Mah! Francamente mi è sembrato uno degli Hitchcock meno riusciti. Neppure un briciolo di vera tensione, una storia stiracchiata, alcune coincidenze che si perdonano forse in uno Stanlio e Ollio, non in un'opera, pure matura, del Maestro. Sarà che l'ho visto in giornata no, ma pure i personaggi principali non mi sono parsi molto simpatici... Dimenticabile.
Ultimo film del grande regista inglese e, pur non rientrando nel novero dei suoi migliori, ancora una volta una pellicola da vedere. Stupisce abbasta trovarsi di fronte ad un lavoro a metà strada tra il giallo e la commedia umoristica, dove l'ironia abbonda dall'inizio alla fine. Buoni tutti gli attori. Consigliato anche se va detto che è un Hitcchcock un po' sui generis.
Un Hitchcock diverso, quasi Colombico nella narrazione. I dialoghi sono la colonna portante del film; e gli attori (tutti bravi, soprattutto il gioielliere e il taxista, mentre la spiritista è un po' troppo macchietta) contribuiscono a mantenere a un buon livello il grado di attenzione, nonostante si tenda ad eccedere. Interessante l'indagine privata (al cimitero, col guardiano e il marmista). Mentre dei rapimenti, l'occultamento della stanza segreta è la cosa migliore. Comunque, quando la narrazione può fare a meno del ritmo, ci si trova al cospetto di un'opera riuscita. Peccato per il finale
MEMORABILE: La spiritista, in "trance", con le mani in faccia, sbircia tra le dita la reazione della cliente.
I destini di due coppie si intrecciano: una di piccoli truffatori, l'altra di criminali d'alto bordo. L'ultimo film di Hitchcock è un meccanismo perfetto, ben realizzato dal maestro della suspence, con gusto ironico per l'intrigo complesso e l'umorismo spietato. Ma dopo tanti capolavori, si sente più il mestiere che non l'invenzione, anche se l'opera è decisamente ottima. Bello il gioco di parole del titolo originale.
Non uno dei suoi capolavori, tuttavia una chiusura in bellezza. Trama brillante e molta ironia per raccontare la storia incrociata di due coppie: la prima criminale e sessualmente affiatata (Devane è affascinante come un cobra, Karen Black splendida nella sua tenuta "da riscatto"), la seconda composta da una sensitiva imbrogliona e da un tassista pigro, punzecchiato dalla compagna per le modeste prestazioni. Le pulsioni erotiche - presenti in tante altre opere di Hitchcock - qui hanno un tono leggero, costituendo un sottotesto che accompagna il giallo.
MEMORABILE: L'incrocio di vialetti al cimitero, la corsa nella macchina senza freni.
Lo "scherzo" mozartiano di Hitchcock; un film dal divertente meccanismo giallo-rosa alla Nick&Nora con un bel quartetto d'attori, tra cui spicca Barbara Harris. Però siamo lontanissimi dallo charme delle opere maggiori. Il film è un po' noioso ma si riscatta anche per alcune belle scene, come quella della corsa senza freni, che per un attimo si sviluppa citando Intrigo Internazionale (sceneggia Ernest Lehman). Certo, una bella sollevata dalle noie di Topaz!
...Vorrà catechizzare anche lei, dice Bruce Dern (il tassista), facendo il classico gesto del coito con la mano, riferendosi a un prete seduto in un bar con una bella signora. Forse è questa la chiave di lettura dell'ultimo lavoro di Hitchcock, dove le allusioni al sesso (più o meno velatamente presenti in tutte le sue opere) non sono mai state così frequenti. Anche le due coppie truffaldine sono unite dal "lavoro" ma anche e soprattutto dal sesso. La trama è originale e avvince quasi sempre, belle riprese e buona colonna sonora. Bye Hitch.
Il film è molto simpatico e avvincente, ma non è degno del suo autore. Hitchcock, che solo 5 anni prima ci aveva deliziato con un ottimo thriller, qui fa un film banalotto, costruito intorno a una serie di coincidenze ed equivoci. Insomma, il paragone con gli altri film di Hitchcock non regge: personaggi piuttosto stupidi e macchiettistici, un finale abbastanza prevedibile e coincidenze troppo macchinose. Notevoli invece le musiche di John Williams e le scene d'azione, girate benissimo. Insomma, Hitch ci poteva lasciare in un modo migliore.
MEMORABILE: La prima parte del film, poi si cade nel banale.
