L'accoppiata Ford/Wayne, per una volta, tradisce il vecchio west per le verdi vallate d'Irlanda. Un affresco, forse troppo idilliaco, della tranquilla campagna irlandese, ma che mette in mostra le capacità interpretative di Wayne, liberandolo dalle pastoie dell'eroe tutto d'un pezzo che l'hanno reso celebre. Una storia di passione e di buoni sentimenti, senza scadere troppo del romanticismo, condita da scazzottate e liti (le seconde soprattutto tra Wayne e la O'Hara) che permettono di passare un paio di ore senza troppi pensieri.
Splendida commedia ambientata in un'Irlanda da sogno. La regia di Ford non tradisce mai e consegna alla storia una pellicola memorabile, sopratutto nella lunga scazzottata finale. Cast d'attori indimenticabili. Wayne in forma smagliante, la O'Hara bellissima e bravissima, McLaglen memorabile nel ruolo del manesco futuro suocero, Bond come sempre eccezionale nel ruolo del prete e Fitzgerald impagabile. Una pellicola di quelle che non si fanno purtroppo più, con attori che non rinasceranno piu.
MEMORABILE: Wayne e la O'Hara nella casa diroccata; la lunga,interminabile scazzottata finale tra
Wayne e McLaglen.
Splendido film picaresco di John Ford che avvince e diverte non poco lo spettatore grazie ad una bella sceneggiatura, alla notevole regia (premiata con l’Oscar), alla splendida fotografia (anche essa vincitrice dell’ambita statuetta) ed alle prove degli attori. Uno dei lavori poco conosciuti del regista che merita invece di essere riscoperto ed a cui va tributato il non comune valore.
La storia è piuttosto originale ed è tutto un preparativo per il momento clou della scazzottata. Ci sono molti personaggi, tutti perfettamente caratterizzati da bravi attori. John Wayne se la cava bene anche in borghese e nelle verdi vallate d'Irlanda piuttosto che cavalcando nella prateria e Maureen O'Hara è una perfetta rossa irlandese dal carattere deciso che vuole rispettate le tradizioni. Buona la regia di Ford (Oscar) e Oscar anche alla fotografia.
Tra i capolavori della collaborazione tra John Ford e John Wayne, Un uomo tranquillo è un film celebrazione, in primo luogo dell'Irlanda (vero e proprio eden perduto per molti americani originari dell'isola), i cui splendidi paesaggi sono magnificamente sottolineati dalla fotografia. E' poi un inno alla recitazione di stampo classico con un gruppo di magnifici attori diretti da un grande regista che ne sfrutta movimenti ed espressioni al meglio. Il cinema come grande spettacolo. Da vedere.
Solitamente non impazzisco per John Ford, tuttavia questo è il suo film che preferisco, dove egli "dipinge" più l'Irlanda ideale e oleografica dei suoi ricordi che quella della realtà: ma che importa, il risultato è assolutamente delizioso! Perfetta Maureen O'Hara come incarnazione della "tipica" red-head irlandese bella e orgogliosa, mentre Fitzgerald sembra un saggio folletto locale. Copiato e citato da molti (persino da una vecchia storia di Topolino, con tanto di pseudo-Barry Fitzerald sul calessino!). Un evergreen che mette allegria.
Maturato l'alter ego ideale in John Wayne - personificazione del mito della frontiera - John Ford torna alle origini familiari: non si era ancora vista al cinema un'Irlanda così rigogliosa e arcadica (catturata nei barbagli adamantini di Winton C. Hoch), dove il denaro non ha valore ma significato e la tradizione trascende le umane inclinazioni. L'apparato scenografico, acceso di vivaci intuizioni figurative, spadroneggia in una commedia atipica, dal dichiarato e scanzonato maschilismo, che esalta valori morali e folklore nazionale. Per gli amanti di Ford, un capolavoro inatteso. Pastorale.
Deliziosa commedia ambientata nelle splendide campagne irlandesi che riesce a conservare, malgrado la rispettabile età, tutta la sua piacevolezza. Mai volgare, si propone con garbo e delicatezza perfetti grazie anche a un John Wayne calato benissimo nella parte. Ottime le musiche. Bravissimi tutti gli attori, un'orchestra praticamente perfetta diretta con gusto e sicurezza da John Ford. ****
MEMORABILE: La "passeggiata" di 5 miglia in cui Wayne trascina la O'Hara.
Opera che verrebbe da definire di senile fanciullezza e al contempo un film personale, rendendo conto in maniera talora troppo scoperta del lato “debole” dell’uomo Ford, regista arcigno legatissimo alla sua terra d’origine con una forte predilezione per le compagnie caciarone e i sentimenti diretti. In sostanza un film al cui gioco è necessario stare per poterne goder appieno, pena il sorbirsi una maramalda e un po’ frusta vicenda alla Bisbetica domata. Il “Duke” è bravo a sfumar il suo personaggio ma la migliore è la O’Hara che più rossa non si può.
MEMORABILE: Il primo bacio Wayne-O’Hara; La scazzottatona finale.
Commedia d'altri tempi, diretta da Ford con mano molto leggera, ambientata in un'Irlanda colorata e divertente, con molti personaggi secondari simpatici che spesso rubano la scena ai protagonisti. Bravi quindi Wayne e la O'Hara (soprattutto nei numerosi battibecchi), ma straordinari Fitzgerald, McLaglen e tutti i caratteristi, che regalano più di un momento memorabile. Indimenticabile la scazzottata finale, azzeccata la colonna sonora.
Americano fin dal midollo, Ford rende omaggio alla terra da cui emigrano i suoi genitori tanti anni prima con questa commedia intrisa di affettuosa ironia in cui un ex pugile deve conquistarsi a suon di cazzotti il diritto alla serenità coniugale. Bravi Wayne e O'Hara, ma a dominare la scena sono i formidabili caratteristi che li circondano. Splendidamente fotografata, la verde Irlanda è più di uno sfondo: è un luogo idilliaco dove cattolici e protestanti convivono in pace e, per assistere ad una rissa, anche i moribondi saltano giù dal letto. Credibile? Poco, ma con la poesia di una fiaba.
MEMORABILE: La prima stretta di mano fra Thornton e il futuro cognato; L'epica scazzottata interrotta da bevute; Il calesse da fidanzati
Leggero, divertente e ottimamente interpretato. Anomalo film nel quale capita inaspettatamente di vedere la coppia Wayne-Ford cimentarsi in una commedia sentimentale ricca di ottimismo, humor e spensieratezza, il tutto incorniciato da una fotografia ottima che riesce a riportare egregiamente lo splendore della verde Irlanda, protagonista aggiunto di questa gradevole pellicola. Film ideale per un giorno di festa o una domenica mattina.
Un vigoroso Technicolor dipinge a tinte solide gli splendidi occhi di Maureen O'Hara, verdi come i prati d'Irlanda, insieme alla sua chioma fiammeggiante, incendiaria come il suo temperamento. Una saga ipercromatica bagnata da fiumi di stout e allegre canzoncine da pub, dove un aitante giovanotto d'origine irlandesi (com'era davvero anche Wayne) torna alle radici alla ricerca del suo paradiso in terra. Confezione emozionante e sviluppo coinvolgente ben sostenuto anche dagli efficaci interpreti locali, ottimamente caratterizzati. Più di due ore senza il rischio di annoiarsi.
MEMORABILE: I primi piani nel flashback sul ring; La molto americana scazzottata liberatoria: Wayne ne aveva bisogno.
John Ford ritorna nella natia Irlanda con uno straordinario ritratto della popolazione di quell'isola, esuberante e generosa ma caratterialmente molto complicata. L'ironia nel descrivere i personaggi, il divertimento nella scazzottata omerica e il ruolo importante che viene dato alla figura femminile configurano questo film come uno dei migliori sia per Ford sia per il grande John Wayne.
Uomo americano torna nella natia Irlanda per comprare casa. Commedia sentimentale nella quale il pretesto amoroso è l’escamotage per fare un tributo alla cultura irlandese. Le diatribe di confine, i pettegolezzi, il pub, le tradizioni matrimoniali, sono solo alcuni esempi di come sia la vita (non molto progressista, in realtà) di persone attaccate al territorio. Coppia protagonista con le ovvie scaramucce del caso e più che discreti i caratteristi che danno colore alla vicenda. Ottimo il finale. La differenza tra interni ed esterni poteva essere curata meglio.
MEMORABILE: Le indicazioni in stazione; Il trucco per avere l’assenso al matrimonio; La dote; La bevuta finale.
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Nel flano si legge : IL FILM CHE HA VINTO 982 PREMI? Mamma mia! Non si tratterà della solita
bufala figlia del marketing?
CuriositàDaniela • 3/11/16 17:13 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Prima di ritrovarsi sul set di Un uomo tranquillo, John Wayne, Maureen O'Hara e Victor McLaglen avevamo già lavorato insieme nel 1950 sotto la regia di John Ford in Rio Bravo, ultimo film della trilogia della cavalleria di cui fanno parte anche Il massacro di Fort Apache (1948) e I cavalieri del Nord Ovest (1949).
McLaglen e Wayne hanno interpretato anche gli altri due film della trilogia e nel primo, accanto a loro, recita anche Ward Bond, che ne Un uomo tranquillo ricopre il ruolo del prete cattolico a cui spetta anche il compito di narrare la storia.
Queste le parole con cui presenta il protagonista, appena sceso alla stazione del piccolo paese:
"Non aveva l'aspetto di un turista americano, no, non l'aveva affatto: niente macchina fotografica e, peggio ancora, neanche una canna da pesca."
Wayne, McLaglen e Bond non erano nati in Irlanda né erano di discendenza irlandese, a differenza dei dublinesi O'Hara e Barry Fitzgerald, quest'ultimo indimenticabile nel ruolo di Michaeleen Flynn (Michelino Flynn nella versione italiana), scommettitore, paraninfo e soprattutto gran bevitore.