Bel giallo-thriller psicologico inglese che si distingue sia per l'originalità della vicenda che per la bravura dei protagonisti: Gina Lollobrigida, affascinante infermiera di origini - guarda caso - italiane; Sean Connery, elegantissimo anche se non nei panni di 007; soprattutto un grandissimo Ralph Richardson, burbero, valetudinario, agghiacciante zio. Su tutto, quasi a scandire ogni momento topico, troneggia la titanica musica di Ludwig van Beethoven. Film bello e terribile, tutto sommato.
MEMORABILE: I terrificanti sguardi di Charles Richmond (Ralph Richardson)!
Richardson è malandato di salute, ricchissimo e misantropo, ma non tanto da resistere alle grazie della bella infermiera italiana, che però già se la intende col nipote del suo paziente, un bel tipo avido e senza scrupoli. Discreto giallo, diretto con professionalità da Dearden, che può contare sulla prestazione di un grandissimo attore come Richardson, perfetto nella parte dello zio da detestare ma anche da compatire. Fra uno 007 e l'altro, Connery sfodera tutto il suo fascino virile, mentre la Lollobrigida è - come in altre occasioni - un pò troppo legnosa/lagnosa.
Funziona meglio la prima parte di genere drammatico che fa da preludio e preparazione
alla seconda di matrice thriller. Quest'ultima non è particolarmente tesa e avvincente
ma anzi risulta in gran parte prevedibile e non del tutto credibile: lo spettatore non troppo inesperto mangia la foglia ben prima della sprovveduta protagonista. Eppure il film è gradevole e sebbene l'identità del colpevole non sia difficile da comprendere (anche a causa della penuria di personaggi) si va avanti per capire come si giungerà alla verità. Buona la regia così come il cast. Accettabile ma nulla di memorabile.
Nonostante la pellicola risenta dell'inesorabile scorrere del tempo e risulti quindi un po' datata, qualche discreta cartuccia riesce ancora a spararla, soprattutto se si pensa alla brillante prova di Richardson (i suoi insulti razzisti, le continue lamentele) e al sufficiente interesse che riesce a creare lo sviluppo narrativo soprattutto nella fase iniziale. La regia, alquanto monotona, non riserba alcunché di stilisticamente rilevante. Girato fra gli studi Pinewood e Maiorca.
Ottimo giallo con un bel cast che offre solide interpretazioni: palma d'oro a Richardson, a tratti inquietanti (specie per l'epoca del girato). La Lollobrigida molto brava sprizza sensualità da ogni poro, bravo Connery bastardo come non mai. Si inizia con una prima parte molto psicologica, con accurata descrizione dei personaggi, per arrivare alla seconda parte thriller molto tesa e ben costruita a livello di tensione. Da citare senza dubbio il cadavere di Richardson portato come fosse ancora vivo.
Devo dar ragione a chi afferma che la prima parte sia più riuscita della seconda. Ciò, a dire il vero, potrebbe rappresentare un paradosso, dato che i nodi vengono al pettine alla fine, mentre l’inizio è focalizzato a presentare i personaggi. Il problema è che quando la pellicola arriva al dunque risulta oltremodo banale, con un colpevole facilmente identificabile e una tensione pressoché assente. Una regia scarsamente dinamica e attori poco adatti nei rispettivi ruoli (specialmente Connery) affossano ancor di più un film comunque guardabile.
Anche se la sterzata dal psicologico/sentimentale al giallo classico non riserva particolari sorprese, il film rimane piacevole per l'intera durata grazie a un cast in gran spolvero. La Lollo era all'apice della fama e dell'avvenenza e fornisce un'ottima prova, Connery ambiguo come non mai, Knox efficace ispettore nell'ultima parte, ma su tutti si staglia la figura di Richardson: astioso, misantropo, razzista, eppure ancora capace di provare qualche lampo di umanità. Le onnipresenti musiche di Beethoven conferiscono una solennità non comune.
Un vecchio miliardario bisbetico che ha passato la sua vita a torturare il genere umano, un nipote ingordo, un'infermiera italiana trascinata nella tana del lupo. Il film, un buon giallo ereditario, è troppo in balia dei suoi attori principali per essere credibile, con il solito Sean Connery outsider, un Richardson fuori dalle righe e una Lollobrigida "impagliata". La trama fa acqua da qualche parte, ma la professionalità complessiva lo rende comunque fruibile.
Il rampollo Connery, tiranneggiato e diseredato dal crudele zio paralitico, ne progetta l'eliminazione spingendo un'avvenente e sprovveduta infermiera a sposarlo. La preparazione dei presupposti è piuttosto lunga e la vicenda vera e propria prende piede solo a due terzi; nonostante questo è un giallo che regge ancora bene il peso dei suoi anni. E se pure la soluzione dell'intrigo appare prevedibile la scorrevolezza della visione è garantita dalla voglia di capire cosa accadrà dopo e dal magnetismo di un Connery all'apice della forma.
Trama interessante, che sfrutta la bravura interpretativa di Richardson e Connery (ma anche la Lollobrigida non sfigura), e che tiene desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine. Purtroppo la regia di Dearden non è delle più spigliate e il ritmo latita, rendendo così il prodotto leggermente inferiore al "potenziale" che aveva sulla carta. Connery, già interprete di due 007, è intenzionato a non legarsi a quel personaggio e interpreta qui uno dei suoi rari ruoli negativi. Un discreto film, che avrebbe beneficiato di un maggiore dinamismo.
La forza di questo bel film di Dearden sta tutta nel romanzo della Arley di 10 anni prima, da cui gli sceneggiatori riescono a creare un magnifico crescendo che si sublima nella mezz'ora finale, risolta forse con troppa fretta. Gli interpreti principali, compresa la nostra Lollo, sono una garanzia e imprimono i giusti toni alla vicenda piuttosto torbida, che per certi versi ricorda i grandi noir dell'epoca d'oro, in primis La fiamma del peccato. Cast tecnico non eccezionale (fotografia forse troppo piatta) bilanciato da un grande lavoro sullo script e da ottime location. Notevole!
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Il maggiordomo di Ralph Richardson, interpretato da Laurence Hardy, si chiama Baines. E' un chiaro omaggio a Richardson stesso, che nel 1948, nel film Idolo infranto, interpretò il ruolo di un maggiordomo, il cui nome era proprio Baines.