Dall'omonimo racconto di Philip K. Dick (“Total Recall”) Paul Verhoeven trae il suo secondo grande successo hollywoodiano (dopo il buon ROBOCOP), innestando sulle basi filosofico-oniriche caratteristiche di Dick un robusto action denso di sangue e scontri a fuoco, facendo tuttavia attenzione a mantenere il rigore di una sceneggiatura (cui ha collaborato anche il valente Dan O'Bannon) capace di una chiarezza esemplare, che sa districarsi con abilità tra le spine di un soggetto complesso e affascinante, solo esteriormente soffocato dall'impianto spettacolare voluto dalla produzione. Il costante dibattersi tra realtà...Leggi tutto e sogno, con il protagonista mai del tutto convinto di appartenere all'una o all'altro, è uno dei punti di forza del film, risolto con grande eleganza. Poi, naturalmente, ci sono lo spettacolo, l'azione, gli effetti speciali (gratificati dall'Oscar a Eric Brevig)... Schwarzenegger in fuga tra i sobborghi terrestri prima e marziani poi dà ritmo e suspense, l’inserimento di un “cattivo” con tutte le carte in regola (Michael Ironside) è garanzia di lotta all'ultimo sangue. Sharon Stone, con look selvaggio e tutine aderenti, è relegata in un ruolo minore, mentre la vera partner di Schwarzy, Rachel Ticotin, non ne possiede eguale carisma. Fantascienza un po' rozza nella messa in scena (non tutti i mutanti godono di un make-up straordinario) ma di una certa efficacia, e per Schwarzenegger (che pure non si può dire un attore fenomenale) finalmente un ruolo più sfaccettato del solito, che acquista consistenza quando ha modo di duettare con lo specialista Ronny Cox. Tra le scene da ricordare il tassista meccanico, la donna allo spazioporto, gli occhi fuori dalla testa quando scompare l'ossigeno (ridicoli e inquietanti allo stesso tempo).
Fantascienza d’azione (ma non solo) con annesso scombussolamento mentale alla “E’ reale o no?”. Ci sono molti ingredienti, forse troppi. Ma è una gioia per gli occhi vedere le scenografie interne della base marziana e l’esterno, compresa la sua popolazione mutante (su tutti, l’uomo matrioska), soprassedendo volentieri sul trucco un po' eccessivo, quasi pupazzesco. Bravi Arnold e il suo implacabile inseguitore. Effetti degni di nota (Arnold travestito; le facce che si gonfiano; l’ologramma difensivo; il braccio del nero); e un gran finale (una “boccata d’ossigeno”). Notevole.
Trama decisamente particolare e interessante. Schwarzenegger condisce un ottimo soggetto fantascientifico con il suo solito "americaneggiare" e a volte "rendersi ridicoli", che però nel complesso e nell'atmosfera che si è voluta realizzare non guastano più di tanto. Ma la particolarità più efficace nel film è la narrazione in bilico tra sogno e realtà. Zeppo di effetti speciali (indimenticabili i visi che esplodono, il taxista robot ma soprattutto la donna con tre tette!) grazie ai quali vinse l'Oscar nel 90, Atto di forza è film grazioso e godibile.
Un buon film "aiutato" soprattutto dagli splendidi effetti visivi. Storia piuttosto complicata ma allo stesso tempo intrigante. Una volta terminata la visione però ci si chiede se ciò che è accaduto al protagonista sia effettivamente avvenuto oppure se era tutto frutto di una realtà virtuale. Arnold si destreggia bene.
Mettere in stand-by il cervello, aprire gli occhi e lasciarsi trasportare (apparentemente) sul pianeta Marte. La storia originale ("We Can Remember It For You Wholesale", racconto breve scritto dal grande Philip K. Dick) presenta molte più sfumature che fanno riflettere, perse nella trasposizione della sceneggiatura, alla quale ha dato prezioso contributo pure Dan O'Bannon (Il Ritorno dei Morti Viventi, 1985). Paul Verhoeven è a suo agio quando si tratta di girare blockbuster ricolmi d'effettacci speciali, al pari di Arnold Schwarzenegger.
Ennesima trasposizione cinematografica da un'opera di P. Dick, Atto di forza è imperniato narrativamente sul rapporto tra realtà ed apparenza, il tutto in un contesto action (con parti erotico-sentimentali), volutamente esagerato. La vicenda ha un andamento particolarmente frenetico grazie alla regia adrenalinica di Verhoeven, al buon montaggio e ad un sapiente uso degli effetti speciali, anche se il tono ed il ritmo tendono a smorzarsi nella parte finale.
Paul Verhoeven stiracchia il racconto di Dick, trasformando la riflessione sull'identità in un fanta-action adrenalico con messaggio sociale incorporato pro reietti sottoproletari di Marte, deformi e privati persino del diritto di respirare. Effetti speciali a go-go (ma appaiono oggi molto datati) e uno Schwarzy che, poco credibile come ometto comune, una volta in gioco impone la propria fisicità strabordante (anche come scheletro ai raggi X o avviluppato nelle sembianze di una florida matrona). Spettacolo rozzo ma efficace
Validissimo film di fantascienza diretto dal buon regista olandese Verhoeven. Correva il 1990 e per quell'epoca gli effetti speciali erano davvero all'avanguardia. Buon film, con una forte dose di azione e adrenalina. Visto oggi, ossia ben venti anni dopo la sua uscita, si fa ancora apprezzare.
MEMORABILE: I calci nelle palle a Quaid, le facce di Quaid e della Ticotin quando manca l'ossigeno.
Il racconto di Dick da cui è tratto il soggetto del film è solo un pretesto per una sceneggiatura tutta ritmo e azione, con la quale Verhoeven ha modo di mettere in luce il suo lato più ludico-fanciullesco, accettando il gioco al rialzo degli effetti speciali e dei colpi di scena. Non è, a mio parere, il miglior film del regista olandese, ma si lascia guardare con divertimento, e Schwarzy probabilmente riesce a dar vita alla sua performance recitativa migliore di sempre (e scusate se è poco!)
Un robusto blockbuster, avvincente e con gli attori giusti al posto giusto. Schwarzenegger è inimitabile e in questo ruolo non potrei immaginare nessun altro. Non ci si annoia mai, sebbene in alcuni passaggi sia un pò ridondante caratteristica questa da ascrivere al regista. Gli effetti speciali erano molto buoni allora mentre oggi tradiscono l'artigianalita: scelta quest'ultima obbligatoria visto lo scarso (o nullo?) uso della computer grafica.
MEMORABILE: La scena della asportazione del beeper.
Decisamente valido questo adattamento del racconto di Dick (che non ho mai letto purtroppo). Verhoeven, reduce da quel piccolo capolavoro che è Robocop, realizza un film che conferma il suo stile futuristico e visionario, traboccante di violenza; infatti, come in Robocop, anche qui non mancano molte scene veramente truci e splatter, coadiuvate da ottimi effetti speciali. Eccellenti anche gli effetti visivi e le scenografie, complicata ma bella la sceneggiatura del bravo O' Bannon. Arnold se la cava, Ironside è un cattivo da manuale. Molto buono.
MEMORABILE: La faccia che si gonfia mostruosamente in assenza di ossigeno; la fine di Ironside.
Altro famosissimo action movie anni 80, con ampie dosi di fantascienza e col classico misto action/comedy di Verhoeven. Con una Stone in gran forma (fisica) e Schwarzy in doppio ruolo, la vicenda di Atto di Forza non è proprio spiegata in maniera chiarissima, ma è impossibile non rimanere affascinati dalla visione futuristica e sardonica. Ipercitato ovunque e ormai definitivamente assunto a cult movie, è un film da guardare tutt'oggi senza pregiudizi, lasciandosi trascinare in un viaggio assurdo tra donne a tri-seno e alieni "stomachevoli".
MEMORABILE: La delirante scena del travestimento che si conclude con... "Arriva una sorpresa!"; il grandissimo Micheal Ironside.
Intramontabile film di culto che coglie Schwarzy (impagabili o addirittura esilaranti alcune sue battute) nella sua età dell'oro. La materia prima griffata Dick è una vera garanzia che dà modo a Verhoeven e agli sceneggiatori di sbizzarrirsi in un carosello di azione robusta e violenta ed esaltanti effetti speciali (invecchiati mica male) calati in una suggestiva cornice futuristica e marziana. Da non trascurare anche il tema a sfondo coloniale, trattato con un misto di ingenuità ed eloquenza. Tantissime le scene simbolo, molte indimenticabili.
MEMORABILE: Il body-scanner; Schwarzy travestito da cicciona; la mutante tritette.
Bel film di fantascienza, basato su una delle solite geniali intuizioni di Dick. Gioca abbastanza sulla suggestione reale/immaginario provando a confondere i piani, oltre che nel protagonista, anche nel pubblico. L'effetto è assai positivo, perché riesce a trasmettere un costante effetto di straniamento. Peraltro tutta la storia corre a mille, con un ritmo davvero frenetico, nel quale il nostro Arnold si muove con grande agio. Scene ed effetti veramente memorabili, che tengono il confronto anche con i più recenti effetti digitali. *** 1/2.
Un tale si fa impiantare il ricordo (sintetico) di un'avventura su Marte, ultima moda del futuro immaginato da Dick nel racconto omonimo, ma realtà e finti ricordi cominciano a sovrapporsi. Su temi tipici dello scrittore americano, Verhoeven gira un buon film d'azione, senza preoccuparsi troppo della verosimiglianza e sparando a mille il suo eroe Schwarzy contro tutti, inclusa una giovane Sharon Stone moglie fedifraga. Nei limiti del genere, è un film divertente e ben realizzato.
La fantascienza di Philip K. Dick secondo Arnold Schwarzenegger, cioè azione, mistero ed umorismo come se piovessero. La scena della testa posticcia che si toglie e viene lanciata dal protagonista ai suoi inseguitori è diventata un cult. Primo ruolo importante per Sharon Stone, non ancora la regina del sexy interrogatorio di Basic instinct. Da ricordare alcuni personaggi secondari di Marte, la bella Rachel Ticotin ed i perfidi Micheal Ironside e Ronny Cox. Un Arnold Schwarzenegger così non si vedeva dai tempi di Conan e di Terminator.
Gran bel film fantascientifico con una dose d'azione di notevole impatto. Ha il suo punto di forza negli effetti speciali e nelle numerose trovate futuristiche (specie nei robot, nei travestimenti e perché no anche nei mutanti). Costante la sensazione di sentirsi sospesi tra sogno, realtà e ricordo. Ironside è un cattivo da cui imparare come interpretare il ruolo, mentre a rendere il tutto superesplosivo... beh, a quello pensa Schwarzy. ****
MEMORABILE: La guerriglia nel bordello; L'inseguimento di Quaid con il beeper nella testa.
Infinite sparatorie, fiumi di sangue e mostri dal notevole make up sono sicuramente i giusti ingredienti per comporre un buonissimo blockbusterone fantascientifico. Verhoeven guida la baracca con notevole senso del ritmo e con idee semplici e facilmente assimilabili. La chiarezza del plot permette allo spettatore di calarsi con il piglio giusto nella spettacolarità dell'opera. L'alta definizione esalta vizi e virtù dell'immagine. ***!
Divertente insalatona mista che Verhoeven riesce a condire con ingredienti più o meno banali. Funziona qualche punta d'ironia, l'ambientazione di Marte e il disegno, per quanto semplificato, dei personaggi compresi quelli minori (dal nero a Pollicino). Meno il reiterarsi e la verosimiglianza degli inseguimenti e, in parte, i dialoghi. Un po' datato ma ancora godibile.
Idea di partenza (da Philip Dick) profonda e intelligente (che letta a posteriori sembra un Se mi lasci ti cancello al contrario), svolgimento godibile ma molto più convenzionale, reso incalzante dal buon ritmo e dalla visionarietà a tratti quasi cronenberghiana di Verhoeven. Per il resto confezione gustosa (anche alla luce delle sue piccole imperfezioni) e uno Schwarzy sufficientemente autoironico da rendersi irresistibile. Bel film.
Pur preferendo il racconto di Dick (di tutt’altro livello, poiché diverso), questa riduzione cinematografica ad opera di Verhonen è ben fatta, godibile e divertente. C’è tutto quello che si può chiedere ad un buon film di genere (commerciale-spettacolare): ritmi elevati, effetti speciali, battute, divertimento. Manca la raffinatezza del grande scrittore americano e c’è uno spirito un po’ fracassone, ma alla fine il risultato è più che soddisfacente. Avercene di film così.
Come al solito un bel film sci-fi non poteva che essere tratto da un racconto di Dick. Dopo Robocop, Verhoeven si ricimenta con una pellicola di fantascienza riuscendoci in pieno. Buona la sua prova registica come buona è la prova del cast. Schwarzy perfettamente a suo agio nel personaggio e anche la Stone convince. Ritmo alto e ben studiato, con molte scene adrenaliniche. Buoni anche gli effetti speciali, e se si considera che era il 90 questo Total recall si piazza a giusto titolo come uno dei migliori film di genere dell'epoca.
Il plot non è male (non per niente Dick è tra gli autori di fs più saccheggiati), Schwarzy ha il merito di inserire nelle sua interpretazione quella sana autoironia che manca ad altri "forzuti", il ritmo è piacevole e i colpi di scena non mancano; certo gli effetti sono quelli dell'epoca, ma non sfigurano. Non manca l'accenno alla tematica sociale, con i coloni che ricordano, alla lontana, i flussi migratori in USA del 1800.
Caposaldo della fantascienza d'azione e, insieme ai Terminator, il film più riuscito con protagonista Schwarzenegger. Oltre a un ottimo ritmo e gustose scene action, c'è una trama-rompicapo che tiene incollati allo schermo sino alla fine, con numerosi colpi di scene e svolte impreviste. Arnold è perfettamente a suo agio nel suo ruolo, Ironside e Cox sono una splendida coppia di cattivi e non sfigura nemmeno l'ancora semisconosciuta Sharon Stone. Ottima colonna sonora.
Ottimo film di fantascienza con un Arnold Schwarzenegger in ottima forma e a suo agio nella parte. Trama avvincente e per essere un film dei primi anni '90 regge benissimo il confronto col rifacimento (anch'esso non male ma inferiore all'originale). Sharon Stone ammaliante, il cattivo è riuscitissimo... e gli effetti speciali, come gli interni, sono notevoli. Adrenalina e divertimento, da vedere.
Avevo basse aspettative per questo film e invece si è rivelato molto interessante. Le sporadiche sequenze e battute scontate non riescono a rovinare la suspense che si crea nel corso della pellicola la quale, anzi, risulta piena di colpi di scena. La sceneggiatura è degna di copiose lodi e anche scenografia ed effetti speciali sono mirabili. D'altro canto, però, il cast è poco più che mediocre, alcuni elementi sono eccessivamente stereotipati e nella sceneggiatura sono presenti rare lacune. In generale, comunque, un film notevole!
Si parte giocando con il cervello e con viaggi in avventure virtuali, di cui rimarrà solo il ricordo, per passare decisamente all'azione, finendo in due e due quattro sul pianeta rosso, Marte, senza aver le idee chiare sulla propria identità. Per quanto bistrattato, da un racconto di Philip Dick non può uscire una cosa banale, perciò Atto di forza è un film piuttosto riuscito in generale con un ritmo forse un po' troppo fracassone ma adatto a Schwarzy e con effetti speciali non male, ma che sembrano un prodotto di almeno dieci anni prima.
Lo vidi al cinema a dodici anni e mi sembrò il film perfetto: mostri, effetti speciali pazzeschi, Sharon Stone, Arnold... Rivisto oggi, fermo restando un ottimo plot, il tutto appare plasticoso e forzato, soprattutto nell'ambientazione marziana. Tuttavia avvincente, anche se tende a calare di tono nel finale, con un paio di mutanti davvero disturbanti. Comunque da vedere.
MEMORABILE: Il travestimento esplosivo; La rimozione del congegno dal naso.
Come sostenuto da Verhoeven, Atto di Forza è da considerarsi come un concentrato ben riuscito di (pseudo) filosofia, action e gusto fantastico estremizzato. Inutile parlare dei trucchi favolosi: i deformi sono così tangibili... tutto è ricondotto a un team artistico mentre al computer spetta una piccola fetta di effetti. Intelligente più di quello che si potrebbe credere.
Molto piacevole fantascienza fracassona animata dalla verve e dalla prepotenza fisica di un Arnold al suo meglio e sorretta da un solido racconto del nume Dick, che quando c'era da fare i conti con i mondi paralleli non era secondo a nessuno, anzi. Verhoeven dirige da guascone e non fa mai mancare il ritmo; oltretutto la ricostruzione di Marte ha un suo discreto fascino e gli effetti speciali personalmente non li avevo dimenticati (le tre tette! Le facce che esplodono! Il viso-bomba!) nemmeno a distanza di anni. Gustoso intrattenimento.
Uno Schwarzenegger in grande forma e una giovane Sharon Stone hanno contribuito a rendere questo film un vero cult, tanto da fargli meritare un remake. Rivisto oggi appare inevitabilmente datato negli effetti speciali, ma la storia rimane ancora accattivante e coinvolgente. Merito di una sceneggiatura che privilegia l'azione e che fa assaporare la visione tutta in un colpo, senza pause. Alla fine viene da chiedersi se siamo davvero in un sogno...
Verhoeven prende il racconto di Dick come base ma ben presto stravolge il menù con la sua ricca e stratificata poetica. La fantascienza si mischia all'action puro, l'ironia con lo splatter e la satira sociale allo sberleffo. Arnie è perfetto nel ruolo di Quaid contrapposto al sempre notevole Ironside e il loro duello accompagna l'azione tra la Terra e Marte in un vorticare di trovate adrenaliniche. Come in Robocop è la società a essere al centro della carica eversiva del regista, il tutto visto attraverso le lenti distorsive dell'ironia.
MEMORABILE: Lo scanner a raggi X; Le vere sembianze di Kuato.
Divertente mix di azione e fantascienza con uno Schwarzy in grandissima forma. Inutile sottolineare quanto sia uno dei capisaldi della fantascienza anni 80/90. Viaggi su Marte, controllo mentale, distopia, mutamenti fisici sono i temi base. Gli effetti speciali, per l'epoca, sono favolosi e lasciano a bocca aperta. Oltre a fantascienza e azione c'è anche molta ironia.
Verhoeven trasforma un racconto di Philip K. Dick sugli innesti di memoria in un'opera epica dove il gigante buono Schwarzy guida la rivolta dei ribelli mutanti contro il perfido governo di Marte. Inserisce azione e violenza, rende il film una vera sagra dello splatter e del gore. Ottimi il perfido Ironside e Sharon Stone, che in seguito diverrà l'icona della bionda sensuale e ambigua del regista. Bellissimi gli effetti speciali e i trucchi da Oscar di Rob Bottin.
MEMORABILE: "Porta le chiappe su Marte!"; La mutante con tre seni; Il bordello di Venusville; Il Johnnycab; Cohaagen toglie l'aria agli abitanti di Marte.
La sottigliezza del racconto di Dick, che si inoltra nei meandri reali e virtuali della memoria in nome di un inquietante relativismo, si sposa con la muscolare vocazione di Schwarzenegger e Verhoeven, che compongono un film ad alto tasso action sulle avventure marziane dell’agente smemorato, indulgendo in dettagli grandguignoleschi e seminando scene rocambolesche. L’effetto-pasticcio è salvato da una vena ironica e autoironica, e soprattutto da un buon ritmo narrativo che tiene incollati e rende godibile il tutto, purché condito da popcorn.
Tra gli Schwarzy film dell'epoca quello che è piaciuto di meno. Forse a causa degli eccessi di Verhoeven che dal pensoso racconto di Dick tira fuori un action - fantascientifico tutta adrenalina e sparato a mille, con ampi inserti di splatter (arti amputati, crani trapassati con arpioni, teste che esplodono) e di pessimo gusto (la donna con tre tette). Forse giocare un po' di più sull'ambiguità in stile Matrix con rimpallo tra verità e immaginazione avrebbe giovato. C'è anche la Stone. Comunque divertente e cento volte meglio dell'orribile remake.
Al pari di Blade runner prima e Minority report dopo, anche questo Total Recall è ispirato a un racconto di Dick e le atmosfere non lasciano dubbi a riguardo. Verhoeven però prende il tutto con molta più leggerezza rispetto a Scott e Spielberg e imbastisce un film che nonostante una trama complessa ed effetti visivi memorabili si prende molto poco sul serio. Tutto è esagerato: dai fori dei proiettili alle improbabili mutazioni, ed è proprio questo che ne fa un film maledettamente divertente. Nonostante Schwarzenegger.
MEMORABILE: Quaid al Dottor Edgemar: "Se lei dice la verità e questo è tutto un sogno, io potrei spararle e non accadrebbe nulla".
Sempre in sospeso tra sogno e realtà, con un intreccio veramente abile e personaggi ben caratterizzati, il film è sicuramente riuscito. Buona prova degli attori, tra i quali spicca un'ambigua Sharon Stone; considerata l'epoca, gli effetti speciali sono fantastici (Oscar meritatissimo!), anche se in alcuni casi (Quaid e Melina quando sono senza ossigeno) diventano un po' disturbanti. Rimane il dubbio su quale sia l'atto di forza, visto che ce ne sono - fortunatamente! - così tanti…
MEMORABILE: "Dopotutto, siamo sposati…"; Schwarzy spara alla Stone; "Ho chiesto il/Consideralo un divorzio!"; La bambina mutante telepatica.
Un ottimo esempio di fantascienza, supportato da una produzione che ne garantisce un buon impatto visivo, anche a distanza di anni. Dietro il muro delle scene d’azione non si cela il vuoto, ma un discreto copione la cui fonte narrativa garantisce un minimo di sostanza, accennando qualche timido richiamo alla percezione effettiva della realtà. Schwarzenegger si dimostra dinamico e ben calato nel ruolo, mentre Ironside poteva disporre di maggior spazio, vista la sua naturale indole di antagonista. Un piccolo capolavoro.
MEMORABILE: Gli avambracci di Ironside; Le teste nell’atmosfera marziana.
Un uomo dalla vita tranquilla decide di farsi impiantare nel cervello il ricordo di una bella vacanza su Marte; da lì in avanti le cose prenderanno una piega per lui inaspettata. Rivedere questo film è sempre emozionante e questo significa che non ha perso nulla del suo fascino. Quando poi l'azione si sposta sul Pianeta Rosso ecco che troviamo anche le cose migliori (la donna alla dogana, il quartiere dei "mostri"). Seppur discostandosi in parte dal racconto originale Verhoeven dirige un film immortale per potenza visiva.
Il caro vecchio erculeo Arnold non si ripeterà più a questi livelli. L'originalità nella descrizione degli ambienti marziani e dei personaggi che li popolano permette alla pellicola non solo di invecchiare splendidamente, ma di consolidare sempre più lo status di cult-movie, riuscendo anche a farsi perdonare la solita parossistica e ahinoi irrinunciabile carneficina hollywoodiana.
Action di fantascienza in stile Verhoeven. Non manca infatti un po’ di violenza "cattiva" in un quadro che poteva farne a meno, data la notevole sceneggiatura che presenta ottimi colpi di scena, ben supportata da attori eccellenti sia tra i buoni che tra i cattivi. Ancora un po’ anni 80 nello stile, moderatamente pulp a tratti, ben dotato di mezzi e con una regia solida e competente. Stone bellissima e brava, stupisce quando picchia duro; Schwarzy la solita roccia incontenibile e non manca il grande Ironside, spietato come non mai. Conclusione “esagerata” ma davvero riuscita.
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purtroppo il palinsesto è stato cambiato. lascio comunque un link al "dietro le quinte" del film, in lingua originale; penso lo stesso documentario presente nei vari dvd o BD
HomevideoZender • 26/10/12 09:32 Capo scrivano - 48335 interventi
Nonostante questo, ora è uscita la
Atto Di Forza (Ultimate Rekall Edition), sempre in bluray, che pare letteralmente seppellisca l'edizione precedente e rappresenti il salto definitivo, approvato dal regista e finalmente da negativo (quello precedente era da interpositivo). Zeppo pure di extra, libretto eccc.
Qui una bella recensione.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I Filmissimi", lunedì 29 marzo 1993) di Atto di forza:
Il simpatico (a seconda dei punti di vista) "Johnny Cab" è ispirato nel volto al famoso attore Robert Picardo, che gli dà anche la voce nell'edizione americana: