È una commedia sofisticata degli equivoci, che nel secondo tempo si tinge di un vago nero. È evidente che il personaggio affibbiato a Tognazzi sia molto simile a quello che era l'attore nella vita reale, tanto che questi si avvale dei suoi figli Ricky e Gianmarco. Nell'intento doveva essere il film-congedo di Ugo Tognazzi (sin dal titolo), ma fu un colossale flop al botteghino, tanto da far cadere l'attore in una inaspettata depressione (anche per colpa dell'altro flop del 1987: Ultimo minuto).
Pellicola quasi autobiografica (c'è l'intera famiglia - al maschile - Tognazzi) scritta, non a caso, da Simona Izzo. L'ironia è molto blanda, garantita però dal bravissimo Ugo Tognazzi e dalle sue inevitabili esplicite e naturali reazioni di padre ormai sulla via della terza età ed in procinto di diventare nonno. Si ritroverà nello stesso appartamento con i due figli (uno sposato) a condividere pensieri e modi di vita che sembrano (solo in apparenza) distanti anni luce, causa diversa "generazione". Il finale assume un tono tragico/grottesco, quasi strappalacrime...
Commedia simpatica e gradevole ma dalla sceneggiatura troppo risaputa (d’altronde sceneggia Simona Izzo) e tutto sommato alla fine (nonostante un evento tragico per nulla inaspettato) piuttosto edulcorata. Il risultato non è un granché ma resta certamente nella memoria la bellissima interpretazione di un Ugo Tognazzi che, purtroppo, scomparirà di lì a poco.
Anche se apparentemente cucito addosso all'uomo Tognazzi, il film in realtà non lo contiene: è di taglia più piccola! Non emergono integralmente la sua comicità e l'ironia, che solitamente lo accompagnavano. Le battute non "vanno" al massimo, e neppure i dialoghi... Forse lo si voleva rappresentare più discreto e riservato, in ambito familiare, ed è forse per questo che la formula non ha funzionato. Interessanti gli ultimi minuti di proiezione, al limite del reale.
Tenerezza e commozione nel vedere all'opera il grande Ugo Tognazzi in una delle sue ultime prove cinematografiche, peraltro di stampo forse autobiografico. Si perdonano quindi una regia di tipo televisivo e una sceneggiatura un po' limitata e si apprezza invece la bravura inaspettata di Ricky Tognazzi, mai più così convincente come attore.
Presunto ma poi non concretizzato (succederà anche a Blasetti) addio al cinema di Tognazzi che si trascina mezza famiglia appresso in una specie di passaggio di consegne. Nonostante una regia non proprio ispirata di Capitani, anche lui agli sgoccioli nel cinema (si rifarà con le fiction), i duetti tra padre e figlio (anche nella vita) sono garbati e gradevoli come il resto del film, esempio di commedia ben calibrata e consigliata come visione da riscoprire. Finale inaspettato e commovente, addio beffardo di un grande al nostro cinema.
Bruttissimo e tedioso film dell'ultimo Tognazzi. Regìa e vicenda televisive nel senso peggiore, recitato male da tutti (talora, pare incredibile, persino dal colonnello), sceneggiatura che oscilla fra l'incerto e l'inverosimile, ma capace di avere un numero incredibilmente alto di battute telefonate. Come se non bastasse, lo snodo finale ha tutta l'aria di essere stato creato perché non si sapeva come far finire il film. Imperdonabile l'errore di definire più volte "svedese" il norvegese Ibsen.
Poco da salvare, in questa insapore commediola famigliare del clan Tognazzi-Izzo. Se già il cast è discutibile (la Carlucci è qui imbarazzante), la storia è sceneggiata in modo piatto e poco probabile, oltre ad avere dialoghi spesso terribili, falsi e stonati. Ugo Tognazzi, sempre piacevole da vedere, si limita ad andare di repertorio: velo pietoso sulle prove dei suoi due rampolli. Uno squarcio di buonumore lo offre il regista teatrale gay di Alessandro Haber, un macchiettone totalmente fuori contesto ma che strappa un paio di sane risate. Non si sa quanto volontariamente.
Padre e figlio si ritrovano sotto lo stesso tetto in affitto. Se il protagonista in partenza sembra Ricky Tognazzi, è il ruolo del padre Ugo a catturare l'attenzione. Commedia amara premonitrice della scomparsa del grande attore, con chiari rimandi alle vere vicende familiari come a creare un piccolo film corale. Scarsi i dialoghi e gli sviluppi amorosi, con riappacificazioni ovvie e nipotini in arrivo come un passaggio di consegne. Ruolo di Haber fuori contesto, al limite del macchiettistico.
MEMORABILE: La commedia con due spettatori; Il cancro chiamato influenza; I fiori nella minestra.
Commedia garbata, scritta con discreto brio e con una serie di battute che permettono a Tognazzi (Ugo) di prodursi in una interpretazione spumeggiante e divertente. Poca cosa invece la regia di Capitani, un po' per via anche della location quasi unica che sa di teatro, che spesso è più vicina a una confezione televisiva che a una cinematografica. Interessanti i duetti con il figlio Ricky (meno con un acerbissimo Gianmarco) e la vena amara che esce verso la fine. A tratti disomogeneo e facilone nelle svolte caratteriali, ma non male.
Giorgio Capitani HA DIRETTO ANCHE...
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Nel film c'è un erroraccio più volte ripetuto: imperdonabile è l'errore di definire più volte "svedese" il norvegese Ibsen. Sarebbe come dire che Alighieri era francese o che Maupassant era italiano.
B. Legnani ebbe a dire: Nel film c'è un erroraccio più volte ripetuto: imperdonabile è l'errore di definire più volte "svedese" il norvegese Ibsen. Sarebbe come dire che Alighieri era francese o che Maupassant era italiano.
Buiomega71 ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Nel film c'è un erroraccio più volte ripetuto: imperdonabile è l'errore di definire più volte "svedese" il norvegese Ibsen. Sarebbe come dire che Alighieri era francese o che Maupassant era italiano.
B. Legnani ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Nel film c'è un erroraccio più volte ripetuto: imperdonabile è l'errore di definire più volte "svedese" il norvegese Ibsen. Sarebbe come dire che Alighieri era francese o che Maupassant era italiano.
"Sono norvegesi, Mac, non svedesi..." :D
LA COSA...
Bravissimo, Buono, anche se a essere pignoli era "Non sono svedesi , Mac, sono norvegesi"
DiscussioneZender • 13/02/21 08:06 Capo scrivano - 48467 interventi