Karamazov - Film (1958)

Karamazov
Locandina Karamazov - Film (1958)
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Titolo originale: The Brothers Karamazov
Anno: 1958
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Karamazov

Note: Aka "I fratelli Karamazov".

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Tutti i commenti e le recensioni di Karamazov

TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/07/12 DAL BENEMERITO ADDISON
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Addison 9/07/12 19:23 - 90 commenti

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Traspare un'ammirazione sincera per la monumentale opera di Dostoevski; ma nessun film e certamente nessun film hollywoodiano degli anni '50 poteva rendere con fedeltà non solo l'articolata vicenda ma anche la complessità filosofica del romanzo. Il film è però un volenteroso tentativo, ed evita (spesso) il kitsch sempre in agguato in operazioni di questo tipo. Degli attori resta impresso soprattutto Cobb come sanguigno e ipocrita patriarca, ma anche la Bloom non è male. La Schell è una Grushenka troppo eterea, ma sua è la scena più famosa.
MEMORABILE: Grushenka (una radiosa Maria Schell) balla una danza gitana incalzata dal battito di mani di Yul Brynner.

Galerius 15/07/15 15:24 - 27 commenti

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Non era facile portare sullo schermo il capolavoro di Dostojevskji e Brooks se la cava tutto sommato egregiamente, pur con inevitabili, per la Hollywood dell'epoca, sforbiciate e tradimenti (il lieto fine). Il cast è eccezionale, Brynner e Cobb sono pienamente in parte (notevole la verve istrionica del secondo), evitati il kitsch e il macchiettismo. Insomma, promozione piena per un film che fa piacere vedere e rivedere.
MEMORABILE: Il Fedor di Lee J. Cobb, in particolare nella scena dell"arbitrato" di padre Zosima.

Faggi 2/08/16 21:34 - 1551 commenti

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Qualcosa funziona (la fotografia dai preziosi cromatismi, certe interpretazioni, alcune scene topiche); qualcos'altro decisamente no (il finale, specialmente, che è un vero tradimento concettuale alla poetica di Dostoevskij). Ma è Hollywood e un po' di indulgenza è necessaria per apprezzare quel che c'è di riuscito, altrimenti è meglio lasciar perdere e gustarsi l'italico sceneggiato televisivo, che come atmosfera ed esiti poetici è molto meglio.

Osella 3/11/17 10:52 - 7 commenti

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Un ottimo film, con un Brynner magnifico (all'apice del suo successo) e azzeccato nella parte dell'uomo tormentato dall'amore e dall'odio e un William Shatner non ancora Capitano Kirk bravissimo. Buona anche la musica di Kaper, specialmente nei momenti in cui si descrivono i tormenti di Brynner/Dmitri e quando questi per la prima volta incontra Grushenka. Da riguardare sempre con godimento.
MEMORABILE: Prima di essere arrestato, Dmitri a Grushenka: "Darei tutta la mia vita per un anno, un giorno, un'ora del tuo amore".

Saul 7/08/19 12:18 - 11 commenti

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Un film bellissimo con uno Yul Brynner nel pieno del suo successo. Il film rievoca, o cerca per quel che era possibile, la Russia del XIX secolo e in particolare la tormentata famiglia Karamazov, fra odio e amore. Bravissimi Basehart e Salmi. Le musiche del polacco Kaper sono meravigliose, specialmente quando Yul Brynner incontra per la prima volta Grusenka. Eccellente Brynner nel ruolo di Dmitri, per lui un ritorno nella "sua" Russia natia.
MEMORABILE: Yul Brynner a Grusenka: "Darei tutta la vita per un anno; Un giorno; Un'ora del tuo amore"; Quando Dmitri chiede scusa a Snegiryov avanti al figlio.

Cerveza 9/07/23 13:48 - 935 commenti

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Anime dannate scivolano ansiose attraverso interni mistici pennellati da chiaroscuri a tinte fiammeggianti; ambienti caldi e dorati come icone bizantine. Tutte le declinazioni dell'animo umano vengono scomposte e sublimate in fisicità distinte. L'aspro fascino di Brynner è perfetto nel suo ruolo, mentre l'angelico sorriso della Schell era forse più adatto alla remissiva Katja, così come Shatner è troppo bello e virile per fare l'asceta. Ma Hollywood ha le sue regole commerciali e si permette di correggere Dostoevskij per semplificarlo e renderlo più rosa e appetibile. Perdonati.
MEMORABILE: La casa del capitano Snegirëv: mistica; La veglia funebre di Fëdor Karamazov: solenne; Il sorriso celestiale di Maria Schell: disarmante.

Daniela 18/12/23 11:00 - 13376 commenti

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Impresa quasi impossibile, portare sullo schermo un capolavoro della letteratura tanto poderoso e complesso la cui trasposizione richiederebbe tempi più distesi e ritmi più riflessivi, ma Brooks se la cava evitando per quanto possibile il kisch sempre in agguato in operazioni di questo tipo, soprattutto se prodotte nella Hollywood degli anni Cinquanta. Merito di una sceneggiatura che molto taglia - ma senza tradire - e della buona prova complessiva del cast a partire dall'imperioso Brynner nei panni del ribelle Dimitri, anche se si fatica a vedere in Schell una credibile Grusenka.

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