Sporadica sortita del "comedy-maker" Pasquale Festa Campanile nei territori del dramma dalle venature thriling. AUTOSTOP ROSSO SANGUE mescola piuttosto abilmente il road-movie col cinema violento ispirato dall'onda lunga di L'ULTIMA CASA A SINISTRA (dal quale riprende lo stupratore David Hess) al road-movie seguendo in parte quella che era stata la formula ideata da Mario Bava per il suo "inedito" CANI ARRABBIATI: qui chi tiene in ostaggio i proprietari dell'auto è un singolo (Hess, appunto), ma la costruzione del film è simile. Festa Campanile prova a farci credere di essere...Leggi tutto in America riempiendo i silenzi con le chitarre classiche, ossessive, di Ennio Morricone, ma che siamo sulle strade d'Italia con lo sfondo degli Appennini è evidente. Ciononostante il clima da state highway statunitensi perse nel verde è a suo modo ricreato e la coppia (sposata da nove anni) composta da Franco Nero e un'incantevole Corinne Cléry (che si mostra abbondantemente nuda) è in vacanza con la roulotte per superare un'inevitabile momento di crisi. Daranno un passaggio a un rapinatore sadico e violento (Hess) diventando di fatto suoi ostaggi (pugni e stupri compresi). Ma la storia non si esaurisce qui, proponendo nuovi e inattesi sviluppi che le regalano una dinamicità inconsueta. La lettura in chiave matrimoniale degli eventi (con tanto di finale shock, non presente in tutte le copie) sembra più che altro un pretesto per percorrere le strade, più battute, dell'exploitation di casa nostra. La pistolettata splatter (notevole!) in piena testa a un poliziotto risulta cut in alcune versioni.
Cinico e nichilista. Al centro della vicenda la crisi della coppia, con le frustrazioni professionali di lui e quelle sessuali di lei. C’è anche il discorso sullo sciacallaggio del giornalismo, cosciente di potersi arricchire grazie allo sfruttamento di sesso, violenza e disgrazie altrui. Da antologia la scena dello stupro della Cléry al lume del focolare, quella della sua vendetta (lei è “vestita” solo del fucile) e l’ultimo fotogramma all’insegna dell’ambiguità, degno di Un borghese piccolo piccolo.
L'acida ironia che caratterizza il personaggio di Franco Nero crea una disparità quasi traumatica con la drammaticità degli eventi. La vittima non è sempre migliore dell'aguzzino e i dialoghi tra carnefice e vittima lo esplicano fin dall'inizio. Buona prova degli attori, anche del rapinatore trasportato direttamente dal classico di Craven. Sottovalutato.
David Hess (L'Ultima Casa a Sinistra/La Casa Sperduta nel Parco) ripete la sua interpretazione di cattivo e psicolabile, questa volta prendendo di mira una coppia in vacanza costituita da un grande Franco Nero e da una sublime (per gli occhi) Corinne Clery. Pasquale Festa Campanile dirige con millimetrica precisione la bella e raffinata sceneggiatura che, in più occasioni, riserva inaspettati colpi di scena. Film crudissimo per l'epoca (1977) e sottolineato dal bel accompagnamento musicale composto da Ennio Morricone. Apologia del divorzio.
MEMORABILE: Il profetico dettaglio nei titoli d'apertura: Franco Nero mentre tiene -a vista- sotto il mirino la moglie...
La presenza ingombrante di Hess pone subito il film nei territori del rape and revenge per eccellenza. È un divertente, eccitante, cinico e crudo apologo sulla violenza, ben interpretato da un Franco Nero in ottima forma (baffoni compresi) e da una bellissima Clery. Ma l'elemento più interessante del film è la regia di Campanile, uno totalmente estraneo al genere, che qui riesce ad uniformarsi al canone con una regia asciutta e assolutamente trasparente. D'ambientazione americana ma location italiana (Abruzzo, credo le stesse di Camping del terrore).
MEMORABILE: Nero che nel finale fa a sua volta l'autostop... vero e proprio passaggio delle consegne.
