Manuela (Laura Antonelli) a quindici anni viene sedotta da un perfido conte, che lentamente la conduce sulla via della perdizione, facendola prostituire all'interno di un bordello romano. Basta gettare un occhio al cast, per capire come Patroni Griffi avesse, seriamente, preso a cuore questa produzione. Nel cast presenziano vere personalità di spicco (in tema con il soggetto del film), la musica di Bixio e Morricone è discreta, ma il risultato finale deludente per la spocchiosità di fondo e per la superficialità del doppiaggio.
Rivisitazione di Zuccoli ad opera di Patroni Griffi, che aggiunge tocchi ironici (l'uso sporadico di didascalie da film muto) e sceglie di salvare la figura di Manoela Roderighi, convertendola da "divina fanciulla" (arida, meccanica e lussuriosa) a donna matura e padrona del suo destino. Molto più approssimativi i contorni degli altri personaggi. Resta intatta la calligrafica, pomposa rappresentazione dell'aristocrazia romana degli anni Venti, dedita ad una vita dissoluta e allettata dai successi delle Camicie Nere.
In un ricco, elegante, nobile e colorato ambiente che sta virando verso il nero e la dissolutezza, la bellezza di una donna, di tutti e di nessuno, mette in crisi gli amanti che non si accontentano di possederla, ma la vorrebbero riavere ogni volta che la perdono. Cast ricco e una Antonelli all'apice della sua conturbante bellezza (uno spettacolo distesa nuda sul divano) sono le attrattive di un film che, nonostante l'ambientazione curata e i ricchi costumi, non riesce mai a sollevarsi dalla mediocrità. Dicutibili colonna sonora e didascalie.
La Antonelli è perfetta per il ruolo di divina, per via delle sue bellezza e sensualità. Ma, a parte questo lato positivo, il film è di una noia tremenda: l'ottimo cast non rende al meglio e alla fine rimane un retrogusto amaro. Consigliato solo ai fan della bella attrice.
Tra Manoela e un nobile aristocratico si instaura un legame complicato e a volte teso. Laura Antonelli è ideale per rappresentare una creatura come da titolo ma, dovendo girare tutto intorno a lei, emerge un ritmo altalenante e poca concretezza nonostante la certa cura realizzativa. L'ambientazione è di classe, i costumi raffinati e alcune citazioni colte sono presentate con dei cartelli nello stile dei film muti.
Il dissoluto conte di Bagnasco, strapazzatore di cuori femminili, crede di fare un'altra conquista seducendo una giovane donna in procinto di sposarsi ma... Film ambizioso che aspira a unire una vicenda di torbida sensualità alla critica sociale sull'avanzata del fascismo nella Roma degli anni Venti, formalmente di pregio (fotografia di Rotunno, costumi di Pescucci, musiche dirette da Moricone) ma poco ispirato nella regia e con interpreti poco convinti (Stamp), fuori ruolo (Mastroianni) o inadeguati (Antonelli, funziona solo quando esibisce un nudo da Venere conquistatrice).
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B. Legnani ebbe a dire: Colgo l'occasione per dire a tutti che non si scrive "anni Trenta", bensì "Anni Trenta".
Veramente a me risulta che in maiuscolo vada scritto solo il decennio: “anni Trenta”, non “Anni Trenta”. Così almeno dagli esempi dello Zingarelli (2001), di libri di storia, letteratura e di svariati siti internet.
Oltre all'LP di Morricone esiste un 45 giri per la serie speciale jukebox di "Gamma" (1975) che riporta sul retro il brano "Fox trot degli specchi" dalla colonna sonora di "Divinacreatura". Etichetta CINEVOX (JB648)-(MDG95-45). Musica composta da Cesare Andrea Bixio, diretta e interpretata dal maestro Morricone. Sempre direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale per juke-box in questione:
Sono alla ricerca delle tracce perdute dello sceneggiatore e autore di teatro Alfio Valdarnini. Probabilmente nato a metà degli anni 30, collabora con Rossellini per "Anima nera" (tratto da un lavoro di Patroni Griffi), e poi, con Patroni Griffi medesimo, per "Addio fratello crudele" e "Divina Creatura". Dopo il 1976 non se ne sente più parlare. Che fine ha fatto?