Heston è quasi macchiettistico, ma mai come gli esseri che vivono nel buio (sono ai limiti del ridicolo). Pur mancando di mordente, il film ha però un suo fascino (Heston che parla da solo in una concessionaria, o al cinema; la partita a scacchi col busto di Cesare; i telefoni che squillano nella sua mente). La donna di colore sembra Shaft in versione femminile. Discreto ritmo, anche se alla lunga risulta piuttosto ripetitivo. Mediocre, ma comunque vedibile.
Remake de L'ultimo uomo sulla Terra con Charlton Heston nella parte che fu di Vincent Price. Qui, a differenza dell'altro film, i vampiri sono presentati come una vera e propria setta, dedita all'annullamento di qualsiasi traccia che ricordi la civiltà precedente. Il film parte abbastanza bene, però poi si arena un po' e manca soprattutto di quell'azione e quella tensione che ci si aspetta da uno sci-fi del genere. Il finale è assurdo, ma per il resto il film si lascia vedere.
1977: una guerra batteriologica ha annientato la popolazione e ne ha ridotto una parte in malati oscurantisti contro la civiltà impersonata dall'unico superstite. Interessante rielaborazione dell'idea di Matheson, con qualche bel colpo come le sequenze iniziali di Heston (bravo) in una metropoli deserta. Ma il film ha numerose incongruenze nella sceneggiatura e ingenuità sia narrative che tecniche, in altalena tra professionismo e dilettantismo. La colonna sonora è una delle più insulse che si potesse immaginare in un'opera come questa. Molto peggio della prima versione firmata da Ragona.
Ottima rilettura del romanzo di Richard Matheson che trae la sua forza dalla bravura di Heston, costretto a portare avanti il film quasi da solo. Il ritmo all'inizio risulta un po' lento ma piano piano comincia a crescere lasciando il posto a una seconda parte veloce e d'azione. Ottima anche l'interpretazione di Zerbe come capo della setta di contagiati dal virus e belle musiche. In poche parole: un cult del cinema di fantascienza.
Piccolo film di fantascienza tratto dallo stesso romanzo di Matheson che aveva già dato i natali a L'ultimo uomo della terra, che può vantare un certo numero di estimatori. La pellicola però è abbastanza deludente nonchè assai inferiore a quella di Ragona/Salcow, nonostante la presenza di Heston (in quegli anni abbastanza attivo nel genere fantascienza). La storia, dopo un inzio "intrigante" con la città completamente deserta, incomincia a diventare presto monotona e con qualche sviluppo narrativo piuttosto ingenuo. Vedibile.
Film di fantascienza sociologica, con alcune pecche (povertà di trucco dei contagiati, cast secondario mediocre, poca suspence, ecc.), ma maledettamente intrigante e ben recitato dal coriaceo Heston eroe del genere tra anni 60 e 70. Bellissimo l'inizio, con il protagonista immerso nella totale solitudine e desolazione di una L.A. ripresa magnificamente (chissà se tutta reale o abbondantemente ricostruita in studio...) tra auto abbadonate, cadaveri 'mummificati', resti di una civiltà giunta al suo termine. Di buon impatto.
MEMORABILE: Il cinema, ovviamente abbandonato, in cui Heston 'si gusta' da anni lo stesso film su Woodstock.
Non più vampiri ma sordide, cospiranti larve incappucciate promotrici di un Medioevo prossimo venturo; non più crocefissi e frassino ma catapulte e proiettili... Siamo in territorio Warner Bros ma la messa in scena di Sagal s'inginocchia e implora il placido Olimpo del trash. Nessuna delle (troppe) varianti introdotte all'ineccepibile romanzo di Matheson carbura o potenzia il soggetto ma, semmai, esplicandolo, l'avvilisce e lo banalizza. Semplicemente ridicolo il gagliardo Charlton Heston in fuseaux e scarpe da tennis. Ha fruttato un discreto remake e tanta, tantissima noia...
