipit aereo sulle note della furente "Danger zone"). Per il resto Scott e gli sceneggiatori ci provano a rinverdire certi fasti del cinema aviatorio classico hawksiano (il ribellismo conciliato, il buddy movie mascherato), ma i tempi (di guerra tiepida sul piano storico e pettinati sul piano dello stile) ne fanno uno smaccato spaccato reaganiano a suo modo non privo di interesse (l'esibizione muscolare sempre sospetta). Cruise bravo a inforcare i Ray ban.
O si è grandi appassionati di aerei o si apprezza particolarmente Tom Cruise. Altre motivazioni per guardare questo pessimo film non se ne vedono. Le evoluzioni dei caccia saranno anche spettacolari e ben filmate ma riempiono tutto il film e annoiano quasi subito, la storia è scontata in tutti i suoi aspetti e ogni fotogramma sa di costruito a tavolino. Cast mediocre, col solito Tom Cruise uguale a se stesso e un contorno di comprimari poco funzionali. "Take my breath away" è un bel brano, usato però molto male. Status di cult assolutamente immeritato. Da evitare.
Più un lungo videoclip musicale che un film di guerra, concepito come manifesto di propaganda reaganiana, passa alla storia più per i (notevoli) sottintesi omosessuali che non per la storia d'amore tra il bel pilota Maverick e la sua affascinante istruttrice. Un trampolino di lancio per Tom Cruise e un punto di non ritorno per Kelly McGillis. Colonna sonora memorabile.
MEMORABILE: L'intro sulle note di "Danger Zone" di Kenny Loggins.
Cultone anni '80 celebrato con molta probabilità oltre i suoi reali meriti, ma troppo strettamente legato all'estetica e alla pop culture dell'epoca per essere sminuito. Dal cast di star più o meno emergenti (oltre all'onnipresente Cruise si fanno notare Kilmer e Tim Robbins in un ruolo minore) alla celebre "Take My Breath Away" dei Berlin, fino alle impressionanti sequenze di volo, il valore iconico del film resta immutato. Il plot basilare e la banalità dei protagonisti oggi appaiono anche più ingenui di allora, ma ci si può ricavare un certo charme naif. Gradevole, nel complesso.
MEMORABILE: La foto al nemico volando sottosopra; Il numero musicale al bar; La prima volta fra Cruise e la McGillis; La tragica simulazione; La battaglia finale.
Film conosciuto, più che per i suoi meriti effettivi, per la sua caratteristica rappresentazione degli anni 80. Difatti, tolte le musiche memorabili e alcune riprese aeree riuscite, rappresenta il classico esempio di film invecchiato male. Un condensato di luoghi comuni, virili sentimentalismi e una retorica patriottica a dir poco imbarazzante. Perfino la trama appare scialba e sviluppata in modo banale e prevedibile. Personaggi irritanti, dialoghi vacui e pomposi sentimentalismi, rendono il film di difficile digeribilità e ai limiti del patetico.
Chi ha vissuto gli '80 non può non conoscere, e amare, "Take My Breath Away", la moto di Cruise, i Ray Ban a goccia, i giubbotti in pelle di questo melodramma militaresco. Cruise è perfetto nella parte di quello che sa fare tutto e bene, con la sua dentatura a 47 denti bianchissimi, i capelli in ordine o disordine a seconda delle occasioni. Chi cerca riflessioni esistenziali, filosofia profonda o poesia stia alla larga. Chi vuole passare un'ora e quaranta con caciaronaggine si sieda sul divano e compri la solita confezione gigante di pop corn al burro: non rimarrà deluso.
MEMORABILE: "Great Balls of Fire" cantata in italiano...
Col passare degli anni sbiadisce sempre di più, fino a evaporare completamente, il fascino di questa icona del cinema patinato e del militarismo come scelta di vita da invidiare. Resta solo uno spottone pieno di luci e di colori completamente privo di fascino, popolato da bellocci variamente assortiti e da strumenti di morte guardati con un fastidiosa ammirazione.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I Filmissimi", lunedì 13 novembre 1989) di Top Gun:
DiscussioneRaremirko • 27/06/16 22:21 Call center Davinotti - 3863 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Tony e forse il regista che mi manca ogni giorno che passa...
La sua morte e stata per me un vero e proprio schock di cui ancora non mi sono del tutto ripreso...
Il pilota acrobatico Art Scholl morì durante la produzione della pellicola, all'età di 54 anni: stava cercando di eseguire una rotazione capovolta, quando accadde qualcosa di inaspettato con l’aereo. Le sue ultime parole furono “Ho un problema” (a un’altitudine di 3000 piedi) e “Ho davvero un problema” (a un’altitudine di 1500 piedi). L’incidente avvenne il 16 settembre 1985, con un altro pilota acrobatico Chuck Wentworth e il meccanico Kevin Kammer che seguivano Scholl su un altro velivolo. Né il corpo di Art Scholl né il relitto del mezzo furono mai recuperati, sebbene siano stati trovati detriti dell’incidente nell’Oceano Pacifico a cinque miglia da Encinitas. Una possibile spiegazione alla fatalità sarebbe che, poiché sull’aereo venne fissata una telecamera modello Pitts S-2 per catturare lo scenario, il peso dell’attrezzatura rese impossibile eseguire con successo l’acrobazia. Molti esperti osservarono che era semplicemente impossibile che Scholl potesse commettere un errore perché aveva eseguito con successo questa manovra molte volte. Oltre a tale spiegazione non vi furono altre teorie, perché nessuno sa esattamente cosa sia realmente successo. Il film venne dedicato al pilota deceduto tragicamente.