Note: Terza versione cinematografica (la prima fu "The blue lagoon" 1923 e la seconda "Incantesimo dei mari del sud" 1949) tratta dal romanzo "La laguna azzurra" di Henry De Vere Stacpoole.
Due ragazzini fanno naufragio su un'isoletta. Che fare? Unanime, benchè greve, la risposta degli spettatori, loro malgrado, di questa patinatissima e indigesta vaccata, in spasmodica attesa della liberatoria trombata che per arrivare arriva, ma girata in sintonia con lo "stile" del film, fra Fantasilandia ed esotismo da agenzia viaggi truffaldina. I nostri erotico-esotici al confronto sono capolavori. La Shields ha una sola espressione, e poco convinta (e come darle torto, vista la capigliatura da porto d'armi del partner?)
Nonostante lo straordinario successo che fece registrare all’epoca e la bellezza assoluta della Shield, bisogna ammettere che il film è di rara banalità e soprattutto è notevolmente noioso. Una trama esilisissima condita da finti paesaggi cartolineschi. Presunto scandalo costruito a tavolino ma anche dal punto di vista dell’erotismo non ci siamo proprio.
Filmetto di grande successo non pessimo ma sicuramente inconsistente. La pellicola è diretta in maniera banalissima e nonostante i bei paesaggi e qualche scena di nudo (anche qualche fugace integrale) la noia è spesso dietro l'angolo. Piuttosto imbarazzanti alcuni dialoghi, per non parlare di alcune vistose inverosimiglianze. Musiche mediocri e attori scarsi ma sicuramente adatti al ruolo. Scarso ma c'è di peggio.
C'è di che stare poco allegri: per un filmetto patinato, zuccherato sino alla nausea e frutto di una concezione "paradisiaca" della realtà. Tanto idilliaca che emana afrori agresti, in parte frutto di una scenografia "all nature", in altra cagionati dal fascino di una Brooke Shields "da cartolina". Bellezza ideale e impeccabile, per carità!, che sarà detronizzata (un paio d'anni dopo) dai miraggi puberali di "rapiti" maschietti, causa avvento dell'altrettanto ben fatta Phoebe Cates, in una pellicola -puta caso- dagli stessi "favolosi" risvolti.
Remake di un vecchio film del 1948 ("Incantesimo Nei Mari Del Sud") con Jean Simmons e basato a sua volta sul romanzo "La Laguna Azzurra" di Henry De Vere Stacpoole. Viene ricordato sopratutto per la splendida Brooke Shields e i paesaggi dove è ambientata la drammatica vicenda. Il resto è davvero molto deprimente. Sprecato McKern.
Film dallo straordinario e sproporzionato successo commerciale, Laguna blu è una sorta di fotoromanzo filmato che combina il tema dei sopravvissuti su un isola deserta con quello dell'innocenza e della scoperta del corpo. Il tutto banalizzando i temi all'ennesima potenza. Salvabile il contesto (paesaggi) veramente bello, quello che resta è un'opera sdolcinata, noiosa ed improbabile.
Diventato quasi una leggenda, ma non sicuramente per la sua qualità. Va bene, c'è un'ottima Brooke Shields giovanissima e possono anche interessare i paesaggi che l'isola offre, ma a parte questo il film è di una noia mortale e non basta il scioccante finale a rendere il film quasi accettabile.
Due bambini naufragano su un’isola deserta, dove crescono come Adamo e Eva in un nuovo Eden. A cercare un briciolo (anche casuale) di realismo, per quel che riguarda le condizioni di sopravvivenza e le psicologie, si sbaglierebbe, ma non è questo il punto. Il problema è che pure narrativamente non c’è un briciolo di senso. Unica soddisfazione possibile sarebbe quella di vedere gli adolescenti Brooke Shields e Christopher Atkins che mostrano le loro grazie sempre in posa da rivista patinata per voyeur. Imbarazzante e ridicolo.
Considerando il soggetto e la trama ridotti all'osso, gli intenti di furbizia commerciale ed evidenti incongruenze, sembrerebbe scontata l'inutilità di una pellicola che invece trova nella componente visiva un sicuro angolo di rifugio. Gli scenari naturali che fanno da cornice alla scoperta della vita da parte dei due naufraghi sono incantevoli, quanto basta per renderlo ideale per una rinfrescante visione estiva. Inconsistentemente gradevole, statico ma si trova facilmente di peggio. **
Il tema poteva essere sviluppato certamente molto meglio (come per esempio in Cast Away) e non apparire troppo melenso per la tanta carne al fuoco che purtroppo è lasciata bruciare. Il film dava inizialmente uno spunto abbastanza interessante, ma passati dieci minuti la sceneggiatura poco solida si fa notare e nemmeno il cast riesce a mantenersi stabile. Peccato.
Decisamente una non-buona trasposizione del bel romanzo di De Vere-Stacpoole: in pratica hanno condensato tutto il libro nella prima mezz'ora, per poi dare largo spazio alle schermaglie amorose dei due protagonisti. Nemmeno troppo noioso, ma di una superficialità imbarazzante. La Shields è bellissima e anche bravina, ma con una sceneggiatura tanto approssimativa c'è poco da fare. A difesa dell'incolpevole Stacpoole va ricordato che il romanzo ispirò anche un capolavoro assoluto come la "Ballata" di Hugo Pratt, oltre a filmetti del genere.
MEMORABILE: Notevole lo zoo di animali esotici mescolati alla rinfusa messo su dalla produzione (pavoni, are e persino mantidi religiose in pieno Pacifico!).
La Shields e Atkins erano i belloni "du jour": farli recitare assieme equivaleva ad un sicuro successo di cassetta. L'ambientazione primitiva consentì di mostrare la loro scoperta della sessualità in maniera innocente, accettabile dai benpensanti (solo l'essere cresciuti su un'isola deserta giustifica che due minorenni facciano sesso!) C'erano anche buone potenzialità come film d'avventura. Ma di avventuroso c'è poco (fila quasi tutto liscio), il finale "aperto" è ridicolo, e tra la Shields e Atkins manca una vera alchimia. Ma pare che gli adolescenti di allora si emozionassero comunque...
MEMORABILE: Il finale, che sembra fatto apposta per preparare un sequel...
Una noia mortale. Spacciato per film scandalo per via delle seminudità della Shields e da alcuni considerato una sorta di cult, a mio modesto parere si tratta di un film noioso, senza niente di interessante. A peggiorare il tutto la pessima recitazione dei protagonisti, assolti però dalla giovane età. In sintesi, una mediocrità senza arte né parte che avrà un seguito più interessante diversi anni dopo.
Gli anni 80 erano capaci anche di questo: trasformare in cult un prodotto di una pochezza imbarazzante. Manifesto della bellezza patinata, retta dal nulla assoluto, dove tutto sembra uno spot pubblicitario. Persino i due attori principali, la Shields e Atkins, bellissimi per carità, non sopravviveranno (artisticamente parlando) a questa pellicola. Eppure, insieme al Tempo delle mele (film di ben altra fattura), fece sognare migliaia e migliaia di adolescenti.
Incredibile successo (ben oltre i propri meriti) per questa favoletta esotica. Lo spunto di partenza è buono ma poi tutto annega nella melassa e alla fine sono tre i motivi validi per vederlo o rivederlo (se si ha voglia): la presenza di Mc Kern nel cast, una Shields da infarto sentimentale e gli splendidi scenari. In una serata estiva ci può stare.
Brooke Shields era l'adolescente più sexy dei primi anni '80 e questo film ne celebrava la bellezza. Il film è invece brutto, visto che tolte le suggestive location esotiche che fanno pensare alle vacanze estive e le belle scene girate sott'acqua dove si vedono i due attori che nuotano nudi, i pericoli sono sempre invisibili, i rapporti fra i protagonisti (che naufragano da bambini, crescono, conoscono l'amore e fanno un figlio) sono ridicoli e Christopher Atkins, come partner di Brooke Shields è dimenticabile.
Se si divesse spiegare oggi il motivo del successo clamoroso di questo film ci si troverebbe in difficoltà. La trama non è nulla di eccezionale e gli attori non sono particolarmente intensi, ma è tutto l’insieme che funziona alla perfezione. Isola paradisiaca dove tutti vorrebbero vivere, loro perfetti nella loro bellezza acerba, fotografia glamour. Insomma, un film che rappresenta alla perfezione il desiderio di evasione dell'epoca dopo l’impegno politico dopo gli Anni Settanta.
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