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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Se ci fosse chi dubita delle qualità di Avati, IL PAPÀ DI GIOVANNA dimostra quanto ancora il regista emiliano possa dare al nostro cinema. Attraverso una storia commovente, struggente, mai prevedibile se non a livello superficiale, Avati ci riporta indietro nella Bologna di poco precedente alla Seconda Guerra Mondiale per raccontare la vita di un uomo (uno straordinario Silvio Orlando) e del suo rapporto con la figlia (Alba Rohrwacher, un volto che non ti scordi e che già era stata figlia della Buy e di Albanese nell'altrettanto triste GIORNI E NUVOLE). Rapporto quasi esclusivo che tiene a distanza la moglie/madre (Francesca Neri) finendo...Leggi tutto col chiudere gli orizzonti della ragazzina, non certo bella e inevitabilmente preda di complessi. Sono molti i personaggi che intervengono nella vicenda (come il sorprendentemente calzante Ezio Greggio, poliziotto e vicino di casa, come Serena Grandi sua moglie o l’ex Trettrè Edoardo Romano nel ruolo dell’avvocato difensore) e non ce n’è uno che paia fuori posto, tutti diretti magnificamente da un regista che sa far recitare come pochissimi altri in Italia. L’intensità, la quantità di sfumature che ognuno di loro riesce a dare contribuisce a ispessire una sceneggiatura già buona in partenza. Il film è ricco di sottintesi, lascia allo spettatore la possibilità di interpretare come meglio crede ciò che il regista non dice (soprattutto se ci si sofferma ad analizzare la figura della moglie, sfuggente), si premura di cogliere lo spirito del tempo e di inquadrare al meglio i caratteri, riuscendo nel contempo a non perdere mai di vista la grazia e la misura. Nella seconda parte c’è qualche fase interlocutoria che rallenta un ritmo non certo incalzante, ma è poca cosa di fronte alla forza della storia e dell’ottima cura nella ricostruzione storica, supportata da una fotografia desaturata che aiuta a calarsi nel Ventennio (e oltre, perché per qualche anno ancora si prosegue) e alla buona colonna sonora di Riz Ortolani. Un’opera magari non memorabile né rivoluzionaria ma sicuramente degna di grande attenzione, uscita dalle mani di un regista capace oggi di stupire come un tempo per la professionalità e il gusto che si sposano a un tocco unico e riconoscibile. Il finale lascia qualche dubbio Ambrosebierciano...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/09/08 DAL DAVINOTTI
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Giapo 15/09/08 09:22 - 246 commenti

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Toccante storia sull'amore incondizionato di un padre verso la propria figlia. Straordinaria la prova di tutti gli attori, in particolare di Alba Rohrwacher, che interpreta Giovanna. Film intenso e commovente, sottolineato dall'emozionante colonna sonora di Riz Ortolani. Da vedere.

Iochisono 17/09/08 12:49 - 133 commenti

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Inspiegabile come un autore sia tanto meticoloso e capace nello studio e nella resa della psicologia dei due protagonisti e poi alterni alti e bassi notevoli in tutto il resto. Tra i "bassi" il casting della Neri (improponibile nel ruolo d'epoca) e di Greggio (tutt'altro che sorprendente nel ruolo drammatico), e inattese scivolate come il didascalisco effetto dei personaggi che ritagliano titoli di giornale e ascoltano alla radio improbabili dispacci d'epoca e una fucilazione decisamente poco credibile. Decisamente più quadrato il precedente Il nascondiglio, ma quello era un film di genere.

Cif 18/09/08 21:36 - 272 commenti

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Pochi registi (ancor meno in Italia) saprebbero raccontare una storia di tale pathos in maniera così credibile, asciutta e sorprendentemente umana. Avati non teme di misurarsi ancora con un'ambientazione storica. Ed ha un modo unico di dare spessore umano, lirico, alle sue storie ed ai suoi personaggi. Ognuno offre il meglio di sè, la Rohrwacher ed Orlando su tutti. Sorprendente Ezio Greggio, intenso ed amaro. Sullo sfondo l'Italia fascista e poi ancora la Liberazione ed il primo dopoguerra, raccontati senza retorica.

Gugly 23/09/08 23:23 - 1192 commenti

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Vicenda ambientata nel passato ma con eco di molti fatti di cronaca dei giorni nostri; degni di nota tutti gli attori, a cominciare da uno straordinario Silvio Orlando per continuare con la Rohrwacher, la Neri fino ai sorprendenti Ezio Greggio e Serena Grandi. Interessanti i mezzi per narrare lo scorrere degli anni e valida la ricostruzione dei luoghi della storia. Unica pecca il rapporto tra la Neri e Greggio, un po' tirato via alla fine, ma è una piccola pecca in un lavoro valido.

