Contributo di Pasquale Festa Campanile al genere boccaccesco in voga nei primi Settanta. Lando Buzzanca è Lidio, impenitente donnaiolo che per scommessa deve fare sua la dolce Fulvia (Agostina Belli), vergine sprovveduta moglie del vecchio Calandro (Salvo Randone). Per farlo si introdurrà nella casa di lei travestito da donna, finendo per catalizzare l'interesse sessuale di tutti; Calandro compreso, l'unico che non ha capito la vera identità maschile dell'intrusa. Niente di nuovo, ovviamente. E’ la solita girandola di situazioni pseudo erotiche con Buzzanca che si destreggia tra una donna e l'altra passando di stanza in stanza e ostentando l’improbabile travestimento accompagnato da una prevedibile...Leggi tutto voce in falsetto. Festa Campanile ha una certa grazia, se così si può dire e, nonostante l'abbondanza di scurrilità e turpiloquio (ben superiore alla media e spesso molto esplicito), riesce a dare l'impressione di una commedia non di serie zeta. Merito della discreta ricostruzione rinascimentale; e anche di un cast volonteroso, nel quale il buon Buzzanca ha modo di dimostrare qualità non comuni. Peccato che soggetto (la sorgente è “La Calandria”, commedia cinquecentesca del Bibbiena) e sceneggiatura (cui ha collaborato lo stesso Festa Campanile) non siano all'altezza, incapaci di offrire spunti veramente divertenti al di là dell’inatteso finale, sadico e ben realizzato. C'è poco da vedere anche dal punto di vista erotico, con Barbara Bouchet in apparizione straordinaria (è presente in non più di due o tre scene, giusto per esibire il seno nel prologo) e Agostina Belli che si lascia spogliare in poche occasioni. Trascurabile. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Il regista conferma la propria matrice intellettuale, elevandosi rispetto alla normale produzione decamerotica, sfruttando anche un cast con più di un nome importante (Salvo Randone, Mario Scaccia), ma la sceneggiatura (che non segue più di tanto l'originale del Bibbiena) non è di adeguato livello, per cui si resta nella medietà, talora pure noiosa. Lando che, davanti alla Raspani Dandolo, passa vorticosamente da uomo a donna ricorda una nota comica di Stanlio e Ollio. Delle donne la più conturbante è la Spina. Così così.
Boccaccesco senza particolari doti ma forse superiore alla media dei tanti film del genere che uscirono sugli schermi negli Anni Settanta. Campanile non è l'ultimo dei registi e chiama a sè un cast di attori di nome (Randone e Scaccia) e di belle donne (Belli e Bouchet su tutte) oltre al solito Buzzanca, specialista nel ruolo di sciupafemmine. Soggetto e sceneggiatura sono quello che sono, ma per chi gradisce il genere c'è da accontentarsi. Non pessimo.
La raffinatezza del regista (autore colto e particolarmente sensibile) impone un taglio meno sboccato e volgare alla sceneggiatura facendo apparire, tra la pletora di commedie in costume, questo titolo più accurato (nelle scenografie, nella recitazione e nella fotografia), pur se ricco di dialoghi non meno allusivi dei coevi decamerotici. Nel complesso, però, l'operazione appare disertata, per via della mancata sensualità che poteva essere sfruttata dall'utilizzo del cast femminile (Barbara Bouchet e Agostina Belli). Buzzanca è adatto al ruolo.
Tratto dall'omonima commedia (1513) di Bernardo Dovizi detto "Il Bibbiena" (1470-1520), il film di Campanile rappresenta sicuramente uno degli esempi più raffinati e allo stesso tempo più spassosi del filone boccaccesco. Anche se, Lando Buzzanca travestito da donna è davvero orribile (sembra una "versione brutta" di Olivia, la fidanzata di Braccio di Ferro) e ci si domanda chi mai lo prenderebbe per una donna vera o peggio, s'innamorerebbe di lui (lei...) a prima vista! Ben affiatati tutti gli altri interpreti. Davvero una piacevole commedia.
Commedia davvero molto divertente, direi più per merito del grandissimo Salvo Randone che non per il comunque ottimo Lando Buzzanca, nel suo tipico ruolo di grande amatore superdotato. Decisamente volgare nei dialoghi, ma pur sempre giostrato con una certa eleganza formale tipica del regista; ed anche il finale non delude per niente. Chiaramente superiore ai sgangherati decamerotici di quel periodo; e chiudo scrivendo che Buzzanca travestito da donna è veramente una cosa allucinante...
MEMORABILE: Il primo sguardo che Randone posa su Buzzanca in abiti femminili è grandioso.
Il prolifico filone boccaccesco abbandona il Medioevo per il Rinascimento, traendo spunto dall'omonima novella del cardinal Bibbiena: di certo meno scurrile della media e molto curato nella luminosa ambientazione, inciampa invece sul versante narrativo, spesso greve, noioso e parco nel muovere il riso. Oltre a Buzzanca - solita icona di dongiovanni incallito ed ostentata virilità - si confermano le doti comiche di Scaccia e si scoprono quelle di Randone, eccelso interprete legato a pellicole di ben altro spessore. In ombra la componente femminile.
Tra i decamerotici è uno dei meno volgari e più divertenti. Merito dell'ambientazione curata, della bravura degli attori e del soggetto “nobile” (da una novella del Bibbiena). Con qualche battuta azzeccata, situazioni alla A qualcuno piace caldo e a un finale identico a Quel gran pezzo della Ubalda, ma realizzato meglio. Peccato che in tv circoli raramente e a notte fonda, mentre decamerotici ben più ignobili passino più spesso.
MEMORABILE: “Capirai, sono i soli coglioni che ho. Tu, invece, guarda quanti ne hai intorno in questo momento. Direi che, anche in questo, sei avvantaggiato”.
Dopo Jus primae noctis, nuova incursione di Festa Campanile nel para-decamerotico con il viatico della commedia del Bibbiena. La cura scenografica e il mestiere del regista pongono il film sopra la media del filone, ma la sceneggiatura latita per oltre metà della pellicola, che acquista ritmo e incisività solo nell'ultima parte. Buzzanca è il solito macho instancabile, conteso da un bel trio di scatenate e vogliosissime donzelle: Barbara Bouchet, Agostina Belli e Maria Grazia Spina.
MEMORABILE: Nelle scene finali, la letale "tortura" della perfida Bouchet al povero Buzzanca legato e incatenato.
Una buona interpretazione di Buzzanca, nei due ruoli, con una parlata chioggiotta molto divertente, un tête-à-tête tutto teatrale tra Randone e Scaccia e una regia sobria che non sfora mai nel triviale (cosa facile per i lavori di tipo boccaccesco) rendono piacevole questa commedia. La presenza femminile, indispensabile, resta però defilata, avara anche di nudi (molto piacevoli) basandosi appunto principalmente su un soggetto che riesce a mantenere desto l'interesse. Tre pallini a pieno titolo.
Festa Campanile dirige abilmente una commedia tratta da una novella del Cinquecento con una produzione per niente volgare ma sapientemente ricca di ironia e comicità. Buzzanca interpreta alla perfezione il guascone Lidio al centro di divertenti burle rischiose ma ben architettate. Ottimo il cast, in cui persino un attore come Randone trova il modo di prendersi in giro.
Un donnaiolo scommette di conquistare la moglie di Calandro e per farlo si introduce nella loro casa in abiti femminili. L'ambientazione cinquecentesca della commedia del Bibbiena è molto curata ma la pellicola non trova nel suo sviluppo la stessa cura in quanto l'eccesso goliardico finisce per stancare. Il bel cast femminile arricchisce il lato boccaccesco.
Tratto dall'omonima opera di Bibbiena, questo decamerotico avrebbe tutte le carte in regola, dal cast ricco di nomi all'impostazione di gusto teatrale. Il risultato è però modesto, con un umorismo spesso forzato quando invece dovrebbe scorrere in modo svelto e dissacrante. Da apprezzare comunque l'impegno di Buzzanca nel fingersi una cortigiana veneta, anche se i momenti migliori sono riservati a Randone e soprattutto alla Raspani Dandolo, quest'ultima nel ruolo della smaliziata madre di Calandro. Finale stridente e sgradevole.
MEMORABILE: "Con tutti gli uomini che hanno arato il mio solco, proprio il seme più bacato doveva germogliare!".
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
*Livia Giampalmo: Agostina Belli
*Valeria Valeri: Barbara Bouchet
doppiaggio: C.V.D.
CuriositàUndying • 28/12/09 21:25 Controllo di gestione - 7578 interventi
Hanno scritto ...
"Il regista ha cercato di trasferire nei fiaschi novecenteschi l'olio e l'aceto del Rinascimento (...) .
La calandria rivisitata da Pasquale Festa Campanile fa perciò un curioso effetto.
Si ride, ma senza allegria."
Ecco il DVD 01/Rai Cinema:
DVD: 5
MASTER: Discreto
FORMATO: 1.85:1 (4:3 letterbox)
AUDIO: Italiano Mono (con leggero fruscio di sottofondo)
SOTTOTITOLI: No
DURATA: 1h:35:03
EXTRA: No