Il film è diviso in tre parti: la preparazione, una finta missione e quella reale (le prime due sono uno spasso, con le dodici teste più o meno calde che si scornano tra loro, ma soprattutto con l’autorità, creando gustosi fuoriprogramma). I personaggi sono ben delineati (su tutti, il ribelle Franko e lo psicopatico Savalas), il ritmo è pressochè costante (poche pause); e il risultato non può che essere notevole, nonostante l'idea della sporca dozzina sia già stata sfruttata in Sierra Charriba.
MEMORABILE: Il maggiore fa uscire di testa quello che sembra più calmo di tutti sapendo che, se stuzzicato, diventa una furia. Le bombe a mano nel condotto.
Robert Aldrich dirige un ottimo film d'azione, coadiuvato benissimo da uno stuolo di attori particolarmente in forma. Il film parte quasi con ritmi da commedia per finire poi in stile avventuroso; sulla sua scia uscirono varie imitazioni nessuna delle quali, ovviamente, riuscì ad avvicinare il modello. Non un capolavoro ma una pellicola estremamente godibile che merita assolutamente di essere vista.
Robert Aldrich è un regista dal solido mestiere e lo dimostra in questa pellicola che, pur non essendo un capolavoro, si rivela un solido action, ben orchestrato ricco di ritmo e tensione assolutamente godibile. Il merito è della regia ma anche di una buona sceneggiatura e di un nutrito ed assortito cast di ottimi attori che danno vita a personaggi. La durata non indifferente non nuoce affatto al film che si vede con piacere fino in fondo.
Un riuscitissimo film di guerra meritatamente assurto alla fama di classico del genere. Azione serrata, ironia e perfno un po' di giocosità in una pellicola esclusivamente maschile. Qualche comprimario è forse un po' abbozzato (inevitabile, datone il numero), ma i principali protagonisti risultano disegnati a tutto tondo. Oltre a Marvin, Bronson, Cassavetes e il più stralunato del solito Sutherland, tra i comprimari una citazione speciale va a Richard Jaeckel, il sergente MP e a Robert Ryan, il colonnello firmaiolo.
MEMORABILE: Donald Sutherland che passa in rivista la truppa.
Un classico imprenscidibile. Ben diretto dall'esperto Aldrich si avvale di alcune delle
facce più patibolari che il cinema ricordi: Marvin è un'autentica, simpatica canaglia, Ryan un colonnello ambizioso che verrà stangato a dovere, Sutherland ancor giovane ma molto bravo, Richard Jaeckel un sergente dal pugno di ferro ma dal cuore d'oro, Bronson un soldato dai nervi d'acciaio e infine i due psicopatici del gruppo, John Cassavetes e Telly Savalas (quest'ultimo da brividi). Grande come sempre Ernest Borgnine. Bellissima la parte finale e i giochi.
MEMORABILE: I giochi militari dove il gruppo di Marvin batte e poi prende per i fondelli quello di Ryan, con Borgnine che se la ride.
Uno dei film di guerra più famosi e celebrati che, sebbene sia un po' sopravvalutato, non è il capolavoro che molti dicono essere, si rivela efficace nel coinvolgere ed intrattenere gli spettatori per tutta la sua durata. La regia solida (anche se Aldrich ha fatto nettamente meglio), la sceneggiatura accattivante, la confezione estremamente professionale ed un cast ricchissimo di stelle ne fanno comunque una pellicola imperdibile nel suo genere. Bello il finale non edulcorato.
Dodici militari criminali vengono ingaggiati per un’azione di sabotaggio dietro le linee naziste. Nonostante la lunghezza, è un film asciutto e compatto, tenuto saldamente dal regista grazie a una sceneggiatura ferrea e a una squadra di attori di grande resa. Lo spettatore è accompagnato nella storia dall’inizio, con un procedimento quasi pedantemente cronologico, ma proprio questo consente a Aldrich di attraversare varie fasi narrative, realizzando in pratica tanti film diversi nel film generale. Da vedere.
Sicuramente un classico del genere "bellico". Il cast è davvero imponente, con Marvin, Bronson, Savalas e soci (tutti molto bravi). Curate le scene d'azione, che ancora oggi si fanno vedere più che volentieri. Insomma, un film da conservare in videtoteca.
Film bellico spruzzato con un po' di umorismo fuori luogo che ne rovina il risultato finale. Le premesse erano fantastiche, cominciando dal cast di attori coinvolti, passando per il tema della missione quasi impossibile e finendo con un regista che sicuramente sapeva mostrare il lato più crudo della guerra. Invece il tutto si riduce a scenette comiche di addestramento, missioni che di impossibile hanno ben poco e recitazioni quasi clownesche. Un modo di fare cinema che oggi non ha più presa sul pubblico e spreca tanti buoni propositi. Evitabilissimo.
Non il film più bello di Aldrich, ma certo quello più fortunato e rappresentativo del suo modo di intendere la guerra (e forse anche il cinema): uno sporco affare da condurre nel miglior modo possibile. L'ironia sottintesa (i criminali devono riscattarsi commettendo azioni non molto diverse da quelle per cui sono stati condannati) ed il ritmo sostenuto rendono molto gradevole la visione sia nella prima parte scanzonata che durante la missione. Formidabile cast di facce da duri, dentro e fuori la dozzina, con menzione speciale per lo psicopatico Savalas ed il nevrotico Cassavetes.
È un film bellico impregnato di umorismo, a volte ben contestualizzato, altre un po' troppo in eccesso. Difatti, tra addestramento e diverse "gag", il film prende strane vie. La storia, a mio parere, nonostante offrisse numerosi spunti (voglio dire, ci sono ben 12 personaggi e non solo caratterizzati distintamente) poteva essere di gran lunga meglio rappresentata: la missione stessa risulta essere poco coinvolgente. Buone interpretazioni, tante facce da duri, ma in fin dei conti niente di che.
Film diventato con il tempo un cult saccheggiato in seguito da diversi autori (solo per citare gli ultimi: i Bastardi senza gloria di Tarantino). La durata è importante (143 minuti) ma la storia si svolge bene, è coinvolgente e non ha momenti di pausa eccessivi (forse la parte centrale della manovra simulata è un po' troppo lunga); mi resta qualche dubbio sulla ricerca a volte eccessiva della gag. Cast adatto allo scopo: granitico Bronson, teneramente canagliesco Marvin, folli Savalas e Cassavetes e sornione Borgnine. Regia solida e di mestiere
Grandissimo film di guerra diretto dall'ottimo Aldrich (specializzato nel genere) e con la seconda parte (quella della missione) ricca di azione ancora oggi adrenalinica e spettacolare. Il cast è magnifico, con tutte le facce di cuoio tipiche del periodo: Marvin, Bronson, Savalas, Sutherland, Jaeckel, Brown e Cassavetes più Borgnine, Ryan e Kennedy fra i generali che arruolano l'esercito di pendagli da forca. Un classico imperdibile, per chi ama questo tipo di pellicole.
Quella sporca dozzina (finalmenta un titolo tradotto bene) è un bel film di guerra, ma soprattutto un film sugli uomini, sugli uomini che portano una divisa e sui diversi modi di come si possa portare una divisa militare. Sugli stimoli e sulle regole fatte capire (per amore o per forza) e fatte accettare anche da personaggi senza alcuna morale, conquistandone il rispetto e la devozione (fino alla morte) e dando una motivazione valida alla necessità di combattere, per se stessi o/e per la patria. Ottime interpretazioni e buona regia.
Riuscirà il maggiore Reisman a trasformare un manipolo di avanzi di galera in efficienti soldati pronti a tutto? Per l'occasione Robert Aldrich mette insieme le migliori facce granitiche disponibili a hollywood, confezionando un buon film bellico che non va oltre l'intrattenimento, complice un eccessivo tono scanzonato che pervade tutta la pellicola. La prima parte, quella dell'addestramento, è sicuramente la migliore. Magnifica la prova di Telly Savalas nel ruolo del pazzo Maggott.
Affidato alle esperte e sapienti mani del poliedrico Aldrich, si impose come nuovo modello di cinema bellico spiccio e senza troppi fronzoli, assai imitato, replicato e fonte di ispirazione anche per Tarantino. Quel che, però, più colpisce lo spettatore attento - ottima tenuta spettacolare a parte - è la vena caustica e sarcastica con cui il regista introduce un provocatorio e forte discorso antimilitarista: quale è il confine fra eroismo e mattanza? Lo stellare ed affiatato cast (Marvin, Bronson, Cassavetes, Savalas, ecc...) si diverte...
Un manipolo di canaglie (vere e presunte, condannati a morte o ad almeno 20 anni di prigionia) viene addestrato per portare a termine una difficilissima missione. Un grande classico del cinema bellico che si fa apprezzare sia per la trama sia per la grande caratterizzazione di tutti i personaggi (su tutti uno splendido Savalas nei panni di uno squinternato ossessionato dalla figura della donna libertina). Si ride e ci si commuove (nel finale). Evergreen.
MEMORABILE: Riferendosi al rancio: "Su questa cosa ci sono salito sopra un sacco di volte ma non l'ho mai mangiata".
Un ufficiale indisciplinato, dodici pendagli (letteralmente) da forca, una missione suicidia oltre le linee del D-Day. Mettendo abilmente un pizzico di controcultura al servizio della poderosa macchina spettacolare hollywoodiana Aldrich gira un classico assoluto del cinema bellico, con un cast clamoroso, impossibile da replicare. Il sottotesto ideologico, se c'è, è di cartapesta. E' solo intrattenimento, ma la sua forza è nell'assenza di remore di alcun tipo e in una sceneggiatura di ferro. Oltre alle facce, ovviamente, Cassavetes Marvin e Bronson su tutti.
Un capolavoro del genere. Crudo, violento e goliardico al tempo stesso. Precursore di una miriade di cloni. Fantastico Marvin nei panni dell'ufficiale controcorrente. La trama è impropabile, ma poco interessa allo spettatore. Inizia male e finisce... non lo dico. Consigliatissimo!
MEMORABILE: Senti bastardo, se tu non marci, io ti spacco i denti!
Bel classico di guerra, gran produzione, cast stellare, soggetto e sceneggiatura di ferro, regia essenziale. Il film, pur di lunga durata, scorre veloce e senza alcuna inutile divagazione ci si concentra sulla missione da compiere. Personalmente ho trovato splendida tutta la parte finale.
Uno dei film di guerra più affascinanti mai prodotto, quando scritturare le star in gruppo non era operazione commerciale proibitiva come oggi. Alla "sporca dozzina" si ispireranno molti altri film, ambientati anche in epoche diverse (come non ricordare Una ragione per vivere e una per morire di Valeri?). Aldrich firma un'opera che sa emozionare non senza un'apprezzabile vena ironica, caratterizzando i personaggi psicologicamente e dirigendo attori che hanno fatto la storia più bella del cinema americano. Tarantino attingerà a piene mani.
Film entrato di diritto nella storia dei film bellici grazie a una sceneggiatura senza fronzoli e un cast di attori di prim'ordine. Aldrich parte da uno spunto nuovo (l'utilizzo di un manipolo di criminali per una missione quasi suicida) per mettere in scena una pellicola di grande impatto e dal ritmo vorticoso. Certo, Hollywood ha sempre caratterizzato i nazisti in maniera molto superficiale, ma restano ottime la resa e la morale di redenzione che il film ci lascia.
Uno dei film bellici più famosi della storia del cinema, forse leggermente inferiore all'alone di culto che lo circonda. Bella l'idea di partenza, che verrà più volte imitata e che consente a Aldrich di mostrare il lato più crudo della guerra, ma anche il cameratismo e la possibilità di redimersi. La durata è imponente e la fase dell'addestramento si protrae un po' troppo a discapito della missione vera e propria, ma i personaggi vengono ben caratterizzati e vedere all'opera un cast di tale livello è sempre piacevole.
MEMORABILE: L'inizio; Il finale, non edulcorato ma emblematico.
Seconda Guerra Mondiale. Dodici galeotti vengono addestrati da un maggiore statunitense per assaltare un castello pieno di alti papaveri nazisti. Grandioso film di guerra ricco di momenti intensi ma anche di molto umorismo, con un cast all stars veramente insuperabile. Aldrich rende protagonisti gli ultimi, i reietti, i neri, gli asociali e ci regale una mezz'ora finale piena di azione, sparatorie e violenza. Forse il miglior film di guerra mai realizzato.
Famosissimo film di guerra che è uno dei capostipiti di tante "americanate" in cui un gruppo di eroi va a eseguire la sua missione. Eppure la classe è squisita e se certo si sente un'eccessiva retorica e qualche interrogativo morale tralasciato (vanno essenzialmente a uccidere tutti e tutte!), la trama stessa e alcune scene ingegnose rimangono nella memoria (ad esempio tutte quelle con l'ottimo Borgnine). Le scene d'azione non stupiscono certo con gli effetti speciali, ma ci si diverte per tutta la lunga durata e la tensione rimane alta.
“Uccidere generali può diventare un mestiere”, dice nel finale uno dei protagonisti. La guerra come universo criminale. Aldrich torna al war-movie deridendo le istituzioni militari. Il secco incipt con l’esecuzione di un condannato a morte promette molto, l’addestramento delle dodici facce patibolari è pervaso da un salutare spirito anarcoide in linea con il clima di ribellione generale del sessantotto, ma il finale per quanto ben orchestrato è puro intrattenimento d’azione. Grande successo al botteghino, con una serie di seguiti inguardabili.
MEMORABILE: La finta ispezione alle truppe; L’odio psicotico di Savalas verso le donne; L’esecuzione del condannato a morte; L’orgetta pre-missione.
Gruppo di condannati verrà assoldato per una missione oltre le linee tedesche. Tema bellico sfaccettato per il nutrito cast che mescola bene il lato psicologico (dopotutto è sempre in gioco la vita) e l'action dietro le linee nemiche. Durata abbondante che permette anche diversivi più leggeri (il finto generale e le donnine). Discreto il finale per il clima di tensione e per la spettacolarità delle esplosioni.
MEMORABILE: Le bombe a mano nella bocca di lupo; I balli con le donne nella baracca; La protesta per avere l'acqua calda (da cui il titolo).
Buon film di Aldrich, che si concentra maggiormente sulla spettacolarità e sui dettagli delle scene belliche piuttosto che sulla caratterizzazione psicologica dei vari personaggi che compongono la dozzina del titolo. L'impressione che si ha è che, probabilmente, il film duri troppo rispetto ai contenuti, perché l’evoluzione del gruppo non viene descritta in maniera accurata, bensì data per assodata. Si tratta di un ottimo film di guerra, ma Aldrich ha fatto di meglio. Fantastici i titoli di testa.
Dodici prigionieri vengono scarcerati per una missione pericolosa, compiuta la quale avranno condonata la pena. Carrellata indimenticabile di volti forti, duri, cinici, indimenticabili, capeggiati da un granitico Lee Marvin. Un ottimo war/action che sebbene abbia passato i 55 anni ancora fa il suo dovere. Gestito magnificamente, specie nella bella intro e nella prima parte.
Tratto da un romanzo: un gruppo di dodici galeotti viene addestrato dall'esercito americano per compiere un assalto a un quartier generale tedesco. Buon film in cui dramma, azione e guerra si mescolano piuttosto bene. Certamente ha portato qualcosa di innovativo nel genere. Durata di due ore e più, ma il tutto risulta essere molto scorrevole. Ottimo il cast, in cui spicca Cassavetes.
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CuriositàZender • 10/07/08 08:13 Capo scrivano - 48379 interventi
Terzo posto negli incassi della stagione 66/67 dietro al sorprendente documentario tedesco Helga e al James Bond ufficiale Si vive solo due volte.
Nel libro di Wensley Clarkson TARANTINO - THE MAN, THE MYTHS AND HIS MOVIES edito nel 2007 viene citato come uno dei film e delle fonti di ispirazione che più di ogni altro hanno influenzato la carriera registica di Quentin Tarantino.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 3 settembre 1985) di Quella sporca dozzina:
HomevideoRocchiola • 13/08/18 09:13 Call center Davinotti - 1290 interventi
Il DVD singolo della Warner di cui riporto la copertina
è interessante perché presenta la versione in formato video anamorfico 2.20 rispetto al 1.75 della special edition con 2 DVD.
L'originale aspetto corretto è quello 1:78, mentre il 2.20 è stato in realtà croppato sopra e sotto per un trasferimento in 70mm fatto per le megasale.
Personalmente preferisco il formato super-panoramico in 2.20, in quanto il lieve ridimensionamento dell'immagine ai bordi superiore ed inferiore non inficia l'aspetto generale delle singole scene, rendendo il tutto un po' più aderente ai canoni del megaschermo molto in voga all'epoca nel cinema americano (anche se Aldrich ha quasi sempre girato nel più ristretto 1.78 o 1.85).
Avendo visionato entrambe le edizioni posso dire che l'immagine è praticamente di qualità identica con sequenze più pulite ed altre meno definite e più granulose. Forse nel formato 2.20 i colori sono lievemente più vivi, ma forse è solo una mia impressione.
Per la cronaca c’è anche un BD della Warner uscito nel 2007 come region free, ma solo con audio inglese, francese e spagnolo che però stando alle recensioni del sito bluray.com è abbastanza scarso a livello di immagine presentata nel formato originario 1.78, mentre l’audio ed il reparto degli extra sono ottimi.
CuriositàRocchiola • 13/08/18 09:15 Call center Davinotti - 1290 interventi
Il sito Film.it ci dice che a quanto pare il racconto di E.M. Nathanson su cui è basata la sceneggiatura del film è tratto da una storia vera. Una storia raccontata a Nathanson dal futuro regista Russ Meyer che aveva lavorato come cameraman al fronte. Meyer aveva girato alcuni filmati su un gruppo di prigionieri in un carcere militare, condotti in una base segreta per essere addestrati e mandati dietro le linee nemiche nel D-Day, dove avrebbero commesso atti di sabotaggio e omicidi mirati. Il gruppo veniva chiamato “la sporca dozzina” perché i soldati rifiutavano di lavarsi e radersi. Ovviamente a questi era stata promessa totale amnistia se fossero tornati vivi. Ma nessuno tornò.