Jens1974 25/09/08 11:08 - 2 commenti

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Film intenso, toccante e realizzato con maestria, come ci ha abituati Pupi. Raramente si possono vedere film di questo tipo (in Italia ma anche altrove): un film in cui gli attori la fanno da padroni, a partire dal protagonista, un Silvio Orlando bravissimo, fino al meritevole Ezio Greggio e la brava Francesca Neri. Splendida la fotografia di Pasquale Rachini, che riprende il film come una vecchia cartolina dei tempi. Da vedere.

Enrikoses 26/09/08 18:57 - 39 commenti

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Dramma sociale e tragedia personale e familiare si intersecano in questa pellicola di Pupi Avati. Ambientata nel periodo prebellico, bellico e post bellico nella terra emiliana, il film segue narra parallelamente la vita di una famiglia medio borghese (lui padre che controlla la figlia in maniera asfissiante, lei madre quasi sempre asssente, lei figlia che manifesta una sorta di psicosi nervosa che in seguito si aggraverà) e, sullo sfondo, le vicende politiche del nostro paese. Da vedere.

Xamini 17/10/08 02:28 - 1258 commenti

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Delicatezza e misura nel ricostruire un periodo storico già nel cinema ampiamente ricostruito (ma questa volta più di altre da una prospettiva leggermente diversa) e soprattutto nel tratteggiare personaggi e situazioni. Al punto che ogni piccolo eccesso (come le urla della madre in casa propria o quelle delle ragazza in aula) risalta e quasi echeggia. Orlando e la Rohrwacher sono praticamente perfetti; la bellezza qui quasi algida della Neri ci sta. Quanto a Greggio, mi sono sforzato di apprezzarlo, ma l'esperimento che aveva funzionato con la Ricciarelli, in questo caso fallisce e l'incrinatura si fa dirompente verso la fine. Pazienza.
MEMORABILE: Il ritrovamento nella stanza.

Deepred89 4/11/08 20:01 - 3723 commenti

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Con questo film Avati si conferma ancora una volta uno dei migliori registi italiani in circolazione. Non si tratta di un capolavoro ma Avati riesce a dirigere il tutto con una professionalità che si trova raramente nel cinema italiano attuale. Inoltre ha il pregio non da poco di riuscire a far recitare un paio di attori decisamente poco promettenti (Greggio e la Neri). Una conferma anche Silvio Orlando e sorprendente la giovane Alba Rohrwacher. Un po' statico e monocorde, ma decisamente di alto livello. Ottima fotografia e belle musiche.

Brainiac 31/01/09 17:38 - 1083 commenti

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Film di una bruttezza esasperante. Le recitazioni sono veramente scarse: il pur dignitoso Greggio si limita a parlare piano, la Neri (nella scena in cui dice no alla parrucchiera con nonchalance dopo l'arresto della figlia) è imbarazzante, così come la madre della ragazza uccisa, veramente improponibile. Bolletti radiofonici risibili, il manicomio descritto con abbondanza di luoghi comuni. Unica cosa riuscita la messa in scena del rapporto fra padre e figlia (entrambi sono abbastanza credibili). Ammiro Avati, regista originale, ma questo è un flop.
MEMORABILE: "Sta meglio, forse abbiamo fatto male a preoccuparla." "Avete fatto benissimo."

Galbo 15/02/09 08:25 - 12430 commenti

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Bel film di Pupi Avati, incentrato sul particolare rapporto tra un padre e una figlia che si macchia di una terribile colpa e che il genitore cercherà di recuperare. Il film è ben scritto e diretto, anche se con alcune lacune, e si segnala per la buona interpretazione del cast, in particolare di Silvio Orlando che dona al suo personaggio una personalità complessa e dotata di particolare umanità. Meno convincente la Neri. Buona la caratterizzazione ambientale e storica.

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G.Godardi 7/03/09 15:32 - 950 commenti

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Parte spiazzando lo spettatore: i titoli di testa farebbero pensare ad una commedia, poi nei primi dieci minuti sembra subentrare un giallo-noir. Ma Avati stravolge il tutto svelando subito l'assassino: comincia il film vero, uno straziante dramma dell'anima sui rapporti genitore-figlio. È un Avati quasi totalizzante, una specie di summa di tutto il suo cinema: tutti i temi e procedimenti a lui cari si ritrovano qui. Bellissima la fotografia tutta luce o ombre (spesso di taglio espressionista) che ci regala una Bologna dark. È "passato" ma parla di oggi.

