Se la base è il solito gioco al massacro che discende dalla solita, stracitata PERICOLOSA PARTITA e arriva agli HUNGER GAMES o i BATTLE ROYALE di oggi, quello che fa la differenza è l'approccio, che sa essere personale pur nella banalità dell'insieme. E poiché l'impressione è che il film sia sempre sul punto di partire e quando lo fa si sia già arrivati alla fine, significa che in fondo scorre veloce pur senza raggiungere mai scene chiave che ne marchino i momenti salienti....Leggi tutto Dopo uno scambio di sms ancora criptici (che però troveranno una loro logica nella successiva ricostruzione) veniamo catapultati in una radura dove una ragazza si sveglia con in bocca qualcosa che le impedisce di parlare. Intorno a lei, tra gli alberi, altre persone nelle stesse condizioni si riuniscono. Chi sono? Perché sono lì? E' la logica di tutto un filone fantasplatter che abbiamo cominciato a conoscere bene.
Abbiamo le idee abbastanza chiare su cosa potrà succedere di lì a poco. E succede: colpi sparati da chissà dove, trappole mortali, bombe... I poveretti sono vittime predestinate e dovranno solo pensare a salvare la pelle. Ne seguiamo uno, poi un altro; qualcuno finisce nel sangue a chiarire subito come gli effetti speciali siano utilizzati per giocare con il classico sadismo da horror survivalista e per un po' si procede così. Poi arriva Crystal (Gilpin) e ci si focalizza su un personaggio finalmente, che prenderà in mano l'avventura imponendosi sugli altri. Ha combattuto in Afghanistan, sa il fatto suo e le risposte che dà, le frasi che sceglie, finanche la favola della lepre e della tartaruga adattata in modo a dir poco bizzarro, sono il sintomo di una sceneggiatura che fa molta attenzione ai dialoghi, che sa di poter emergere dal mare magnum di prodotti girati in tema solo inserendo qualcosa di davvero efficace in termini di godibilità del prodotto. E di certo non basta il pretestuoso inserimento del maialino ben acconciato (utilizzato anche in fase di promozione del film, promosso a immagine simbolo) per ottenere il risultato sperato. Né l'ottima realizzazione delle scene di "caccia" condite da sangue e violenza.
Si ricorre allora a un altro espediente tipico dei nostri giorni: lo “stop and rewind”, con quel "un anno prima" che testimonia se non altro del desiderio di mettere le cose in chiaro suggerendo nel contempo una trovata piuttosto inusuale legata al movente della caccia e alla scelta delle vittime. Hillary Swank, la seconda diva, si fa attendere e si vede molto meno, ma ha un bel momento nel finale, in cui però un estenuante corpo a corpo lascia intendere come la trama sia in fondo secondaria alla ricerca dello spettacolo garantito dalle singole scene. Senza eccellere, quindi, il film si ritaglia un suo piccolo spazio nel sottofilone delle cacce all'uomo confermandone la natura giocosa, allegramente sanguinaria e spesso impersonata da donne abili e spietate (Jennifer Lawrence ne è diventata icona irraggiungibile, dopo l'ennesimo sequel degli HUNGER GAMES...). Qualche bel personaggio qua e là alza il ritmo come dev'esser in film così. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Ultimo degli innumerevoli figli illegittimi de La pericolosa partita, è un classico film sulla caccia all'uomo da parte di sadici borghesi non privo di qualche twist; il ritmo è molto alto fin da subito riuscendo a entusiasmare nonostante la sensazione di già visto, il tasso di cattiveria e splatter è notevole e non mancano stralci di humour nero, specialmente nel finale che vede un sanguinoso scontro Gilpin/Swank ottimamente coreografato. Se non si cerca originalità, una gustosa e ipercinetica variazione di un soggetto caro al cinema thriller.
Dodici sconosciuti, scelti apparentemente a caso, si risvegliano in una prateria accanto a una cassa contenente armi. È l'inizio di una caccia all'uomo (e alla donna) di ferocia splatter... Ennesima riproposizione della pericolosa partita? Sì e no: se lo spunto è stato già più volte proposto al cinema, le motivazioni dei cacciatori non sono banali, come pure i criteri che guidano la scelta delle vittime, ed anche l'inevitabile countdown riserva qualche sorpresa prima di giungere al confronto finale, tanto tosto da ricordare una famosa sequenza tarantiniana. Una scoperta Betty Gilpin.
MEMORABILE: Il maialino; La favola della lepre e della tartaruga in versione riveduta e corretta; L'uso alternativo del cannello a gas per fare la creme brulée
Incipit alla Battle Royale nel quale dodici sconosciuti devono lottare per la vita contro un gruppo di ricconi che li vuole eliminare per il proprio divertimento. Niente di nuovo nel panorama del genere, però la prima ora diverte e intrattiente grazie a una protagonista tosta e a trovate cattivissime che regalano qualche sussulto allo spettatore. Oltre a questo non c'è molto altro, ma il tutto è ben girato e quasi non si notano la pochezza della trama e la caratterizzazione inesistente dei personaggi.
MEMORABILE: Tutta la sequenza alla pompa di benzina; Lo scontro finale.
Un gruppo di facoltosi e spietati "cacciatori" spinti da motivi pseudopolitici organizza una battuta tra i boschi contro bersagli umani scelti ad hoc. Una specie di fanta-thriller con diversi antecedenti che punta sull'action più dinamica e sull'attrazione esercitata da splatter e violenza a oltranza, con una protagonista audace e battagliera fino in fondo. A parte le inevitabili forzature di una trama a più facce e più livelli, un buon ritmo e il divertimento non cedono mai; anzi, si esaltano nel finale e la resa dei conti a due. Grintoso.
MEMORABILE: Il maniero in Croazia; Il maialino e "la fattoria degli animali"; In retromarcia sul finto salvatore; La mattanza al fortino.
Spunti e progressioni narrative sono già stati visti, ben più di una volta. E quando sembra che le cose possano cambiare, il film riprende i sentieri del risaputo. Eppure il film funziona e lo fa anche bene. Merito in primis di un ritmo che si presenta alto sin dall'inizio della pellicola: si parte e si è subito o quasi nel pieno dell'azione. La regia di Zobel è vigorosa, la confezione davvero buona e la sceneggiatura presenta qualche finezza, regala umorismo nero a piene mani e tanto splatter che soddisferà gli appassionati di genere. Buone le prove di tutto il cast.
Bella variazione sul tema della Pericolosa partita, declinata con un forte gusto per l'umorismo cinico e un senso della violenza grottesco che strizza l'occhio a Tarantino e compagni. Il ritmo è da subito la carta vincente, senza nessuna pausa e con buoni momenti action (il combattimento finale poi è ottimo). Prima metà con vari momenti spiazzanti, seconda leggermente inferiore ma con una motivazione alla caccia divertente e inusitata. Buona scelta la Gilpin, Hilary Swank invece appare poco ma è un villain davvero riuscito. Notevole.
Caccia all'uomo organizzata da ricchi annoiati? Forse, sì, no ma perché? Diciamo che la trama poteva avere uno sviluppo migliore, più solido ma che non mancano degli spunti interessanti da cogliere. Quello che però trasforma un plot abbastanza altalenante e alcune gag sparate un po' alla rinfusa in qualcosa di meritevole della nostra attenzione è l'interpretazione della Gispin, decisa e autoironica al punto giusto, e con una gamma espressiva anche corporea di tutto rispetto. Ottimo contraltare è anche una rediviva Swank, pronta a misurarsi in uno scontro senza esclusione di colpi.
Un gioco al massacro le cui premesse non sono così banali come potrebbero sembrare. Il film di Zobel scopre progressivamente le carte ma non fa mai calare la tensione a partire da un inizio dal ritmo serratissimo, che si mantiene alto per tutta la durata della pellicola. Violenza efferata, quasi mai fine a sé stessa e ambientazioni funzionali alla storia. I personaggi purtroppo hanno uno spessore limitato fatta eccezione per quello della Swank, praticamente perfetta per il ruolo, ancor di più della protagonista Betty Gilpin, star della serie Netflix Glow.
Buona commistione fra il thriller e la commedia nera, che riesce a coinvolgere per l'intera durata (peraltro abbastanza snella), grazie a un ritmo serrato e frequenti scoppi di violenza. L'assunto di partenza non è certo innovativo; lo è invece la contrapposizione politica tra cacciatori e prede, che ha inevitabilmente sollevato più di una polemica. Hilary Swank lascia il segno pur non avendo moltissimo spazio a disposizione, mentre la protagonista Betty Gilpin offre una performance notevole sul piano fisico, ma sull'espressività si può migliorare.
Misunderthriller venatorio profondamente attuale, infuocatamente americano ma non solo. Sfrutta con mordacità immediata un espediente narrativo ben noto - la "pericolosa partita di mele marce" riservata alla selvaggina umana - quale cavallo di Troia per introdurre all'auditorio la decimante falcidia moderna tra crackers white-trash e libtards radical-kitsch, neo-categorie (social quanto sociali e antisociali) rizomaticamente interconnesse alla koinè tutta contemporanea della "cancel culture". Zobel ha gioco facile: parodiare parodie viventi è un po' sparare a zero sulla Croce Rossa.
MEMORABILE: La violenta resa dei conti in cucina in perfetto stile Kill Bill: Volume 1.
Nonostante la mancanza di spunti narrativi veramente originali, non si può che rimanere comunque soddisfatti dal lavoro di Zobel che mostra una buona predisposizione tecnica per il genere con tutta una serie di sequenze dall'alto tasso adrenalinico. La prima parte si fa preferire alla seconda (che cala un filino in termini qualitativi) con l'intera sequenza nella pompa di benzina che è un piccolo gioellino. Non si lesina in termini di violenza, anche se il finale per certi versi delude. Qua e là si respira grande cinema di intrattenimento. Da applaudire la prova della Gilpin.
MEMORABILE: La sequenza della pompa di benzina in Arkansas; Il funzionario dell'ambasciata; Il maialino.
Davvero un buon revenge thriller, questo prodotto di Blumhouse. Pur partendo da un plot ormai avvastanza risaputo (almeno da Hostel in poi) che vede al centro della vicenda ricchi senza scrupoli che si divertono con le vite di popolani usati come prede, il film ha il coraggio di cercare in più momenti la virata, svelando man mano che il gioco non vede innocenti da nessuno dei due lati. Intrigante la scelta narrativa della prima mezz'ora nella quale non si riesce a capire quale possa essere il protagonista, viste le morti improvvise (e splatterose) che si susseguono. Molto divertente.
Ode a Diana a eliminazione diretta, inzuppata di sangue e incentrata sul classico “a chi tocca ora?”, che mira i bersagli e li colpisce dritti dritti al centro: incipit volante e altoborghese, poi venti minuti violenti di sfida persa in partenza a indovinare il protagonista, infine un conto alla rovescia scoppiettante che vorresti andasse ben oltre le frecce dei twist. La Gilpin pare un omaggio alla spietatezza tamarra e ironica degli action anni 80, lo scontro finale è bello ma troppo tarantiniano (o è troppo bello proprio perché tarantiniano?). Un gran divertimento, comunque.
Dodici sconosciuti divengono prede all'interno di una tenuta. Si mescolano black comedy, splatter e azione vivendo di momenti alterni dopo che si sono svelati i primi sospetti. Buono il ruolo della Gilpin che strappa più di un sorriso, anche se sembra una killer con un'espressione sola. A tale riguardo, qualche riferimento a Kill Bill sembra evidente. Nota per i ripetuti accenni di natura politica, contro la gestione Trump nello specifico, che più volte sembrano attacchi gratuiti e nemmeno così eleganti (il maialino).
MEMORABILE: Il costo delle sigarette; L'ambasciatore fuori dall'auto; Lo scontro con la Swank.
La pericolosa partita trapiantato nell'era della post-verità e della polarizzazione politica, in una satira over-the-top che porta il tema di Una cena quasi perfetta alle estreme conseguenze (una banda di radical chic a caccia di suprematisti bianchi e complottisti di destra). Un film perfettamente "libertarian" nel senso americano del termine, violento, dinamico e spassosissimo (la beffarda sequela di finti protagonisti uccisi nella prima parte, la resa dei conti finale apertamente tarantiniana). Ottime l’iper-agguerrita Gilpin e la Swank in un ruolo breve ma intenso. Consigliabile.
MEMORABILE: Il viaggio in aereo; Il massacro iniziale; Granata nei pantaloni; La favola della lepre e la tartaruga con twist; Il duello "domestico" al femminile.
Discreta pellicola con evidenti richiami tarantiniani o coeniani e con una velata (nemmeno poi troppa) polemica contro i social e contro questo moderno manicheismo da rete che pare vedere la gente divisa o in complottisti destrorsi o in radical-chic sostenitori dei poteri forti. Qualche vuoto narrativo e la indisponente recitazione della Gilpin abbassano lo score totale del prodotto, che poteva risultare davvero potente con tutti i tasselli al posto giusto. Motivazioni comunque troppo capziose.
Un gruppo di sconosciuti viene armato e messo su un anonimo campo da caccia. L'incipit sembra non promettere tanto di più che una manciata di elementi bizzarri in una distopia che sa di già visto. E invece assistiamo a una caccia umana violenta e insensata, diffidente di protagonismi ed eroi e criticamente ancorata alla realtà. Vicini ad un climax classico da action movie, capiamo che quanto abbiamo visto potrebbe essere davvero un episodio come tanti della folle storia recente. Ferocemente divertente.
L'idea non è certo nuova (Senza tregua; Predators; Most dangerous game). Qui però l'aria che si respira è più semiseria, anche per giustificare un'operazione che altrimenti avrebbe saputo troppo di riciclato. C'è comunque un certo equilibrio tra ironia e ammazzamenti, con una protagonista monoespressiva, che in questo caso però è giustificata dal personaggio e dalla situazione. La sensazione è che la pellicola parta talmente sparata (in tutti i sensi), che inevitabilemte, iniziando poi a rallentare, perda colpi, ripartendo a tavoletta nell'epilogo. La durata ne agevola la visione.
MEMORABILE: Randy e il "dottore"; "Sono caduta" (prima intera); "Siamo proprio i peggiori"; La nuova versione de La lepre e la tartaruga; Lo scontro (Kill Bill).
Senza scomodare gli archetipi, il film amplia e amplifica il soggetto della battuta di caccia all'uomo del norvegese Manhunt (dai toni ben più crudi e boormaniani) miscelandola con temi orwelliani, un pizzico di purga sulla lotta sociale nello spietato panorama ultraliberale americano, con tanto di critica al secondo emendamento, rendendone grottesche le estreme conseguenze (metti una pistola in mano alla preda per potergli sparare giustificatamente). Ironia noir americana (anche nelle scene più gore) alle soglie con la parodia, soprattutto nel finale (che costa mezzo punto in meno).
MEMORABILE: L'eroina, sorta di iperbolico e beffardo connubio tra una Rambo al femminile e la Thurman di Kill Bill.
Apprezzabile per l’aspetto più crudo e violento del “gioco” che vanta un indice ematico abbastanza alto e una sfrontatezza non da poco nel mostrare invece di lasciar intuire. Meno interessante nei contenuti; in particolare, le motivazioni che spingono al massacro non hanno alcun mordente e servono soltanto per riempire i fotogrammi necessari per dare un minimo di quadratura alla pellicola. Stesso dicasi per lo scontro corpo a corpo tra le due protagoniste, che assume toni parossistici. Probabile che sia una scelta voluta e, chiudendo un occhio, potrebbe anche esaltare il gradimento.
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E' in uscita il 7 Maggio da noi secondo IMDB, ma non so in che formato vista l'attuale situazione. Probabilmente passerà direttamente come video on demand o tramite qualche canale del genere, come altri film che dovevano uscire in questo periodo.
DiscussioneDaniela • 3/04/20 18:04 Gran Burattinaio - 5887 interventi
Il film è uscito su Chili al NON modico prezzo di Euro 15,99 per il solo noleggio.
Daniela ebbe a dire: Il film è uscito su Chili al NON modico prezzo di Euro 15,99 per il solo noleggio. Mi sa che tutti i film "recuperati" dopo le chiusure dei cinema faranno la stessa fine, visto che già anche L'uomo invisibile ha subito la stessa sorte. Non una grande mossa commerciale, forse avrebbero fatto meglio a venderli a Netflix a questo punto.
Daniela ebbe a dire: Il film è uscito su Chili al NON modico prezzo di Euro 15,99 per il solo noleggio. Altra genialata..prevedo molti noleggi, si, si..
Comunque è sottotitolato in italiano, niente doppiaggio.
Daniela sottoscrivo che la rivelazione di questo film è la Betty Gilpin, dove l'hanno tenuta nascosta finora?
Carina al punto giusto, molto dinamica e con una gamma di espressioni versatile.
Cerco altri film per una conferma.
DiscussioneDaniela • 14/06/20 08:44 Gran Burattinaio - 5887 interventi
Capannelle ebbe a dire:
Daniela sottoscrivo che la rivelazione di questo film è la Betty Gilpin, dove l'hanno tenuta nascosta finora?
Davvero una bella sorpresa. L'avevo vista recentemente in una commedia nel ruolo della migliore amica/nemica di Rebel Wilson (Non è romantico?), il suo volto resta facilmente impresso soprattutto per l'espressività della bocca, ma non ero certo preparata ad un tale exploit action. Dopo il film, mi ero fiondata a vedere cosa altro aveva fatto, ma c'è poco di filmico da ripescare, dato che finora è stata attiva soprattutto in tv.
Speriamo che dopo The Hunt abbia altre buone occasioni e si mantenga così com'è, bella tosta in modo non convenzionale.
Prendo spunto dal commento di Nicola81 per segnalare che in america l'uscita del film (inizialmente data al 27 set 2019) è stata ritardata perchè nel mese precedente si erano verificati due omicidi di massa.
Ad aggiungere polemica ci si era messo anche Trump twittando che The Hunt era un film violento e razzista dove i liberal di Hollywood svelavano il loro vero volto (divertendosi ad uccidere i fan di Trump).