Si è sempre detto che De Palma si diverte a citare e ricitare Hitchcock (cosa che fa anche qui, nel finale spettacolare), ma stavolta il primo riferimento (esplicitato fin dal titolo) è il nostro Antonioni. Se in BLOW-UP David Hemmings scopriva un particolare misterioso ingrandendo una foto, qui John Travolta si ritrova altrettanto casualmente a registrare su un nastro audio (di mestiere fa l'effettista sonoro per film di serie Z) un probabile omicidio: l’auto di un governatore candidato forse alla Presidenza sbanda e cade nel fiume. Si vorrebbe far passare la cosa per un incidente (in auto col politico c'era la bella Nancy...Leggi tutto Allen, che non ne è esattamente la moglie) e mettere tutto a tacere, ma Travolta ha registrato uno sparo, prima della sbandata. De Palma dà fondo a tutta la sua riconosciuta maestria tecnica inventando piani-sequenza sontuosi, improvvise apertura spettacolari, split-screen “intelligenti”, trovate strepitose (pensiamo a Travolta che rivive la scena dell'incidente momento per momento mentre montaggio e regia fanno meraviglie). E se è pur vero che la sceneggiatura può sembrare spesso troppo in secondo piano, non va dimenticato che anche Travolta dà il suo fondamentale contributo confermandosi attore di rango (e perfetto per il ruolo). Un thriller in piena regola, insomma, ben strutturato e nobilitato dalla fotografia del grande Vilmos Zsigmond, ultimo tassello (insieme alle musiche di Donaggio) per un mosaico di grande suggestione visiva ma non solo. Imperfetto, ma dannatamente affascinante!
Non il miglior De Palma ma sicuramente un ottimo prodotto. La tecnica del regista è come al solito eccezionale e questa volta è messa al servizio di una trama non originalissima ma comunque sempre molto avvincente. Lo spunto viene dal "Blow up" di Antonioni (la cosa è evidentissima sin dal titolo), ma lo svolgimento è totalmente differente e come al solito occhieggia molto ad Hitchcock. Travolta se la cava niente male e Nancy Allen fa sempre la sua bella figura. Molto buono.
Nel suo periodo migliore De Palma era in grado di confezionare talmente bene i suoi prodotti da ipnotizzare e distrarre lo spettatore dai buchi di sceneggiatura degni del bilancio Alitalia. Un bel chissenefrega è tuttavia di rigore quando ci si può gustare certe prelibatezze, di cui anche questo Blow out è ricolmo. Personalmente preferiamo di misura Vestito per uccidere, ma sono sfumature, mezzi pallini. Fra l'altro a rivederlo si sfata il bizzarro mito che Travolta sia sbocciato artisticamente con Senti chi parla
Non all'altezza di altre produzioni di De Palma appartenenti allo stesso periodo, è tuttavia un buon film nonchè un sincero e spesso auto-ironico omaggio agli effetti cinematografici (in questo caso audio) che contribuiscono a rendere la realtà diversa dall'apparenza. Il film presenta più di una incongruenza in fase di sceneggiatura; il regista riesce tuttavia a mescolare abilmente le carte recuperando sul piano formale e stilistico ciò che perde sul versante narrativo. Buono il cast.
Eccellente thriller realizzato da un De Palma in grande spolvero. Sceneggiatura priva di difetti, regia esemplare con grandi momenti di cinema (vedasi la parte finale) e con un cast decisamente azzeccato. Travolta in uno dei suoi ruoli migliori; la Allen e Franz perfetti. Ma Lithgow nei panni del cattivo di turno ruba la scena a tutti. Classico.
Bel giallo del De Palma vecchia maniera, che ordiva intrighi eccellenti con trame asciutte e a tratti spietate, senza innamorarsi troppo (idealmente e non) dei suoi personaggi come ha poi fatto in seguito. Teso e ben realizzato si avvale di un ottimo Travolta ispirato al David Hammings di Antonioni (il richiamo del titolo è chiaro) e che ci regala un'ottima interpretazione a fianco della diligente Allen e dell'inossidabile Lithgow. Bellissima la sequenza finale con la musica che copre tutto: tensione pura.
Brian De Palma non si smenisce, e confeziona un thriller d'altissima qualità, sia per la notevole performace di Travolta, nei panni d'insolito testimone "uditivo", sia per una narrazione fluida, scorrevole ed ottimamente proposta per cura di dialoghi e messa in scena. Un film di classe.
Missing link tra i più compatti Vestito per uccidere e Omicidio a luci rosse. I tradizionali marchi di fabbrica depalmiani (incipit ingannevole, fotografia dai toni ricercati e opachi, virtuosismi tecnici, i fedeli Allen, Lithgow e Donaggio) accompagnano innumerevoli riferimenti cinefili ad Antonioni (l’idea di base), Argento (le soggettive, il particolare rivelatore), l’Hitchcock de La finestra (ma in versione “acustica”), il Coppola de La conversazione. Grande la scena dell’inseguimento finale.
Tecnico del suono scopre un delitto attraverso l'ascolto di una sua registrazione. Ispirato a Blow-up, il film abbandona la complessità di Antonioni per inoltrarsi senza tentennamenti sulle strade compatte e mozzafiato del thriller, addentrandosi semmai nella complessità della trama piuttosto che in quella della trasformazione sociale o del disagio esistenziale. E comunque il film mantiene le promesse che la scelta di genere avanza: dunque un buon lavoro, con un ottimo John Travolta come protagonista.
De Palma cita a più non posso Hitchcock e ci mette un po'di Coppola (La conversazione) per questo suo film dal sicuro impatto e dalla trama più che soddisfacente. Travolta recita come solo in Pulp Fiction saprà fare di meglio e Lithgow è davvero inquietante nella parte del sicario che dovrà fare fuori una scomoda testimone (Allen). Il regista italo americano gioca con i suoni e le immagini intersecando una spy story ad un thriller di alta classe. Di certo non mancano cadute di tono e stile ma nel complesso si può definire un ottimo intrattenimento.
Un tecnico dell'audio registra per caso la dinamica di un'incidente d'auto che si rivelerà un vero e proprio attentato. Da lì in avanti la sua vita non sarà più la stessa. Coinvolgente thriller firmato Brian De Palma che si avvale di una buona prova degli attori in grado di mettere una pezza ad alcuni evidenti svarioni della sceneggiatura. Rivedendolo a distanza di tempo devo dire che lo ricordavo migliore, ma rimane comunque un film sempre molto godibile.
De Palma fa l'Hitchcock ed esce questo bel film giallo con molta azione. Travolta è adattissimo al ruolo, Nancy Allen bravissima nel ruolo della ragazza carina ed ingenua, Lithgow perfetto in quello del cattivo. Da elogiare anche il resto del cast. Bella la colonna sonora di Donaggio.
Un tecnico del suono di film di serie B si ritrova immischiato in una intrigante storia fatta di complotti e raggiri che hanno determinato l'omicidio del governatore statunitense. Tecnicamente De Palma risulta validissimo e anche John Travolta se la cava, come del resto tutto il cast.
Forse un po' troppo di genere-genere rispetto alle rielaborazioni di Blow-up operate da Coppola (La conversazione) e da Argento (Profondo rosso) che riuscivano ad andare più in profondità, ma la versione De Palma del capolavoro di Antonioni colpisce per una cosa: l'estro registico. Per più di un'ora si susseguono colpi di bravura da rimanere a bocca aperta: l'incipit alla Halloween, la carrellata di 360 gradi, il dolly a piombo dall'alto, l'inquadratura col gufo in primo piano che al ralenti spicca il volo... De Palma al suo massimo storico.
MEMORABILE: la sequenza iniziale notturna dove Travolta registra i suoni: puro Argento style, con nervosi stacchi di montaggio sugli elementi della natura.
I buoni vincono e il bene trionfa? Sì, come no, ma su un altro pianeta, non certo qui. E questa pellicola, coraggiosa fino in fondo, ci fa capire che, spesso e volentieri, perdono tutti, o se si riesce ad ottenere qualcosa, il prezzo da pagare può essere molto alto. Bravo Travolta in un ruolo che gli calza a pennello (rumorista ficcanaso, un po' farfallone e senza particolari aspirazioni carrieriche). Anche Nancy Allen se la cava bene (la classica sempliciotta). Interessante l'indagine audiovisiva del protagonista e azzeccata la figura dello spietato assassino, che si muove nell'ombra.
MEMORABILE: Il regista di filmacci: "Perchè uno come te sta ancora qui a fare questa merda?". E Travolta: "Veramente, la merda la fai tu, io la sonorizzo".
Blow Out e Blow Up: due film che vengono messi spesso in relazione. Scommetto che se De Palma chiamava questo film "XXXXXX" nessuno si sarebbe mai sognato di relazionarli. Qui siamo dentro il genere thriller, non siamo dalle parti delle elucubrazioni registiche (per me povere di significato filmico, ma pregne di quello artistico) di Antonioni. Qui c'è De Palma e dovrebbe bastare la firma per dichiarare il grado estetico del film: grandioso.
Thriller di grande qualità firmato da un De Palma in gran forma da un punto di vista tecnico. Dal punto di vista narrativo l'inizio è molto interessante, mentre col passare dei minuti si sgonfia un po' nella parte centrale, per poi risollevarsi nella splendida ultima parte (quella dell'inseguimento) che è una gioia per gli amanti del cinema. Ma la sceneggiatura, si sa, non è mai stata il punto forte del regista americano. In ogni caso bello e avvincente.
Forse il film più controverso di De Palma: c'è chi lo considera uno dei suoi capolavori, chi un film minore, con buone o ottime sequenze ma anche tante incongruenze e buchi narrativi. Propendo per la seconda tesi: in campo di "illusioni" acustiche, sono lontani il vigore e la compattezza della Conversazione - riferimento più attinente al tema di Blow-up, titolo a parte. Certo l'abilità e lo stile di De Palma emergono in più di un'occasione, gli interpreti sono adeguati, il finale bello, il che ne fa comunque un thriller apprezzabile.
MEMORABILE: L'omicidio nelle toilettes, tanto per far numero e perchè l'assassino ha tempo da perdere
Con Blow out De Palma firma uno dei suoi migliori lavori. Se da un lato la maestria tecnica è al culmine ed assistiamo a virtuosismi piacevoli per gli occhi e spesso funzionali alla creazione della suspance necessaria per un thriller, i personaggi sono di spessore e ben interpretati dai rispettivi attori (merito di una sceneggiatura solida e compatta). Le citazioni ed i riferimenti, presenti in massiccia quantità, dimostrano solo una cosa: l'amore del regista per il cinema, specie italiano.
E' un parere da parte di uno che stravede per De palma: questo film non mi è mai piaciuto. La sceneggiatura è macchinosa, e gli interminabili smanettamenti del protagonista con nastri, microfoni e pellicole potranno far felici qualche addetto ai lavori, ma per lo più annoiano. Anche il reparto recitativo non è granchè, con un Travolta passabile, ma una Allen insopportabile con quell'aria perenne di bambola sciocca. Il finale coraggioso fa molto salire di tono il film, in cui però, secondo me, non rifulge il solito talento del regista.
Ottimo thriller che si lascia seguire bene, un racconto forse non troppo complicato ma che mai per un attimo si fa noioso o troppo prolisso. De Palma fa sfoggio di tecnica con bellissime riprese ma il merito della riuscita del film è di un Travolta convincente al massimo. Uno sviluppo chiaro e interessante, che non smette mai di stupire, che omaggia spesso il cinema (iniziando infatti con un ottimo incipit slasher).
Nonostante i virtuosismi registici di De Palma e una confezione egregia, "Blow-out" mostra una sceneggiatura spesso non esaltante e con qualche buco di troppo. Certo, ci possiamo allietare con i piani sequenza, con montaggi ad effetto e una strepitosa fotografia, ma la storia lascia a desiderare. Bello, ma un po' fine a se stesso il finale.
La parte thrilling della pellicola più che a un giallo (di quelli come si deve) rassomiglia a un post-it. L'incipit è interessante ma lo sviluppo è banalotto e quindi tutto sbiadisce. Nondimeno c'è De Palma alla macchina da presa e da salvare c'è sempre qualcosa: certe inquadrature sarebbero da incorniciare, tutta la parte alla stazione è tecnicamente meravigliosa, i piani sequenza come al solito sono invincibili. Può bastare? No e nemmeno bastano un ottimo John Travolta e una Nancy Allen ochetta ma carinissima. Peccato, occasione persa.
