Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo - Film (1973)

Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo
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MMJ Davinotti jr

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C'è da scommettere che la parte migliore della sceneggiatura sia opera di Francis Veber, che l'ha scritta assieme a Caprioli e al regista. La mano di quello che è probabilmente il più grande autore francese di commedie per il cinema si sente e sono molte le gag che vanno a segno. Tanto che ci si aspetterebbe di più dal film, purtroppo spesso semplicemente caotico e forzatamente sopra le righe. A partire da Jean-Paul Belmondo, sia chiaro, che interpreta lo scrittore protagonista con esagerata concitazione come se la cosa ne potesse incrementare il tasso comico. E' vero il contrario, perché anche per colpa di una regia che vuole tenere alti i ritmi senza averne le capacità, il film annega i tanti...Leggi tutto spunti divertenti in una sorta di commedia semiparodistica a lungo andare sfibrante, ripetitiva e mai misurata come era lecito sperare. Traslando a grandi linee l'idea alla base di SOGNI PROIBITI (e passando pure per L'IMPIEGATO con Manfredi), Philippe de Broca mette Belmondo nella situazione che fu di Danny Kaye; ma invece di farlo sognare a occhi aperti, lo porta a immaginare quello che sta scrivendo per il proprio nuovo romanzo (il suo 42simo, con 12 milioni di lettori pronti ad acclamarlo) immedesimandosi nell'eroe imbattibile e inserendo all'interno dei “sogni” coloro che gli gravitano intorno in quel momento. E' spassoso quindi osservare come durante una sparatoria, ad esempio, tra le vittime compaiano l'odioso idraulico col suo assistente passati per casa dello scrittore poco prima senza aver riparato quel che dovevano; o che nell'avventura dell'agente segreto al centro di tutti i suoi libri la donna al fianco sia sempre l'incantevole vicina di casa (Bisset) dello scrittore; o che ancora si riconosca in ruoli perfidi il subdolo editore interpretato da un Vittorio Caprioli dalle molteplici parrucche. Il tempo per finire il romanzo è poco, il nervosismo cresce e l'astrazione dalla realtà attraverso la visualizzazione di lunghe scene d'azione che vanno studiate per completare il libro portano di rado l'effetto sperato. A battute in alcuni casi notevoli corrisponde una regia che le gestisce male accelerando i tempi nella speranza di ottenere un ritmo inarrestabile. Non è così e nella seconda parte il gioco mostra la corda, con qualche break sentimentale di troppo e l'ostinazione a ripetere situazioni facilmente immaginabili, con lo scrittore che a un certo punto arriva a sabotare smaccatamente le azioni del suo eroe di carta perché capisce come la bella vicina trovi irresistibile solo quello. E qui scatta la parte più parodistica, dove l'ex agente infallibile Bob Saint-Clar comincia a non combinarne più una giusta. Notevoli i paesaggi messicani dove si ambienta la vicenda "falsa", dalle piramidi dello Yucatan alle suggestive spiagge, interni di pregio, un Caprioli meno spassoso di quanto sarà ad esempio con Di Leo, un mattatore che col demenziale non pare trovarsi troppo a suo agio. Ciononostante è difficile non distinguere nel copione la mano di uno specialista del campo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/04/19
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Il Gobbo 26/04/07 15:06 - 3015 commenti

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François Merlin è uno scrittore di successo, autore della saga dell'agente segreto Bob Saint-Clair, nei cui romanzi traspone i personaggi della sua vita di tutti i giorni. Parodia degli spy-movies affidata a un Belmondo tanto gigione quanto adatto alla parte. A tratti divertente ma piuttosto sconclusionato, esilarante Caprioli - anche cosceneggiatore - nei panni del cattivo (del romanzo), un po' sprecata la sempre meravigliosa Jacqueline Bisset.

Caesars 10/09/07 12:04 - 3884 commenti

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Commedia che procede a fase alternanti: alcune (soprattutto ambientate nel romanzo) sono decisamente divertenti, altre (compresa la parte finale) lasciano un po' il tempo che trovano. Peccato perché l'inizio è scoppiettante e Belmondo fornisce una prova autoironica niente male; buono anche Caprioli, mentre Jacqueline Bisset si limita ad essere splendida ma non troppo incisiva come coprotagonista. L'idea comunque è simpatica e il film può risultare gradevole.

124c 22/06/10 17:47 - 2960 commenti

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In un decennio dove gli spy-movies alla James Bond si limitavano ai film della serie omonima (con Roger Moore e i suoi deliziosi cine-fumettoni, così diversi da quelli seri con Sean Connery), nel 1973 esce questo film con Jean Paul Belmondo. Qui l'attore interpreta sia la parte di uno scrittore "alla Ian Fleming", che l'eroe dei libri di spionaggio, in una commedia deliziosa che vede anche la partecipazione di Jacqueline Bisset e Vittorio Caprioli (anche loro in un doppio ruolo). Decisamente più riuscito di Zitto quando parli.

B. Legnani 10/02/14 00:36 - 5611 commenti

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L'inizio faceva sperare in meglio. Invece il film, dopo una prima mezzora in cui lo si è guardato col sorriso stampato, interseca sempre di più la vicenda immaginaria con quella "reale", con esiti non sempre soddisfacenti. Curiosamente la Bisset (peraltro bellissima), sparpagliata nei suoi due ruoli (uno per vicenda) finisce coll'incidere poco. I tocchi ironici migliori sono non nelle grandi cose (per esempio i mille morti), ma in quelle piccole (per esempio, l'eccezionale abilità pianistica dell'agente segreto). Non più di **

Noodles 14/03/19 23:24 - 2468 commenti

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Un vero spreco. Il film si può riassumere con queste tre parole. Inizia molto bene, divertente, veloce. A tratti la comicità anticipa quella del trio Zucker-Abrahams-Zucker. Si ride tanto. Poi a metà film qualcosa si incrina, la sceneggiatura diventa confusionaria, scarseggiano le idee, le banalità compaiono da tutte le parti e il ritmo diventa molto lento. Un peccato, perché il film aveva tutte le carte in regola per essere un gioiellino del genere demenziale. Ottimi comunque i tre protagonisti.

Paulaster 6/03/24 18:00 - 4670 commenti

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Autore di romanzi di spionaggio si immedesima col protagonista. Commedia con buoni spunti nella prima parte, quasi da anticipare un filone demenziale. Alcune scene denotano una certa inventiva, anche se si cade nella ripetizione. Alla fine sembra solo una parodia dei film di James Bond e l’aspetto sociologico e relativa crisi di coscienza non viene esplorato. Chiusura senza nessuna grande idea. Belmondo ha il fisico per un ruolo avventuroso e non si prende troppo sul serio, la Bisset serve per la bellezza scenica.
MEMORABILE: Il fiume di sangue; Al telefono sugli sci d’acqua; L’ambulanza in retromarcia.

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