Grosso guaio all'Esquilino - La leggenda del kung fu - Film (2023)

Grosso guaio all'Esquilino - La leggenda del kung fu

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La nostra recensione di Grosso guaio all'Esquilino - La leggenda del kung fu

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

KARATE KID in economia con l'aggiunta di Lillo, inserito come elemento di comunicazione tra l'adolescente Davide (Antonaci) e il grande maestro di kung-fu Nan-Dò (Colangeli), custode dei segreti dell'arte marziale (il Miyagi della situazione) che risiede in bilancione a Fiumicino; e che comparirà solo in un secondo tempo, comunque, perché fin lì la storia riguarda Martino Carbonaro (Lillo), ex divo di un unico film di kung-fu in carriera (“Cintura nera – Scontro totale”), e un paio di...Leggi tutto ragazzi delle medie bullizzati da un brutto ceffo del liceo (Carlotti).

Quintessenza dei nerd vecchio stile, Davide e Yang (Luciani) sono costantemente irrisi a scuola e si rifugiano nella loro passione per il cinema. Conosciuto Martino durante la proiezione del suo film in un negozio, ci fanno amicizia e gli confessano i loro problemi. Lui vorrebbe aiutarli ma poco può: di arti marziali nulla sa o quasi, il coraggio gli manca eppure, fingendosi appartenente alla branca più spirituale del kung-fu, decide di insegnar loro qualcosa (anche se poi, quando c'è da imparare seriamente, è costretto ad affidarli al vecchio maestro Nan-Dò).

Così, mentre Davide – il Ralph Macchio della situazione – continua a condurre una vita da raddrizzare magari cercando di conoscere la graziosa coetanea che sogna da sempre (Nasti), Martino s'installa nelle stanze sotto al ristorante cinese dove lavora la madre (Crescentini) del giovane entrando inevitabilmente in contatto con lei. Ed è Lillo, prevedibilmente, l'unico motivo per vedere un film per ragazzi confezionato alla bell'e meglio senza grandi speranze: da solo regge il ruolo rendendosi al solito simpatico e brillante, fucina di battute che fanno da fondamentale corollario a un film per il resto non facilmente sopportabile, per chi ha superato la maggiore età... I due ragazzi non sono granché simpatici (il personaggio affibbiato a Mario Luciani in particolar modo, il tipico ragazzotto un po' sovrappeso insopportabilmente puntiglioso che Martino detesta), l'addestramento con tanto di immancabile colpo della gru si consuma sul litorale di Fiumicino ed è tirato inutilmente per le lunghe, i rapporti tra gli studenti e la bella da conquistare sono gestiti in maniera elementare e l'Esquilino, quartiere di Roma che presta il nome al titolo, sta lì giusto perché suonava sufficientemente comico ma si confonde tra le vedute di una Roma anonima.

Il bullo, che viene spinto a terra da un Davide ringalluzzito dalle prime lezioni di Nan-Dò, subito si perde d'animo rivolgendosi a un altro maestro di kung-fu (Joyce), colui che in “Cintura nera” aveva affrontato Martino e che ancora medita vendetta dopo essere stato colpito al volto per errore durante la lavorazione del vecchio film. Il match finale è tremendo, in un garage spoglio con un gruppo di perfetti nerd giunti apposta a tifare per Davide (il suo avversario al contrario non è spalleggiato da nessuno) e si conclude nel trionfo del buonismo più agghiacciante con tanto di apertura a un sequel di ambientazione liceale. Sono i grandi a salvare la situazione insomma, con un Lillo piuttosto in palla e spesso divertente che di fatto divide la scena con Antonaci: un 50 e 50 che almeno rende potabile il tutto (per i fan di Lillo, se non altro). Per chi ha voglia di capire come si possa regionalizzare il classico di Avildsen virandolo in commedia senza parodiarlo. Considerate le basse aspettative, il budget minimo e qualche risata insperata, tutto sommato...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/04/23 DAL DAVINOTTI
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Daniela 18/04/23 13:28 - 13303 commenti

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Per imparare come difendersi, due ragazzini delle medie bullizzati da un liceale si rivolgono a un ex attore che nel suo unico film ha interpretato un campione di arti marziali. Il poveraccio, senza soldi e senza casa, accetta anche se... Karate kid alla romana, girato con pochi soldi e poche idee, reso però potabile almeno in parte dalla presenza di Lillo, simpatico in un ruolo di goffo sbruffone che gli scalza a pennello. Meno riusciti gli altri personaggi, modestissime le prove degli attori più giovani, insulso il combattimento nel finale, stucchevole l'epilogo.

Ultimo 18/04/23 13:37 - 1736 commenti

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Girato con pochi mezzi e poche idee, ma tutto sommato guardabile. Non male la prova di Lillo nelle vesti dello pseudo maestro e di Colangeli nei panni del Maestro della situazione. La vicenda è telefonata, ma specie nella parte centrale Lillo riesce anche a far scappare qualche risata. Non convince il resto del cast, compresa la Crescentini dalla quale era lecito aspettarsi qualcosa in più. Passabile, in una serata tranquilla.

Jena 20/05/23 19:14 - 1685 commenti

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Uno dei tanti film ispirati agli anni 80; e allora avanti con un Karate Kid "alla vaccinara", seppure il titolo rimandi a un altro capolavoro ottantiano. Il tutto regge quasi esclusivamente sulle spalle del buon Lillo, che con la sua simpatia riesce a strappare qualche risata qua e là (le parti più spassose sono senza dubbio quelle del film vintage con protagonista Lillo star del kung fu). Per il resto stile quasi televisivo, buonismo zuccheroso a piene mani all'insegna del "volemose bene" e dell'integrazione multietnica. Modesto, stucchevole ma potabile.
MEMORABILE: Il maestro di kung fu Nan-dò; Lillo ringiovanito digitalmente in "Cintura Nera - scontro totale"; Il cattivo maestro cinese sconfitto da Nan-dò.

Pinhead80 12/11/23 11:48 - 5477 commenti

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Grosso guaio all'Esquilino strizza inevitabilmente l'occhio, a partire dal titolo, a un genere cinematografico anni Settanta/Ottanta molto in voga come quello delle arti marziali e del cinema d'azione di genere. Il target a cui è rivolto è sicuramente un pubblico giovanile che a distanza di anni può tornare a immedesimarsi in storie che nei tempi passati hanno emozionato milioni di ragazzini. Tra giovani desiderosi di rivalsa e adulti alla ricerca di una seconda occasione, la storia ricalca quella dei grandi classici del passato. Lillo come al solito è una garanzia.

Fabbiu 17/08/24 07:38 - 2202 commenti

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Lillo, perfettamente a suo agio nel ruolo del cialtrone, è il vero motore di questa pellicola Italiana che si ispirs con chiarezza ai film per ragazzi a tema kung fu. Diverte molto anche Colangeli nel ruolo del (vero) maestro di arti marziali. Purtroppo ci sono alcuni problemi nella caratterizzazione del protagonista e della sua spalla, che impediscono una vera rievocazione del clima e dello stile di cui il film vuole essere omaggio e parodia, così in alcuni momenti siamo alla solita fiction con momenti stucchevoli che poco ci azzeccano. Simpatico.

Mr.chicago 18/05/25 11:34 - 365 commenti

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Gli Younuts ormai si sono specializzati in pellicole nostalgiche (se con l'estate grossomodo erano riusciti a rispolverare un certo clima anni'80, con la rabbia hanno rischiato seriamente il pubblico ludibrio). In questo caso l'operazione da nostomaniaci pare indecorosa, per la banalità della rappresentazione e perché Lillo mostra qui molti limiti; più che un omaggio a un certo cinema sembra una presa per i fondelli, ma anche quest'ultima andrebbe fatta con un certo stile, vedi il mitico "Fico d'India".

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  • Discussione Fabbiu • 16/08/24 18:40
    Archivista in seconda - 662 interventi
    Condivido una riflessione a caldo dopo una prima visione del film.
    Non è un pochino strano che degli studenti di terza media romani del 2023, perfetti rappresentanti della generazione z ovvero i nativi digitali, nati con internet e i social, siano appassionati di anni 80 e giochino a videogiochi come Duck Hunt, Mario bross e ai cabinati arcade, si portino persino dietro un gameboy e utilizzino un telefono come il nokia 3310?
     Queste cose, solitamente, piacciono ai quarantenni, perché evocano ricordi e nostalgie; ma i ragazzi giovani solitamente considerano queste cose, robe da vecchi.
    E' una caratterizzazione dei personaggi quantomeno insolita a cui hanno dovuto ricorrere per giustificare in qualche modo il fatto che i due ragazzi partecipino alla visione di un b-movie dimenticato, ma potevano trovarne benissimo un altro per mantenere in piedi il racconto. 
    Credo che sia sia voluta cavalcare l'ondata dei successi nostalgici alla Stranger Things che tanto riscuotono successo sulle piattaforme streaming, al punto che c'è pure una traccia sonora che è praticamente uno scimmiottamento di un brano della più famosa serie americana.
    Ma era davvero necessario?
    Io credo sia un peccato perché a parte questa forzatura il film fila liscio e riesce a divertire. 
    Ultima modifica: 16/08/24 21:54 da Fabbiu
  • Discussione Zender • 17/08/24 08:12
    Capo scrivano - 49071 interventi
    Sarà infrequente, ma oggi proprio grazie ai social e alla possibilità di conoscere in modo smpio ogni periodo della nostra storia direi molto possibile.