Anastasia - Film d'animazione (1997)

Basandosi su una piece teatrale e la sceneggiatura del film omonimo del '56, i due registi danno vita ad una discreta pellicola di animazione a sfondo storico (benché ci sia poca verosimiglianza) che si lascia seguire piacevolmente senza tuttavia provocare particolari fremiti e sussulti in chi la guarda. Grande budget (50 milioni di dollari di spesa e 350 artisti all'opera), uso della computer grafica, imitazione dello stile Disney ma risultati un po' troppo altalenanti.

Poteva essere qualcosa di meglio, ma alla fin fine si fa vedere. L'animazione è accurata, la storia risulta discretamente avvincente (anche se in certi momenti ha un po' di stanca). Buono il cast vocale; nulla di speciale, ma una visione gliela si può dare.

Notevole cartone animato sulla vicenda di Anastasia che evita di mettere al centro della situazione la scontata storiella amorosa fra la protagonista e il belloccio di turno e cura molto la storia rendendola avvincente e davvero crudele. L'animazione è buona e i tratti grafici sono rimarchevoli. Ottimi tutti i personaggi e le loro caratterizzazioni, fra i quali svetta la splendida (non certo in senso estetico) figura dell'untuoso zombie Rasputin, eccellentemente doppiato da Christopher Lloyd in inglese e da Mauro Bosco in italiano. Di classe.

Discreto ma non memorabile, ha fra gli aspetti positivi una buona grafica e dei personaggi interessanti (specialmente Rasputin non-morto e il pavido pipistello Bartok). Il doppiaggio italiano, inoltre, è di alto livello. Trattandosi di un cartone, gli si possono concedere delle licenze storiche, anche se il ritratto assolutorio dello zar Nicola II, in realtà autocrate spietato e fanatico, è francamente irritante. Degno di una visione.

Opera di animazione la cui trama ricalca quella del film omonimo con la Bergman basato sulla vicenda della figlia dello Zar russo. Il film si inserisce nel solco della tradizione disneiana (pur non essendo prodotto dalla celebre casa del topo) ed è abbastanza gradevole e curato. Il suo limite principale (piuttosto grave in un film del genere) è quello di una colonna sonora mediocre con canzoni che (a differenza di quelle dei film Disney) non rimangono impresse nella memoria.

Con un ritardo mostruoso durato anni, ho finalmente visto questo film d'animazione il cui soggetto, molti anni prima, ha anche ispirato una pellicola con Ingrid Bergman. A prima vista, non sembra così diverso dai film Disney degli anni '90 (lei, lui, il cattivo, gli animaletti e le canzoni), ma a voler scavare a fondo qualcosa di diverso c'è. Il regista Don Bluth ci sguazza nelle scene magiche e dark, a mio dire molto più adulte di quelle disneyane. L'avrei gradito di più se non ci fossero state le canzoni, però è un film da tre.

Sorvolando sulle macroscopiche incongruenze storiche e su alcune distorsioni al limite del revisionismo (lo zar Nicola ne esce praticamente come un martire e la sua Russia un'isola felice), è proprio un buon film d'animazione. Il tratto è bello e curato nei particolari, la storia affascinante e avventurosa; la scelta di due doppiatori non-professionisti come Fiorello e la cantante Tosca, per le voci dei due protagonisti, si rivela una volta tanto azzeccata. Un po' troppe canzoni per i miei gusti, comunque un prodotto di buon livello.

Divertente cartone animato che parte da premesse storiche abbastanza ridicole (la Russia degli Zar terra di allegria e abbondanza) ma finisce per raccontare l'avventura di una ragazza inseguita da uno zombi-Rasputin. Il ritmo è fresco, la storia spensierata e piuttosto lineare, buone e allegre le musiche. Ottimo per un divertimento dolce e senza preoccupazioni.

Uno dei migliori epigoni Disney degli anni '90, ideato da un Bluth in gran forma, che riesce a coniugare l'animazione tipica della casa del topo del periodo (molte similitudini soprattutto nei disegni umani) con un'atmosfera a tratti decisamente più dark e adulta, soprattutto nei momenti con Rasputin. La trama è la stessa già affrontata dal cinema live action, ma è trattata in modo avvincente, con vari momenti d'azione ben realizzati e una simpatica ironia. Alcuni momenti musicali spiccano (il tema del carillon, quello sui titoli di coda), altri un po' meno. Da vedere.

Lei, lui, un viaggio, un cattivone, canzoni qua e là... Sembra Disney ma non è, e si vede. La colonna sonora è piuttosto anonima, incredibilmente discontinua l'animazione (si passa da mirabili effetti in CGI ad economiche scenografie con i personaggi di sfondo fissi), la vicenda narrata è abbastanza inverosimile (la rivoluzione russa sarebbe nata così?). Quasi inutile dire che le cose migliori passano dal cattivo (Rasputin versione zombi) e dalla sua spalla Bartok (che poi avrebbe avuto uno spin off tutto suo), inoltre certe atmosfere tetre piacciono. Migliorabile, anche se non male.

Pur vantando un'innegabilmente buona confezione, la matrice commerciale del prodotto, improntata a un'aperta rivalità (più economica che artistica) nei confronti della Disney e dei suoi recenti successi, finisce per oscurarne le qualità tecniche. Si fatica a scorgere lo spirito del miglior Bluth, qui vincolato dalla corsa all'imitazione disneyana (i vistosi numeri da musical, l'abuso di sperimentazione col 3D, gli immancabili animaletti-sidekick) e troppo confidente nell'uso del rotoscope (strumento più indicato per l'animazione adulta alla Bakshi). Sul doppiaggio meglio sorvolare.