Homesick 3/05/09 18:39 - 5737 commenti

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Pacata ma angosciante tragedia famigliare sull’incrollabile amore di un padre per la figlia psicopatica e omicida. Sotto l’incantesimo della bacchetta magica di Avati regista, tutti gli attori – compresi gli outsiders Greggio, Romano e Bilello - sottorecitano in modo mirabile in un contesto diacronico e minimalista; particolare nota di merito va ad Orlando che, sommesso e stoico, effigia l’ennesimo perdente del cinema avatiano.

Hackett 30/07/09 15:41 - 1868 commenti

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Interessante vicenda che prende spunto dall’attualità criminal-adolescenziale che ha tenuto spesso banco nei giornali contemporanei, trasportandola ai tempi del fascismo. Avati dipinge con maestria alcuni personaggi memorabili intrecciandoli in rapporti sentimentali non banali. Ottima l’interpretazione di Orlando e della Rohrwacher, un po’ sforzato il Greggio in versione drammatica che comunque non sfigura, ancora una volta impalpabile la prova di Francesca Neri, una delle poche attrici a non beneficiare dell’esperta mano di Pupi.

Redeyes 18/08/09 16:21 - 2455 commenti

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Pupi, quando sembra che la vena creativa stia spegnendosi, estrae dal cappello a cilindro questo capolavoro e che capolavoro! Un cast che è azzeccatissimo (persino Greggio e la Neri, anche se primeggiano la Rohrwacher ed ovviamente il sempre delizioso Orlando). La storia è terribilmente angosciante e lascia una forte amarezza addosso pur senza che l'autore infierisca o cerchi il finale strappalacrime, anzi. Come al solito ottime le musiche di Ortolani.

Skinner 12/09/09 09:54 - 592 commenti

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Gran bel film, sorprendente. Al di là della storia, il film è giocato molto su personaggi e "interpretazioni" (in tutti i sensi). Sorprendente Greggio, bravo Orlando anche se magari non da leone d'oro (più che altro meritato riconoscimento alla carriera). Unico difettuccio un finale che mi è parso un po' irrisolto, con la voce over di Alba Rohrwacher che sembra aggiunta in post-produzione a mettere una toppa.
MEMORABILE: La fuga impossibile di Greggio davanti al plotone d'esecuzione: davvero una sequenza bellissima, dall'inizio alla fine.

Pigro 8/09/09 08:43 - 9732 commenti

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Ragazza con problemi di socializzazione (indotti da padre iperprotettivo e madre assente) uccide una compagna e finisce in manicomio criminale. La storiaccia da cronaca nera rivela una squallida vita di piccoloborghesi, umani e da compatire sì, ma anche votati alle apparenze e incapaci di ascoltarsi reciprocamente. Avati ne trae fuori un bellissimo film (appesantito nell'ultima parte con le troppe inutili annotazioni sulla storia d'Italia), con ottima fotografia un po' retro e un po' lugubre, e con bravi attori che è abilissimo a dirigere.

Cotola 20/03/10 23:43 - 9113 commenti

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Molto buono nella prima metà, durante la quale riesce ad interessare lo spettatore dipanando una storia interessante, tende poi a sgonfiarsi nella seconda, in cui sono presenti alcuni scivoloni evitabili (la fucilazione, ma non solo). Buone le prove di Orlando e della Rohrwacher, diligente ma nulla più Greggio in una parte drammatica, mentre il personaggi della Grandi mi è sembrato inutile. Non male la confezione, che sembra però un po' di maniera.

Capannelle 22/10/09 23:51 - 4430 commenti

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Bello e di forte personalità a livello di regia e fotografia, denuncia dscelte attoriali e uno sviluppo non sempre convincenti. Perchè Greggio è una scommessa vinta a metà (sorprende ma si vede che non può spingersi più di tanto). Perchè lo stesso Orlando, pur bravo, a volte fa troppo il piacione. Perchè la Neri gira a vuoto. E la storia alterna momenti di autentica partecipazione ad altri un po' troppo semplificati. Resta comunque un buon film ad opera di Avati, girato e montato secondo i crismi e con immagini che rimangono dentro.

Caesars 1/12/09 08:38 - 3818 commenti

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Pur non facendo parte della categoria "migliori film di Pupi Avati", la pellicola è buona e va vista. La bravura del regista è quella di prenderci per mano ed accompagnarci dentro la storia di un uomo piccolo piccolo, Silvio Orlando davvero bravo anche se sempre un po' uguale a se stesso, che però ha un cuore grandissimo e seguirà le sorti della figlia Giovanna per decenni senza mai abbandonarla. Fa un po' storcere il naso l'impiego della Neri (comunque brava) e della Grandi che con le loro labbra rifatte sono poco adatte per l'epoca storica.
MEMORABILE: In negativo: la scena della fucilazione. Sembra più adatta ad uno spaghetti western di serie B che ad un dramma, per il resto molto ben realizzato.

Vstringer 28/02/10 01:44 - 349 commenti

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Amaro e struggente, un Avati-movie con molti degli elementi tipici del suo cinema, qui arricchito da una fotografia ben calibrata, una sceneggiatura non banale, prove recitative in gran parte all'altezza: bravissima la Rohrwacher, affidabile Orlando, in parte la Neri, la buona resa di Greggio non sorprende se si tiene conto che Avati riesce spesso a trasformare attori brillanti in drammatici (Boldi in Festival, ad esempio). L'elemento politico, di cui si parlò abbastanza all'uscita, è più che abbozzato, ma riesce a non essere troppo invadente.

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Saintgifts 5/03/10 23:24 - 4098 commenti

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Una figura umana di padre molto complessa quella impersonata da Silvio Orlando e sviluppata bene da Avati. Ancora a Bologna, dove il regista è più credibile, visto che quasi tutti i suoi film sembrano ricordi d'infanzia, nel periodo che abbraccia la Seconda Guerra Mondiale, in una storia tragica ma che lascia spazio anche agli avvenimenti quotidiani, altrettanto tragici, filmati in un'atmosfera di luce grigia dove il sole, sempre nascosto, non esalta i colori e non crea ombre. A parte le enfatizzazioni di certi luoghi comuni, il film è ben fatto.

Mtine 27/03/10 15:28 - 224 commenti

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Parte bene, ma termina male. In cinque parole il riassunto di un film, che poteva essere realizzato meglio. Bella infatti la parte iniziale, anche se dopo il rinchiudimento in manicomio, il film termina inesorabilmente, senza avere ulteriori sviluppi, se non negli ultimi dieci minuti. Bravissimo come al solito Silvio Orlando, anche se un po' forzata la seppiatura del colore del film, funzionale solo a ricreare le atmosfere il film, come d'altronde l'epoca. Intense le scene con la madre di Marcella, che rendono ancora più drammatica la vicenda. Da dimenticare un sopravvalutato Ezio Greggio, che sembrava chissà cosa.
MEMORABILE: Una sottovalutata Francesca Neri, molto brava.

Stefania 13/09/10 02:50 - 1599 commenti

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Michele e Giovanna, padre e figlia, inseparabili: un rapporto sempre più simbiotico, alla fine parlano persino lo stesso linguaggio inventato, come compagni di un tristissimo gioco. Al loro mondo -immobile, perché autistico- giustamente è contrapposto un mondo che, tumultuosamente, si trasforma: l'Italia tra fascismo, guerra e dopoguerra, in un film un po' insistente sulle corde del patetico, non immune da stereotipizzazioni, ma efficace nel fotografare a mezze tinte la contiguità e la distanza tra un dramma storico e uno privato. Finissima la Rohrwacher.
MEMORABILE: La Neri troppo "signora", senza accento: non è la moglie di un professorino! La camminata della Rohrwacher, coi piedi in fuori, testa bassa... ottima.

Dengus 15/03/11 15:21 - 361 commenti

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Greggio, Calà, Boldi e De Sica.. cosa c'entrano i quattro Yuppies? Beh, quando attori di matrice vanziniana o parentiana finiscono sotto le mani del Maestro Pupi, dimostrano di essere attori completi; come disse Boldi, è più facile far piangere che ridere... grande verità! Eccezionali Orlando, la Rohrwacher e calatissimi e bravi i redivivi Edoardo Romano e Serena Grandi (quest'ultima dimostra che ciò che ha perso in bellezza lo ha guadagnato in bravura). Notevole ritratto dell'Italia del Ventennio, a suo modo un documentario di ciò che quell'Italia fu.

Luchi78 30/06/11 13:15 - 1521 commenti

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Un'azzecatissima fotografia ci immerge non solo nell'Italia del ventennio e della guerra, ma anche in un'atmosfera dai complessi risvolti psicologici che Avati ha voluto raccontare con il suo film. Bravo Orlando, ma anche la Neri dà al suo personaggio i necessari non ben definiti contorni, che la rendono sfuggente ed enigmatica. Non si può negare una certa pesantezza insita nel tema trattato ma sicuramente voluta, grazie anche all'inserimento in un contesto storico di per sè nefasto. Greggio convincente tranne che nella parte finale.

Giùan 19/08/11 12:58 - 4603 commenti

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Con questo film Avati si conferma l'unico Maestro del cinema italiano (giovane o vecchio, buono o cattivo), realmente avido di storie e di Storia (quella che passa per la quotidianità dei tanti). Sullo sfondo della Bologna tra fascismo e dopoguerra, fotografata come una cartolina d'antan da Rachini, si muovono immobili la figlia Rohrbacher e il papà Orlando, osservatori atoni di una realtà alla quale non vogliono adeguarsi e che attendono corrisponda a loro. Grandi prestazioni d'attori (sorprendenti Neri e Greggio) ma troppa puzza di letteraria naftalina.

Ujd1961 21/08/11 10:25 - 32 commenti

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Film appassionante all'inizio ma che, alla fine, tradisce le aspettative. Avati, pur con tutta la sua notoria bravura, conferma però una inevitabile "bolognesità" cinematografica che, dopo tanti film, alla lunga stanca. Davvero bravi Orlando e Rohrwacher, molto meno la sopravvalutata - ma imbalsamata - Neri. Pollice verso, inoltre, per Greggio, anch'egli troppo sopravvalutato e buono, al più, per le sue futili ed insipide gag (che fanno ridere soltanto i polli) in "Striscia la notizia".

Jorge 1/09/12 22:53 - 164 commenti

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Come al solito Avati dirige divinamente i propri interpreti, pur peccando in alcune scelte del cast, il che conferisce alla sensazione finale qualcosa d'imperfetto. Il film è meravigliosamente bello per certi aspetti ma, specie oltre i 2/3, perde mordente: ciò non è un male, data la trama e il messaggio (forse desolante) della pellicola e della vicenda raccontata. Il finale è criptico e raffazzonato, tuttavia il film è mediamente sopra la media; peccato che Avati vada a film alternati.

Rambo90 15/11/12 19:34 - 7713 commenti

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Un Pupi Avati particolarmente drammatico, ma riuscito, soprattutto nella prima parte a tratti davvero commovente; poi verso la fine perde un po' di colpi con alcune trovate non proprio riuscite e troppo facili. Bravissimo Silvio Orlando, toccante in più di un'occasione, brava la Neri e sorprendente Ezio Greggio nell'unico ruolo serio della sua carriera. Bella la colonna sonora.

Piero68 24/09/13 11:06 - 2961 commenti

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Ancora un film ambientato a Bologna e ancora a metà del secolo scorso (o quasi). L'unica differenza sta che la storia, almeno all'inizio, si svolge in pieno regime fascista. Ma ambientazioni consuete a parte Avati riesce a tirar fuori una pellicola degna del miglior cinema. Per regia, per sceneggiatura, per fotografia e scenografie al seguito. Ma più di tutti un cast sulla carta pencolante (quanti avranno storto il naso nel leggere il nome di Greggio o della Grandi) ma nella realtà assolutamente all'altezza e completamente calato nei personaggi.

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Vitgar 20/08/14 10:51 - 586 commenti

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Fin dove può spingersi l'amore di un padre per un figlio, soprattutto quando quest'ultimo è gravemente malato. Pur con la consapevolezza dei problemi psichiatrici di Giovanna, il padre la protegge e la tratta come se nulla fosse successo. Bel film delicato e struggente, ricco di piccole gemme psicologiche. Orlando notevole, gli altri non troppo convincenti (non si riesce a prendere sul serio Greggio). Belle le ambientazioni e fotografia di livello.
MEMORABILE: I colloqui padre-figlia divisi dalla rete.

Gabrius79 9/02/15 00:16 - 1430 commenti

I gusti di Gabrius79

Da annoverare tra i migliori di Pupi Avati, il film è da ritenersi decisamente riuscito grazie alle ottime prove attoriali di Silvio Orlando e Alba Rohrwacher, che delineano perfettamente i loro personagggi. Ma tocca a un Ezio Greggio in stato di grazia la palma dell'interpretazione più sorprendente. Azzeccati il periodo storico (e Avati è molto bravo in questo) e la sceneggiatura, decisamente coinvolgente.

Lythops 13/06/16 17:52 - 1019 commenti

I gusti di Lythops

Film raro e partecipato in cui tutti gli elementi portanti interagiscono per costurire una storia basata, oltre che su un ottimo soggetto, su ritratti e dinamiche vere e coerenti. La parte più difficile è sicuramente quella di Alba Rohrwacher, che conferisce al personaggio di Giovanna uno spessore e una drammaticità rare. Ottimo Orlando anche se, napoletano nel film, parla con accento siciliano riconoscibile. Fotografia preziosa, scenografie perfette nonostante la difficoltà. Piacevole Greggio in un ruolo insolitamente drammatico.

Thedude94 24/07/17 22:49 - 1108 commenti

I gusti di Thedude94

La storia di un padre forte, splendidamente interpretato da Orlando, il quale vive nella speranza che la figlia (una brava Rohrwacher) possa avere un futuro felice. Una buona scenografia e un'eccellente fotografia fanno vedere una Bologna segnata prima dal fascismo e poi distrutta dalla guerra; il tutto diretto bene da Avati. Le emozioni si alternano ma non toccano picchi elevati, colpa forse di un montaggio troppo macchinoso e difficile da seguire in alcuni momenti, specie nei lunghi stacchi temporali che sembra vogliano accorciare il film.

Il Dandi 23/10/17 00:13 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Sullo sfondo dei più drammatici eventi storici (tra Fascismo e Resistenza) il dramma locale di un fattaccio di cronaca nera (adolescente schizofrenica uccide una compagna di scuola per un'insana gelosia) e il dramma intimo del padre che è l'unico a non voler abbandonare la ragazza (rifiutando contro ogni evidenza la sua pazzia finisce per assecondarla). Avati, famoso per resettare volti, convince con Serena Grandi e perfino con Greggio (protagonista della scena più bella), ma la morbosa vicenda lascia (forse giustamente) un che di irrisolto.
MEMORABILE: La fuga di Sergio (Greggio) dal plotone d'esecuzione al tram.

B. Legnani 1/07/18 11:12 - 5558 commenti

I gusti di B. Legnani

Ennesima dimostrazione della capacità di Avati nel dirigere gli attori. Forse solo la Neri delude un po', ma Orlando fornisce forse la sua prova migliore (Coppa Volpi a Venezia), la Rohrwacher è perfetta in una parte ardua, Greggio se la cava (ma bisogna abituarsi a prenderlo "sul serio": inizialmente non è facile), la cui fuga finale forse cita Zivago. Il talento dell'autore si vede nei piccoli dialoghi, del tutto naturali e verosimili: basti pensare alla visita dalla parrucchiera, dopo la liberazione (e la Liberazione). "Avati ama i suoi personaggi: buoni, cattivi, ambigui…" (Morandini)

Alex1988 3/07/18 18:22 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Il punto di forza del cinema di Pupi Avati sono in particolar modo i suoi attori; questo "Il papà di Giovanna", in particolare, vede un Ezio Greggio lontano anni luce dal suo cliché abituale ma, ovviamente, a far da padrone è il solito grande Silvio Orlando (premiato a Venezia), qui nel ruolo di un professore alle prese con una figlia problematica coinvolta in un omicidio (siamo in epoca fascista). Tra i migliori di Avati degli ultimi anni.

Paulaster 2/05/19 15:52 - 4484 commenti

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Padre iperprotettivo avrà una figlia implicata in un omicidio. Vita al limite della miseria nell'anteguerra, ma il legame affettivo predomina. Straordinario ruolo per Orlando (che ampiamente ricambia), tra l'amorevole e l'ottuso a fin di bene; la Rorhwacher si esprime al meglio nella pazzia; Neri non pervenuta; Greggio penalizzato dalle vicende fasciste. Buona ambientazione storica e ottima fotografia tra il retrò e una depressa malinconia.
MEMORABILE: Orlando che inventa i sostantivi per la figlia; Guardare la tv dalla vetrina; La corsa coi guanti nel prato del manicomio.

Daniela 3/12/19 13:00 - 12719 commenti

I gusti di Daniela

Bologna anni 30. Un professore di liceo trascura la moglie per riservare tutto il suo affetto alla figlia adolescente senza rendersi conto dei disturbi psichici che la porteranno a commettere un folle atto omicida... Fra i migliori film della vena intimista di Avati, non perfetto per alcune smagliature nel racconto e per il dislivello nelle prove attoriali, ma comunque intenso, sincero, commovente. Brava Rohrwacher nei panni di un personaggio scostante, eccellente Orlando nel rendere le sfumature di un uomo prima accecato dall'amore paterno, poi consapevole nell'accettazione della tragedia.

Victorvega 20/05/20 01:22 - 502 commenti

I gusti di Victorvega

Splendida ricostruzione storica attraverso una fotografia efficace. Dentro si muove una storia resa al meglio, che ti fa trepidare, che inizialmente ti crea sospetti e poi, a vederli realizzati, ti inquieta. Da lì parte un altro film, in cui si rivelano i rapporti tra un padre e una figlia, magistralmente interpretati da Orlando e la Rohrwacher. Grande cinema realizzato da un grande regista, che fa rendere al meglio gli attori a disposizione (anche Greggio si rivela efficace). Sceneggiatura perfetta.

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Ultimo 1/11/20 17:10 - 1665 commenti

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Un Pupi Avati di alto livello dà vita a un film degno dei suoi migliori lavori. Gran parte della riuscita è dovuta all'ottima prova di Silvio Orlando, padre di famiglia che ha un rapporto molto particolare con la figlia, ben interpretata dalla Rohrwacher. L'ambientazione bolognese pre-Seconda Guerra è ben resa e si inserisce ottimamente nella vicenda. Pochi i momenti morti e finale di livello, che nulla toglie al dramma che pervade l'intera pellicola  dal "brutto fatto" a scuola in poi...). Convincente anche Ezio Greggio in un ruolo drammatico.

Il ferrini 1/01/21 13:42 - 2392 commenti

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Delicato ma puntuale affresco avatiano sulla malattia mentale durante il Ventennio. La Rohrwacher si conferma una delle migliori attrici della sua generazione, la Neri e Greggio fortunatamente sono diretti in modo magistrale. Il film ha un'atmosfera intimista, l'amore di Orlando per la figlia è soffocante, malato, ma al contempo commuove, spingendo se non all'empatia almeno alla comprensione. Molte le scene toccanti, la crisi isterica durante la serata di ballo, ma soprattutto il monologo di Orlando - arreso - che spinge Greggio fra le braccia di sua moglie. Gran film.

Minitina80 20/02/22 18:31 - 2992 commenti

I gusti di Minitina80

Impossibile non riconoscere la qualità nel girato di Avati. Lo si nota ovunque e le riprese, mai casuali, immerse nell’Italia del periodo fascista lo testimoniano. Il vero apice, però, viene raggiunto con la narrazione degli eventi, dimostrando un’abilità non indifferente di scendere in profondità e di saper cogliere aspetti apparentemente di poco conto. Raramente entra in acque stagnanti, salvo riprendersi di getto, consentendo allo spettatore di vivere sulla pelle il dramma di un padre travolto da una tragedia più grande di lui.

Medicinema 23/02/22 00:27 - 125 commenti

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In un sentito, affettuoso omaggio alla città di Bologna (presente anche nella quantità di pasta ingurgitata dai protagonisti), Avati ambienta la folie à deux Orlando-Rohrwacher, che si rincorrono in una gara di bravura in cui la seconda stacca sul traguardo e di gran lunga su tutti gli altri. Se i due convincono, ciò che invece lascia perplessi sono alcune prove recitative (Greggio, sebbene ce la metta tutta, o l'inutile Grandi), un montaggio non impeccabile, la povertà scenografica di alcuni passaggi, alcune scene da melodramma d'altri tempi. Toccante, ma non privo di lacune.
MEMORABILE: Il periodo in manicomio di Giovanna.

Occhiandre 11/04/23 21:56 - 163 commenti

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Una vicenda drammatica sviluppata da Avati con maestria e che crea angoscia ma anche un senso di leggerezza nello spettatore riuscendo a trasferire sullo schermo la complessità dei legami sociali e familiari con una profondità che ormai il cinema italiano offre molto raramente. Non è difficile identificarsi coi vari personaggi per quanto estremi o disadattati e prendere le parti di quelli che l'ambiente sociale persegue, escludendoli in quanto colpevoli. Nello stesso tempo, a volte, provocano repulsione per quella fragilità e umanità che è la loro condanna ma pure la loro salvezza.
MEMORABILE: Giovanna agghindata per la festa; Greggio e Grandi che donano normalità e amicizia al papà di Giovanna; Il sentimento paterno di Orlando; I guanti.

Enzus79 21/09/23 22:35 - 2945 commenti

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L'amore incondizionato di un padre verso la figlia mentalmente instabile e accusata di omicidio durante il fascismo. Storia convincente e fonte di riflessioni, in cui però risulta alquanto incomprensibile e ambiguo il comportamento della madre. Molto apprezzabili le prove di Orlando e (soprattutto) della Rohrwacher. Ezio Greggio al suo primo ruolo drammatico.
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  • Discussione Giùan • 21/08/11 22:14
    Controllo di gestione - 241 interventi
    Grazie Didda e naturalmente a te coscritto Buio.Diciamo che le mie donne (moglie e figlia non pensate a male) mi lascian poco scampo....pardon volevo dire spazio, ma spero davvero nel corso della mia frequentazione del sito (che vi assicuro,quello sì,lunga e duratura),di poter aver modo di fare la conoscenza personale e non mediata di voi adepti di lungo corso.
    Milano zona Biscegggliie come la storpiava il buon Calà nei Fichissimi
  • Discussione Gestarsh99 • 22/08/11 01:22
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Però il tuo nick tradisce origini appule, o sbaglio? :D
  • Discussione Gestarsh99 • 22/08/11 14:53
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Giùan ebbe a dire:
    ... quella zona di Milan che citavo nella discussione del Padre di Giovanna porta lo stesso nome del paese in cui,modestamente direbbe Totò,nacqui

    C'avevo preso allora: l'aplomb pugliese lo capto anche via etere! ;)
    Poi devo dire che la tua natale Bisceglie è anche vicinissima alla mia cara Bitonto.
  • Discussione Giùan • 22/08/11 15:11
    Controllo di gestione - 241 interventi
    E allora di nuovo e a maggior ragione Al piacere della tua conoscenza Gestarsch. Noi del nord barese si sa ci riconosciamo con lo stesso metodo con cui Monsieur Charlus annusa i suoi sodali nella Recherche proustiana. Lo dicevo anch'io che sentivo qualcosa di familiare.
    Ora mi defilo prima che Zender o Marcel in persona ci costringano a trovare il nesso tra Il papà di Giovanna e le nostre comuni ascendenze appule.........io sto già preparando una sinossi che faccia all'uopo
  • Discussione Gugly • 22/08/11 19:35
    Portaborse - 4710 interventi
    natale Bisceglie? Presente! Bisceglie vide la mia nascita, Massafra la mia crescita (sino ai 10 anni) e Barletta il parentame materno!
  • Discussione Giùan • 22/08/11 22:23
    Controllo di gestione - 241 interventi
    Và che meraviglia Gugly! Ma sto seme pugliese prolificò davvero in ogni dove attecchendo meglio della peggior gramigna. Son davvero contento:anche nel tuo caso ebbi ad annusare talune attinenze di pelle e sangue filmico......anche se son sincero sti nickname molto trasgender mi fecero travisar sul tuo genere di appartenenza. Approfitto per scusarmi di eventuali riferimenti impropri fatti in passate discussioni(declinarti al maschile invece che al femminile per intenderci). Equivoci da pochade a parte son felice di rimpolpar la colonia pugliese della Brancaleonica armata davinottiana........ma dicevamo del Papà di Giovanna........
    Buona serata/notte ragazze e ragazzi
  • Discussione Gugly • 22/08/11 22:35
    Portaborse - 4710 interventi
    Apro e chiudo la parentesi: Gugly sta per Guglielma, nome normanno ma papà siculo è.....viva i pugliesi, e sono stata pure a Bitonto!

    Ok, ripigliamo lo specifico filmico.

    Ciaoooooo
  • Discussione B. Legnani • 1/07/18 11:17
    Pianificazione e progetti - 14998 interventi
    Visto ieri sera.
    SPOILER
    Solo a me la morte di Greggio sul tram pare una citazione da Il dottor Zivago?
  • Discussione Caesars • 3/07/18 08:55
    Scrivano - 16830 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Visto ieri sera.
    SPOILER
    Solo a me la morte di Greggio sul tram pare una citazione da Il dottor Zivago?


    No Buono, non sei il solo. Anche per me è una chiara citazione di quel film.
  • Discussione Pstarvaggi • 20/05/20 16:48
    Galoppino - 30 interventi
    In un piccolissimo ruolo, è presente il giornalista Pier Paolo Cattozzi, volto di "90° minuto" tra gli anni '80 e gli anni 2000.

    Interpreta il ruolo del professore di italiano: nei primi minuti del film, lo si vede secondo a fianco di Silvio Orlando (figura sulla destra dello schermo) nella scena della riunione tra i docenti dell'istituto per decidere se promuovere o meno gli allievi.