Rassegna estiva:
Postatomica-L'estate italiana del dopobomba Lenzi rimane in ambito
Cannibal ferox (mancano i cannibali, ma tutto il resto è parecchio fac simile) , non rinuncia a dettagli splatter (crani aperti a mazzate, ferite sanguinolente, corpi di donna orrendamente dilaniati) e ci infila pure dei mutanti
zombeschi contaminati che vivono in una grotta.
Più dalle parti di un vero e proprio post-atomico (l'eruzione del vulcano, il villaggio spettrale, la desolazione circostante, i mutanti, la sopravvivenza) che nemmeno un pellicciotto e Lenzi riesce a regalare qualche scorcio visivo suggestivo (il finale nel villaggio sul laghetto prima dei titoli di coda) e un buon ritmo narrativo.
Meno selvaggio del
Padrone del mondo di Cavallone, ma anche meno noioso, tra assalti alle tribù messe a ferro e fuoco, un massacro a colpi di frecce in puro stile western, la possente presenza fisica di un Montefiori ferinamente onnipotente e una Pamela Prati infida, crudele e meschina.
Poi certo, facile fare le pulci a un film del genere, che rasenta spesso il ridicolo (in)volontario e bersagliarlo per sottolinearne gli aspetti cosidetti trash.
Ovviamente Lenzi non è
Annaud (e nemmeno vuole esserlo, al contrario di
Cavallone) e questa sua incursione bizzarra (che alla fine non è poi tanto dissimile da
Cannibal ferox) è nettamente superiore a roba come
Incontro nell'ultimo paradiso ed è girato molto meglio del ben più blasonato
Incubo sulla città contaminata.
Fantastici gli uomini scimmia
bakeriani (con gli attributi in bella vista) creati dal genio di Rosario Prestopino, notevole la fotografia di Giancarlo Ferrando e bellissimo lo score dei fratelli De Angelis.
Elvire Audray è semplicemente terribile (a confronto la Prati è Jessica Lange), William Berger improponibile vecchio saggio pacifista
SPOILERSi becca una pugnalata con tanto di "Vecchio scemo!"
FINE SPOILERSam Pasco (famoso nel circuito dei porno gay) il solito Big Jim stoccafisso (che viene legato ai pali, sotto il sole, tra le rocce, come il
Conan miliusiano), ma in simili produzioni sono ingredienti da mettere in conto, e nel complesso generale di un possibile mondo post distruzione nucleare a misura dei
Flintstones lo spettacolo lenziano comunque regge, anche con più difetti che pregi.
Curioso come Lenzi adotti una "furbata" che viene da
Mangiati vivi , dove nascondeva, nella sabbia, la gamba amputata di Paola Senatore mezza divorata dai cannibali. Quì lo fa con un braccio amputato di uno dei membri della tribù attaccata dal clan di Luigi Montefiori.