Il genere pellicciottesco (o pellicciotto-movie)

31 Dicembre 2011

Il presente approfondimento nasce con un duplice scopo: offrire la giusta visibilità e dignità a un genere che molti conoscono senza saperlo e svolgere una precisa funzione didattica, resasi necessaria in seguito alla pressante richiesta fattami da molte persone di spiegare quanto più chiaramente possibile cosa si intenda con la definizione di pellicciotto-movie, termine in uso (credevo da molti, ma a questo punto, vista l'attuale assenza da Google, temo di essere uno dei pochissimi) per identificare un filone cinematografico facilmente riconoscibile. Potrà forse far sorridere, infatti, ma quello di cui parleremo è un sottogenere che ha molti appassionati (i quali peraltro probabilmente nemmeno sanno di appartenere ad una cerchia ben precisa) e non mi sembrava giusto che costoro non trovassero su internet non dico una guida al genere ma nemmeno una misera definizione di ciò che amano. Per questo, avendo la necessità di affiancare ad una sorta di codificazione ufficiale del genere una precisa lista di titoli esplicativi, mi sono avvalso della consulenza tecnica di uno specialista in tema di livello internazionale con al suo attivo centinaia di visioni pellicciotesche. Sto ovviamente parlando del nostro caro Puppigallo, che mi ha aiutato ad aggiungere qualche titolo, a definire un paio di paragrafi e a confermare le associazioni tra film e sezione ipotizzate da me preventivamente. Cominciamo allora con le precisazioni:

COS’E’ IL PELLICCIOTTO-MOVIE

Il pellicciotto non è un vero indumento, è più una scelta di vita. E una scelta cinematografica, per estensione. Non una semplice pelliccia ma un qualcosa di più, insomma. Per assurdo può anche presentare un numero ridotto di peli, in ipotesi estreme persino nessuno... l’importante è che si accompagni a un contesto abbastanza preciso, spesso di desolazione, e che copra l’uomo che lo indossi in modo rozzo e approssimativo, giusto uno straccio inelegante che ripari dal freddo in attesa che la civiltà riprenda (o cominci) a confezionare abiti di sartoria dalle fogge più presentabili. Perchè dev’essere chiaro che la civiltà, in questi film, è se non un’utopia, qualcosa comunque di piuttosto distante da ciò che normalmente intendiamo con il termine. In uno dei filoni più prolofici del pellicciotto-movie, ad esempio, ci troviamo in particolari frangenti della storia futura in cui i soliti potenti dal pulsante facile hanno dato l’ordine di scagliare sul mondo decine di testate nucleari trascurando le nefaste conseguenze del loro gesto: senza nemmeno poterlo immaginare daranno vita a migliaia di uomini in pellicciotto che si aggireranno raminghi per le terre in cerca di cibo, scontrandosi con altri uomini in pellicciotto ancor più disgraziati di loro a cui nemmeno spetta l’onore della ribalta e che si vedranno il più delle volte sopraffarre dal divo in pelliccia. Dopo sparuti titoli girati nei decenni precedenti, il fenomeno esplose in tutta la sua virulenza negli anni 80 (che verranno nel futuro ricordati probabilmente come "gli anni del pelicciotto").

L'enorme successo di film come Conan il barbaro e Interceptor il guerriero della strada portò improvvisamente il grande schermo a ricoprirsi di un'ideale, gigantesca pelliccia che avvolgeva nel suo calore decine e decine di produzioni minori in cui gli eroi di turno scampati da cataclismi di ogni sorta indossavano i loro stracci e cominciavano a girovagare. Ma il pellicciotto movie ha naturalmente una portata molto più estesa e non riguarda solo il cosiddetto postatomico: può abbracciare altre epoche o affacciarsi timidamente in film in cui il genere non è decisamente quello pellicciottesco ortodosso. Parleremo insomma delle diverse casistiche analizzando anche quelle più marginali, ma ora è arrivato il momento di aprire con i pellicciotto-movie propriamente detti cominciando dall'inizio, cioè dall'alba dell'uomo.


