La maschera di cera - Film (1953)

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La maschera di cera
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: House of Wax
Anno: 1953
Genere: horror (colore)
Note: remake del film omonimo
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E’ i remake del classico omonimo (almeno nel titolo italiano) firmato da Michael Curtiz nel 1933. Molto considerato dalla critica, ma anche molto datato, HOUSE OF WAX comincia subito con un prologo troppo lungo, che prima di approdare al fatidico incendio che sfigurerà il protagonista ci presenta un Vincent Price estremamente orgoglioso delle sue sculture di cera, un critico ansioso di parlarne bene, un socio decisamente più interessato ai soldi che all'arte. Poi l'incendio, la scazzottata nel museo in fiamme e si comincia per davvero. Tuttavia, se si esclude un suggestivo inseguimento notturno tra le strade immerse...Leggi tutto nella nebbia, l'orrore si percepisce ben poco, nel film. L'interesse è piuttosto volto a dare spessore alla vicenda attraverso i dialoghi e all'interpretazione ben calibrata di Price (ancora piuttosto lontano dagli istrionismi che ne caratterizzeranno la futura carriera nell'horror); dall'altra il regista André De Toth deve dare un significato alla scelta di aver girato il film in 3-D e fa lanciare verso la cinepresa palline da ping pong, gambe di ballerine, sedie... Molto importante la fotografia di Bert Glennon, contrastata e ricca di blu e di rossi e discreto l'apporto di Gordon Bau in sede di make-up: la maschera che ci mostra il Price sfigurato suscita più ilarità che terrore, ma quando il nostro si aggira di notte con cappellaccio e mantello l'effetto è rimarchevole. Ben ricreato l'antro stregonesco in cui si lavora la cera tra penteloni e alambicchi, abbastanza scorrevole il ritmo. Finale un po' tanto sbrigativo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/08/06 DAL DAVINOTTI
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Puppigallo 9/07/07 18:50 - 5250 commenti

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La forza del film è Vincent Price, in un'interpretazione delle sue (un uomo non capito, con un dono, calpestato da chi lo dovrebbe sostenere e apprezzare). La pellicola ha ormai un'età (e si vede tutta), ma nonostante questo, i dialoghi (quando c'è Vincent) sono tutti da gustare (la descrizione delle statue al futuro socio. La spiegazione del suo marchingegno) e alcune scene (l'incendio. Nella stanza di lei) hanno ancora un certo impatto. Nota di merito per il fedele servo Igor (il muto Bronson). Quello che si dice un buon film.
MEMORABILE: Price spiega al futuro socio che lui i capelli, alle statue di cera, li attacca a uno a uno.

Undying 29/12/07 10:59 - 3807 commenti

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C'era già stato un Mystery of the Wax Museum, diretto nel lontano 1933 da Michael Curtiz (da noi -ovviamente- distribuito come "La Maschera di Cera"). Per quanto strano, a conti fatti, il titolo precedente è ben più impressionante (e già a colori) di questa rivisitazione (che non sarà nè l'ultima, nè la peggiore). Sul titolo specifico si può solo lodare la sempre pregevole presenza di un attore teatrale del calibro di Price, in grado di appassionare nel ruolo (più che adatto) del professor Henry Jarrod. Meritevole d'esser visto, più d'una volta.

B. Legnani 31/12/07 01:18 - 5519 commenti

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Una pellicola discreta, non proprio apportatrice di tensione, ma condita con un Vincent Price che è sempre un piacere guardare. Qui non è tonitruante come magari si vorrebbe, ma coltiva e raccoglie occhiate e piccoli gesti delizianti. Cast secondario non proprio rimarchevole, ma il film è Price e Price è il film.

Ciavazzaro 23/10/08 16:54 - 4768 commenti

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Ottima seconda versione, dopo la prima diretta negli Anni Trenta da Curtiz. Vincent Price è il madman protagonista della pellicola (unica pecca nel doppiaggio italiano: non è doppiato dal solito Emilio Cigoli e la sua caratterizzazione per questo ci perde parecchio), belle le statue di cera, l'incipit, il teso finale, la morte dell'amica. Davvero un piccolo classico, indubbiamente da vedere.

R.f.e. 22/08/09 12:27 - 816 commenti

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Da ragazzo, pur non essendo un fan del cinema horror, gradivo molto questo film. Ottimo Price e i comprimari. Mi piaceva soprattutto la sequenza in cui la bella Phyllis Kirk (attrice purtroppo scomparsa abbastanza di recente) ha le caviglie bloccate nella cassa e Price le sta per colare addosso la cera fusa: non si vede praticamente nulla di "erotico", ma la pelle bianchissima della Kirk, quei piedini... uhmmm, insomma, ti fa capire cosa intendesse Ado Kyrou con la frase "i lampi di erotismo nei B-movies hanno sempre fatto la mia gioia...".

Pinhead80 24/11/10 18:20 - 4715 commenti

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La furia vendicatrice di Vincent Price si abbatte su coloro che disdegnano l'arte dopo che per una colluttazione tutte le sue opere d'arte vengono bruciate da un incendio (e anche lui ci rimette la faccia). Il carisma del protagonista e una trama ben congegnata fanno sì che sia un buon film. L'orrore più che essere visibile è sotteso, nascosto, come il volto di Price coperto dalla maschera.

Galbo 1/12/10 05:54 - 12372 commenti

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Remake del film di Curtiz (risalente agli anni ’30) ne segue abbastanza fedelmente la trama ma colpisce molto meno nel segno in quanto a differenza del precedente appare maggiormente datato. Certo, alcune scene mantengono un forte impatto e il film si caratterizza per l’ottima prova di Vincent Price, neo (all'epoca) astro nascente del genere horror, la cui prova veramente personale permea totalmente la vicenda.

Giacomovie 22/05/11 13:16 - 1397 commenti

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Girato in uno sperimentale 3D, è un horror essenziale e concreto dai colori vivaci. Ricalca fedelmente l'omonimo (e migliore) film di 20 anni prima e vi si trova un'abile manipolazione della discreta tensione, a cui manca il culmine di un finale adeguato. Qualche fugace rimando erotico. ***

Giùan 5/07/11 17:48 - 4528 commenti

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Lussureggiante confezione Warner Bros (c'è perfino una sperimentazione di 3D) per questo remake robustamente diretto dal sempre ottimo Andre De Toth. La componente gotica del soggetto è ben temperata da abbondanti sfumature di sottinteso ironico, nelle quali ovviamente giganteggia quel Maestro di understatement che era Vincent Price. Non banali se pur superficiali i paralleli su arte e vita, muta ma intensa interpretazione del giovanissimo ma già segnato Bronson e perfino un tocco di erotico feticismo quasi Bunueliano: i polsi e piedi nudi della Kirk.
MEMORABILE: La lotta nel museo in fiamme; l'insistenza delle inquadrature sulle estremità nude di Phillys Kirk.

Von Leppe 5/08/13 20:14 - 1256 commenti

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È un remake ma sarà precursore di molti horror e può contare sulla buona interpretazione di Vincent Price, che diventerà un'icona del genere. Ottime ricostruzioni delle statue di cera e notevoli scenografie, negli interni ma sopratutto nelle vie notturne, con un'interessante fotografia. Alcune scene sono memorabili, tra cui il delitto dell'impiccato nell'ascensore. Ci sono trovate fatte su misura per il 3D come il tizio che gioca con le palline e c'è un giovane Charles Bronson nel ruolo di Igor.
MEMORABILE: "Ci vuole un pizzico di pazzia per il tuo mestiere!"

André De Toth HA DIRETTO ANCHE...

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Il Dandi 4/02/14 18:03 - 1917 commenti

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Come ogni film dalle larghe (e ingenue) concessioni alla spettacolarità d'epoca (fu girato e distribuito in formato stereoscopico: un effetto 3D impossibile da apprezzare oggi), si mostra inequivocabilmente datato; colpa anche di uno script che indugia troppo all'inizio e diventa troppo frettoloso nello svolgimento. Tuttavia quella dello scultore assassino è una delle maschere più iconiche di Vincent Price, e la sua interpretazione cult basta a consegnare la pellicola alla storia dell'horror.
MEMORABILE: La testa di Charles Bronson (il giovane aiutante muto) tra le maschere di cera.

Lythops 31/07/15 11:57 - 1019 commenti

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Se Vincent Price dà prova di quel talento che svilupperà nel cinema di genere, De Toth dirige un film non del tutto all'altezza del precedente degli anni '30 ma fedele alle paura dell'epoca, con "l'uomo nero" in abito macabramente svolazzante nei vicoli nebbiosi, un volto (ben) sfigurato, giochi d'ombre e una buona fotografia. La scenografia, non particolarmente apprezzabile nei vicoli ricostruiti, si fa più interessante negli interni. Meraviglioso il doppiaggio, ma si sa che allora era tutt'altra cosa; musiche invadenti.
MEMORABILE: L'omino con la racchetta da ping pong: perché nessuno lo ha ucciso?

Cotola 8/09/15 13:55 - 8998 commenti

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Discreto rifacimento del classico di Curtiz. C'è un certo gusto visivo che conferma le buone qualità di un regista come De Toth che non era certo l'ultimo arrivato. Il meccanismo thrilling non è il massimo, ma gli ultimi minuti (sebbene siano "risaputi" allo spettatore contemporaneo) sono orchestrati in maniera efficace. Poi ci si può godere l'ottima prova di Price nonché i trucchetti e gli alambicchi che servono a creare le statue di cera. Forse gli anni ne hanno sminuito il valore, ma resta comunque un "filmetto" non male.

Rufus68 2/08/16 08:31 - 3819 commenti

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A parte Vincent Price che, per la gioia degli amanti del genere, gigioneggia da par suo, c'è davvero poco nel film in termini di tensione e atmosfera. A nuocergli è, probabilmente, anche il fatto d'essere un remake: il colpo di scena principe cade, perciò, senza sorprese; la regia di de Toth, sola corretta, non ha la forza d'infondere nuova linfa al soggetto. Di rilievo l'ugola della protagonista (almeno nel doppiaggio).

Daniela 16/03/18 20:01 - 12606 commenti

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Sfigurato e reso folle dell'incendio che ha distrutto il suo museo di statue di cera, uno scultore ne apre uno nuovo, dopo aver messo a punto un procedimento innovativo per modellare le figure... Presentato come il primo film in 3d, ma non è questo il principale titolo di merito del film: qui Price fa il suo trionfale ingresso nel genere horror, a cui deve fama imperitura, dopo aver prestato anni prima solo la voce ad uno degli uomini invisibili dello schermo. Opera elegante come il suo protagonista, qui affiancato come compare di nefandezze da Bronson, ceffo muto ma molto espressivo.
MEMORABILE: La testa immobile del muto Igor, accanto ad altre teste di cera, muove gli occhi rivelando la sua vera natura

Fedeerra 16/10/21 06:45 - 770 commenti

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Meno visionario rispetto al capostipite ma più accurato nella presentazione dei personaggi, nella struttura narrativa e nel passaggio logico di causa-effetto. Il film di André De Toth è comunque forgiato e sovrastato da una cornice e da un timpano di stampo gotico assai classico, e basa buona parte della sua forza evocativa nel personaggio - diabolico e ammaliante - di Vincent Price. Ottima la fotografia del duo Glennon/Marley, altisonanti le musiche di David Buttolph.

Anthonyvm 26/06/22 15:53 - 5615 commenti

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Versione aggiornata ma piuttosto fedele del piccolo cult di Michael Curtiz, che ne colma le mancanze più evidenti (la palette di colori limitata e l'assenza di musiche) e rimpiazza intelligentemente la figura di Atwill con Vincent Price, che con questo ruolo sembra prepararsi al futuro trionfo come Dr. Phibes. Fanno sorridere come sempre le sequenze gratuitamente pensate per stupire il pubblico con le meraviglie del 3D (gli oggetti lanciati contro l'obiettivo, le acrobazie con paddle ball), ma l'autoironia dei dialoghi in merito al "sensazionalismo" delle attrazioni medica l'effetto.
MEMORABILE: Le statue di cera perdono i bulbi oculari tra le fiamme; Il viso sfigurato di Price; Gli occhi delle "sculture" che si muovono; La cera rosa bollente.

Pesten 21/05/23 10:04 - 785 commenti

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Pur con i suoi difetti, ancora oggi ha fascino grazie ad alcuni elementi di spicco. Inutile dire che uno di questi sia la prova di Price, qui al suo "debutto" come protagonista e capace di confezionare con i suoi modi unici il personaggio affidatogli. Ottima l'atmosfera che si crea grazie alle scenografie e alla ricostruzione certosina degli ambienti e delle sculture di cera, in maniera molto simile a quello che sarà il trademark della Hammer, se vogliamo. Tutto questo si riscontra soprattutto nella prima parte del film, che soffre invece un leggero calo andando verso il finale.

Siska80 6/10/23 09:46 - 3714 commenti

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Socio privo di scrupoli distrugge la vita di un artista. Reazione a catena. Le statue di cera tali rimangono non avendo niente di vivido, ma i calchi dei volti sono eseguiti in maniera soddisfacente; in merito alla trama le analogie col successivo film del 1992 si colgono sin da subito (la scaltra protagonista, le incursioni notturne "mostruose", tutta la parte conclusiva), mentre la regia ha un dinamismo decisamente avanti coi tempi (bella la sequenza dell'inseguimento per le vie deserte). Nel complesso niente male, sebbene i momenti macabri siano distribuiti con il contagocce.
MEMORABILE: L'impiccagione simulata: La testa vera mimetizzata; Il furto all'obitorio.
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  • Curiosità Undying • 19/01/09 00:21
    Risorse umane - 7574 interventi
    Remake sperimentale di un capolavoro, proposto nel prestigioso effetto tridimensionale. Il regista André De Toth (1912-2002) si dimostrò particolarmemnte interessanto al processo 3D, tanto da avere scritto un articolo del procedimento sull'Hollywood Reporter. Peccato solo che il regista fosse cieco da un occhio, pertanto l'effetto (visivo) tridimensionale non avrebbe mai potuto provarlo!
  • Curiosità Ciavazzaro • 9/06/09 14:49
    Scrivano - 5591 interventi
    Nedrick Young che interpreta l'assistente Leon non avvenne accreditato nei titoli,dal momento che si trovava nella famigerata lista dei comunisti voluta da Mc Carthy.
  • Curiosità Undying • 30/10/09 13:39
    Risorse umane - 7574 interventi
    La maschera di cera: differenze tra l'edizione del 1933 e quella del 1953



    Il film ripercorre fedelmente lo stesso soggetto del suo predecessore datato 1933 e firmato da Michael Curtiz, essendo sostanzialmente diverso per scenografie e obiettivi nuovi, dettati dall'uso del 3-D: quindi sono presenti, in questa edizione, gli immancabili momenti di oggetti svariati (palline da ping pong, sedie e pure gambe: quelle delle ballerine di can-can!) fatti fluire dritti in faccia allo spettatore.

    Questo effetto tridimensionale, associato all'uso del Warnercolor (procedimento del colore fondato sulle matrici a base di blu, celeste e giallo) distanziano i due film: in particolare perché il primo ha taglio espressionista, garantito dall' abbondanza d'uso di linee oblique, scale tortuose, ombre oblunghe e statue simil creatura animata/inanimata.

    Restano inalterati rispetto al modello del 1933: il tema blando (ma presente) della necrofilia; il corpo e la sua controparte fisica ma priva di anima (le statue); l'ossessione di dare linfa vitale a corpi esanimi, direttamente prelevata dal più celebre Frankenstein.

    Il biennio 1953-1954 fu uno - dei tanti - che vide predominare l'uso del sistema tridimensionale, in quegli anni, oltre a questo La maschera di cera, fecero la comparsa, girati in 3-D, anche: Il mostro della via Morgue e Il mostro delle nebbie.
  • Homevideo Digital • 24/03/12 14:55
    Portaborse - 3973 interventi
    Dvd della A e R Productions disponibile dal 10/04/2012.
    Ricordo che il dvd region 2 della Warner dispone della traccia audio italiana.
  • Homevideo Undying • 30/09/12 14:22
    Risorse umane - 7574 interventi
    Dvd della A e R Productions:

    Qualità video del film sufficiente, audio (ovviamente mono) accettabile ed extra nulli.
    Formato immagine: un anacronistico 4:3 full screen.
    Linguaggi selezionabili: italiano, inglese, tedesco e spagnolo.
    Sottotitoli in italiano.
    Durata della versione: 1:24:39.

    Sotto: frame dal DVD A & R Productions
    Ultima modifica: 30/09/12 20:10 da Zender
  • Homevideo Von Leppe • 10/08/13 13:32
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    Il dvd della Warner Bros:

    Formato: 1.33:1 (4.3)
    Lingue: inglese, francese, italiano
    Durata: 1:24:41
    Extra: cinegiornale d'epoca, film originale in technicolor del 1933

    min 07:44

    Ultima modifica: 10/08/13 16:16 da Zender