il Davinotti

Franco e Ciccio come sempre sanno anche riempire i buchi e le stanchezze di una sceneggiatura che ha però delle ambizioni: raccontare lo sbarco americano in Sicilia e alludere anche a una possibile guerra batteriologica. La prima parte è decisamente più interessante, i comprimari (Andronico, Hintermann, la Facchetti) sono all'altezza delle aspettative. E la partita a bocce è molto divertente.

Uno dei più ridicoli mad doctor mai visti sullo schermo utilizza un gruppetto di ragazze da lui trasformate in automi per rapire agenti segreti e ucciderli con torture a sfondo sessuale dopo avere ottenuto da loro preziose informazioni. Detto così, sembrerebbe che questo reperto proveniente dal fondo del barile della sexploitation più sgangherata disponga di una quasi trama, ma in realtà è solo un'ininterrotta maratona di scene erotiche con qualche sequenza di raccordo. Lo "specialista" Zoltan G. Spencer si spinge ai confini dell'hard ma non vuole, o non può ancora, andare oltre.

Film gemello di Maciste contro i mongoli, si caratterizza per un ritmo piuttosto sostenuto e perché il regista Domenico Paolella esalta oltre il verosimile la forza di Maciste, che ha qui il volto di Mark Forest. Divertenti le parti fantastiche (in particolare le lotte di Maciste con animali chiaramente inanimati), molto castigate le presenze femminili. Un mitologico che mantiene il fascino della sua epoca.

Il principe delle tenebre più famoso della storia della letteratura e del cinema è qui rievocato splendidamente a Napoli, da due ragazzini ingenui e feriti dalla vita; ed è così che De Sica realizza un racconto fantasy che spazia tra il macabro e il romantico, che commuove e spaventa, una favola moderna che si aggrappa alla mitologia vampiresca più famosa, citando continuamente tutte le opere in cui questo mostro è apparso nel corso della storia. Bravissimi e ottimamente in parte i due protagonisti, Cuomo e Ciocca; ottime le musiche e il comparto tecnico degli effetti visivi.