Classico film di formazione imperniato sulla storia di un soggetto moralmente discutibile che trova redenzione nella dura vita militare ed in particolare nel rapporto di odio/amore con un istruttore. Il film realizzato da una solida sceneggiatura, che lo rende molto godibile, vanta una buona regia e sopratutto un vincente duetto tra due bravi attori come Gere (forse alla migliore interpretazione della prima parte della sua carriera) ed un trascinante Luois Gossett Jr praticamente perfetto nella parte. Piuttosto fiacchi i personaggi femminili.
Soggetto ampiamente sfruttato ma reso in questo caso con ottima efficacia. Se Louis Gosset jr. vinse meritatamente l'Oscar come attor non protagonista (è lui a caratterizzare maggiormente il film), anche Richard Gere è bravo, credibile quanto basta e senza troppa parvenza da "bellone". Trama, sceneggiatura e musiche sono tipiche del periodo, non hanno pretese da filmone impegnato e non sono per niente originali, ma risultano godibili e indovinate. Discreti i personaggi minori.
MEMORABILE: Lo sfogo di Mayo quando si trova sotto le cure del sergente istruttore.
Telefonatissimo e stereotipatissimo film di ambiente militare, coi lumpen della provincia americana in cerca di riscatto. Gere virileggia facendo ingrifare le spettatrici, ma come è possibile innamorarsi della già indisponentissima Debra Winger? Ovviamente trionfa nella memoria il trucissimo Lou Gossett, al cui sergente di ferro ruberà qualche tic Kubrick per Full metal jacket. Gran botto della canzone, uguale a Sarà quel che sarà di Tiziana Rivale, carneadica vincitrice del Sanremo '83!
Filmetto che racconta una storia non molto originale in un modo tutt'altro che entusiasmante. Non tutto è da buttare, ma il risultato finale raggiunge la sufficenza e nulla più. Certo gentil sesso non resterà insensibile al fascino del bel Richard Gere, ma dal punto di vista recitativo il meglio viene dal sergente di ferro interpretato da Louis Gosset jr (e Kubrick in qualche modo ripropporrà il personaggio nel suo Full Metal Jacket). Sostanzialmente un film vedibile, ma perderselo non è un gran peccato.
Dramma che gioca sul contrasto generazionale (in senso di estrazione) accentuato da un determinato e possente sergente di colore, in grado di imprimere il suo dominio "militare" su una squadra di reclute piombate, dritte dritte, all'Inferno. Interpretazioni da urlo, musica che si è accaparrata un Oscar e tanti buoni sentimenti (anche nell'istituzione matrimoniale, in sottotrama parallela alla vita da "caserma"). Piacerà a chi vuol spendere la classica serata a base di "luoghi comuni" ben frequentati...
Accademia militare durissima con odioso istruttore (bravo Gossett): dentro si diventa uomini, fuori si trova moglie... Retorica americana machista alle stelle: da una parte i veri duri che superano tutte le avversità e riescono a ‘farsi’ la più bella; dall’altra chi si pone domande, cioè i perdenti, né ufficiali né gentiluomini. Personaggi solidamente scolpiti, tranne quelli femminili che sono scialbi, del resto si sa: le donne non hanno valore e sono solo preda dei veri maschi, no?
Vive di rendita sul suo ruolo di playboy e di sex-symbol, Richard Gere, ma il film è orrido e il divo può mostrare soltanto le sue nudità in modo più o meno spinto. Del cast salvo solo Loggia, nonostante le fan di Gere idolatrino questa pellicola. Vi è una specie di riesumazione del genere sentimentale, ma in una chiave a mio avviso troppo sciatta. Insufficiente e incommentabile.
Dopo tanti anni dalla sua uscita si può ormai definire meritatamente un classico. Il tormentatissimo personaggio di Zack Mayo è il ruolo più interessante della carriera di Gere ed è da lui interpretato nel migliore dei modi (va così così solo quando frigna). La pellicola ha anche altre frecce al suo arco: l'ottima performance di Gossett Jr., l'irresistibile dolcezza di Debra Winger, le varie scene d'addestramento ben confezionate e la colonna sonora d'eccezione. Piuttosto ruffiano il trionfale happy end in cartiera ma si può chiudure un occhio.
