Tra giallo, poliziesco e giudiziario, ma con più di uno spunto da thriller. Michael Crichton, al suo ultimo film, si inserisce in un filone all'epoca assai prolifico lanciando la strana coppia Burt Reynolds/Theresa Russell, che non si può dire faccia faville. Soprattutto lui, perché in fondo la Russell nel ruolo dell'avvocatessa d'ufficio, come sempre decisa e sicura, elegante, dolce per natura con un viso dai tratti perfetti, il suo lo fa. Reynolds è invece Joe Paris, ex agente manesco e mezzo alcolizzato, sospeso dal servizio per aver preso a pugni chi non doveva. Accusato di aver ammazzato tale Farley, ritrovato cadavere da un aspirante suicida tra le strutture...Leggi tutto in ferro di un ponte dal quale questi voleva buttarsi, si ritrova con più di un elemento a carico e senza alibi per la notte del delitto. A prenderne le difese per l'appunto l'affascinante Jenny Hudson, che sulle prime non crede nell'innocenza del suo assistito ma lentamente cambia parere, iniziando ad apprezzare il carattere solo apparentemente intrattabile di Joe, uomo invece di grande intuito che la mette sulle tracce giuste da seguire per dimostrare quanto lui sia estraneo ai fatti.
Progressivamente si faranno strada nuovi personaggi che trascineranno il film in direzione di un poliziesco saltuariamente interrotto dalle fasi in aula, durante le quali farà la sua comparsa anche l'amante (Lenz) di Joe, chiamata a testimoniare per un motivo ben preciso... In questo modo la storia si rivela piuttosto complicata, nel suo intreccio, fitta di nomi ma penalizzata dalla regia monocorde di un Crichton piuttosto svogliato, che non riesce a vivacizzarla come dovrebbe. Ci prova alzando i toni in qualche scena secondaria, come quelle nelle quali il rapporto tra Jenny e il suo compagno (McGinley) si fa teso mentre emergono le insofferenze di lui nei confronti del lavoro di lei, ma è troppo poco e Reynolds, che con la Russell è protagonista, è opaco, mai guascone e simpatico come nei suoi momenti migliori.
Le dinamiche sono quelle risapute, con la città di Boston che occhieggia qua e là ma senza mai incidere, mero contorno anonimo. Ciononostante una storia esiste, ha un suo svolgimento coerente e si vede come la sceneggiatura sia elaborata e studiata nei particolari, con il vero colpevole che va trovato e salta fuori solo nel finale, con il film che si chiude d'improvviso, bruscamente, sul radioso sorriso della Russell senza alcuna scena aggiuntiva, una volta tanto. Tra i personaggi "minori" si segnalano Ned Beatty come avvocato dell'accusa capace di uno spregevole colpo a sorpresa spiazzante, mentre tra gli altri nessuno emerge, a conferma di un thriller mai davvero appassionante ma discretamente confezionato, che si lascia seguire in attesa che si sveli l'identità del killer, identità che nessuno a dire il vero sentiva la stringente necessità di conoscere... Insomma, nonostante un intreccio dai meccanismi non comuni, l'apparenza è invece quella di un film uguale a mille altri, senza nulla che possa permettergli di farsi ricordare e di superare l'esame del tempo...
Considerato da molti come uno dei film peggiori di Crichton (evidentemente il titolo italiano non porta bene al film, vedi quanto è stato scritto su Body of evidence, l'omonimo film), in realtà, a parte alcuni personaggi convenzionali, è un discreto poliziesco, che può contare sull’interpretazione di un'attrice di razza come Theresa Russell. Il film è trascinante e con un finale di non facile interpetazione.
Giovane avvocata difende poliziotto accusato del delitto di un ricattatore. Classico film giudiziario con l'innocente alla ricerca della verità, reinterpretato nella maniera più piatta e banale possibile, imbastendo un plot flaccido e prevedibile. Se la prima sequenza (l'aspirante suicida che scopre il cadavere) mostra un minimo di originalità, si scivola ben presto su un livello da telefilm anni 70 di quart'ordine, assolutamente inaccettabile per un film uscito nell'89. La storiellina d'amore tra i due protagonisti corona degnamente il nulla.
Non un granché, anche se parte bene e la storia sembra promettente; poi si sgonfia tra un ritmo lasco e una sceneggiatura che propone un po' troppi cliché nella costruzione dei personaggi e della vicenda. La soluzione finale poi non è molto soddisfacente, concludendosi un po' troppo in fretta e senza vera tensione. Comunque buono il cast, con Reynolds e la Russell in ruoli tagliati su misura per loro.
Michael Crichton HA DIRETTO ANCHE...
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Il film di Crichton, scrittore e regista, è realizzato appositamente come fosse stato girato negli anni settanta.
Da Wikipedia:
Delle sue opere si può dire quindi che tutte le storie siano delle ucronìe, ovvero presentino scenari alternativi alle tesi di partenza, quella verificatasi nella realtà. In pratica rispondono alla domanda: cosa accadrebbe se una delle ipotesi originarie fosse sbagliata o non andasse per il verso giusto?
Alcune opere di Crichton utilizzano la tecnica del "falso", ovvero includono nel testo documenti scritti nell'esatto stile dell'epoca del racconto che creano incisivi effetti di verosimiglianza tali da ingenerare nel lettore (e nello spettatore) dubbi sulla loro storicità o imprimere significative evoluzioni alla trama.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Il giallo del martedì", 12 maggio 1992) di Il corpo del reato: