Rassegna THICK AS A BRICK – Livello 4 (01/06/2014)
Nascita di una nazione (durata: 3 ore e 13 minuti)
Promotore di una rassegna sempre più itinerante, Deep e le sue tonnellate di bobine polverose fanno tappa nel bresciano. A fare gli onori di casa il benemerito Didda23, da un paio di anni sempre più avvezzo a visioni estreme (Ozu, Cassavetes, Dovzhenko) e quindi ben volenteroso di un bel full frontal col film simbolo di sale di tortura chiamate cineforum e scuole di cinema che lo mostrano rigorosamente a spezzoni. Sul Davinotti solo 5 commenti,
Pierino il fichissimo ne ha quasi il triplo. La tensione sale...3...2...1..via!
Ciò che ci appare nei primi minuti equivale bene o male a ciò di cui ogni cinefilo ha sempre letto: la regia è matura, il montaggio sapiente e ben ritmato. Poi appare la seconda cosa che bene o male tutti conoscono: i neri cattivi, o meglio, i negri cattivi. Capaci soltanto di raccogliere cotone, fare sciocche danze primitive e compiere atti scellerati, Griffith ce li descrive fin da subito (e con una nonchalance tipica dell'uomo ottocentesco ideologicamente non aggiornato al secolo successivo) con un'odio che manco Peckinpah per i muratori di
Cane di paglia o Brooks per la Keaton in
Mr Goodbar.
A scatenare un certa ilarità involontaria, una melodia piazzata ogni due minuti nella soundtrack impiegata dai curatori bluray (la partitura originale?) praticamente identica all'intro di Sally di Fabrizio de Andrè.
Ma torniamo alle cose serie. Dopo una mezz'ora tutto sommato pimpante, arriva il binomio guerra&politica e l'attenzione crolla. Tra uno sbadiglio mio e una sigaretta di Didda si finisce irrimediabilmente per patteggiare per i cattivi, nella speranza che qualche nefandezza della cosiddetta razza negra ci spari un po' di carica nelle vene. Le nefandezze prontamente arrivano: lavatosi gentilmente dalle scatole Abraham Lincoln i supercattivi vanno all'attacco. Folli e senza controllo, sfasciano un po' tutto arrivando pure ad insidiare la donna del belloccio di turno che così finisce per cascare giù dal monte (ci ho visto un po' di Fulci, ma forse era la noia)
Poi salta fuori nientemeno che il Ku Klux Klan e, con un dovere morale degno di Maurizio Merli in
Roma violenta, il bello passa dalla parte del vigilantes, cioè dei KKK. A quel punto il film entra nella sua ultima parte, quella catartica, facendosi involontariamente e sorprendentemente divertente, pieno di scontri e montaggi alternati, nonostante il povero Didda accanto a me stesse boccheggiando (o forse erano solo sbadigli a catena) invocando pietà.
“E' come andare in Sicilia in macchina, gli ultimi 50 chilometri pesano più dei restanti 950 messi insieme”
didda23 (cit)
Riusciranno i nostri eroi a giungere a destinazione? Claro, stremati ma carichi di orgoglio intellettuale e delirio d'onnipotenza!
Postilla: per bilanciare la carica tarrica del buon David Wark piazzamo come secondo elemento del double bill il film Outing fidanzati per sbaglio con Vaporidis, una roba ben oltre l'orripilante. La chiamavano regola del contrappasso...
voto: **!
peso specifico: TTT!