Il peplum ardisce varcare qualsiasi confine spazio-temporale e trasporta Ercole nella terra degli Incas. Nonostante la novità del luogo, la trama procede ligia ai dettami del genere tra usurpatori, legittimi sovrani prigionieri, prove di forza e danze folcloristiche in attesa di caricarsi per l’assedio e la lunga battaglia finale. Pressoché nulli gli agganci storici con la guerra civile incas e la figura di re Athahualpa, interpretato da un Franco Fantasia truccatissimo e quasi irriconoscibile.
MEMORABILE: Il sacrificio del re prigioniero; l’attacco con le catapulte.
Questo Ercole assomiglia molto ad Ulisse: astuto, fa naufragio nell'Atlantico, ha un amico di nome Diomede! Film davvero misero, che allunga il misero brodo con interminabili danze e con lunghe scene guerresche mal portate sulla scena. Spesso si cerca la scena ieratica, ma si cade nel ridicolo, a partire dai soliloqui del re prigioniero. Recitato maluccio. Qualche volto caro: Franco Fantasia e Antonio Acqua. Insalvabile, comunque.
Gli unici aspetti positivi di questo film sono rappresentati dai costumi e dalle buone scenografie. Tutto il resto è da dimenticare, a partire dalla spettacolarità inesistente delle scene d'azione che, invece, dovrebbero rappresentare la base, in film di questo tipo. Ridicole le scene di danza, così come la legnosità dei guerrieri impegnati nei combattimenti. Pessimo.
Al di là di ogni immaginazione. Ercole naufraga in America e raddrizza i torti che devono subire gli Incas precolombiani. Uno degli ultimi mitologici in cui si cerca l'originalità ma non si hanno i soldi per trovare più di una ventina di comparse. Interminabili balletti per fare minutaggio, Mark Forest e Giuliano Gemma mostrano chiaramente di non crederci più, Civirani si dimostra in questo caso regista assai modesto.
Per prolungare l'agonia del peplum, un genere ormai moribondo, produttori e sceneggiatori si spremono le meningi e immaginano addiritura che il buon Ercole naufraghi sulle coste americane dove si trova coinvolto in una sanguinosa faida tra tribu Incas. Inutile dire che il nostro mette la sua proverbiale forza al servizio dei buoni con le conseguenze che si possono facilmente prevedere. Puerile nello svolgimento, offre qualche motivo di interesse nelle fantasiose e coreografiche scene di danza, tirate per le lunghe tutto il tempo necessario a coprire l'assoluta nullità della trama.
MEMORABILE: Le macchine da guerra che Ercole fa costruire agli Incas.
Classico peplum parrocchiale che già all’epoca poteva intrattenere solo in assenza di alternativa. Difficile trovare aspetti positivi in una pellicola le cui scene di lotta, che dovrebbero costituire la parte più interessante, sono condotte davvero male (e senza spargimento di sangue!), la recitazione è quel che è e, dulcis in fundo, i poveri indiani Inca subiscono lo stesso trattamento, cioè sconfitti in partenza, dei fratelli nordamericani. Uomo bianco rules once again vanifica la speranza d’un minimo di pathos.
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HomevideoXtron • 1/12/19 21:36 Servizio caffè - 2229 interventi
Il dvd ARTUS
Audio italiano e francese
Sottotitoli in francese (si tolgono senza problemi)
Formato video 2.35:1 anamorfico
Durata 1h22m50s
Extra: Galleria fotografica, trailer, titoli di testa e di coda in italiano, "Le sauvage et le cruel"