Coppia in crisi decide di fare un vacanza per migliorare il proprio rapporto. Non si rivelerà una buona idea. Bizzarra incursione nel road-movie con venature thrilling di un regista-scrittore generalmente dedito ad altro tipo di film. Sebbene non ci sia nulla di nuovo sotto il sole, la pellicola scorre via senza intoppi e qualche momento divertente non manca. David Hess ripete ancora una volta (basta... che noia!!!) il ruolo dello psicopatico. Corinne Clery è semplicemente “squisita”.
Quando l' autostop diventa pericoloso, per chi accetta di dare un passaggio e per lo stesso cercatore di passaggi. In questo film entrambi i ruoli comportano un elevato rischio e anche il trasportato, nella versione estesa, finisce poi a rischio. Pellicola che sovverte in parte il canone classico del "rape and revenge", duramente italiana Anni Settanta e ben più efficace del mediocre L'ultima casa a sinistra di Craven. Il punto di forza di questo film è la sua credibilità: davvero facile percepire possibile quanto si osserva... odio, cinismo, vendetta e morte.
Temo che la visione mi sia stata rovinata dal vedere che le montagne californiane non sono altro che i fin troppo noti pianori di Campo Imperatore (con puntata alle Cascate di Monte Gelato). Insomma, il contesto è così palesemente fasullo dall'avere contagiato in tal senso la mia percezione della vicenda, che mi è parsa anche un poco prolissa, con qualche buona idea qua e là (orrenda, però, la pesante citazione da Duel), ma non proprio irresistibile. Superfluo dirlo, ma la Cléry era bellissima. Sufficiente e nulla più: **.
La prima (e unica) scappatella di P. F. Campanile nel genere noir/exploitation si rivela davvero un gran colpo. Nelle sue commedie brillanti il regista ha sempre sottolineato i difetti dell'uomo; questa volta ne indaga i mali: la violenza sopra a tutti gli altri. Bravissimi gli interpreti (Nero è sempre statuario, ma David Hess è un fenomeno, anche se fa sempre lo stesso personaggio) e ottimo il filo logico che riesce ad armonizzare il teso (?!?) rapporto di coppia.
Da un regista poco avvezzo al genere, una gradita sorpresa. Il film è solo in parte accomunabile al filone del "rape & revenge", infatti ci si accorge presto che l'impostazione è ben più ambiziosa; la bella sceneggiatura affronta il rapporto tra marito e moglie piccolo-borghesi in un'ottica cinica e spietata, giocando a ribaltare più di una volta le carte in tavola, grazie anche al personaggio di Hess (ovviamente un pazzoide, come suo solito). Uno svolgimento atipico quindi, che riserve sorprese e buoni dialoghi. Bravi Nero e la Clery. ***
Tra i migliori rape e revenge italiani, con sorprendente sottofinale, confezione competente e personaggi tutti coraggiosamente fastidiosi (adorabile Nero in un ruolo squallido e antipatico). Violenza compiaciuta (lo stupro della Clery rimanda, coi dovuti paragoni, a Cane di paglia) ma sapientemente ritardata, tra esplosioni horror e falsi allarmi. Vedere l'America ricostruita in un Lazio popolato di Harley Davidson, furgoni Ford, bottiglie di Jim Beam e pacchetti di Marlboro, muove tenerezza e rispetto per un cinema oggi scomparso.
MEMORABILE: L'omicidio dei poliziotti; l'arrivo del guardacaccia; lo stupro; il finale.
Come regia è disciplinato ma nulla di più; alcuni passaggi fanno sorridere (i due complici, il finto Duel, il tir che si incendia in corsa, il rimborso per la benzina..) ma ha parecchie frecce al suo arco. Lo splendido score musicale di Morricone innanzitutto. La prova divertita e allucinata di Franco Nero (look e battute giuste, assai meglio di Hess). Diversi dialoghi grondanti perfidia coniugale e lo sguardo della Clery "sotto sforzo". Di Corinne, ovviamente, non solo lo sguardo.. Le location? Fino a un certo punto ci sono cascato. ***
MEMORABILE: Nero che dà spettacolo nel camping. L'omicidio del secondo poliziotto.
Interessante riflessione sul disfacimento della coppia medio-borghese in crisi con introduzione dell'elemento estraneo che porta al collasso. Hess, dopo L'ultima casa a sinistra, è ormai condannato a ruoli da psicopatico stupratore e non fa più notizia mentre Nero e la Clery sono una piacevolissima sorpresa. La tensione non manca e le scene forti fanno virare il film in direzione del Rape & revenge con svolta thrilling. Ben diretto da Festa Campanile, poco avvezzo al genere. Le montagne californiane sono in realtà abruzzesi: ah, il cinema!
