il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

SPIAZZATI DAL FINALE
i film con finale a sorpresa
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358248 commenti | 68002 titoli | 26800 Location | 14083 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Picciridda - Con i piedi nella sabbia (2020)
  • Multilocation: Il porticciolo di Favignana
  • Luogo reale: Piazza Marina, Favignana, Trapani
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  • Film: Confidenza (2024)
  • Luogo del film: Il liceo dove insegna Vella (Germano)
  • Luogo reale: ITIS Alessandro Volta, Via di Bravetta 541, Roma, Roma
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Patrizia Fanelli

    Patrizia Fanelli

  • Marina Evangelista

    Marina Evangelista

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

C'era una volta Pollon (1977) di Takao Yotsuji con (animazione)
Commento di: Noodles
Anime ultranoto e storico, che ha insegnato ai bambini degli anni '80 e '90 la mitologia greca con sana comicità demenziale e un tocco di bizzarria. Pur non tutte riuscite, sono molte le puntate che raccontano i miti greci con trovate geniali e divertenti. Il surreale si spreca, in un cartone forse non perfetto ma che ha avuto grandissimi meriti. Nota negativa per le voci: indigeribili quelle dei due protagonisti, tutte uguali le altre. L'animazione è piuttosto grezza, ma chi se ne importa se l'obiettivo è raggiunto? Sigla mitica che ha segnato una generazione. Da vedere.
Commento di: Cotola
Sequel di un corto, di più di trent'anni prima, in cui assistiamo alla vendetta del pinguino Feathers McGraw contro i cari Wallace & Gromit. Il divertimento c'è, certi momenti - non tanti - sono gustosi e fanno ridere (tra gli altri soprattutto le citazioni cinefile che rimandano a film spionistici e action ma non solo) e globalmente il film si può dire riuscito. Ma manca la freschezza degli inizi, nonché le trovate geniali che altrove abbondavano e qui sono in numero decisamente più contenuto. Godibile e sicuramente adatto per passare un'ottantina di minuti con tutta la famiglia.
Commento di: Deepred89
Da un soggetto decisamente non promettente (gli ultimi giorni della Callas tra prove mal riuscite e bar di lusso) Larrain tira fuori un film riuscito, che dipinge in modo verosimile e con una notevole eleganza formale un personaggio costantemente sospeso tra odiosità e fragilità. Alla spettatore non resta che godere, magari un po' sonnacchiosamente, delle belle immagini, tra irritazione e compassione. La Jolie, più vicina a una modella sul viale del tramonto che alla vera Callas, offre una prestazione intensa e credibile. La Rohrwacher, domestica con look alla Miss Marple, funziona.
Commento di: Siska80
Giornalista sgambettante è in cerca di uno scoop, finché un giorno viene a conoscenza di qualcosa di inimmaginabile... Talmente assurdo da meritare un'occhiata; del resto, pur essendo realizzato con mezzi contenuti, le sequenze d'azione sono girate con mestiere, la musica incalzante crea l'atmosfera giusta e gli attori appaiono coinvolti: certo, anche in questo caso, per rimpolpare l'intreccio esiguo (comunque non privo di inventiva) viene inserita (a margine) la vicenda sentimentale (con tanto di bacio nell'epilogo), ma ci si passa sopra in nome della curiosità di saperne di più.
Commento di: Jj berzeli
Ben scritto e interpretato, originali l'ambientazione francese, la protagonista donna e l'idea iniziale. La commedia diverte e ha alcune belle scene. Il tutto è girato con un po' troppo mestiere e poca anima, non convince al cento per cento ma il risultato è tuttavia molto gradevole (esempio lampante la scena del matrimonio cinese, molto godibile ma anche assai telefonata). Belli i continui cambi di strategia della protagonista, i suoi sotterfugi e le idee per costruirsi il suo alter ego. Ottimo anche il personaggio del capo poliziotto.
Commento di: Pinhead80
Se c'è una cosa che riesce molto bene a Yuri Ancarani è quella di rappresentare mestieri poco conosciuti e invisibili con grande maestria. In questo caso tocca a un gruppo di sommozzatori che nelle profondità dell'oceano vivono in camere iperbariche in un ambiente minimo e angusto caratterizzato da una quasi totale assenza di stimoli di ogni genere. Ed è proprio questo senso di solitudine e angoscia che permea l'opera il vero punto di forza. Angoscia che non viene minimamente mitigata dai dialoghi condizionati dalla respirazione dell'elio. Un mondo a parte da scoprire.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Nella corsa a ficcare gli squali in qualsiasi zero budget movie che possa anche solo sfruttarne il nome nel titolo e nel disegno della locandina, si iscrive abusivamente anche questo SHARK GIRL, che lambisce il tema per trasformare in squalo (“bianco” non si sa in virtù di cosa) un'avvenente biondona influencer, Heidi (Johnston). “Trasformare” poi è una parola grossa: ci si limita a piazzarle in bocca una dentatura simile a quelle draculesche utilizzate a Carnevale per farle poi fare esattamente quello che Dracula (e nessuno squalo) fa.

Dopo un'introduzione...Leggi tutto caotica in cui si capisce solo che dev'essere esploso qualcosa in qualche centrale sul mare, vediamo Heidi posare in spiaggia per il suo fidanzato fotografo (Bertroche), intenzionata a moltiplicare i suoi follower. E' lui a spingerla a tuffarsi dove nessuno fa il bagno causa inquinamento delle acque. Lei, pur riluttante, lo fa e... scompare, mentre il fidanzato alza le spalle e non vedendola più se ne va dicendo ok, l'aspetterò a casa. La sera stessa, a Venice Beach (California), una coppia di innamorati viene sbranata sulla sabbia proprio da Heidi, che sfoggia la suddetta dentatura draculesca (senza canini, ma cambia poco) e attacca al collo le sue vittime. Tornata dal fotografo, poserà per lui insieme a un'altra influencer (Hogan) chiamata dallo stesso prima di divorarsi entrambi senza che nessuno si chieda che fine abbiano fatto. Sienna (Ameerah), l'amica del cuore di Heidi, ignara di tutto, è solo contenta che lei sia tornata single e progetta grandi vacanze, ma quella pensa solo a mangiarsi chi le capita a tiro.

Di squali nemmeno l'ombra, e la cosa non cambierà fino alla fine: presenze nominali richiamate esclusivamente dalla supposta natura di Heidi e dalla sua dentatura. Si parla insomma di una semplice ragazza da curare, alla quale penserà un professore (Guest) di Sienna ormai in pensione, ormai datosi all'alcol ma che conserva un siero creato – ma guarda un po' – proprio per far rientrare gli istinti omicidi di chi si è trasformato in squalo bianco (evidentemente fatto piuttosto comune, in zona). Ora basterà rintracciare Heidi e spararglielo in vena come da istruzioni, cosa tuttavia non semplice.

Cercando vanamente di dare spessore alla protagonista, i due registi (e sceneggiatori) provano a farle venire qualche scrupolo quando sulle prime vorrebbe mordere a sorpresa la povera Sierra “demordendo” subito dopo, ma sono spunti davvero miseri. I personaggi sono sbozzati male, in modo quasi primitivo come nei peggiori shark-movie, e la confezione (al di là di una fotografia quasi accettabile, rispetto alla media) è classicamente povera, da produzione ultra-indipendente che non ha nemmeno voglia di abbozzare una trama che vada al di là del contagio vampiro-zombesco tirato avanti da un unico portatore.

Effetti speciali che si riducono a un po' di sangue al momento del morso. L'unico personaggio di vaga importanza, al di là delle due ragazze (quella buona e quella cattiva), è un sedicente giornalista youtubbaro che affianca Sienna in tutta l'avventura convinto di fare lo scoop della vita. Qua e là riempitivi di prolungate danze a ritmo di musica moderna e un po' di ragazze in bikini. Il finale si apre con chiarezza a un temibile sequel. Associabile al filone animali assassini solo se si vuol considerare Heidi uno squalo bianco come ci viene detto nel film...

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Riproponendo tale e quale la formula dei suoi MISSION: IMPOSSIBLE, che al cinema già era di fatto una replica di James Bond, Tom Cruise non può che trovarsi a suo agio, anche se qui l'azione dura e pura è stemperata dall'affiancamento alla sempre deliziosa Cameron Diaz, dal celebre sorriso che abbaglia. Un film di coppia, con un agente tra i più inscalfibili della storia che si lancia in acrobazie di ogni genere favorito dalle nuove frontiere del digitale, che permettono evoluzioni un tempo impensabili...Leggi tutto al prezzo di qualche evidenza digitale di troppo. Tutto fa gioco per un diluvio d'azione che, come da tradizione per i film alla 007, ci porta da un angolo all'altro del globo per donare al tutto quell'internazionalità sempre apprezzabile nelle grandi produzioni d'azione.

La storia si apre in aeroporto, con i due protagonisti che vengono casualmente in contatto scontrandosi per due volte incidentalmente. Poi il viaggio in aereo insieme, durante il quale l'agente Roy Miller (Cruise) fa strage di chi tenta di sottrargli qualcosa che lui ha e ancora non sappiamo cosa sia. June Havens (Diaz), chiusa durante lo scontro in toilette, ignara, ritorna a sedersi e capisce che qualcosa non va: cadaveri un po' ovunque e un pilota che non c'è più, accoppato pure lui. Niente paura: ci pensa Roy! Messosi ai comandi, porterà la donna in salvo, atterrando in un campo poco prima che il velivolo esploda. Il tempo di spiegarle di stare accorta, di evitare di salire su qualsiasi veicolo se invitata da persone che le dicono di volerla condurre in un posto sicuro, e i due tornano alle loro vite.

Per ben poco, perché June viene subito braccata dall'FBI che le spiega come Roy sia un traditore in possesso di una speciale pila "perpetua" chiamata Zefiro di cui lo Stato deve assolutamente rientrare in possesso. C'è da credergli? Non si sa; ma intanto, mentre quelli se la portano in auto sulle superstrade di Boston, piomba sul parabrezza Roy che spara a destra e sinistra, vola da un mezzo all'altro e nel frattempo parla a testa in giù a una sempre più sconvolta June, che sembra non potersi più affrancare dal protezionismo esasperato di Roy, col quale inevitabilmente dovrà fare i conti. Così ecco i due finire prima a Salisburgo, poi in un'isola sperduta della Azzorre (in realtà è la Giamaica) o a Siviglia, dove la scena madre non potrà che essere ambientata all'Alhambra, con una breve puntata per le strade in moto, inseguiti dai tori e perfino nell'arena...

James Mangold cerca di girare quanto più velocemente possibile l'azione, rallentando di tanto in tanto per lasciare spazio a qualche momento di tenerezza e di ironia tra i due protagonisti, quiasi credibili in panni che invece non lo sono affatto. E' un semplice gioco di fughe e inseguimenti condito da un'elementare trama spionistica, vuoto e superficiale come si addice a un giocattolone action come tanti, in cui il valore aggiunto sono i due spiritosi divi, le location spettacolari e ovviamente gli effetti speciali, ripresi con competenza per fornire il giusto grado di entertainment. Musiche e suoni ben calibrati, fotografia luminosa, sorrisi complici a profusione e i Persol di Cruise indossati anche nei frangenti meno indicati...



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Non ci si aspettino squali di foggia classica, perché il film appartiene a quella ristretta cerchia in cui del pescecane resiste solo il muso, ficcato brutalmente in testa al poveretto di turno che si trasforma in tal modo in uomo-squalo. Del pesce originario mantiene solo il proverbiale appetito e l'apparenza sopra il collo (in questo caso il modello a cui ci si rifà è uno squalo martello), per il resto il mostro assassino, che si aggira - come immaginabile dal titolo – in un cimitero, attacca chi bazzica in zona con assalti annunciati da un ruggito e mordendo poi...Leggi tutto il collo vampirescamente. L'azzannamento libera litri di sangue rossissimo ma chi spera in un po' di sano splatter dovrà accontentarsi di effetti caserecci da sagra paesana. D'altra parte si parla dell'ennesimo zero budget in tema, girato con quattro dollari sfondando con tutta evidenza nell'amatoriale alla ricerca dell'immancabile impatto trash che qualcuno evidentemente ancora soddisfa.

Incredibile, tuttavia, che per una volta si cerchi di imbastire addirittura una trama, per quanto assurda e risibile; perché dopo il prologo con smembramento di due coppie di ragazzi che amoreggiavano nel cimitero, a indagare sulla sparizione degli stessi viene chiamata l'immancabile Youtuber in disgrazia, tale Abby (Ward), che con il suo socio videomaker ha un blog di criptozoologia (si parla di animali mitici e mai visti come il Bigfoot, il mostro di Loch Ness e via dicendo). Giunta nel paese del cimitero maledetto, la donna si introduce subito in un gruppo di autosostegno nel quale i partecipanti raccontano i loro incontri con il leggendario graveyard shark attraverso flashback orrendi (d'altra parte in linea con il film).

Nel frattempo le uccisioni si moltiplicano perché chi appena si introduce nel cimitero resta vittima prima o poi del mostro che, oltre alla testa di squalo martello impiantata sul collo, si presenta con corpo da culturista gonfiato visibilmente grazie a della gomma azzurra e un giubbotto nero borchiato dal quale fuoriesce sulla schiena una pinna. Ci viene addirittura spiegato come nacque: un pescatore della zona (March) una notte incontrò al largo una sirena (Nene) con la quale ebbe un rapporto sessuale. Rivistala dopo qualche tempo, scoprì come il loro amore avesse partorito un uomo pescecane, che vediamo cullare dalla donna. L'uomo, capendo la mal parata, ammazzò la sirena e abbandonò a se stesso il piccino, che scopriremo in seguito essere stato recuperato da qualcuno dei personaggi principali in un finale a sorpresa non spoilerabile.

Ma anche Abby aveva da piccola subito un trauma: il padre era stato ucciso da un essere peloso durante una passeggiata nel bosco alla ricerca di nuove specie animali. Insomma, si infila dentro un po' di tutto al punto che la durata del film (di norma, nel sottogenere, quasi mai superiore all'ora e venti) supera addirittura l'ora e mezza. Non che questo tuttavia sia segno di buona qualità; e infatti tutto è come sempre al di sotto di ogni standard, dalla recitazione alla sceneggiatura per finire con una fotografia e una regia abbondantemente sotto la media. Se poi come in questo caso gli squali nemmeno si vedono e al loro posto ti rifilano un tizio vestito da carnevale con una testa di squalo in testa è anche difficile far rientrare il risultato nel filone ampissimo degli shark movies...

Epilogo ultrasplatter alla Joe D'Amato, con budella che saltan fuori dappertutto in un delirio di effetti da bancarella che comprendono pure un orso mannaro nato chissà da dove e un siparietto simil freudiano che non ti aspetti... Ah, e non dimentichiamo una folle parentesi onirica in cui Abby ha un complicato rapporto sessuale a letto con un Bigfoot (palesemente un tizio travestito con una maschera buona giusto per i carri di Viareggio).

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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