Una figlia - Film (2025)

Una figlia
Locandina Una figlia - Film (2025)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Una figlia
Anno: 2025
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Una figlia

Note: Tratto liberamente dal libro "Qualunque cosa accada" di Ciro Noja.

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La nostra recensione di Una figlia

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il rapporto genitore-figlio continua ad essere centrale e dominante, nel cinema di Ivano De Matteo. Sofia (Francesconi) è figlia di una famiglia apparentemente integerrima come lo era Mia nel film con Leo, e come lei vive in un mondo che è lontano da quello di suo padre Piero (Accorsi), senza nemmeno desiderare che si possa trovare un terreno comune sul quale confrontarsi. Soprattutto ha un rapporto conflittuale con Chiara (Thony), la compagna di Piero subentrata alla madre morta. Per quanto quella provi a coltivare una relazione pacifica, a suo modo matura, Sofia punta allo scontro aperto: semplicemente non la sopporta; a lei non permette...Leggi tutto nemmeno di nominarla, sua madre, e se appena Chiara si avvicina tentando il dialogo, Sofia ringhia.

Un giorno, con Piero fuori casa, Sofia invita lì il suo ragazzo credendo di poter passare la serata da sola insieme con lui, ma Chiara è rimasta: non sta bene e promette di chiudersi in camera senza disturbare. Non basta: Sofia è furiosa e, durante un aperto diverbio in cucina, con movimento si suppone solo parzialmente involontario colpisce Chiara con il coltello, uccidendola. Lo shock è fortissimo. Piero torna e trova disteso sul pavimento il cadavere della compagna, Sofia è in stato catatonico e vaga in trance per la strada, dove la polizia la trova e la accompagna in Centrale.

Comincia la lunga fase in cui l'adolescente non dice una parola, subendo le decisioni di chi l'ha in cura e senza che il padre, col quale ha comunque sempre mantenuto un buon rapporto, abbia modo (né poi desiderio) di vederla. Mariella (Cescon), l'amica avvocatessa di Piero, accetta di occuparsi del processo; ma non è il processo, che il regista vuol raccontare. Di Matteo punta invece la lente soprattutto sulla vita di Sofia all'interno dell'istituto di correzione dove è reclusa e dove fatica a integrarsi, ancora vittima di una incapacità di “metabolizzare” quanto avvenuto. Le compagne di camera la scuotono senza porsi troppi problemi, ma quello che accade all'interno di un luogo che ha la forma precisa del carcere non sembra risultare granché significativo; la constatazione di una condizione inevitabilmente penalizzante è osservata con fin troppa neutralità, con spirito neorealista che non trova nella Francesconi (non per colpe sue) la sponda ideale per caricare il personaggio della necessaria centralità.

Quanto ad Accorsi, che si strugge in separata sede, non si va molto oltre l'ordinario, con l'unica vera intuizione rappresentata dal giudizio severissimo nei confronti della figlia, dal momento che la vittima era pure incinta. Un doppio binario condotto senza fantasia (non che fosse necessariamente richiesta) e scene poco capaci di veicolare un messaggio diverso da quello elementare che si può trarre dall'analisi dello stato dei fatti. Rispetto alla forza dirompente dimostrata dal regista in altre occasioni precedenti (non solo in MIA ma anche nell'eccellente I NOSTRI RAGAZZI, ancora una volta giocato sulla distanza tra genitori e figli), qui si smarriscono lungo la via gli ottimi spunti che potevano nascondersi in un'azione tanto imprevista e definitiva come l'omicidio, per sviluppare reazioni tutto sommato ordinarie e mai intriganti come si poteva sperare; mantenendo inalterata la maturità nell'approccio al tema ma restando piuttosto in superficie...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/04/25 DAL DAVINOTTI
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Markus 27/04/25 16:12 - 3765 commenti

I gusti di Markus

Dopo Mia, De Matteo continua a esplorare le complesse paturnie psicologiche degli adolescenti, centrando la storia su un omicidio e le sue conseguenze legali. Il racconto si snoda attraverso atmosfere che richiamano il neorealismo degli Anni '80 e '90, simili a quelle di Marco Risi. Tuttavia, un tema che avrebbe meritato un approfondimento è l'intromissione dei mass media nella cronaca nera. Purtroppo, il film si limita a suscitare emozioni superficiali, puntando su una facile lacrima anziché esplorare a fondo le dinamiche in gioco.

Gabrius79 29/04/25 13:51 - 1516 commenti

I gusti di Gabrius79

Film che si barcamena nel rapporto tra genitori e figli e che cerca di rimanere a galla grazie ad Accorsi e alla Francesconi che fanno quello che possono di fronte a una sceneggiatura a tratti risaputa. Non mancano comunque momenti coinvolgenti, in particolare durante la fase concitata del carcere minorile. Manca un po’ di ritmo, ma la pellicola si lascia seguire.

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