Visti i commenti, se non altro il film è conosciuto. È un buon "prodotto" di Hollywood e credo che abbia la sola pretesa di essere quello che è, un film che regolarmente ogni sei mesi o un anno si rivede in tv e non si cambia canale. Bisogna anche dire però che racconta una situazione vera della provincia americana. C'è la scuola per ufficiali e intorno ci sono le ragazze che cercano un'alternativa a quello che offre il paese, ma le più rimangono deluse (ma anche delusi). Gere però è gentiluomo. Fanno tutti bene la loro parte, veri professionisti.
MEMORABILE: Buona la scelta della moto, una favolosa Triumph Bonneville.
White trash in cerca di riscatto entra alla scuola piloti della Marina militare; prima fa il furbetto poi diventa un capopopolo e cucca anche la bella del villaggio (Debra Winger ai massimi). Messa così sembra una scemenza, ma il film ha una sua dignità ed è ben interpretato, con Gossett che mette su un personaggio destinato a rimanere impresso e ad influenzare molti altri film. Clichés a piene mani e ruffianeria, anche musicale, senza ritegno, però si vede volentieri. Categoria filmoni, direi.
Un classico melodramma degli inizi degli anni 80 in cui azione e sentimento si concatenano linearmente. Una discreta analisi sulle aspirazioni di alcuni giovani americani davanti al proprio futuro. Due giovani cadetti s'invaghiscono di due ragazze del luogo e con alterne fortune si dipana la narrazione.
Secondo film importante per Richard Gere, più riuscito di American gigolò, anche grazie a tre attori: Debra Winger, David Keith e Louis Gossett Jr. (che per l'interpretazione del sergente istruttore duro, ma dal cuore d'oro, vinse l'oscar). La storia è risaputa (un ragazzo diventa un militare e conquista, dopo dure prove, la donna dei suoi sogni) e quando la trasmettono in tv non riesco a fare a meno di vederla. Occhio a Lisa Eilbacher de L'uomo ragno del 1977 e a Robert Loggia.
MEMORABILE: Louis Gosset Jr a Gere: "Nella tua città esistono solo due categorie: i tori e le checche. Non vedo le corna nella tua testa, quindi sei una checca"!
Un classico del suo genere. Melenso quanto serve, ma la vicenda cardine dello scapestrato ragazzo perduto, orfano di madre e con un padre tra i più discutibili, che cerca il suo riscatto personale nella carriera militare guidato da un Louis Gossett Jr, tanto ben calato nella sua parte di duro istruttore da sembrare nato per questo ruolo, rende il film godibile, brillando almeno nell'iniziativa di non ruotare solo intorno al romanticismo.
MEMORABILE: L'addestramento solitario di Gere e dell'istruttore, allo scopo di farlo cedere.
Videoclip di "Up where we belong", spacciato per film di formazione. In film del genere, il protagonista parte sempre con handicap caratteriali, che poi supera (o accetta). Ma di handicap caratteriali insopportabili come quelli di Zack Mayo ne ho visti pochi, che li superi in tre mesi di campo d'addestramento e di tira e molla con la pupa, non è una maturazione, è una palingenesi! Seriamente, la trasformazione è meccanica, estrinseca, perciò non convince. Sorvoliamo sul monolitico mentore-sergente e sulle donne acchiappamariti. Fotoromanzesco.
Ci sono tutti gli elementi tipici dei film imperniati sull’istruzione militaresca: il sergente di ferro che plasma e rieduca la recluta ribelle, il soldato debole che non resiste all’addestramento, quello che dopo tanti sforzi riesce a superare la prova più dura e così via. In più ci sono anche le complicazioni sentimentali che faranno felici il gentil sesso. Tutto già visto, tutto già scritto (ma come finirà mai?) eppure funziona alla perfezione. Perfetto Gosset (vincitore dell’oscar) ma anche la Winger e Gere fanno la loro figura.
MEMORABILE: La scena d’amore tra Gere e la Winger. Il finale.
Il film si configura come il classico romanzo di formazione, dove un individuo perdente giura di riscattarsi malgrado le circostanze congiurino contro di lui. Al suo fianco il mentore che lo mette alla prova. Certo, poi c'è tutto il patinato, uno spruzzo di sesso, il perdente che non saprà affrontare la dura realtà, le moto, la colonna sonora avvolgente. Film che ha fatto epoca e che ha fatto sognare le donne, soprattutto. Un classico: quante di noi aspettano ancora il principe azzurro?
Certo, la trama è da fotoromanzo, ma evidentemente in me si nasconde un ragazzino immaturo (vittima di una simbologia virile scontata e demodé), o una shampista che (almeno al cinema) vuole far finta di credere ai sentimenti e che non può fare a meno di commuoversi di fronte a certe scene. Bravissimi i protagonisti, soprattutto nelle difficili (in quanto facilmente ridicole) scene di sesso. Richard Gere, dopo American gigolo, continua a fare successo con i ruoli che John Travolta non accettava.
MEMORABILE: Mayo: "Non la dimenticherò mai, signore". Risposta del sergente Foley: "Levati dalle palle".
Altro film che ha consacrato Gere nell'olimpo dei sex symbols. La pellicola rispecchia la realtà militare dei cadetti e dei campi di addestramento militari americani e coniuga in una perfetta simbiosi il genere militare con il romantico/sentimentale. Una storia evergreen sull'amore, sul cameratismo, sulla vita. Ottimo.
Piaccia o no, il film è diventato un culto. Vicenda prevedibile anche alla prima visione, ma c'è una sceneggiatura solida scandita da momenti/meccanismi ineccepibili. Il bel Gere funziona perfettamente, ma il migliore è l’istruttore (Gosset), che è ormai un'icona indelebilmente scolpita nel tempo. Ufficiali, gentiluomini e donne (ignoranti) disposte a tutto pur di averli. La morale che se ne trae è alquanto discutibile, tuttavia - e non ne sono certo - probabile specchio di una realtà provinciale americana di qualche tempo fa.
Bel mix tra il "militare" e il "sentimentale", anche se la storia risulta scontata e il finale prevedibile. La vicenda si segue con gusto e il film è girato davvero bene, grazie anche all'ottimo sergente maggiore (ed ufficiale mancato) Louis Gossett Jr, assolutamente in parte. I valori americani per la carriera, il sacrificio e l'affermazione, sono visti in maniera tradizionale, in linea con il loro tempo e la cultura preponderante di allora. Momenti un po' "incorretti" si scorgono nel gergo grezzo dell'istruttore, ma le trasgressioni finiscono qui.
Strepitoso film entrato di diritto nell'immaginario collettivo di varie generazioni di spettatori. Storia energica, capace di sprizzare sia dolcezza che testosterone e cast ai suoi massimi. Ottimo Richard Gere, affiancato da una Debra Winger di una tenerezza disarmante. Molto ispirato anche il cast di contorno, con David Keith e Louis Gosseth jr giustamente premiato con l'Oscar. Colonna sonora ormai diventata un classico. Filmone senza se e senza ma.
MEMORABILE: La scena finale, in tutto il suo splendore! È un lieto fine, ma preparate i fazzoletti! "Bene, così si fa Paula! Così si fa!".
Ennesima versione di Cenerentola, con il principe azzurro militare in carriera biancovestito che corteggia un'operaia, peraltro disponibile (ci va a letto subito). Lei è Winger, qui antipaticuzza, lui Gere, allora idolo delle fanciulle (non della sottoscritta, che ha sempre preferito i tipi grezzi, duri e malvestiti alla Mad Max e Jena Plissken). Il film è un collage di stereotipi difficilmente digeribile, in cui la figura che resta più impressa è quella del sergente istruttore "faccio-la-carogna-ma-è-per-il-vostro-bene", che anticipa quello kubrickiano, di ben altro spessore.
Rivisto per l'ennesima volta, questo racconto di formazione mantiene intatto tutto il suo fascino, merito di una storia forse risaputa (la redenzione di un soggetto difficile mescolata al tema dell'amore omnia vinct) ma girata e interpretata ad hoc dal bravo Gere, dall'ottimo Gossett jr e dalla dolcissima Winger (un sogno) passando per Loggia e Keith. Il voto sarebbe tre e mezzo, ma il superbo finale fa guadagnare agevolmente un punto in più.
Filmettino adattato su misura del bel Richard Gere oggetto di innamoramento di grandi e piccine. Si lavora sul patinato, sui buoni sentimenti, sulla divisa che ha sempre il suo fascino, sul patriottico e la necessità di un giusto riscatto oltre che naturalmente su un commento musicale di indubbio mestiere. E beh, poi? Ah, sì, il manifesto molto regalato (o venduto) a donne sensibili a seconda della bontà d'animo dei vari esercenti delle sale.
Come si evince dal titolo il narrato suggerisce la commistione di due parti distinte. Gossett Jr diventa icona del sergente di ferro e tiene in piedi tutto l'addestramento; sul versante sentimentale la coppia Gere/Winger parte brillante, poi l'alchimia scema. L'ascesa del melodramma aiuta per non appesantire troppo il discorso militare, anche se alcune cadute mielose o improbabili in un'accademia (il combattimento) servono per abbracciare un pubblico più vasto. Efficaci i momenti prima di entrare alla base o nei motel.
MEMORABILE: Gere getta i soldi sul balcone del bar; Emiliano De La Sierra e la sua tacca; "Il tuo sangue è rosso come il mio".
Richard Gere nei panni del piacione non mi è mai dispiaciuto, anzi, e in questo film (come in American gigolò) raggiunge il proprio apice. Anche la trama non è niente male a dire il vero, perché riesce ad alternare momenti duri (l'addestramento) ad altri tipici del lacrima movie. Quasi tutte le donne, almeno una volta nella vita, credo abbiano sognato una storia d'amore così. Rivalutato.
Uno dei tanti film icona degli anni 80 che non ha retto il peso degli anni. Era un periodo in cui una certa produzione Usa puntava a una forte pubblicizzazione delle forze armate, considerate luogo di redenzione e formazione oltre che di forte maturazione. Un perido in cui pesavano ancora i recenti fantasmi del Vietnam e l'inadeguatezza dell'approccio militare lì avuto. Ufficiale gentiluomo è solo uno dei tanti, né meglio né peggio di altri. Hackford all'esordio svolge bene il compitino e Gere e Grosset jr. sono due validi antagonisti. Winger altalenante.
MEMORABILE: Finalmente Maio e il sergente Foley se le suonano di santa ragione su un ring!
Zack, orfano di madre e figlio di un sottufficiale della marina di dubbia moralità, decide di arruolarsi come pilota di jet. E' un uomo senza regole e senza credo, ma il corso, duro e selettivo, lo forgerà facendogli scoprire un'umanità a lui sconosciuta. Film di formazione che segue un cliché in seguito ampiamente imitato e dotato di una ottima sceneggiatura che pone in risalto il fascino di Gere e la credibile durezza di Gossett Jr. Successo mondiale e due premi Oscar (il già citato Gossett Jr. e la canzone "Up where we belong").
Va preso per quello che è l'esordio di Hackford alla regia. Un classico film romantico infarcito di stereotipi filo americani in piena crisi morale post Vietnam. Gli ufficiali nelle candide divise grazie all'uniforme riscattano vite allo sbando o trovano il coraggio di diventare uomini. Tutto viaggia come ci si aspetta col belloccio Gere che a occhi stretti e con la stessa espressione fronteggia il tosto Sergente istruttore così come la bella Winger. Nell'immaginario femminile dell'epoca a suo modo un classico. Bravissimo Gosset Jr.
Film di successo riproposto spesso in tv, resta uno dei classici prodotti commerciali che sanno coinvolgere il pubblico enfatizzando l'intensità dei sentimenti e delle sfide umane. Al centro vi è il tema del riscatto dalla propria condizione e del raggiungimento di un traguardo ambizioso, a costo di sacrifici e prove ai limiti della propria resistenza psico-fisica. Il disumano addestramento dell'aspirante pilota Zack Mayo (Gere) si alterna alle vicende sentimentali sue e dell'amico Sid (Keith), con accadimenti tragici e immancabile happy end.
Forse uno dei migliori Gere di sempre, sicuramente anni luce lontano dal "bamboccione" che diverrà, con una Winger in parte e un fantastico Gosset jr. che divide il ruolo di sergente istruttore par excellance con Ermey. La capacità migliore del film è la splendida cornice emotiva a una altrimenti banale storia d'amore. Redenzione, confronto, rispetto, amicizia, sentimento... Cenerentoliano il finale eppure ormai passato alla storia del cinema di genere.
Un colpo al cerchio (American Gigolo) e uno alla botte (Ufficiale e gentiluomo): Richard Gere entra ufficialmente nell'olimpo hollywoodiano. Questo film ne ha meritatamente coronato il successo perché, oltre a essere ben interpretato, fonde la dura e fredda vita militare alla sfera sentimentale. Louis Gossett Jr. ci mette il resto, nella parte del sergente di ferro Foley, criptico e dalla scorza impenetrabile ma verace e presente, anche affettivamente, al momento giusto, suscitando ilarità e commozione. Figure femminili non memorabili.