MEMORABILE: Il finale, amarissimo: "È un bel grido..."
Come tutti i film di De Palma, il citazionismo di fondo pone dei dubbi allo spettatore: grande opera o esercizio di stile? In questo caso siamo più nel primo caso, anche perché la trama è coinvolgente fin dall'inizi grazie alla scelta di un protagonista tagliato per il ruolo come Travolta. Dopo un'ora di grande presa, il ritmo cala leggermente per poi risollevarsi nel bel finale: in compenso la fotografia è sensazionale dall'inizio alla fine.
Allora un thriller politico, con un soggetto che oggi sarebbe improponibile, oggi uno splendido documentario sull'arte della sonorizzazione analogica e certo non solo. Monumentale per quegli anni e nei dettagli: nel montaggio, nella fotografia, soprattutto nella visionarietà, della finezza da brividi delle inquadrature, nel monumentale piano sequenza con la MdP che gira su se stessa nel silenzio dei nastri cancellati, nell'elaborazione personale dei grandi maestri.
Parte dal noto "Chappaquiddick incident" e vi innesta Blow-up. Poi è tutto De Palma, con un grandioso inseguimento finale, anche se la scena che si ricorda di più è quella "circolare" con Travolta che cerca-va-torna. Protagonista bravo, mentre il doppiaggio (vocetta troppo scema) non fa granché figurare la Allen. Sceneggiatura, a dirla tutta, improbabile, con falle che il polso del regista riesce talora a celare. Per alcuni il capolavoro di De Palma. Visto e rivisto, per me è solo discreto: **½
Thriller di valida fattura in cui si cerca di smascherare il celato omicidio di un politico. Le immagini dell'incidente con le registrazioni sonore è accattivante e Travolta appare appropriato nel ruolo. Nel centro della narrazione c'e qualche piccolo momento di stanca, ma la parte finale regala emozioni con il lungo inseguimento durante i festeggiamenti.
Thriller d’indagine con evidenti derive argentiane e hitchcockiane, interamente sviluppato tra virtuosismi, indizi, depistaggi e atmosfera cupa e febbricitante. La trama, ricca di mordente, si dipana attraverso una sceneggiatura arzigogolata ma sempre limpida, forse ingenua in qualche piccolo snodo, ma sempre in grado di delineare i profili psicologici e rifarsi il thriller puro tra fobie e paure, follia e coraggio in un gioco continuo tra testimoni, carnefici e vittime. Travolta davvero in parte, Lithgow solita grande maschera inquietante.
Un thriller fra i migliori girati da Brian De Palma, che rimanda ad Antonioni e, come quasi sempre, ad Hitchcock. Un ottimo intreccio, grande bravura registica, fotografia e montaggio splendidi e buone musiche di Donaggio. Travolta è in una delle sue interpretazioni migliori, Lithgow un assassino ben riuscito, la Allen non male. Finale coraggioso.
Tecnicamente un grande De Palma, con scene assolutamente notevoli per gestione registica (quella, all'inizio, col gufo; quella "roteante"); molto bravo anche Travolta, ma gli evidenti buchi di sceneggiatura fanno arricciare un po' il naso, la trama devia improvvisamente lasciando lo spettatore non tanto piacevolmente spiazzato quanto contraddetto. La performance attoriale di Nancy Allen credo sia stata totalmente distrutta dal doppiaggio italiano. Interessante e cattivo il finale. Comunque un film più che decente.
Si può parlare di debito con Antonioni e Coppola, di connubio tra reminiscenze hitchcockiane e gli ultimi colpi di coda delle teorie complottiste dell'America post-Watergate... lo dicono tutti, e hanno ragione; ma ciò non toglie che il risultato finale riesca eccelso e personalissimo. Manco troppo vero che l'idea dell'indizio sonoro sostituisca la fotografia: il filmato ri-costruito da Travolta è un geniale sberleffo alla credulità dello spettatore, e lo split-screen nel suo studio è uno dei migliori mai realizzati. Un film dannatamente geniale!
MEMORABILE: Il prologo con il grido (pessimo) dell'attricetta del film nel film: "di che ti preoccupi? Guarderanno tutti le tette e non ci faranno caso"
L'inconfondibile tocco depalmiano permette, tramite una straordinaria predisposizione tecnica, di mascherare egregiamente la pochezza della sceneggiatura che parte benissimo per poi banalizzarsi nella parte conclusiva. Split screen ansiogeni, piani sequenza ispiratissimi, soggettive inquietanti, riprese "vorticose" sono elementi che da soli mandano in visibilio il lato prettamente estetico. In conclusione ***!, ovvero la media fra il ***** della regia e il ** della storia. Doriforiano.
Può sembrare assurdo, ma il difetto che riscontro quasi sempre in De Palma è l'eccesso di zelo, la pulizia eccessiva e maniacale in ogni inquadratura. Da amante del "gesto tecnico" in genere apprezzo tutto ciò, ma non sempre il gioco funziona; in questo caso direi che funziona a metà. Un buon film, un saggio di tecnica a cui mancano però vere impennate di grande cinema. L'indagine è coinvolgente, anche se alcuni passaggi lasciano perplessi (incredibile l'ingenuità di Sally nel finale). Notevole Travolta in una delle sue migliori performance.
Buona la parte iniziale con ritmo e atmosfera azzeccate e delle simpatiche trovate tipo la ricostruzione dei fotogrammi dell'incidente. Poi il tira e molla continuo, la traballante messa a fuoco dei personaggi (la ragazza troppo svampita, il killer tuttofare e onnipotente) non aiutano a dare concretezza al girato e ne fanno un film divertente, che merita una visione ma è gestito con qualche virtuosismo ma anche qualche sufficienza di troppo.
Film di cui avevo vaghi ricordi adolescenziali. Rivedendolo, lo considero il migliore di De Palma sul piano squisitamente tecnico e il più coinvolgente sul versante thriller. Una storia che cattura fin da subito, poi accusa un leggero calo, ma riemerge prepotentemente nell'amaro finale. Ottimo Travolta (per il quale in genere non stravedo), Lithgow è un cattivo che lascia il segno; la Allen è brava a sua volta, ma il suo modo di fare alla lunga stanca e il doppiaggio italiano la penalizza. Discrete le musiche di Donaggio.
MEMORABILE: L'ingannevole e divertente incipit; Il finale.
Dopo Carrie John Travolta e Nancy Allen tornano a essere diretti da De Palma in questo thriller pregevole, che cita Antonioni nel titolo (e non solo), oltre al solito Hitch. L'attore italoamericano è un tecnico del suono che cerca di salvare una ragazza coinvolta in un intrigo politico. Tolta la maestria tecnica, lo script non è sempre all'altezza della storia, ma gli ultimi minuti e lo struggente finale sono grande cinema.
MEMORABILE: Travolta nel finale che ascolta l'urlo in sala di montaggio.
Ho visto troppo pochi film di De Palma per inserirlo in una graduatoria rispetto ad altre sue opere, ma direi che pur con tutti i suoi limiti e con gli innegabili buchi di sceneggiatura, è un film che cresce progressivamente e che colpisce al cuore lo spettatore sostituendo quello che avrebbe potuto essere lo scontato happy end di un normale thriller con un finale amarissimo da film di denuncia. Buona prova di John Travolta, meno convincente Nancy Allen. Del tutto fuori luogo il confronto con Blow-up a cui di fatto lo accomuna solo il titolo.
MEMORABILE: Il grido autentico della Allen utilizzato per completare il b-movie a cui sta lavorando Travolta.
Vibrante thriller, velatamente politico, costruito in modo da suscitare il massimo della tensione. I toni aspri e il complotto, però, trovano poco spazio (ma è pur vero che De Palma esprime come pochi altri la tecnica al servizio dell’estetica e non è difficile rimanere ammaliati quando decide di calcare la mano). Peccato che nella seconda parte lo sviluppo della sceneggiatura diventi a tratti inverosimile, altrimenti sarebbe stato un capolavoro destinato a restare immortale. Importante per la riuscita il contributo di Zsigmond alla fotografia.
Ottimo thriller di un De Palma al suo massimo. Metacinema per eccellenza, con l'inizio del film nel film e naturalmente per l'indizio fondamentale all'indagine che prende da Antonioni cambiando però la fotografia col suono. Tecnicamente straordinario, con gli splendidi split screen, la rotazione di 360° della cinepresa e i ralenti che dilatano il tempo dell'azione. Bravi Travolta, Nancy Allen e John Lithgow, sadico al punto giusto.
MEMORABILE: Il finto slasher iniziale con maniaco in cerca di sgallettate; L'"incidente" con l'auto che ricorda Chappaquiddick; L'omicidio della prostituta.
Se non fosse per le attrezzature audio-video (componente importante del film) dello studio cinematografico, che richiamano gli anni in cui "Blow out" è stato girato, sarebbe un ottimo prodotto anche se uscisse domani. La regia di De Palma e la parte tecnica (fotografia, colonna sonora) passano sopra anche a qualche ininfluente falla di sceneggiatura, comunque funzionale alla riuscita di un thriller che fila come un treno, perfetto in ogni dettaglio (e ce ne sono molti di dettagli succulenti). Le ottime interpretazioni completano l'opera.
Tecnicamente ineccepibile, ottimo polso alla regia e cura dei dettagli, ma la componente thriller non entusiasma più di tanto: verso metà pellicola la storia perde appiglio recuperando solo nel finale. Notevole John Lithgow nei panni del feroce sicario, buona prova per Travolta, insipida la Allen. Sicuramente da vedere, ma nella filmografia di De Palma c'è di meglio.
MEMORABILE: L'incipit slasher; L'urlo registrato nel finale.
Fonico ascolterà per caso lo sparo legato a un omicidio. Complotto che parte come un thriller con richiami a Antonioni e Hitchcock. De Palma gira bene i piani sequenza e dà ritmo all'investigazione privata. Accenno al filmino di Zapruder per le connivenze politiche, ma l'importante è dare lustro a un finale a dir poco mirabolante. Nella parte centrale la sceneggiatura è forzata e ogni tanto viene alleggerita con la storiella del doppiaggio del B-movie.
MEMORABILE: Lo sparo nella diapositiva; L'ultimo urlo; Le foto compromettenti.
Uscito nel miglior periodo di De Palma, si salva dal baratro proprio perché la regia è solida. Plot-hole e abbondanti momenti di noia si sommano a rari momenti di tensione benché ben costruiti. Travolta sembra un bambolotto e la Allen è doppiata malissimo. Francamente da uno capace di sfornare film come Scarface o Carrie ci si aspetta sempre qualcosa in più. Lithgow abbonato a parti da psicopatico. Da non rivedere né consigliare.
MEMORABILE: Il blow-job nella cabina telefonica; Le prove di doppiaggio dell'urlo e l'amaro finale.
Un thriller politico sulla manipolazione mediatica della verità ispirato a classici come Blow-up, La conversazione e Perché un assassinio. De Palma prosegue la sua riflessione sull’ambiguità delle immagini limitando in questo caso violenza ed erotismo. Certo non mancano le sequenze d’antologia, ma in generale si tratta di un’opera più malinconica, ben servita da un Travolta sorprendentemente misurato. Incoerente e un po' confuso sul piano narrativo, si riscatta nella costruzione tecnica delle singole sequenze. Gran fotografia di Vilmos Zsigmond.
MEMORABILE: L’iniziale film nel film; Il doppiaggio dell’urlo; L’assassinio della prostituta; Jack solo sulla panchina innevata; Il poliziotto infiltrato.
De Palma, all'apice della sua potenza, meets Antonioni e dà vita a un thriller oramai divenuto un classico. Nonostante alcuni buchi logici degni di San Patrizio non si può far a meno di appassionarsi alle losche e complottarde vicende che vedono coinvolti uno scapestrato Travolta e una ingenua Allen. Dalla sequenza sul ponte alle scene in studio di registrazione fino al finale immerso nei fuochi d'artificio, il regista statunitense regala alcune perle registiche da brodo di giuggiole tre sincopati piani sequenza e passaggi di grande eleganza.
Un anno dopo Vestito per uccidere Brian De Palma realizza questo thriller, il cui titolo ricorda inevitabilmente Blow-up di Antonioni, realizzato ben quindici anni prima. De Palma è però debitore anche di Hitchcock e lo si nota da tanti particolari. La città, quasi sempre di sera, accentua la tensione e John Travolta si muove abilmente dentro di essa. La Allen se la cava ma la vera sorpresa è John Litgow. Un tecnico del suono, ex poliziotto, registra per caso un incidente in cui muore un grosso politico e vuole arrivare alla verità. Film valido, da vedere.
MEMORABILE: L'incidente e la scoperta della registrazione del rumore.
Esercizio di stile che sviscera l'accademismo depalmiano, tutto artificiosità e virtuosismi, in una fluidità narrativa ancora pienamente gioiosa e, elemento ancor più attraente e penetrante, in un pattern di riferimenti e citazioni metafilmici (La conversazione ben più che Blow-up) mai inopportuno e anzi di inconsueta misura (si pensi a quanto grottesco ed ipertrofico sarà Omicidio a luci rosse). Divagazioni non mancano, a partire da quella capitale del killer seriale Litghow che fa perder le tracce della dolente perdizione di Travolta/Jack, ma incanta, scoppia e sfiata a 1440°.
MEMORABILE: L'urlo da scream queen da cercare; La quadrupla panoramica a 360°.
Tra complotti politici, giochi di intercettazioni stile La conversazione e dettagli sonori rivelatori (come già in Argento), il thriller di De Palma si apre in modo promettente, si evolve in maniera intrigante e misurata fino a un parte conclusiva dove tutto esplode e degenera: la regia dà libero sfogo a virtuosismi e spettacolarizzazioni mentre la credibilità va a farsi benedire (e la polizia dov'è?). Il finale lacrimoso, tra fuochi d'artificio e panchine innevate alla Love story, introduce un tocco di kitsch che spiazza e frastorna. Bravo Travolta, la Allen gioca bene a fare l'oca.
Un titolo cinefilo, una costruzione da thriller perfetto, un tocco di romanticismo e alcune grandi interpretazioni. Un film davvero quasi perfetto, che si può rivedere infinite volte perché dà sempre grandi emozione e un discorso sulla rappresentazione della realtà profondo e intelligente. Col passare degli anni, oltretutto, migliora come un buon vino. Il miglior film di John Travolta.
De Palma riesce a salvare con la sua innegabile tecnica e un po' di cinismo un thriller che, come al solito, saccheggia dovunque (Hitchcock, Antonioni, Pakula, Coppola) non sempre con risultati da capolavoro; tuttavia il cast è perfetto e molte sequenze sono magistrali, così come non mancano ritmo e suspense. Peccato per le tante incongruenze e ingenuità di una sceneggiatura non sempre felice che trascura elementi importanti per inseguirne altri che lo sono meno. Ad ogni modo lo spettacolo è assicurato e dei thriller "rip-off" firmati De Palma è senz'altro tra i pochi notevoli.
Non esente da difetti (la sceneggiatura vacilla, talvolta l’improbabilità sembra proiettarci in una realtà parallela), ma superlativo quando si tratta di raffigurare: la satirica overture slasher, la sequenza notturna al Wissahickon Memorial Bridge con gufi e rane, l’inseguimento finale... le sbavature evaporano e resta il piacere estatico del cinema, con uno stupefacente uso dei diversi piani focali. Travolta dimostra di meritare una credibilità maggiore, la Allen evoca il conflitto d’interessi. Quattro pallini ma, in fondo, solo perché paragonato ad altri De Palma migliori.
Se è vero che la forma si focalizza più che altro sull’esorbitante antinaturalismo di De Palma e sul suo attaccamento morboso verso la macchina da presa, è altrettanto vero che lo storytelling e l’intreccio richiamano il thrilling più routinario. Poca ambiguità sui caratteri dei personaggi ma suggestioni atmosferiche di estrema raffinatezza. Indimenticabili le note di Donaggio. Un cult.
Un tecnico del suono alla ricerca di effetti da registrare si imbatte in un "incidente" in cui muore un candidato governatore e si convince che si tratti piuttosto di un omicidio che il potere vuole affossare. Al di là di diverse forzature e incongruenze, il thriller di De Palma si fa apprezzare ancora per la tecnica delle riprese sempre in linea con la tensione narrativa e per il contrasto tra l'ingenuità e la generosità del protagonista e la catena del complotto che si avvolge attorno a lui e all'unica testimone salva per un pelo. Buona la OST di Donaggio e ottima prova di Travolta.
MEMORABILE: L'omicidio della prostituta nella toilette; La corsa contro il tempo durante la festa della campana della libertà.
Insieme a Carlito's way il vero capolavoro di De Palma, che come per l'altro si avvale di un'interpretazione magistrale dell'attore protagonista (là Pacino, qui il sempre troppo sottovalutato Travolta). La prima mezz'ora del film è sensazionale e dà il passo giusto a una storia che sembra minimale, poi cresce di spessore trasformandosi in thriller fantapolitico anche un po' esagerato. Con esito prevedibile, ma finale da urlo, in tutti i sensi. L'idea del mistero che si dipana "in moviola" non è originale, ma sviluppata benissimo. Sarà ripresa in Omicidio in diretta con minore efficacia.
Brian De Palma sa come rievocare al cinema il mito dei suoi grandi predecessori (fra tutti ovviamente Hitchcock) mettendo in scena in chiave moderna e citazionista gli stilemi classici del serial killer intrecciati con una trama spionistica e politica. Notevole, oltre alla regia, è il comparto tecnico e qui il suono fa da padrone, sia perché è il mestiere del protagonista, un ottimo Travolta, sia perché ogni azione è scandita ritmicamente da effetti che hanno un senso per risolvere l'intreccio. Bellissima anche la fotografia per un film che è un cult assoluto del cinema di genere
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In questo caso sposo la tua convinzione. Al posto di Travolta, Nancy Allen e Lithgow poteva esserci chiunque. Questo film è solo pura estàsi registica. De Palma è dio con la macchina da presa. Da venerare!
Mi associo a Caesars...Grande Didda! Queste son soddisfazioni personali :)
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (13 marzo 1985, come da ricerche di Didda, Ciclo: "C'è paura e paura") di Blow Out:
Le bobine delle ultime scene, proprio quelle più costose girate a Philadelphia durante la parata del Liberty Day, vennero misteriosamente rubate dal set, costringendo De Palma a rigirane una parte.
Fonte: Ciak, Un secolo di grandi capolavori, supplemento riservato ai lettori di Ciak n.3
Annunciato in blu ray per Midnight Factory Classics
HomevideoRocchiola • 14/10/19 12:12 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD della MGM è un prodotto ormai vecchiotto risalente ai primi anni 2000. Finito da qualche tempo fuori catalogo risulta tuttavia ancora reperibile sul Web a prezzi medio-bassi. La qualità è accettabile ma decisamente migliorabile soprattutto oggi nell’era dell’alta definizione. L’immagine panoramica 2.35 non è molto incisiva e presenta una certa sporcizia di fondo con puntinature sparse lungo tutta la durata del film ed una grana non sempre naturale. L’audio italiano monofonico si ascolta senza problemi ma non è particolarmente brillante. Certo se guardiamo oltre i confini italici scopriamo che il film è stato pubblicato un pò ovunque in bluray e tutte le edizioni in questione come la seconda edizione della Criterion Usa, la Arrow Uk o la Carlotta francese, sfoggiano una qualità molto elevata almeno stando alle recensioni rese dagli esperti del settore. Ovviamente nessuno di questi BD presenta la traccia audio italiana.
In blu ray (e dvd) per Midnight Classics, cofanetto "De Palma collection" (che comprende anche Vestito per uccidere), disponibile dal 22/06/2022
Segnalo che oltre agli extra dedicati ai due film principali, il cofanetto contiene un terzo disco con "De Palma" (il documentario sul regista diretto da Noah Baumbach e Jake Paltrow) e "Murder à la mod" film sperimentale di De Palma del 1968.