1. PROTOPELLICCIOTTI: NELLA PREISTORIA E ANCHE PRIMA

Agli albori della storia, quando l’uomo muoveva i primi passi su questa terra, aveva già bisogno di coprirsi. Almeno così ci insegna il cinema, che in frequentissime occasioni riveste gli uomini delle caverne con tonnellate di pelliccia. Ne abbiamo visti a centinaia, di uomini in pellicciotto sfilare selvaggiamente tra sauri cronologicamente fuori della loro collocazione storica corretta. Brandiscono armi in osso, lance e molto altro a seconda di quanto il regista decida di rispettare la reale evoluzione delle ere. Per l'estimatore del pellicciottesco ciò che è da rimarcare gradevolemente è che quasi sempre i protagonisti sfoggiano un’invidiabile collezione di pellicciotti che lo deliziano. Certo, a volte la pelliccia può ridursi a slip dal peso di qualche tonnellata tradendo il desiderio del regista di affrancarsi dal genere, ma prima o poi - quasi sempre - l'uomo in pellicciotto salta fuori.
Tutto il filone primitivo, a cominciare dall’esemplare La guerra del fuoco fino ad arrivare alle divagazioni nostrane stile Quando le donne avevano (prima) e persero (poi) la coda o Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din don, ci regala una dovizia di pellicce poco fantasiose ma decisamente importanti, nell’economia dei film. Di foggia maschile e femminile. Emmerich, più noto per kolossal come Independence Day o Stargate (in cui come vedremo già cominciava ad impratichirsi con le pellicce), dirige ad esempio il deludente 10.000 AC, in cui l’uomo del passato si muove per ghiacci e foreste accompagnato e confortato dal suo caldo pellicciotto. Curioso il Maciste di Malatesta, che fa regredire l'eroe dannunziano all'età della pietra dove incontra cavernicoli vestiti coi doposci...
Per approfondire la casistica:
Maciste contro i mostri (1963) - La lotta del sesso sei milioni di anni fa (1971) - La guerra del fuoco (1981) - Il cavernicolo (1981) - Grunt! (1983) - La guerra del ferro (1983) - Adamo ed Eva - La prima storia d'amore (1983) - Cro Magnon - Odissea nelle preistorie (1986) - 10.000 AC (2008) - Noah (2013)


2. PELLICCIOTTO BARBARO, PESANTE E UFFICIALMENTE RICONOSCIUTO:

Il pellicciotto-movie più tipico, più facilmente riconoscibile e universalmente accettato non può essere che quello in cui il pellicciotto diventa quasi parte integrante della scenografia, da tanto è orgogliosamente sfoggiato. Pensiamo ad Arnold Schwarzenegger e al suo Conan: spadone da 300 chili da sollevare, elmo dall’esotica foggia e, addosso, un gigantesco pellicciotto che lo protegge dal clima rigido del Nord. La quantità di pelo presente sul set di questi film ha pochi eguali, nel cinema. Basti pensare anche a Yado, eroe ancora una volta Schwarzeneggeriano, letteralmente sepolto da pellicce che immaginiamo indossarsi con grande fatica, mentre anche in casa nostra l’indimenticato Abatantuono di Attila flagello di Dio indossa una pelliccia che potrebbe proteggere almeno quattro uomini di stazza normale.
Va ricordato che a questo filone particolare viene quasi sempre associato il Grande Nord, perché è noto che i barbari (dai vichinghi in giù) vivevano in armonia coi loro pellicciotti e non se li toglievano nemmeno per coricarsi. Va inoltre osservato come l'impatto con la differente cultura di oggi ponga in risalto ancora maggiormente la forza del pellicciotto, che in un film come Navigator - Un'odissea nel tempo, ad esempio, diventa simbolo stesso di un'altra epoca (da cui i protagonisti giungono introducendosi casualmente nella nostra). Inutile dire che anche gli italiani, come ben ci segnala Jurgen77, hanno bazzicato abbondantemente il genere ricalcando le orme di Conan. L'unico film del genere che si distanzia un po' dalla clonazione più o meno spudorato è l'Hercules di Cozzi, che contamina il genere con il peplum e la fantascienza.
Per approfondire la casistica:
Attila (1954) - Conan il barbaro (1981) - Attila flagello di Dio (1982) - Sangraal - La spada di fuoco (1982) -  Hercules (1983) - Avventurieri ai confini del mondo (1983) - Conan il distruttore (1984) - Ator 2 l'invincibile (1984) - Yado (1985) - The barbarians & co. (1986) - Ator il guerriero di ferro (1987) - Navigator - Un'odissea nel tempo (1988) - Erik il vichingo (1989) - Pathfinder - La leggenda del guerriero vichingo (2007) Centurion (2010) - I vichinghi (2014)

3. PELLICCIOTTO STANDARD: IL LOOK POSTATOMICO E I PRIMI APOCRIFI

Eccoli qui, altri fieri alfieri del pellicciotto. E’ scoppiata la Grande Bomba. Hiroshima e Nagasaki eran niente in confronto; qui qualche pazzo ha premuto il bottone con maggiore sconsideratezza e ha ricevuto dal nemico eguale trattamento. Il risultato? La tanto temuta apocalisse nucleare, in cui sono schiattati almeno nove decimi dell’umanità tra atroci sofferenze e fallout di varia natura. Solitamente l’escalation e l’apocalisse ci vengon risparmiati, ad ogni modo, e quel che abbiamo sotto gli occhi fin dai titoli di testa è un’umanità ridotta ai minimi termini, divisa in piccoli centri abitati sistemati a mo’ di accampamenti. Soffia il vento, confuso sovente a granelli di sabbia, e quando dopo una vista d’insieme scorgiamo finalmente un essere umano tra le macerie... ecco che prima di lui notiamo subito il suo pellicciotto. Interceptor il guerriero della strada (vale a dire Mad Max 2) è paradigmatico, ma Zardoz otto anni prima ci aveva già mostrato Sean Connery indossare un pellicciotto che copriva sommariamente un petto già impellicciato di suo... 
Ad ogni modo, per quanto il postatomico rientri molto spesso nell'ambito del pellicciottesco più genuino, va ricordato che è proprio all'interno di questi scenari che cominciano ad affiorare i primi pellicciotteschi "apocrifi". Pensiamo a Waterworld: potrebbe apparire effettivamente una forzatura catalogare come pellicce gli abiti di Costner e soci. Ma non dimentichiamoci allora di quanto detto in apertura: il pellicciotto non è necessariamente composto da pelo; può esserlo anche solo "metaforicamente": la copertura tendenzialmente stracciona che ricopre i protagonisti può anche non essere immediatamente associabile a un pellicciotto, eppure è un dato di fatto che la memoria del pellicciotlover tenderà inevitabilmente a includere Waterworld nel novero dei film più caratteristici del suo genere preferito. In definitiva, per quanto possa apparire strano, anche quello di Costner è un pellicciotto movie in piena regola. Poi certo, non avrà l'imprimatur che si può attribuire a classici del genere come i Mad Max successivi al primo, questo è ovvio.
Per approfondire la casistica:
Zardoz (1973) - Interceptor il guerriero della strada (1981) - 2019 dopo la caduta di New York (1983) - Mad Max oltre la sfera del tuono (1985) - Apocalisse a Frogtown (1987) - Fuga da Absolom (1994) - Waterworld (1995) - The road (2009)


4. PELLICCIOTTO FANTASY
L'immaginazione di chi dipinge su grande schermo i propri scenari fantastici fatica talvolta a separare gli uomini dai loro pellicciotti. Càpita che il grande autore, nel momento di pensare al suo eroe, lo veda avvolto in strati di calda pelliccia che svolgano la dovuta funzione protettiva. E a quel punto, per non farlo apparire troppo solitario e "diverso", circonda l'eroe con personaggi che vestano di conseguenza. E' così che i pellicciotti si moltiplicano, quasi senza che l'autore si renda conto di ciò a cui sta andando inesorabilmente incontro, e cioè a un pellicciotto-movie in piena regola, anche se dissimulato e mascherato dietro la facile appartenenza a generi più canonici. Quindi eccoli qui ancora una volta, i nostri eroi impellicciati, a combattere il nemico per nulla impacciati dai loro abiti pelosi e fieri di ciò che indossano.
Per approfondire la casistica:
L'arciere di fuoco (1971) - Il drago del lago di fuoco (1981) - Krull (1983) - Willow (1988) - Beowulf(1999) - L'ultimo dominatore dell'aria (2010)


PELLICCIOTTI MARGINALI: AI CONFINI DEL PELLICCIOTTO
All'interno di queste quattro macrocategorie possiamo dire si possano far rientrare quasi tutti i pellicciotto-movie propriamente detti. Pur tuttavia un fenomeno così vasto, che tanto ha attecchito all'interno dei più diversi generi della cinematografia mondiale, merita di essere sviscerato anche analizzandone i sottofiloni che lo incrociano solo marginalmente ma che non possono essere trascurati. Perché il genere pellicciottesco è trasversale: pur non essendo ufficialmente riconosciuto dalla critica, fa sentire forte la sua presenza anche in numerose pellicole che pure riuscirebbe difficile far rientrare nella categoria propriamente detta. Analizziamo quindi ora, brevemente, le derive del pellicciotto-movie, evitando proprio perché pelliccioti marginali di suggerire ulteriori titoli con cui approfondire l'argomento. Non si tratta, nella maggior parte dei casi, di autentici pellicciotto-movie.

PELLICCIOTTO DI PASSAGGIO

Parliamo di film normali, magari tranquillamente ambientati ai giorni nostri, ma che per brevi frazioni in cui si ritorna necessariamente indietro nel tempo si pregiano di sfoggiare a sorpresa gli amati pellicciotti. Sì, perché a volte questo singolare indumento basta da solo a caratterizzare un’epoca fuori dal tempo, collocata nella storia senza una data ben precisa. Se c’è il pellicciotto non siamo nel presente, e basta questo a fornire una chiave di lettura immediata molto utile ai registi che non hanno intenzione di ambientare con precisione flashback e antefatti remotissimi. Prendiamo Highlander: quando Lambert e Connery si combattono nelle prime fasi del film sono in favolosa tenuta pellicciottesca. Se uno dovesse accendere la tv proprio mentre sono in onda quelle scene non avrbbe dubbi: "Dannazione, un fantastico pellicciotto movie, non posso perdermelo!". E invece cadrebbe nel tranello, perché poi, come sappiamo, una volta ai giorni nostri i pellicciotti vengono riposti e addio. Sempre all'interno di questa categoria potremmo poi far rientrare un gran numero di film (Stargate, X files il film...) che tuttavia preferiamo assegnare ad altri insiemi, come vedremo. Diciamo che il pellicciotto di passaggio non è una vera sottocategoria ma un'indicazione che raggruppa buona parte dei pellicciotti non-ufficiali.

PELLICCIOTTO FORZATO:

C’è chi, preso dalla foga della catalogazione sotto il prestigioso genere, si lascia prendere la mano facendoci rientrare anche film come Robin Hood, Tristano e Isotta, Braveheart, Adolescente delle caverne… Si tratta di una ricerca esasperata che può portare a creare un fastidioso abusivismo. Certo, Robin Hood e i suoi amici son spesso coperti da abiti non leggeri e in linea con l’abbigliamento mitteleuropeo d’epoca, ma si tratta comunque di capi ben diversi da quelli che appartengono di diritto al genere. Si tratta spesso di lanetta cucita male, di brandelli di altri tessuti stretti da rozze cinghie... No, i pellicciotti veri sono un’altra cosa, dovremmo averlo ormai capito. Solo per dovere d'informazione quindi abbiamo riportato qualche titolo indicativo, ma va precisato per l'appunto che si tratta di opere che solo in cattiva fede possono esser fatte rientrare nell'amato genere.

PELLICCIOTTI FUTURISTI: ALIENI VS. PELLICCIOTTI

Sono i film in cui l’alieno ha gioco facile: arriva sulla Terra e, invece di trovarsi di fronte alla civiltà tutto sommato mediamente progredita suggerita dai loro poco aggiornati testi stellari, atterra in un mondo popolato d’ignoranti pellicciotti armati di legnetti e strumenti che potrebbero andar bene per abbattere giusto qualche cinghiale di passaggio. Il padre di tutto il genere può esser considerato Battaglia per la terra (uno dei pochi veri, autentici pellicciotto-movie presenti tra i marginali), in cui si teorizza un incontro tra le due razze con la nostra decisamente in svantaggio. Per tutto il film osserveremo pellicciotti combattere e organizzarsi, con un lieto fine scarsamente credibile a chiudere un pastrocchio che non è piaciuto quasi a nessuno (tranne ai veri pellicciotlover, s'intende). E che dire allora degli dei egizi di Stargate? Hanno importato uomini impellicciati dalla Terra e li han trapiantati sul loro pianeta piazzandoceli a vivere in rozzi accampamenti in cui l'aria da pellicciotto-movie si respira acre e intensa... Ma anche nel primo lungometraggio tratto dalla serie di X-files (X files il film) troviamo alieni che menano pellicciotti impotenti, mentre in Mammoth i soliti alieni cattivoni prendono a laserate gli umani che inseguono i mammoth del titolo. Un bel caos tra gli umani lo crea poi Outlander l'ultimo vichingo, un alieno umanoide che se ne arriva tra noi assieme a una bestia personale fuori controllo che tutti insieme si dovrà uccidere. Può anche capitare tuttavia che non ci siano alieni ma robot, a combattere contro gli uomini orrendamente impellicciottati del futuro, come capita in Robot holocaust.

PELLICCIOTTO GALATTICO

Se il pellicciotto riesce addirittura a sconfinare diventando abito ufficiale di razze aliene è un grande risultato, per il genere; la dimostrazione che non c'è differenza tra umani ed extraterrestri: quando si tratta di coprirsi la scelta è univoca e obbligata. Chi ha teorizzato meglio la pellicciottizzazione aliena è stato senza dubbio George Lucas, che nelle trilogie di Guerre stellari ha infilato un'enorme quantità di esseri impellicciati, naturalmente e artificialmente. Tra i "naturali" basti ricordare il grande Chewbecca (il wookiee che viaggia con Jan Solo) o i teneri Ewoks, mentre tra gli artificiali è simpatico segnalare una scena emblematica di L'impero colpisce ancora: siamo sul freddissimo pianeta Hoth e Jan Solo trova Luke ibernato nonostante il pellicciotto che lo copre. Accanto a lui uno strano bipede pellicciato, stramazzato a sua volta per il freddo. Jan aprirà lo stomaco dell'animale con la spada laser e ci infilerà dentro Luke per scaldarlo: un autentico pellicciotto galattico a costo zero! Come pellicciotto galattico possiamo anche citare i Klingon: i nemici giurati di Kirk in molti episodi di Star Trek vestono una strana armatura con bordi pellicciati mentre anche Khan e i suoi discepoli (da Star Trek III - L'ira di Khan), finiti per sbaglio su un pianeta privo di vita, vivono completamente impellicciati. Sempre per rimanere nella serie dell'Enterprise, in Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto Kirk e Spock li ritroviamo sepolti nella pelliccia a Rurapende, un pianeta-prigione: 50 sottozero!

PELLICCIOTTO STAGIONALE

Se il tempo è buono a che serve il pellicciotto? Naturalmente a nulla. Ma quando cominciano i primi freddi chi non ci è abituato soffre, e la prima cosa che viene in mente d'indossare se non si ha troppa voglia di pensare, cos'altro può essere se non ciò che sappiamo? Pensiamo a Ryu, il ragazzo delle caverne, uno dei più noti anime giapponesi dell'epoca d'oro: d'estate Ryu scorrazza allegramente col costumino leopardato che campeggia anche nella copertina del 45 giri, ma quando arriva l'autunno e la rigidità del clima costringe a un cambio di stagione, ecco che d'improvviso saltan fuori tonnellate di pelliccia per tutti (ricavate da orsi delle caverne e animali simili, si suppone). Anche in Balla coi lupi abbiamo un bell'esempio di pellicciotto stagionale: i pellerossa infatti, quando arriva il freddo, prendono a coprirsi con pelli di bisonti, di lupo, d'orso (e come sempre capita è la classe dirigente - qui soprattutto capi e stregoni - a beneficiare dei modelli migliori). E' molto interessante poi sentire Rock Hudson che in Il comandante del Flying Moon (zeppo di pellicciotti temici) dice la storica frase: "Gli ho prestato il mio pellicciotto", certficando il termine già nel 1953.
Per approfondire la casistica:
Revenant - Redivivo (2015)

PELLICCIOTTOMANI

Vogliamo qui indicare (grazie a due segnalazioni puppigalliche) due simboli dell'amore sconsiderato per il pellicciotto: uno farà felice i più piccini perché parliamo della leggendaria Crudelia De Mon (la perfida nemica dei 101 cani dalmata di La carica dei 101), la quale poteva contare su una collezione completa di pellicce di tutti gli animali più rari compresi quelli in via di estinzione (soprattutto felini). Ma forse il simbolo vero di questo amore per il pellicciotto è il mr. Burns dei Simpson: un'intera ala del suo palazzo è dedicata a ciò che può esser confezionato con la pelliccia, e appena Burns ha un po' di tempo da dedicare a se stesso si diverte a provare tutti i suo prestigiosissimi capi mentre di sottofondo ascoltiamo sempre la stessa canzoncina. Esiste addirittura un'intera puntata, dedicata alla collezione di pellicciotti di mr. Burns.

Con questo breve capitolo si chiude l'avventura pellicciottesca, che ci ha portati a conoscere un intero universo dalle caratteristiche facilmente identificabili. Il pellicciottesco è un sottogenere trasversale, come già detto, per cui lo potrete incontrare dove meno ve l'aspettate, tra le pieghe di film che parlano di tutt'altro, con personaggi coperti dai loro pellicciotti magari senza nemmeno un vero motivo, semplicemente perché impellicciati è bello.

APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER  (consulenza tecnica: PUPPIGALLO)

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commenti (27)

RISULTATI: DI 27
    Gugly

    31 Dicembre 2011 14:06

    Ma che è sta roba???
    Fortissimo!!!!
    Zender

    31 Dicembre 2011 14:11

    Ammazza, dovevo ancora finire di correggerlo, Gugly :) E' un mio tributo a un genere vergognosamente ignorato dalla critica e mai catalogato. Un cadeau davinottico per il 2012.
    Fabbiu

    31 Dicembre 2011 14:26

    Incredibile, mi sono divertito tantissimo a leggerlo complimenti!!! tra poco chi cercherà qualcosa sul genere pellicciottesco si troverà su questa pagina! grandi
    Didda23

    31 Dicembre 2011 14:30

    FANTASTICO. Era ora che il davinotti tornasse alle origini...Davvero interessante questo approfondimento dallo stile scanzonato,ironico e cazzone. Ora il Pellicciotto-movie ha una propria dignità. 5 palle
    B. Legnani

    1 Gennaio 2012 18:43

    Mai avrei pensato ad un approfondimento del genere...
    Divertente.
    Markus

    2 Gennaio 2012 08:39

    Ne sento parlare da due anni e finalmente lo vedo on line! Un parto difficile ma degno dei miei massimi rallegramenti! Molto utile e divertente. Genere che detesto per antonomasia.
    Capannelle

    2 Gennaio 2012 09:05

    Complimenti da Pavia, la città dove la pelliccia assume(va) un grande valore.
    Per un sottofilone suggerisco di prendere in considerazione anche gli attori nati col pellicciotto tipo la "bestia" Salvatore Baccaro.
    Powerglide

    2 Gennaio 2012 14:01

    Sorprendente, originale, impensabile...semplicemente DAVINOTTICO!
    Grande ZENDER.
    Zender

    2 Gennaio 2012 17:31

    Beh, grazie a tutti, che dire... In realtà il suo scopo lo speciale l'ha raggiunto: adesso, cercando pellicciotetesco e pellicciotto movie (addirittura senza virgolette) siamo i primi dela lista e possiamo soddisfare gli amanti delle pellicce che le vedono in sala e in tv e non capiscono bene come inserirle nella storia del cinema. Sì Markus, come sai in realtà anch'io detesto i pellicciotto movie, il mio era un gesto diretto ai veri pellicciotlover, non certo a te :) Eh sì, i complimenti di un pavese valgon doppio in questo caso, caro Capa! Sì, c'è il filone pellicciotto naturale, nel quale rientrerebbe di regola anche Zardoz, ma è poco, diciamo, pellicciottesco. Grazie anche a Fabbiu, Didda, Legnani e al buon Powerglide, che è sempre bello vedere come ci segue con affetto.
    Cotola

    2 Gennaio 2012 18:54

    Perchè ho visto molti di questi film, senza sapere minimamente che
    appartenessero al genere pellicciottesco? Semplice! I Maestri (sia lode
    a Zender!) servono a rischiarare le tenebre in cui brancoliamo noi poveri inferiori e comuni mortali :-)))

    AVE ZENDER

    P.S.

    Scherzi a parte: special davvero singolare e divertente.