MEMORABILE: Mayo: "Non la dimenticherò mai sergente". Foley: "Lo so". Mayo: "Non ce l'avrei mai fatta senza di lei. Grazie sergente". Foley: "Levati dalle palle".
La parte "militare" del film, con dialoghi e personaggi che verranno riprese in Full metal jacket, è molto buona ed è la colonna portante, senza la quale il film sarebbe ben poca cosa. La pellicola è infatti rovinata dalle scialbe e patetiche storie d'amore e da alcune scene la cui utilità ai fini della storia è francamente incomprensibile. Foley ricorda Hartman, ma nascostamente molto più umano. Sufficiente ma sarebbe stato meglio se si fosse concentrato solo sulla prima parte.
Film sopravvalutato che ebbe all'epoca un enorme successo per il fascino dell'elegante (sebbene poco espressivo) Richard Gere ma nel quale, in realtà, si salva solo lo splendido main theme cantato da Joe Cocker e Jennifer Warnes. La trama è solo un pretesto per infilare scene bollenti tra i protagonisti; per il resto racconta del classico giovane sbandato e traumatizzato che matura tramite un rigido percorso formativo. Cast passabile, durata eccessiva, finale prevedibile oltre che fiabesco.
Zack è un giovanotto dall'infanzia non facile che decide di diventare pilota della marina. Durante l'addestramento imparerà a stare al mondo e si innamorerà. Grande successo di pubblico per un film che basa le sue fortune quasi esclusivamente sul fascino di Richard Gere e su qualche furbetta trovata romantica. Non un capolavoro ma un discreto lavoro che resiste alla prova del tempo. Grande Louis Gossett Jr. che infatti vinse l'Oscar. Celebre il tema musicale cantato da Joe Cocker e Jennifer Warnes anch'esso premiato dall'Academy.
L'addestramento militare duro del soldato ribelle Gere da parte dell'inflessibile sergentone severo ma in fondo giusto Gossett Jr fa solo da copertura alla tenera storia d'amore del protagonista con una ragazza dolce e bella. Il film non è nulla di che, quasi noioso per lunghi tratti, ma le grazie della bella Debra Winger e della sua amica opportunista Lisa Blount riescono a tenere alta l'attenzione dello spettatore. Notevole la canzone di Joe Cocker "Up where we belong" sui titoli di coda.
MEMORABILE: Debra Winger.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Rispetto ad una versione registrata negli anni '90, ho notato che negli ultimi passaggi in tv, l'intera colonna sonora è stata sostituita ad eccezione della canzone finale "Up Where We Belong" di Joe Cocker & Jennifer Warnes.
Ramino ebbe a dire: Rispetto ad una versione registrata negli anni '90, ho notato che negli ultimi passaggi in tv, l'intera colonna sonora è stata sostituita ad eccezione della canzone finale "Up Where We Belong" di Joe Cocker & Jennifer Warnes.
Nella scena dove Gere e la Winger si incontrano al pub dove quest'ultima è appoggiata al juke box, prima si sentiva Tunnel Of Love dei Dire Straits. Rivisto qualche tempo fa è stata sostituita da un pezzo strumentale.
Ogni volta che lo vedo non posso fare a meno di notare quanto - a mio avviso - il pre-finale sia stato montato veramente male. Ci sono una serie di azioni veloci che a me appaiono slegatissime (le scrivo in ordine cronologico):
spoiler
- Mayo torna al campo addestramento (e già non si capisce perché lui sia a giro mentre i suoi compagni no) e praticamente vuole menare Foley impulsivamente, giusto per sfogarsi
- Dopo averle prese da Foley, Mayo è a terra sanguinante : stacco di inquadratura che passa di colpo alla cerimonia di investitura dei marines
- Mayo dice di voler ricevere il suo primo saluto da ufficiale e rimane per qualche secondo spaesato guardandosi intorno prima che la scena stacchi di colpo al rituale della consegna della moneta
Per quest'ultima scena, su IMDB è spiegato che esisteva una scena tagliata (e pare andata persa) in cui in effetti appariva Robert Loggia (il padre di Mayo) per porgli quel saluto da ufficiale di cui tra l'altro parlano (padre & figlio) proprio ad inizio film.
Oltre al fatto che non si può sentire come viene storpiata la pronuncia del nome Zack in Zeck.
CuriositàBuiomega71 • 9/06/21 19:07 Pianificazione e progetti - 24784 interventi
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 4 marzo 1986) di Ufficiale e gentiluomo: