L’esordio cinematografico di George Lucas è all'insegna della fantascienza più ambiziosa e straniante. Il futuro è visto come un alienante mondo di uomini ridotti ad automi guidati da regole rigide (specie riguardo al sesso, tanto per cambiare). Ma THX 1138 (che è poi il titolo originale del film nonché, abbreviato, il nome della celebre certificazione della massima qualità audio inventata dall'Industrial Light & Magic di Lucas) non ci sta e, pur non apparentemente rintronato come i suoi simili, cercherà di evadere dallo standardizzato universo sotterraneo in cui si (soprav)vive. L'impatto visivo col quale Lucas rappresenta il futuro è affascinante: un bianco sparato che investe il set e i...Leggi tutto costumi, il costante martellamento (in sottofondo) di voci cantilenanti e numeri che compaiono in primo piano (un po' come accadeva in ALPHAVILLE), poliziotti con impersonali maschere d'acciaio... Tutto ben studiato (soprattutto per celare in qualche modo la ristrettezza drammatica del budget), ma è solo superficie. Dietro l'originalità della messa in scena si nasconde un film tremendamente noioso incomprensibile, sceneggiato male e clamorosamente privo di veri contenuti capaci di andare al di là di una sommaria critica all'uniformità e al conformismo (discorso risaputo, peraltro), estrinsecato attraverso sguardi spenti (a che servivano due “star” come Robert Duvall e Donald Pleasence se devono recitare i privi di espressione?), ripetitività nelle azioni... Dura un'ora e mezzo ma sembrano tre: dialoghi che si perdono nel vuoto, precisazioni tecniche superflue... Meno originale e profondo di quanto sembri: Lucas ha giustamente preferito deviare poi verso la semplicità di GUERRE STELLARI.
L'esordio di Lucas è all'insegna del cinema sperimentale, sua prima passione. Il soggetto è da fantascienza ma la trattazione sfugge ad ogni concessione commerciale. Gli archetipi della sci-fi servono a Lucas per imbastire una storia, soprattutto visiva, che si ispira a Metropolis, Fahrenheit 451, 2001 ma anche a 1984 di Orwell. Ostico in quanto molto antinarrativo, si concede un po' al pubblico nella scena finale. Pochi effetti speciali, almeno nella versione originaria, offre una fantascienza molto "documentaristica". Vi sono già i prodromi di Star Wars.
Lucas immagina un futuro da Grande Fratello, de-sessualizzato e totalmente alienante; ma esagera con l'operazione claustrofobica e non si può parlare di trama godibile. Da ricordare le camere di rieducazione, il processo al protagonista (unico momento in il "pensiero unico" sembra porsi delle domande) e l'inseguimento finale. Buone le scenografie, ma il film mantiene le caratteristiche da b-movie anche se fu prodotto da Coppola e - strano - si avvaleva della recitazione di Duvall e Pleasance. Nota: i titoli di testa scorrono nel verso contrario.
MEMORABILE: Sono stati rinvenuti germi di pensiero, provvediamo alla disinfestazione.
Delusione pazzesca. Ho una mezza idea che le caratteristiche positive che gli sono da molti riconosciute siano una costruzione mentale di chi ha visto il film DOPO che il regista aveva raggiunto il successo di critica e di pubblico, quindi bisognava trovarvi dei meriti. Noioso, ripetitivo, quasi incomprensibile, quasi da evitare.
Incredibile pensare che questo film dal budget risicato e con un contenuto umanista in linea coi suoi tempi sia l'opera di esordio del regista più tecnologico e restauratore dei nostri tempi. "THX1138" sconta una trama poco chiara ma resta anche a liello visivo e grazie alla necessità divenuta virtù (le guardie, il bianco, i primissimi piani) molto affascinante, memorabile esempio di fantascienza adulta di cui non ci sarà più traccia nella futura produzione di Coppola. Imperfetto, un po' scoordinato ma affascinante. THX1138 sarà il nome del sistema audio brevettato da Lucas.
Opera seminale della fantascienza anni '70 e piccolo capolavoro del genio di Lucas che mai faceva presagire le Guerre stellari. Forse un po' Tarkovskijano in alcuni passaggi, ma con momenti che rimangono nella memoria: i poliziotti robot, la corsa di thx nell'immensa galleria inseguito dai chips-droidi, le scene d'amore (asettiche) tra thx e la sua compagna, l'alienazione che regna con la voce del "grande fratello", che inculca una purezza fatta di lavoro e apatia. La visione non è facile, ma resta indimenticabile. Piccola particina per Sid Haig.
MEMORABILE: Il finale, assolutamente geniale (per l'epoca).
Una notevole e originale sensibilità visiva (fondata su un nitore accecante e inquadrature sopraffine) al servizio di una storia contenutisticamente velleitaria (ennesima fuga da un mondo perfetto e alienante) e narrativamente superficiale e confusa, scritta giusto in funzione dell'esibizione della bravura tecnica del regista (bella la prigione senza muri), che nell'esordio recupera l'idea del corto Electronic Labyrinth. Tanto stupefacente (nelle immagini) quanto inconsistente nel plot, nei dialoghi e in tutto il resto. Un esercizio di stile, comunque coraggioso, comunque noioso.
Si capiscono, dalla scelta delle scenografie, dalla pulizia estrema delle immagini (comprese le teste rasate) e da alcune elucubrazioni sulla religione, le intenzioni autoriali del regista. Emergono però incongruenze che mal si innestano nel contesto futurista e supertecnologico che pervade tutta la pellicola. Come mai se c'è questo gran controllo sull'essere umano, specialmente sul sesso (sempre li si cade), non si è provveduto a creare uomini privi di istinti amorosi e donne private degli organi per la riproduzione? Noia nonostante un bravo Duvall.
Ingiustamente maltrattata dalla critica ufficiale e non, è una piccola chiccha fantascentifica che avrà una discreta influenza sul genere. Colpisce ovviamente per
una messa in scena molto particolare e visivamente abbagliante (in tutti i sensi) in
cui nulla è fuori posto o lasciato al caso. Complesso, a tratti criptico e un pò inconcluso, ma di sicuro fascino. Chiare le influenze letterarie: profondamente orwelliano ma a tratti anche dickiano. Di non facilissima visione, ma appagante.
Rifacendosi al modello orwelliano (e concentrandosi sui rapporti umani) Lucas compone quello che è probabilmente il suo miglior film. Allucinante distopia che, nella sua straniante antinarratività, sa riprodurre un futuro inquietante e disumanizzato, asettico, imbevuto nella candida purezza del nulla più assoluto, dove l’essere umano è meccanicamente parte di un processo transitorio. Cecità di spirito e anima. La morte è mezzo utile per progredire in nome del Sistema. Gigantesco l’impianto figurativo. Straordinario esempio di sci-fi adulta.
La fantascienza politica, la società totalitaria, un po' di Orwell, un po' di Huxley (la droga); ma anticipa La fuga di Logan e nelle trovate Lucas dimostra (già) una certa maturità nell'affrontare il genere. Buona la prova di Duvall, molto valida la ricostruzione degli interni, chiusi, angoscianti; e davvero poetico il momento finale. Il cuore del film è l'alienazione a cui la società burocratica costringe l'uomo, che affligge lo spettatore (ovvio effetto voluto) rendendosi pco sopportabile.
Rivisto dopo alcuni decenni, continua a suscitare in me le stesse impressioni avute dopo la prima visione: film curato visivamente e tecnicamente ma assolutamente vuoto e noioso nello svolgimento. Lucas ci ripropone il solito futuro distopico al quale qualcuno si ribella e lo fa con una narrazione piatta e monocorde che vorrebbe, forse, far empatizzare con i protagonisti ma che ottiene lo scopo di rendere difficoltoso arrivare alla fine dell'ora e mezza scarsa di proiezione. Probabilmente meglio il corto del quale questo film è un ampliamento.
Mondo distopico disumanizzato e coatto, ossessivamente ripetitivo nelle forme, alienato nei contenuti, criptico e ripiegato su se stesso nel linguaggio, emotivamente asettico, maniacalmente pulito; vuoto di emozioni e di libera sostanza pensante (con diegetiche eccezioni). L'oggetto traduce figurativamente le suddette caratteristiche, ovvero ne è il correlativo visivo, la dimostrazione in immagini. Risultato non fluido, talvolta asfittico; probabilmente logorroico, con certe rigidità e palesi rischi di contorcimenti retorici.
Il primo lungometraggio di Lucas mette in scena un futuro distopico di chiara derivazione orwelliana in cui confluiscono temi ancora attuali come la globalizzazione, il consumismo e la ribellione al sistema. Difficile credere che questo piccolo film sperimentale quasi privo di dialoghi sia opera del futuro autore di Guerre stellari. In ogni caso - e malgrado la scarsità di mezzi - resta un’appagante e originale esperienza visiva. Il soggetto è stato ripreso in forma commerciale per La fuga di Logan. Consigliabile nella versione Director’s cut.
MEMORABILE: La cella senza mura di accecante bianchezza; Le pulsioni sessuali sfogate con ologrammi erotici; L’incontro con l’uomo di colore; La fuga finale.
Interessante film diretto da Lucas, che mostra un futuro dominato dal rigore e dalla freddezza matematica dei numeri, vere divinità di un nuovo corso in cui l'essere umano è semplicemente una macchina tra le macchine. Bello lo spunto esistenzialista della preferibilità di un luogo in cui tutto è determinato, piuttosto che di una vita soggetta all'incertezza, nella quale l'uomo è effettivamente responsabile delle proprie azioni. Un po' confusionario e semplicistico in certi aspetti alla base del soggetto, offre però svariati spunti di riflessione.
THX come nuovo Adamo e LUH come sua Eva tentatrice che non risveglia la coscienza offrendo la mela proibita, ma togliendo le sostanze somministrate da uno Stato teocratico che allinea le menti tramite repressivi farmaci obbligatori. Asettico e disumanizzante, è dominato da una ossessiva freddezza che amplifica l'angoscia impotente di fronte alla codificazione numerica della propria esistenza controllata in remoto. Ambizioso, avanguardista, estremo. Questa gelida esasperazione incorporea in high-key lo rende visivamente sbalorditivo, ma forse eccessivamente astratto nei concetti.
MEMORABILE: Le guardie che ripetono ossessivamente: “Andrà tutto bene”; Le pazzesche riprese nei tunnel di San Francisco a bordo di una Lola T70 Mk3 modificata.
La miglior fantascienza cinematografica. Film di inquietante, veridica anticipazione, il quale si delinea come avvio alla consapevolezza delle insidie della cosiddetta "intelligenza artificiale", che gli abusi di un potere tanto anonimo quanto totalitario asserve, in questa storia incentrata sul cammino di salvezza di uno, ad annientamento di volontà e di pensiero umani. Raccomandabile la sua visione, specialmente ai nostri giovani.
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Zender ebbe a dire: Curioso il fatto che venga messo in risalto soprattutto la produzione di Coppola rispetto a Lucas, scritto in piccolino (in effetti Star Wars doveva ancora arrivare)... Ma erano davvero gigantesche creature d'acciaio Buio? Io non ricordo...
No, non ricordo "gigantesche creature d'acciaio", se non i poliziotti droidi, che "giganteschi" non erano...
Non mi stupisco, all'epoca, Lucas, era "nessuno" praticamente...
Ha ha, veramente comica la frase del flano (vedasi curiosità) che cita le gigantesche creature d'acciaio.
Parlando del film: mi attirerò le ire di molti ma Lucas non mi ha mai convinto. L'unico suo film veramente valido, a mio giudizio, è American graffiti (anche il suo unico non fantascientifico).
Questo esordio (nel lungometraggio) è ben realizzato tecnicamente e visivamente, ma si regge su nulla ed è tedioso assai.
DiscussioneZender • 26/08/14 09:07 Capo scrivano - 48345 interventi
Io tra quelli tediosi ci metto anche American graffiti, a dire il vero. Il suo vero e unico capolavoro per me resta sempre STAR WARS. D'altra parte non è che abbia fatto molto altro come regista, a parte i tre film della seconda trilogia.
Caesars ebbe a dire: Come SF pessimistica settantiana ho preferito sicuramente 2022 i sopravvissuti e 2002 la seconda odissea rispetto a questo Lucas.
Oddio, in realtà e quasi tutta la SF settantiana a essere pessimistica...
Credo che il primo lungometraggio di Lucas sia la quintessenza del totalitarismo orwelliano, davvero angoscioso e terrificante come pochi
CuriositàRaremirko • 22/10/14 23:33 Call center Davinotti - 3863 interventi
* Nell'inseguimento finale, il produttore esecutivo Coppola suggerì che la base per il suono delle moto fossero urla di donne
* La creatura wookie venne riusata in Star Wars
* Il tuono ed il pugno furono gli unici suoni preesistenti usati nel film; gli altri furono fatti ad hoc
* Alcuni momenti musicali includono musiche liriche suonate al contrario
* Nell'ultimissima scena, la persona che si vede non è Duvall ma Matthw Robbins
Fonte: extra della versione 2 DVD
HomevideoRocchiola • 16/02/20 11:25 Call center Davinotti - 1278 interventi
Io consiglio la visione della versione director's cut del 2004 che migliora un pochino gli effetti e rende narrativamente un po' più scorrevole la vicenda senza tradire il minimalismo originario della pellicola. Credo anche che sai l'unica versione uscita in DVD con la special edition a doppio disco pubblicata dalla Warner appunto nel 2004. Il suddetto DVD è fuor catalogo ma si reperisce tutt'oggi a prezzi decisamente abbordabili anche nella versione inglese che presenta comunque la traccia audio italiana. Le immagini presentate nel corretto formato panoramico 2.40 sono state restaurate e si presentano perfettamente pulite e nitide. L'audio rielaborato in 5.1 è piuttosto potente e chiaro ed esalta al meglio l'originale commento sono d Schifrin. Nel disco bonus è stato anche inserito il cortometraggio Electronic Labyrinth: THX 1138 4EB, presentato da Lucas come lavoro finale al master di cinema che aveva frequentato e da cui ha tratto il soggetto di questo film. All’estero è disponibile dal 2010 anche in bluray sempre marchiato Warner ma in ogni caso privo della traccia audio nostrana.
CuriositàRocchiola • 16/02/20 20:09 Call center Davinotti - 1278 interventi
Nella versione director's cut del 2004 tra piccole aggiunte ed effetti aggiuntivi è apparso un chiaro omaggio di Lucas al suo Guerre stellari. Nella scena in cui THX 1138 lavora alla costruzione di una specie di automa, infatti, pare di riconoscere l'inconfondibile sagoma di C3PO. Ecco una schermata che ho catturato dal DVD della special edition del film: