Walter White è un professore di chimica a cui viene diagnosticato un cancro non operabile ai polmoni e, con un'aspettativa di due anni, decide di cucinare metanfetamine per arricchirsi e dare un futuro alla propria famiglia. Parte a razzo e continua meglio. Un altro "pezzo da 90" per quanto riguarda i serial di ultima generazione. Caratterizzazione dei personaggi fantastica mista ad una sceneggiatura scritta divinamente. Grandi interpretazioni piene di carisma (su tutti Cranston e Paul). Narrazione sempre ficcante. Imperdibile.
MEMORABILE: I due protagonisti che sciolgono con l'acido un uomo in una vasca da bagno...
Il primo episodio inizia con un uomo in mutande e maschera antigas alla guida di un camper al cui interno ci sono altri uomini morti o svenuti: una partenza a razzo insomma, e vien da temere che il seguito non possa essere sempre all'altezza... ed invece siamo di fronte al migliore serial tv di sempre, confezionato con gran classe, sceneggiato benissimo, interpretato divinamente (Bryan Cranston, disperato e autoironico, merita tutti gli Emmy ricevuti), in grado di fornire squarci inediti dell'american life. E con una dote non comune: la capacità di sorprendere sempre, spiazzando lo spettatore.
Una serie incredibilmente perfetta a livello di ritmo e tensione che non cala mai: gli eventi precipitano intorno ai personaggi, caratterizzati tutti incredibilmente bene. Forse la narrazione talvolta si appiana, ma contestualizza molto bene gli elementi chiave messi sotto analisi, in primis l'ipocrisia culturale al centro delle istituzioni occidentali e il benessere. Il protagonista è incredibilmente convincente nella sua lenta e coinvolgente metamorfosi (tutti i personaggi ne seguiranno una). Notevoli, spassosi tocchi di black-humour.
Alzando la metaforica asticella della provocazione (e della qualità), la serialita' televisiva sceglie come protagonista un professore di chimica malato di cancro, produttore di stupefacenti. Breaking bad non è solo una delle serie televisive migliori degli ultimi anni, ma anche un viaggio nella paranoia e nelle metamorfosi umane del suo protagonista, lo straordinario Bryan Cranston. Alto livello delle sceneggiature, regia personale e una bella prova di tutto il cast completano l'ennesima prova maiuscola della televisione americana.
Assoluto capolavoro televisivo che riesce a sorprendere, appassionare ed emozionare dal primo episodio fino alle tesissime, incredibili puntate finali. Gilligan mette in scena un'epopea gangster che brilla per cura registica e qualità di scrittura. A completare il tutto una magistrale interpretazione da parte di tutto il cast, Cranston in particolare. Supremo.
Uno di quei serial che risulta impossibile non consigliare. Personaggi che funzionano, grande carattere cinematografico (gli spezzoni leit-motiv delle singole stagioni), fotografia a grandissimi livelli, tensione che oscilla sino a raggiungere in diverse occasioni i livelli di guardia, una sceneggiatura che cede solo rare volte a qualche lungaggine ma resta sempre piuttosto densa. Walter White rimarrà impresso nell'immaginario collettivo.
MEMORABILE: La sequenza dei fiammiferi, le intro di puntata in generale.
Opera monumentale assolutamente cinematografica - eppur televisiva - dove nulla è lasciato al caso e si sperimentano varie techiche narrative. Il pregio dell'opera risiede anche nella graduale trasformazione, fisica e psicologica, dei protagonisti indipendentemente dal ruolo occupato, anche se indubbiamente la presenza maggiore la hanno Braian Cranston, Aaron Paul e Giancarlo Esposito. Bellissima la fotografia con obiettivi di ogni tipo (la mosca), time lapses elaborati, macchine da presa posizionate sempre nei punti ottimali. Lavoro unico.
Vado leggermente controcorrente non tanto nel voto ma nel commento: la quinta serie è in gran parte deludente e la sceneggiatura fatica da morire. Si fosse trovata a metà strada della storia complessiva non si sarebbe notato troppo, così la precipitazione rispetto al livello eccelso delle precedenti 4 stagioni è evidente. Le strepitose puntate finali risollevano tutto, comunque.
MEMORABILE: "Tutto quello che ho fatto... l'ho fatto per me. Mi piaceva, ero parecchio bravo. Mi faceva sentire vivo".
Faccio subito una premessa: Breaking Bad non è una serie televisiva. Breaking Bad è un'opera d'arte. Non voglio parlare di nessun aspetto in particolare per paura di non renderle completa giustizia visto lo spazio esiguo per scrivere; posso dire solo una cosa: mai era capitato e mai più capiterà di assistere a qualcosa che ti ipnotizza, ti sconvolge, ti risucchia vivo e ti risputa come la storia di Walter White e degli eventi e delle persone che attorno a lui ruotano. Bisognerebbe insegnarla nelle scuole come esempio di scrittura perfetta.
MEMORABILE: "Stay out of my territory"; "Say my name"; "You're the smartest guy I've ever met... and you're too stupid to see...".
Capolavoro di ironia e provocazione, è un’opera che scava negli angoli bui dell’animo. Merita i numerosi premi vinti, forte di una sceneggiatura frizzante (anche se nella quarta parte qualcosa zoppica), di attori autori di prove maiuscole e amalgamati alla perfezione, oltre a una fotografia e un commento sonoro curatissimi (ah quelle inquadrature che partono dal particolare per poi allargarsi). E poi quello che appare il marchio di fabbrica: il ribaltamento dei ruoli dei personaggi in cui quasi nessuno è quel che sembra inizialmente.
Senza concessioni al buonismo, alle ragioni del cuore e al buonsenso, Breaking Bad porta sullo schermo la vita di un uomo che, prossimo alla morte, va alla deriva alternando lucidità e follia. Il tutto in cinque stagioni perfette che riconciliano il cinefilo (o teledipendente) ormai rassegnato. Segnalo la fotografia assolutamente stupefacente e i momenti o "apici" del racconto: il rapporto Walter/Jesse, la rapina al treno, gli scorci nel deserto, la vasca da bagno con acido etc etc riservandomi l'ultimo per l'apposito spazio.
MEMORABILE: Le scene di preparazione della metenfetamina cd "in cucina"; Un miracolo cinematografico.
Molto più di una semplice serie tv: la regia, la fotografia, le prove degli attori sono largamente al di sopra della maggior parte delle produzioni cinematografiche. Ma la forza di Breaking Bad, che invero esplode dopo qualche puntata, è la parabola che trasforma il protagonista in antagonista. Le vicende di "Heisenberg" infatti finiscono inevitabilmente per coinvolgere lo spettatore al punto di farlo dapprima identificare con lui e successivamente detestarlo. Un affresco di rara intensità sul lato oscuro della mente di ognuno di noi.
Con I Soprano il punto più alto raggiunto dalle serie tv americane. Una costruzione d'assieme perfetta con una sceneggiatura che avvince dalla prima all'ultima puntata, con picchi altissimi, quasi nessun calo e a reggere il tutto un galleria di personaggi indimenticabili, maggiori e minori, con attori nella parte della vita (oltre a Bryan Cranston, menzione speciale per Dean Norris, Bob Odenkirk e Jonathan Banks), passando dai registri più diversi. In certi punti molto violento, ma anche incredibilmente divertente.
MEMORABILE: Il tipo sciolto nella vasca da bagno con l'acido; La furia di Tuco; L'attentato con la bomba a Frank.
Ottima serie dalla regia e dalla sceneggiatura impeccabili. Protagonisti eccezionali (Bryan Cranston e Aaron Paul) dalle doti attoriali spettacolari che via via vengono circondati da personaggi altrettanto memorabili e magistrali (grandiosi Giancarlo Esposito e Dean Norris). La forza sta nell'instillare continuamente la curiosità per come si evolveranno le vicende, per come verranno gestite determinate situazioni di pericolo e acqua alla gola. Non annoia praticamente mai.
Una serie che parte in sordina, personaggi timidi anche atipici, la famiglia media americana, un uomo qualunque, poi... arriva icenberg e tutto diventa menzogna, cinismo, inganno, violenza, un susseguirsi di avvenimenti che alterano, modificano Walter Walt e Jessie Pilckman unendoli comunque in una spirale senza uscita intrisa di sangue; poi il vuoto, il nulla, si perde tutto... Notevole sceneggiatura, grandissime le interpretazioni, Cranston ineguagliabile.
L'avvio folgorante trova conferma anche nello sviluppo successivo, ricco di soluzioni originali e sorprendenti. La visione si rivela a tratti cruda e violenta, ma fortunatamente prevalgono gli aspetti di caratterizzazione psicologica dei personaggi. Ottimi Bryan Cranston e tutto il cast. Una serie geniale per soggetto, sceneggiatura, ambientazione, dialoghi, ritmo.
Forse il miglior prodotto televisivo di tutti i tempi, che si parli di fiction o no. Gilligan mette insieme personaggi indimenticabili, un main plot avvincente, sotto-trame interessanti, dando a ogni elemento il giusto spazio e i giusti tempi, con una sapienza da lasciare basiti. Dirompente, energico, ma perfettamente equilibrato. Gli ingranaggi narrativi girano con scioltezza favorendo svolte sempre sorprendenti: dramma, azione, suspense, umorismo (anche del tipo più macabro e grottesco). Regia e storytelling ai vertici massimi. Un capolavoro.
MEMORABILE: Il primo episodio costruito con una maestria da scuola di cinema; Il mitico Saul Goodman; Jesse s'improvvisa sicario; Il finale della quinta stagione.
Parafrasando un noto slogan pubblicitario: "probably, the best TV serial in the world" (e, sarebbe da aggiungere, "of all time"). Impossibile dimenticare il personaggio interpretato da un immenso Cranston, così come la grande sceneggiatura che supporta una storia velenosa di discesa agli inferi da parte di un uomo comune preso da una sconvolgente "hybris" di potere e ricchezza. L'evoluzione-involuzione psicologica ed etica del protagonista è resa in maniera incredibilmente realistica e credibile e lo spettacolo non perde colpi fino alla fine. Capolavoro.
Una serie che lascia decisamente il segno, costruendo attorno alla metamorfosi del suo protagonista una sequela di situazioni e dilemmi morali di non poco conto. Anche chi gli ruota attorno (a parte un paio di figure insipide) acquista sempre più spessore e ambuiguità. Se la prima stagione definisce l'io di Walter ed è più lenta, le altre propongono twist dirompenti e giocati sul filo del rasoio. Buone dosi di black humour e di presa in giro dei ruoli convenzionali, ottima varietà di location.
Serie capolavoro che si eleva fino a raggiungere l'Empireo del piccolo schermo, grazie al prodigio compiuto dagli sceneggiatori: la scrittura dei vari episodi, raggiunge una perfezione che se non è assoluta poco ci manca. Ogni elemento è padroneggiato benissimo ed alla fine ogni pezzo del puzzle va al suo posto.
Il tutto senza quasi mai forzare la storia, ma servendo una progressione drammaturgica degli eventi ricca di colpi di scena tutti verosimili, senza inseguire inutili sensazionalismi. Certi personaggi sono perfetti e restano nella memoria. Difficile trovare di meglio.
Superlativa serie televisiva incentrata su un personaggio originale e difficile da dimenticare. La descrizione della sua trasformazione è magnifica e coinvolgente, il resoconto della deriva mefistofelica di cui è vittima è raccontata con raro puntiglio. Poche le imperfezioni, sufficientemente oscurate dalle vette che riesce ripetutamente a raggiungere. Devastanti le ultime puntate della serie, al limite dell’insostenibilità per quanto sono forti. Saggia scelta non tirarla troppo per le lunghe, onde evitare cadute rovinose. Destinato al culto.
MEMORABILE: I segreti creano delle barriere tra le persone.
Un unico, magnifico affresco in cinque atti. Un vero dramma contemporaneo. La trama e la sceneggiatura sono al limite della perversione e trascinano lo spettatore nelle vicende, sempre più patologiche, di W.W., del suo alias e della sua straordinaria corte. Il racconto sorprende continuamente senza diventare assurdo, si rivoltano in continuazione le regole del noir per poi riaccordarle nel crescendo finale in cui tutto sembra possibile. Alcune soluzioni delle trame sono un po' esasperate, forse troppo, ma ben preparate. Bravissimi a dir poco tutti gli interpreti.
MEMORABILE: I flash back/forward; La morte di Jane; Crapa Pelada; La colonna sonora.
Una strepitosa costruzione perfettamente coerente sia nelle parti che nel tutto, che ricorda le strutture frattaliche in cui nulla si disperde e nulla risulta inessenziale. Si resta assolutamente rapiti dalla forza della sceneggiatura che disegna i personaggi, principali e non, nel loro spessore psicologico e nelle loro mutazioni di fronte alle tante svolte che sorpendono e attanagliano dal primo all'ultimo episodio senza alcun cedimento, con la conseguenza di viverli come un arricchimento intellettuale ed emotivo della nostra esperienza. Memorabile la prova di tutti gli interpreti.
Serie forse non all'altezza della nomea creatasi negli anni, ma dotata di un elevato livello di scrittura e di un'impeccabile resa estetica. Il flusso di azioni criminose del protagonista è orchestrato in maniera crescente, senza particolari forzature e con notevoli impennate alternate a talvolta evitabili rallentamenti (purtroppo ravvisabili anche negli ultimissimi episodi), superati in una quarta stagione praticamente impeccabile. Buona interpretazione del protagonista, ma a ben vedere Paul e Norris incidono maggiormente.
Walt White non è Walt Whitman, ma è comunque un poeta dell’american business & way of life, imperniato su famiglia e fiuto per gli affari: la vertiginosa ascesa nel traffico della droga è paradigma dell’homo faber in chiave dark, grazie agli autori che giocano acutamente con il lato umano del crimine in personaggi potentissimi e complessi, a cominciare dall’alter ego della coppia (una "chimica" perfetta!), figlio ideale dal nome altrettanto tarantiniano Pinkman, calato in una sorta di sofferto romanzo di formazione. Stagioni in avvincente crescendo.
Strapremiata e osannata dalla critica, la serie ha indubbiamente nella scrittura e nell'interpretazione di Cranston i suoi punti forti. Senza contare l'originalità del soggetto e lo sviluppo dei personaggi nel corso delle stagioni. Purtroppo viaggia di pari passo con la noia terrificante di troppi episodi, portati avanti con dialoghi riempitivi inutili ai fini narrativi. Insomma, ci sono episodi in cui devi sorbirti 45 minuti di chiacchiere imbarazzanti per aspettare giusto qualche minuto in cui accade qualcosa di interessante.
La serie tv della nuova era: difficilmente qualcuno potrà superare il livello qualitativo raggiunto da Gilligan in questo lungo viaggio tortuoso nella vita del protagonista (grandissima la prova di Cranston), circondato da una sequela di eventi pazzeschi e da un corollario di personaggi azzeccati nel 99% dei casi. Sono veramente pochi i momenti non all'altezza che si incontrano lungo le cinque stagioni: a livello di sceneggiatura ma anche a livello tecnico siamo al cospetto di qualcosa che segna la storia della tv e che rimarrà sul trono per lunghissimo tempo. Let's cook!
MEMORABILE: Le location; Il taglio delle riprese; Le luci; Gli eventi; I personaggi.
Grande dispendio di mezzi e di cast per una serie che non convince e non commuove troppo, concentrata com'è a sorprendere lo spettatore affinché non senta e non rifletta fino in fondo sulla pochezza della narrazione e sulla banalità a cui sono improntati i personaggi. Del resto affidarsi unicamente all'istrionica iperbole della recitazione degli attori e alla impeccabilità di fotografia ed effetti speciali non può che produrre risultati deludenti. Peccato.
Tra i migliori serial televisivi in assoluto. Altissimo livello di scrittura, cinque stagioni in cui con coerenza viene portata avanti la storia di una crescita personale, di un cambiamento (interno ed esterno) ma corale, non del solo protagonista. Dramma e black humor, azione e momenti riflessivi, personaggi estremamente ben delineati, colpi di scena, ritmo costante. Non c'è una cosa fuori posto, anche il finale chiude praticamente tutte le linee narrative comprese le secondarie. Cast eccellente con citazione per Craston.
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La prima stagione di questa celebratissima serie tv parte col botto con i primi due episodi, ritmati e pieni di sorprese. Successivamente i ritmi
rallentano e si dà molto spazio, forse un po' troppo, alle parentesi familiari.
Ma va detto che sono necessarie per presentare i personaggi e per preparare a quello che verrà dopo. E la sensazione è proprio questa: di trovarsi dinanzi ad una sorta di introduzione, di primo capitolo di ciò che, si spera, raggiungerà vette altissime nelle parti successive. Non male in finale di stagione.
DiscussioneZender • 22/03/20 08:11 Capo scrivano - 48439 interventi
Pronti, via e come nella stagione precedente i primi episodi sono al fulmicotone.
Così come si fanno registrare le solite e numerose parentesi familiari. Ma anche qui è per corroborare quanto visto in precedenza e caratterizzare ancora di più i personaggi. Su quel fronte non si può non segnalare la straordinaria metamorfosi di Walt: lenta ma inesorabile e perciò profondamente inquietante. Ogni tanto ci sono dei picchi ed ultimo e penultimo episodio contengono delle deflagrazioni
non da poco. Si vola alto, in attesa di volare altissimo.
La velocità di crociera si mantiene ormai costante fino a quando aumenta parallelamente all'altitudine. Si è sempre più presi dalle vicende di Walt e dei suoi sodali e così la tensione aumenta e coinvolge. E la progressione psicologica di "Eisenberg" non può non colpire e non inquietare. Ed è ormai chiaro che
la commistione tra crimine e famiglia, che a qualcuno può non piacere, è invece la cifra specifica che rende grande e memorabile questa serie.
Scusa Zender, nella recensione di prima mancava un pezzo che, non so perché, il sito non aveva recepito. Ora è completa: grazie.
DiscussioneZender • 13/04/20 08:21 Capo scrivano - 48439 interventi
Forse perché non capisco come ma sei l'unico che riesce a mandare a capo le frasi senza motivo. Non riesco proprio a capire che problema abbia il tuo PC ma è veramente l'unico... Un giorno bisognerà affrontare sta cosa :)
E si vola nell'Empireo: non che ci fossero dubbi, ma qui arriva la conferma assoluta sulla qualità eccelsa di una serie la cui scrittura migliora episodio dopo episodio, raggiungendo qui la perfezione. Così come è perfetto anche l'impasto tra accelerazioni e "rallentamenti", quiete ed esplosioni. La tensione aumenta col proseguire delle vicende fino a raggiungere il climax nello
splendido finale. E ora, che succerà?
DiscussioneZender • 25/04/20 13:31 Capo scrivano - 48439 interventi