ATTENZIONE AGLI SPOILER
Se
Martyrs mi picchia in testa da ben cinque anni dopo la visione, quì, Laugier, destabilizza e manda fuori strada, cambia diverse rotte durante l'implacabile visione, come una matrioska di twist su twist, fino a scardinare tutte le certezze
Puro cinema viscerale (le viscere della mente, dell'animo umano, della disperazione, della sofferenza "materna") che segue le impronte di
Martyrs (non solo esteticamente tra pioggia battente, la villa, gli interni-e le fosche segrete- della casa, i movimenti di macchina, il volto tumefatto della Biel,le escoriazioni-e i morsi- su braccia e gambe, la convinzione di una "missione" che e ragione stessa di vita-in
Martyrs la scoperta, forse, del nulla portava al suicidio, qui il sacrificio e l'immolazione per portare avanti una "giusta causa"- , il ribaltamento dei ruoli, i primi piani intensi sui volti femminili, la discesa della protagonista in luoghi anfratti, bui e densi di pericoli) senza martoriare la "nuova" carne, ma martirizzando i sentimenti, le oscure vie degli stati d'animo, l'impossibilità di procreare, la "salvezza" dei bambini da un futuro incerto fatto di miseria e indigenza (culturale e ambientale)
Laugier ti vola addosso dall'incipit (36 ore prima) e non ti molla più, e dopo i magnifici titoli di testa alla
Panic Room, e tutto un vorticoso racconto che viaggia a mille all'ora, confondentoti con false piste, dove pian piano (e inaspettatamente) emerge la verità
Parte come un thriller classico nella fangosa e desolata cittadina alla
Un gelido inverno, dal rapimento del figlio della Biel sembra assuma i tratti di un horror adrenalinico (l'uomo nero, il furgoncino, la lotta disperata di una madre, il cane, sulla strada di notte), per illuminarsi di dimensioni fiabesche (la Biel sperduta in un grimmniano bosco notturno e minaccioso) e cinema della paranoia e della cospirazione (al dinner, l'altarino con le foto, l'intera comunità che la bracca), alle reminiscenze di
Saint Age e dei sottosuoli di
Martyrs ( la caverna sotto la grande casa, nell'edificio abbandonato in cerca del figlio, tra televisiori che trasmettono cartoni animati, pestaggi e rivelazioni che ghiacciano il sangue, perchè quello che Laugier ti fà credere cade in un attimo, e la vittima designata, l'eroina della situazione, la madre coraggio in realtà, non lo è affatto-a questo proposito, che poi sarà un campanello d'allarme, notare il libro che legge la Biel sul divano di casa prima di addormentarsi-), la caccia alla strega, l'arresto, la confessione, la notte in cui il
Jeepers Creepers (stessa atmosfera, stesso modus operandi) si porta via Jenny che "vuole andare via da quel posto", fino ad una chiusa finale che strazia il cuore e dove non si riesce a trattenere le lacrime (la mia prima madre, la mia seconda madre, la mia terza madre, il sacrificio/martirio della Biel, David al parco, Jenny che guarda in macchina "Giusto...giusto...giusto")
Laugier non giudica, non condanna, non fà distinzioni nette tra buoni o cattivi, lascia che le emozioni ti avvolgano in un gioco a scatole cinesi di rara intensità e con momenti di grandissimo cinema (l'inizio nella cittadina kinghiana-gli echi di un Pennywise più intagibile e sfuggente-, il totem/spaventapasseri di macabra avvisaglia, non dissimile da quello fatto di resti umani in
Cannibal Holocaust, la Biel, che , impassibilmente-con la morte nel cuore-sale le scale di casa mentre una folla inferocita la vuole immolare a nuova strega di Salem, tutta la parte dell'inseguimento notturno, al dinner, nello stabile in cerca del figlio dove saltano fuori le verità nascoste, il finale struggente)
Paludoso, cupo, sconcertante, una bussola impazzita che mina le certezze e fà a pezzi le convenzioni
Il cinema di Laugier si (ri)dimostra personalissimo e intrigante, femmineo fino al midollo, che entra sottopelle come una malattia
Chi cerca paure a buon mercato e horror da bancarella si astenga
Posso capire che divida (come tutti i grandi autori) ma qui c'è di più, molto di più.
Tanto
Martyrs faceva male sul piano fisico, visivo e carnale, quanto
i Bambini di Cold Rock è doloroso sul piano etico, morale e emotivo
Tra barlumi da fiaba nerissima e sofferenze materne, il cinema personalissimo di Laugier vola alto e picchia dove fà più male. Per chi cerca qualcosa di diverso che turbi la mente e faccia sanguinare il cuore.
Loro hanno dimenticato, io no