Ultimo film diretto dal Maestro del Brivido. Non è un capolavoro, ma è comunque assai godibile, specialmente sul versante comedy, interpretato dalla coppia Dern - Harris. Il versante thriller è prevedibile, ma non noioso e almeno la scena del rapimento vale da sola la visione. Ottimo il cast e bella colonna sonora.
Ultimo film del maestro inglese, rappresenta il commiato in grande stile di Alfred Hitchcock. La bella sceneggiatura di Lehman (lo stesso autore di Intrigo internazionale) consente al film di scorrere senza intoppi con atmosfere da thriller ma anche da commedia e giallo rosa e con sequenze dinamiche (quella dell'incidente stradale) alternate a parti maggiormente introspettive. Buona la prova del cast che impegna attori non notissimi ma decisamente adeguati alle loro parti. Bella colonna sonora di John Williams.
Come mi è successo con Rebecca, il mio problema con questo film è la protagonista femminile: troppo insensate le sue azioni, troppo fastidioso il suo modo di pensare, ma nonostante questa idiosincrasia per un personaggio (che di per sè, me ne rendo conto, è una cosa assurda), ottimo ultimo film di un regista che avrebbe meritato altri cent'anni di vita; non al livello dei capolavori ma ancora meglio di tanti presunti maestri del thriller di oggi.
Non all'altezza dei capolavori passati ma comunque un discreto film hithcockiano in
cui trovano spazio (come già nel precedente Frenzy) in maniera più diretta
ed esplicita del solito temi cari al regista: sesso, cibo ma anche la religione. Per
il resto la storia è abbastanza interessante e ben scritta: si veda il modo in cui le vicende delle due coppie si intrecciano tra loro in modo sempre più inscindibile.
Buon ritmo, divertimento, ironia e qualche bella scena ma senza i guizzi tipici del
maestro. Quel che si dice un buon film.
Ennesimo tentativo di Hitchcock (dopo Frenzy, riuscito solo a metà) di mescolare thriller e commedia, con risultati soddisfacenti solo a sprazzi. È innegabile che la sceneggiatura sia originale, la mano registica sicura, le interpretazioni di altissimo livello (bravissime Black e Nesbitt), ma tutto sa di eccessivo, di sopra le righe. È apprezzabile il tentativo di uscire dal seminato, ma anche ciò deve sempre essere fatto entro certi limiti, che Hitchcock qui purtroppo non rispetta. Ironico quanto si vuole, ma molto superficiale: deludente.
Quest'ultima fatica del Maestro appare un telefilm dilatato oltre misura, una commedia che non diverte e un thriller che non mette ansia. Girato senza alcuna ispirazione (e forse messo in scena dall'aiuto regista, viste le condizioni precarie di AH), il film svolge una trama scialba interpretata da attori ancora più scialbi. Non c'è una sola inquadratura che meriti di essere ricordata e se non fosse firmata Hitchcock la pellicola sarebbe passata inosservata. Il finale con la medium sembra tolto di peso da un episodio di Strega per amore.
Alfred Hitchcock chiude in bellezza una carriera piena di grandissimi film. Complotto di famiglia racchiude in sè tutti gli "ingrendienti" che hanno caratterizzato la filmografia del regista inglese: cinismo, suspence, umorismo nero ed azione di alto livello.
Uno dei film più hitchtcockiani di Hitchcock. Il suo cinema è la pura forma che crea il contenuto. In questa opera la forma diventa luminosa e trasparente eloquenza: due coppie di personaggi che, come linee grafiche, l’una Bianca (il Bene) l’altra Nera (il Male) disegnano lo spazio astratto del film inseguendosi e intersecandosi, creando una dinamica stilizzata di linee e contorni. Sotto la vernice brillante e colorata di un film giallo-rosa si inserisce il tema etico-religioso della colpa del rifiuto della procreazione e del bambino. Film modernissimo.
MEMORABILE: Barbara Harris è semplicemente strepitosa. Blanche che, nell'ultima inquadratura fa l'cchiolino allo spettatore, confessa che il cinema é solo finzione.
Alla fine si ricorda per quella vena ironica che lo attraversa in diversi frangenti ma che pare più nobilitare un'atmosfera da film tv che accompagnare una vera tensione. Gli attori si muovono bene ma i loro caratteri vengono progressivamente stemperati, fatta eccezione per Karen Black. 2 e mezzo.
Capolavoro ma anche film di commiato per il grande Hitchcock. Tutto è studiato a puntino, la sceneggiatura è una macchina perfetta e ogni passaggio ha una sua logica, le interpretazioni degli attori sono fantastiche, le invenzioni registiche si sprecano. Non mancano affilate critiche alla Chiesa, soprattutto nella scena della sepoltura nel cimitero. Nel finale il regista apre al fantastico, forse per rappresentare un ideale passaggio di testimone fra il thriller classico, di cui lui è stato un maestro, e il thriller che verrà. Da vedere.
L’ultimo lavoro del Maestro è una commedia cinica, spigliata e “sporcacciona” (irresistibili i siparietti sessuali più o meno espliciti) dove, tra una deriva rosa e una gialla, sono presenti non solo i tratti distintivi pulsanti del nostro ma anche un’interessante sequela d’inganni e sotterfugi paralleli, che via via s’avvicinano fino a intersecarsi in una spirale quasi thrilling. C’è qualche passaggio a vuoto e il ritmo alle volte è diseguale; per questo è sì film minore ma con la camicia.
MEMORABILE: Dern che fa il gesto del “rapporto sessuale” nei confronti di un prete che parla al tavolo con una ragazza.
Hitchcock si accommiata con una commedia thriller dai toni dolci. Adeguatamente ai più recenti, anche l'ultimo film si rivela piuttosto lento e condito da una comicità che stona sicuramente con la suspense, ma che in questo contesto potrebbe definirsi persino positiva. Sembra un Hitchcock consapevole di creare qualcosa di diverso da quello che ha sempre fatto, portando avanti due storie parallele che vanno a intricarsi forse un po' troppo forzatamente. Ne vien fuori un film gradevole, per l'esperta regia e il buon cast, ma non un gran lavoro.
MEMORABILE: L'intera sequenza in cui George tenta di mantenere il controllo dell'automobile.
Hitch cala il sipario sulla sua splendida opera con un prodotto degno della sua classe, forse scarno di brividi ma con una trama a intarsio di notevole interesse. Vi troviamo anche la consueta ironia, l'immancabile cameo (significativamente in controluce) e la maestria di alcune sequenze. Bene anche il cast, forse un po' sbrigativo il finale.
E' l'ultimo film di Hitchcock e questo forse ha contribuito a sopravvalutarlo leggermente. Si tratta di un piacevole connubio tra commedia e thriller in cui vanno a incrociarsi in modo accattivante (sia pure con qualche coincidenza di troppo, è giusto ammetterlo) le esistenze di due coppie agli antipodi. Ottimo Dern, bravi Devane e la Black, mentre il macchiettismo e l'isterismo della Harris a lungo andare infastidiscono. Un buon congedo, anche se non certo un capolavoro. Belle le musiche di John Williams.
MEMORABILE: La prima parte è senz'altro la più brillante, per quanto il finale risulti abbastnaza simpatico; La corsa dell'auto senza freni.
L’ago della bilancia sono i due protagonisti, la spiritista e il tassista, che possono risultare antipatici oltre che insoliti come tipologia di personaggi per un giallo di Hitchcock. L’intrigo c’è, anche se non affascina granché, ma viene forse sminuito dal tono da commediola di cui è imbevuto. Piuttosto insolito sotto alcuni punti di vista, ma comunque gradevole per chi apprezza la commistione giallo/rosa della pellicola.
La storia di due coppie: un taxista e una finta spiritista sulle tracce di novelli Bonnie e Clyde specializzati in sequestri di persona. Un Hitchcock decisamente minore, principalmente per via d'una sceneggiatura che privilegia la commedia senza mai affrontarla pienamente. Anche sul piano tecnico, insolitamente, la mano del Maestro è assente (prova ne sia la corsa senza freni, girata malissimo a dispetto dell'anno di realizzazione). Regia insolitamente sotto la media della convenzione per un film troppo lungo (2 ore) e poco divertente. Peccato.
Alfred Hitchcock saluta il mondo del cinema con un prodotto che mescola al suo interno i generi thriller, giallo e commedia. Il film dura un paio d'ore ma ha il pregio di non annoiare grazie a un ritmo sempre elevato e a un'ottima prova di un cast composto da attori azzeccati e in parte. Non è considerabile al pari dei grandi capolavori del maestro ma resta un ottimo film, con la tipica atmosfera anni 70.
Congedo in grande stile per Sir Alfred: un giallo alla vecchia maniera, disseminato di autocitazioni, a volte sussurrate (la Harris che quasi strozza il compagno con la cravatta, Frenzy), a volte palesi (il garage in Via Norman Bates, Psyco). Molto bravi gli attori, in ispecie il tassista Bruce Dern (che Tarantino promuoverà generale quarant'anni più tardi) e l'abile trasformista Karen Black. Magnifica la scena dell'auto senza freni. Dialoghi brillanti, buon ritmo e l'occhiolino finale è un grande regalo.
Nonostante un uso considerevole di ironia, ciò che funziona meglio nell'ultima opera del regista inglese è la forza dell'intreccio, che gestisce perfettamente le due vicende. E' meraviglioso il modo con il quale le due storie si intersecano. La regia è puntuale e corretta, con nota di merito per la discesa in automobile (che non era facilissima da gestire). Molto bene il cast, con un simpatico Dern e uno straordinario Devane (degno dei migliori antogonisti in Colombo). L'opera scorre bene e la qualità è omogenea; peccato per il finale leggermente fiacco.
MEMORABILE: Il gioielliere Adamson; La Black (travestita) che attraversa la strada; Il doppio lavoro di Dern; Al cimitero.
Due coppie si incrociano su un terreno comune, l'inganno; ma se la prima è buffa e pasticciona, la seconda affonda i suoi propositi nel sangue. Il maestro del brivido per eccellenza firma, senza saperlo, il suo ultimo film spargendo humour a profusione e capovolgendo alcuni must a cui ci aveva abituato, virtuosismi e bionde superstar incluse. Un modo superlativo di firmare un testamento artistico di straordinaria eleganza.
MEMORABILE: Il breve cameo del regista sotto forma di sagoma inconfondibile.
Hitchcock conclude la sua lunga carriera con una commedia virata in giallo basata sul dualismo tra due coppie opposte (ben caratterizzate, soprattutto dal lato femminile, grazie alle buone prove di Barbara Harris e Karen Black). Appare evidente la garbata leggerezza di questo lavoro, pervaso dal tipico humour del maestro, che qui ironizza su alcune sue ossessioni (sesso e cibo) e dirige con la consueta attenzione.
MEMORABILE: La corsa dell’auto senza freni; L’occhiolino di Blanche.
Hitchcock saluta il pubblico con una piacevole commedia gialla ricca d’ironia che racconta in parallelo le vicende di due coppie destinate progressivamente a incrociarsi. Sotto il sole della California si muovono una medium truffaldina insoddisfatta delle prestazioni sessuali del suo partner taxista squattrinato e due gioiellieri con l’hobby per i sequestri di persona. L’ambientazione e gli interpreti sono aggiornati al clima degli anni 70 acquistando in realismo ciò che perdono in fascino ed eleganza. Divertente malgrado la suspense moderata.
MEMORABILE: La frenata di fronte alla Black nero vestita; La corsa in auto senza freni; Il piede della Harris sul volto di Dern nell’auto capottata; Nel cimitero.
Una spiritista farlocca andrà alla ricerca di un uomo per un’eredità. Sceneggiatura che mischia bene le carte all’inizio e ricongiunge i pezzi senza essere forzata. Ingegnose le scelte dei rapimenti e classica impronta di Hitchcock con la macchina impazzita e i tentativi di fuga. Più che un thriller sembra una commedia con ficcanti venature gialle. Coppia protagonista ben amalgamata anche con le classiche discussioni casalinghe.
MEMORABILE: Il vescovo rapito mentre tutti stanno fermi in chiesa; Il diamante sul lampadario; In elicottero muta; Le pietre tombali diverse.
Il commiato del Maestro della suspense conserva le geometrie dell'intrigo, ma tutto in chiave ironica e senza contorsioni eccessive. Una bella narrazione che regge fino in fondo, nella quale si succedono invenzioni e tecnicismi quasi sempre all'altezza della sua migliore produzione, unitamente a una sceneggiatura senza banalità e con dei personaggi che conservano autenticità e brio, ben interpretati da un notevole cast. Qualche rallentamento e qualche forzatura si intravedono, ma il finale è veramente hitckockiano nel ritmo e nella fluidità della mdp.
MEMORABILE: L'auto sabotata e la discesa tragicomica; L'occhiolino nell'ultimo fotogramma.
Sir Alfred Hitchcock, genio del cinema, chiude la sua carriera con un film mediocre, scialbo e privo di validi motivi di interesse. La carenza di idee e la stanchezza si intravvedono. Molti elementi tipici del cinema del regista non compaiono e nonostante il suo tocco si possa a volte notare, risulta manca vera tensione e allo stesso tempo sono diversi i momenti comici poco azzeccati. La storia è abbastanza piatta e la sceneggiatura non coinvolge, se non in pochi punti. Da vedere più che altro per la sua importanza, essendo l'ultimo film di Hitchcock. Ma occhio alle delusioni.
Molto meno commedia di quanto possa apparire in superficie, il commiato di Hitchcock è un film dagli apparenti toni leggeri che parla in realtà di famiglie moraliste, di aborti obbligatori, di poliziotti stupidi e di criminali avidi, nonché di chiromanti che truffano. La zampata del vecchio leone è ben visibile, gli attori sono comprimari della nuova Hollywood (Dern, Black...) che hanno qui l'occasione della loro vita. Hitch scherza, ma sotto lo scherzo c'è molto di più.
MEMORABILE: Il primo incrocio tra le due coppie, immortalato da un dolly straordinario.
Divertentissimo film che ruba dalla televisione il ritmo e dal cinema il virtuosismo. Hitchcock si trova particolarmente a proprio agio nel dirigere i suoi quattro attori (Karen Black indimenticabile) componendo un pot-pourri in bilico tra commedia, giallo e thriller. Il cinismo è sicuramente il motore principale del racconto, ma il colpo d’ala finale ribalta (quasi) la situazione. Splendida e attualissima la colonna sonora di John Williams.
Hitchcock firma il suo ultimo film infarcendolo, oltre che con la consueta suspense, con una dose notevole di humor inglese. Non avrebbe potuto fare cosa più gradita allo spettatore e, da questo punto di vista, l'occhiolino nel finale potrebbe essere il suo, anche se il cameo lo fa altrove. D'altronde amava le attrici bionde... Ottima la scelta di Barbara Harris che volutamente recita in modo molto più simpatico e scanzonato rispetto alle attrici protagoniste di tanti film di Hitchcock considerati capolavori ma forse in parte sopravvalutati. Il migliore in campo è tuttavia Bruce Dern.
MEMORABILE: La scritta "Drive safely" (Guida con prudenza) sulla targa della macchina di Blanche: un tocco piccolo ma sopraffino di ironia da parte del regista.
L'ultimo Hitch è una gustosa commedia gialla in cui i dialoghi tra le due coppie presenti rimandano alle screwball dei tempi d'oro, ma tutto l'impianto è puro thriller. Intriga la ricerca iniziale dell'uomo senza nome, così come è interessante il modo in cui le due coppie arriveranno a scontrarsi. Nella seconda parte forse si perde un po' di ritmo, ma la regia è curatissima e la fotografia come sempre ben elaborata. Cast in parte, soprattutto Dern e Harris. Notevole commiato di un maestro.
Purtroppo l'ultimo film del regista risulta alquanto deludente, dimostrando ormai una certa pochezza di idee e un esaurimento della geniale creatività che lo ha sempre contraddistinto. Una commedia simpatica ma lontana anni luce dai grandi capolavori di Hitchcock, priva di ispirazione e senza un momento di tensione che sia uno. Discreto il cast, ma la pellicola si presenta scialba, stanca e priva di sequenze memorabili. Il tocco del maestro si nota, ma è un'opera sopravvalutata e da vedere solo per completezza.
Il congedo dal cinema di Hitchcock, datato 1976, è un film che narra di due vicende parallele che alla fine sono destinate a incrociarsi. "Complotto di famiglia" evidenzia l'impegno degli attori, ma la storia ha fasi piuttosto ingarbugliate e la tensione si avverte solamente in qualche parte della storia anche se, quando c'è, fa sentire il suo fragore. Tirando le somme, il film merita una visione, ma soprattutto se si è ammiratori del grande regista. Ci si aspettava forse qualcosa di più, anche se si sa che i film del maestro spesso maturano in divenire. Sufficiente.
MEMORABILE: L'auto con l'acceleratore bloccato.
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DiscussioneMatalo! • 18/06/09 17:46 Call center Davinotti - 613 interventi
HomevideoRocchiola • 27/01/19 11:20 Call center Davinotti - 1320 interventi
Indubbio il miglioramento rispetto alle precedenti edizioni in DVD. L'immagine presentata nel corretto formato panoramico 1.85, ha una buona definizione e chiarezza. Qualche piccola puntinatura qua e la è rimasta ma nel complesso il video è pulito. Un BD più che potrebbe ancora essere migliorato con un restauro puntuale. L'audio italiano Mono 2.0 è potente e chiaro.
CuriositàZender • 20/03/23 19:43 Capo scrivano - 48956 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: