La finezza della sceneggiatura è incredibile: la compiutezza in cui tutto sembra quadrare unendo scorrevolezza, profondità, umorismo e un pizzico di sentimento tragico della vita. Specialmente una volta concluso il film e ripercorrendolo, analizzandolo, con la memoria. Se si soppesa la condotta dei personaggi ognuno assume una tridimensionalità caratteriale inaspettata; autenticamente geniale.
Un'opera in grado di far rivalutare tutto l'Allen anche a chi non era tra i suoi estimatori (come me ad esempio).
Es. Michael Caine nei panni di Elliot dice di cercare di "sentirsi importante per qualcuno", per questo si allontana dalla moglie Hannah (Mia Farrow) tanto forte da prodigarsi per gli altri senza mai chiedere nulla. Per questo sembra essere attratto dalla vulnerabilità della Lee di Barbara Hershey, sorella della moglie coinvolta in una relazione con un uomo più grande (come è lo stesso Elliot, rispetto a lei, d'altra parte), il pittore nichilista di Max von Sydow, con cui però non sta funzionando bene, in cerca della figura accudente di un nuovo mentore.
Dopo aver consumato un episodio d'amore con Lee, Elliot sembra tornare sui suoi passi e voler recuperare il sentimento d'amore per la moglie cui si scopre legato profondamente, desiste però subito dal proposito di lasciare Lee quando lei lo chiama al telefono per dirgli di "sentirlo molto vicino", mostrando chiaramente la sua vulnerabilità nei suoi confronti, l'essere bisognosa della sua presenza.
L'amore tra loro durato un anno finisce quando entrambi smettono di cercare di compensare le proprie insicurezze attraverso la ricerca di una precisa forma di rapporto sentimentale: lui torna dalla moglie Hannah e lei conosce all'università un coetaneo da cui è attratta.
Così avviene anche per l'altra coppia che s'instaura alla fine, quella tra il Mickey di Woody Allen stesso e la Holly di Dianne Wiest, opposti in tutto ma ugualmente attratti dall'altro: lui ipocondriaco, depresso, all'antica, nevrotico, amante del jazz, lei energica, caotica, iperattiva (anche cocainomane inizialmente), vociante, attratta dal rock (irresistibile la sequenza dei due concerti a confronto).
Probabilmente è questo il vero tema del film: il superamento dei propri limiti nell'incontro con l'altro, tanto nell'amore quanto in famiglia (a questo proposito l'esempio dei genitori delle tre sorelle e del loro burrascoso ma affettuoso rapporto).
Nel momento in cui avviene il superamento dell'ossessione individuale viene concepita una nuova vita, la cui proclamazione chiude l'opera.