LA VERSIONE DI RAMBALDI SUGLI ATTORI UMANI DI ET
Suscitò
polemiche la notizia che in ET erano stati introdotti, durante la lavorazione,
attori umani particolari: il nano Michael Patrick Bilon, "scomparso poche settimane prima" dell'articolo che citerò in "fonte", e un ragazzo con handicap.
Carlo Rambaldi, creatore di ET, disse che nei titoli di testa apparivano regolarmente i nomi degli "ET umani" e che su
un totale di 429 inquadrature dell'extraterrestre 385 erano state realizzate con il
pupazzo telecomandato da lui stesso e
44 erano state
fatte con Bilon: le riprese in campo lungo, nel bosco e per le vie di Los Angeles: "Occasioni dove era impossibile agire diversamente senza aumentare vertiginosamente costi e difficoltà".
Il
ragazzo senza gambe era stato usato
solo per
otto secondi di proiezione e contattato da Spielberg per fare la controfigura di
ET.
"Il giovane era entusiasta di fare del cinema, e a nostro parere ciò lo aiutava anche psicologicamente. Ma poi ci siamo resi conto che, camminando il ragazzo sulle mani, il suo equilibrio così instabile e le sue condizioni generali non permettevano un impegno a lunga scadenza. È così subentrato il nano che, però, essendo cagionevole di salute, era ogni tanto assente dal set".
Così, aggiunge Rambaldi, in quelle occasioni usarono il ragazzo, che in tutto era rimasto "nella pelle di ET non più di due ore". C'era stata poi una
terza interprete,
una nana, che aveva fatto la controfigura soltanto nelle
scene "all'inizio,
accanto all'astronave".
FONTE:
Maurizio Porro,
Rambaldi: "La verità su ET", in
Corriere della Sera,
8 marzo 1983,
pag.25.