MEMORABILE: La Clery completamente nuda che imbraccia il fucile, scena cult giustamente finita sulle locandine e manifesto autentico del genere Rape & revenge.
È strano vedere accostato a un film come questo il nome di Festa Campanile, più conosciuto per alcune commedie dei primi ’80. Ma il film è un vero capolavoro. La violenza psicologica emanata rende impotente lo spettatore. Nero e la Cléry sono una coppia in crisi che durante un viaggio in America, dà un passaggio a un assassino che ha rapinato 2 milioni di dollari. Per loro cominceranno i guai.
Onestà e buoni sentimenti STAY AWAY. Tonico, sorprendente, convincente... ebbravo Pasquà! Scontro frontale fra bestie: Nero ed Hess ci sono abituati. Magnifica la Clery nel ruolo di una ninfomane non consenziente e affetta da idealismi surreali. Non facile da gustare a fondo: pulp e drammatico celano bene gli inserti derivanti dalla commedia all'italiana, di cui Campanile è maestro, anche se io non l'apprezzo molto. Ma qui escono davvero tutto il suo talento e la sua esperienza.
MEMORABILE: I primi 10 minuti di film sono come le due atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Dannazione: perché Festa Campanile ha limitato a questa sola pellicola l'incursione nel genere thriller preferendo consumare il suo mestiere sulle commedie a misura di Celentano, Pozzetto e Montesano? Nulla di più lontano dal ritratto cinico e senza alcuna pietas del piccolissimo borghese Walter (ben reso da un intenso Franco Nero) che utilizza la relazione con la moglie (folgorante Corinne Clery) come capro espiatorio della proprià nullià e delle sue frustrazioni pseudo intelletuali. Disturbante per chiunque sia affetto da machismo se pur latente.
MEMORABILE: Lo stupro con il gigione Hess e Corinne scatenati ed il finale rivelatore quanto spiazzante. Piena di sfumature la parte iniziale nel campeggio.
Film anomalo, girato in inglese da Festa Campanile. Tra il rape & revenge, il road movie e la denuncia sociale del maschilismo violento che domina la coppia. Belle le musiche di Morricone, bellissima Corinne Clery. Non male.
Buona la confezione così come la regia di Festa Campanile. Non è un genere che mi entusiasma ma bisogna ammettere che è un film ben fatto, anche se allo stesso tempo non manca di difetti (sono d'accordissimo con chi parla di vicenda un po' prolissa). Brava e bella la Clery. Una delle ragazze dei motociclisti nel finale è Hélène Chauvin già vista in La liceale nella classe dei ripetenti.
Walter (Franco Nero) ed Eve (Corinne Clery) e il demone tentatore (David Hess), che però si chiama... Adam! Ma l'Eden già non esisteva più, la violenza di un elemento esterno alla coppia non fa che porre in impietosa evidenza la violenza già presente all'interno della coppia, e così, ad ogni colpo di scena, vediamo Walter ed Eve sempre più estranei, sempre più nemici. Il "road movie cum rape&revenge si rivela il linguaggio più imprevedibilmente adeguato per parlare di incomunicabilità, di conflitto tra i sessi. Martellante, assillante, interessante a qualsiasi livello di lettura.
MEMORABILE: Nero a Hess:"Stiamo facendo un bel casino: uomini da una parte, donne dall'altra... una società di omosessuali!" Il... ritorno in vita di Adam.
Musicata da una soundtrack morriconiana particolarmente interessante, la pellicola di Campanile si rivela all'avanguardia per il periodo in cui è stata realizzata; un po' Duel, un po' The hitcher, con risvolti inaspettati tra sangue e sesso in un road movie rosso sangue. L'aspetto psicologico della coppia protagonista, alle prese con un autostoppista assassino e non solo, è ben sviluppato e rende l'idea. In definitiva un solido thriller curato anche nei dialoghi. Giustamente stimato l'lp della splendida colonna sonora.
Contagiato dalla moda americana stile "road movie", Pasquale Festa campanile esce dal suo consueto contesto della bella e raffinata commedia all'italiana per spostarsi in un genere che sfrutterà solo per questo film (il thriller). Niente da dire sulla tensione che riesce a creare per quasi tutto il film e per il comparto di buoni attori che è riuscito a dirigere. Franco Nero è quasi sempre credibile e tutto sommato riesce a rendere una discreta interpretazione. Ottima la faccia di David Hess sempre a suo agio in questi ruoli. Musiche sublimi.
Non male anche se zeppo di stereotipi, questo thriller di Campanile. David Hess è bravo, pur se ripete all'infinito lo stesso personaggio e funziona bene vederlo opprimere la coppia scoppiata composta da un buon Franco Nero e da una bellissima Corinne Clery. Un po' di lentezza, discrete musiche di Morricone e un finale del tutto inaspettato.
Curiosa incursione di Festa Campanile nel cosiddetto "rape & revenge" servendosi di un Franco Nero sopra le righe e una Corinne Clery di rara bellezza (“Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia...“), più il volto stesso del sottogenere David Hess. Sulla carta un buon film da mozzare il fiato, in pratica no perché la totale mancanza di ritmo uccide qualsiasi tentativo di riuscita della pellicola (se non in pochi frangenti). Arrivare alla fine senza sbadigli è un’impresa. Personalmente è stata una gran delusione.
Pasquale Festa Campanile riesce a confezionare un bel film di genere che regge quasi fino alla fine. La storia è quella dell'autostoppista criminale che tiene in giogo i poveri automobilisti. Ci sono alcune scene cult (come quella in cui Nero è ubriaco fradicio e lo stupro) che sono difficili da dimenticare. Il film perde di consistenza nel finale, troppo tirato per le lunghe.
MEMORABILE: Franco Nero che non ricorda più come si chiama dopo una sbronza colossale; La scena dello stupro.
Non un semplice film on the road, quello diretto da Festa Campanile, il quale cerca di abbozzare la caricatura di una società divisa in due estremi, maschio e femmina, che non riescono mai a toccarsi se non dal punto di vista sessuale. La psicologia dei personaggi è ben studiata, ma lo sfondo sociale che si respira pesantemente per tutto il film spesso appare fuori luogo ed eccessivo. Belle le musiche di Morricone, buona la prova del cast di attori; tutto sommato un buon film.
Sorprendente road movie di Festa Campanile girato con la coppia Nero-Clery e il "cattivo" David Hess scoperto da Wes Craven in L'ultima casa a sinistra. Sembra di stare in un film americano, per crudezza e violenza. Non mancano citazioni bibliche: Hess si chiama Adam e la Clery è una Eva tentatrice, nella sua bellezza assoluta. Non si salva nessuno, neanche Nero. Musiche simil-country di Morricone.
MEMORABILE: Lo stupro alla Clery sotto lo sguardo di Nero.
Veramente notevole e, in parte, è stata una sorpresa. Un grande Franco Nero, una stupenda Corinne Cléry, un Hess "che questo è il suo ruolo e ci va bene così" in una vicenda tesa e senza un attimo di sosta. Forse un po' prolissa, ma lo spazio in più è ben riempito. Ottime le location. Da non perdere!
Non sono molte le pellicole italiane che propongono una storia simile, completamente girata all’aperto e carica di violenza. Ognuna di esse riesce a farsi ricordare per qualche particolare interessante e anche Festa Campanile non è da meno. Lo aiutano i tre protagonisti principali; in particolare Hess, il quale mantiene alto il livello tutte le volte in cui è presente. Tra le righe sembra annidarsi la volontà di puntare sulla natura ambigua dell’animo umano come base di partenza su cui fare leva. Promosso, anche se non scevro da imperfezioni.
Buon "rape and revenge" italico diretto dal bravo Pasquale Festa Campanile e interpretato degnamente dall'ottimo cast (bellissima la Clery, bravo Franco, molto in parte Hess). La storia è molto tosta e arricchita da molteplici colpi di scena (con tanto finale inaspettato). Le assolate location (in realtà italianissime) e le adeguate musiche di Morricone arricchiscono questo valido prodotto, che nonostante i tanti pregi pecca di un solo grande difetto: il ritmo, davvero estenuante.
Festa Campanile sorprende con un film fuori dai suoi canoni, in cui una trama “rape & revenge” si innesta su una crisi di coppia esposta nei suoi aspetti più squallidi, in un’atmosfera opprimente malgrado i paesaggi ariosi. Appare felice la scelta di mostrare i personaggi principali in tutta la loro sgradevolezza, al punto da farci dubitare se il “terzo incomodo” sia tanto peggio delle sue vittime. Nero e Hess fanno a gara a chi è più psicotico, la Clery si fa apprezzare non solo per il corpo.
MEMORABILE: La sbronza di Nero al camping; Lo stupro; La Clery vestita solo col fucile; Il finale.
Il film che non ti aspetti da un regista rassicurante. Nulla di originale, in fondo, ma il gioco al massacro on the road funziona più che bene (bei dialoghi nella prima parte) e il seguito si lascia vedere con piacevolezza grazie a caratterizzazioni di buon livello (bravo Franco Nero; e pure Hess, prevedibile quanto efficace). Ciò che appesantisce il tutto è solo qualche snodo drammaturgico di troppo (il camion stile Duel, i motociclisti) che annacqua un poco il cinismo profuso a piene mani.
Il vero punto debole del film è, con tutta onestà, proprio l'elemento su cui probabilmente si fece allora leva per il circuito internazionale, ovvero la presenza della maschera psicopatica e sabotatrice di David Hess, che qui però - stereotipi a parte - serve principalmente ad acuire e far lievitare le tensioni di coppia che crepitano nel rapporto tra Nero e la Clèry. Gran bel film, sostenuto da un ottimo ritmo e da una splendida O.S.T. morriconiana. Campo Imperatore spacciato per frontiera del west fa un po' sorridere, ma è una buona scelta.
Ottima incursione nel rape & rvenge di un regista usualmente (e proficuamente) dedito alle commedie. Ritmo molto sostenuto, buone prestazioni attoriali (la Cléry emerge su tutti, Nero esagitato come al solito, Hess troppo ridanciano), tanti colpi di scena. Qualche istantanea di commedia emana sentori tarantiniani ante-litteram. Finale abbastanza telefonato sin dalla prima scena, non dà il massimo altresì per l'ambientazione "de noantri".
MEMORABILE: I poliziotti non proprio prontissimi di riflessi; Il colpo alla nuca.
Pasquale Festa Campanile viene prevalentemente ricordato per film di altri generi, ma anche in questo caso mostra di saperci fare. Road (ma anche rape and revenge) movie di assoluto livello con un Hess straordinariamente cattivo, una Cléry sempre splendida e un Franco Nero insolitamente diabolico. Il finale, poi, è indubbiamente di un sadismo unico.
Marcio e convulsivo pamphlet sulla misoginia con venature nichiliste. Campanile si distacca nettamente dai suoi precetti stilistici, scavando con attento voyeurismo i solchi dell'eterna dicotomia uomo-donna, ricavandone un amplesso davvero esagerato e sopra le righe. Tutto perfettamente in bilico, dalla musica alla fotografia passando attraverso location affascinanti anche se posticce. Grandissimi Nero e Cléry.
Buon thriller davvero, se si considera che dietro la cinepresa c'è un regista che ha fatto le sue fortune con film di ben altro genere. Eppure gli ingredienti sembrano mescolati dalla mano di un esperto. La giusta dose di violenza fisica e di violenza psicologica, tensione e uno spruzzo di humour rendono questa pellicola un degno esempio del genere, forte anche di un trio di protagonisti in ottima forma, anche se a volte Franco Nero va un po' troppo oltre. David Hess sempre efficace nel ruolo dello psicopatico. Degno di nota il finale. Evitabili alcune citazioni. Buono.
Un mezzo grande film. Festa Campanile proviene da tutt'altro mondo e si vede: ci sono cose che funzionano a meraviglia e altre poco. Grandioso il duello fra due cavalli di razza quali Nero ed Hess (doppiato dall'indispensabile Amendola), magnifiche le incalzanti musiche di Morricone, quasi ipnotiche, ma poi dialoghi tirati per le lunghe e altre situazioni evitabili (la lunga scena che scimmiotta Duel) lasciano il film a metà del guado. Comunque cattivo come di rado capita di vedere e con un finale che pochi potevano aspettarsi.
MEMORABILE: Lo stupro, scandito dal motivo di Morricone.
Excursus dark per Festa Campanile che si dedica a un riuscito e violento crime on-the-road dal piglio internazionale, accodandosi all'allora inedito Cani arrabbiati di Bava. Nonostante qualche ingenuità (il camioncino che cita esplicitamente Duel e prende inspiegabilmente fuoco appena va fuori strada), il binomio di sesso e brutalità funziona perfettamente, pure grazie alla presenza di David "Krug" Hess, che all'interno del genere è sempre una garanzia. Script cinico e cattivo il giusto, con una chiusa antimoralistica che fa sorridere malignamente. Ottima colonna sonora di Morricone.
MEMORABILE: Franco Nero osserva la Cléry attraverso il mirino del fucile tipo L'ultimo weekend; L'uccisione gore dei poliziotti; Lo "stupro" davanti al marito.
Mentre sta percorrendo strade poco battute dell'Abruzzo spacciato come California, una coppia italiana in vacanza offre un passaggio ad un tipo, scoprendo ben presto che si tratta di un rapinatore in fuga dalla polizia e dagli ex complici... Da un regista di commedie, a sorpresa un thriller on-the-road cattivissimo in cui quasi tutti i personaggi sono odiosi a partire da quello interpretato da Nero in maniera quasi caricaturale, mentre risultano più convincenti l'enigmatica Cléry e Hess a cui giova il doppiaggio di Ferruccio Amendola. Film non privo di efficacia ma piuttosto rozzo.
MEMORABILE: Lo stupro "statico"; Le due coppie hippy che ridacchiano in continuazione; Il fermo immagine nel finale.
Una coppia litigiosa concede l'autostop a un criminale in fuga. Plot classico sviluppato in maniera imprevedibile e feroce da Festa Campanile e gli autori, con un odioso Franco Nero nella parte del maschio "impotente" e il sempre spaventoso Hess nel ruolo del bandito; la Cléry si fa scudo di depravate angherie, ma è più salda al comando di quanto sembri. E' lei, in verità, il principale motore per la chiusura della vicenda, sebbene l'epilogo sia un altro: amaro, straziante e di un cinismo inaspettato. Un grande film di genere, meno noto di quanto dovrebbe essere.
Road movie (di sesso e sangue) con un vago sapore da rape & revenge. Curate le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi (funzionale anche quella della donna-oggetto), solida la regia di Campanile, ottimo Franco Nero in una prova maiuscola e convincente, sexy la Clery. Peccato che lo script si sviluppi in una serie di colpi di scena, alcuni ben congegnati altri assurdi, che purtroppo si intuiscono sempre un paio di minuti prima che avvengano. Il controfinale (cattivo e politicamente scorretto) invece funziona bene. Un cult!
MEMORABILE: La Clery nuda con il fucile in mano; Il finale.
Sorprendente Festa Campanile, che tra Bava, Craven e Spielberg anticipa Harmon firmando un thriller che fatica un po' a ingranare ma che strada facendo cresce in modo esponenziale, con un'ottima gestione delle sorprese e dei colpi di scena che culmina in un finale caustico e nichilista che colpisce nel segno. Cast in parte, con Nero e Hess sovente sopra le righe, come il contesto richiede, e una Clery incantevole e convincente. La vena da umorista del regista si nota nel cinismo dei dialoghi ma tra stupri, cupidigia e omicidi non c'è niente da ridere: da riscoprire senza riserve.
MEMORABILE: Lo stupro; Il transfert tra Hess e Nero; Il full frontal armato della Clery; Il finale.
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DiscussioneZender • 16/05/23 12:52 Capo scrivano - 48843 interventi
Per mettere location in da cercare bisogna (come è scritto) postare fotogrammi buoni della location stessa.
Io sicuramente andrò sul posto entro quest'estate, su Google quella strada non è coperta dalle immagini perchè è sterrata, si può solo vedere il tracciato dal satellite. Io farò delle foto sul posto e quindi sicuramente stabiliremo se quella strada è o non è la location della scena
Ma se non è quella la location... non saprei dove cercarla ahah, speriamo di trovare un aiuto qui sul sito !