Destino beffardo per questa trasposizione da Matheson, schiacciata tra l'antesignano in bianco e nero (con Price) e il blockbuster moderno (con Smith). La realtà è che questa versione, sebbene molto lontana dalla perfezione, è un buon esempio di fantascienza anni '70, in cui il compianto Charlton si muove egregiamente con le sue facce e i suoi monologhi talvolta sconfinanti nel sarcasmo. L'atmosfera circostante è d'assedio, quasi romeriana, i "vampiri" sono caratterizzati in maniera piuttosto fumettistica... forse un po' troppo. Non male.
MEMORABILE: La scena al cinema, in cui viene proiettato a ripetizione il festival di Woodstock.
Brutta rilettura del grande romanzo di Matheson che ne esce completamente stravolto oltre che remake di una bellissima pellicola italiana (entrambi i paragoni sono improponibili). Pacchiano e trash come sa esserlo solo la brutta fantascienza, non ha classe, stile e non coinvolge minimamente lo spettatore. Inoltre tende a ripetersi e a volte cade nel ridicolo. Pochi i momenti buoni. Mediocre ma a stento.
Un buon film poco proiettato nelle sale italiane, che tratta l'apocalisse che esita da una guerra batteriologica, avvalendosi di un taglio più sull' avventuroso che rasenta quasi l'assurdo, piuttosto che sul drammatico. D'altronde il senso è quello di dimostrare come il genere umano, sano o malato che sia, perseveri alla fine negli stessi errori anche dinanzi a una circostanza del genere, con l'unica persona lungimirante che ci rimette per tutti...
La prima cosa che mi sono chiesto è stata: da dove viene tutta quell'energia per gli ascensori, il proiettore, ecc., se poi manca la luce in casa Heston se smette di andare il generatore? Domanda inutile e oziosa in film di questo genere, dove l'assurdo è onnipresente ed è la sostanza stessa della pellicola. Mi è piaciuto molto l'incipit, davvero promettente, ma poi il film è una delusione e credo soprattutto per la mancanza di comprimari degni, che avrebbero potuto aiutare un Charlton Heston in grande forma. Poteva veramente essere un cult.
MEMORABILE: Charlton Heston che si sforza di mantenere dignità ed eleganza quando è nel suo appartamento.
La più brutta delle trasposizioni del bel romanzo "I am legend"? Probabilmente sì. E dire che l'incipit era più che intrigante... Le premesse non vengono mantenute: gli attori sono imbambolati, le scene d'azione sono penose e sembrano impostate da un bambino, aggiungiamoci zero atmosfera, la brutta colonna sonora e un Chalton Heston re del kitsch e siamo a posto. L'unica cosa interessante è la rappresentazione della comunità infetta.
La versione che amo di più di "I am legend" e gioiello assoluto della fanta 70. Indimenticabili i mutanti albini capitanati da Anthony Zerbe e le loro riunioni notturne con le fiaccole: hanno il sapore della sacra inquisizione. Così come lo straordinario inizio, con Heston in una New York assolata, desolata e spettrale, che fa gimcane con la cabrio rossa e si rifugia al cinema a vedere Woodstock! Film notturno, quasi carpenteriano ante litteram e angoscioso. Né il film con Price, né quello con Smith riescono a eguagliarlo. Cult movie.
MEMORABILE: La sopravvissuta nera nascosta tra i manichini del negozio; le riunioni notturne degli albini contaminati; il finale nella fontana.
Il nome di Heston è evocativo di grande produzione Hollywoodiana e può trarre in inganno: questo non è certo un kolossal ma un onesto sci-fi in pieno stile anni 60 ingenuo, un po' kitsch e colmo delle solite riflessioni sul rapporto uomo/scienza. Comunque l'ho trovato molto divertente, soprattutto grazie alla contaminazione con l'horror zombesco e alle discrete dosi di humour. Forse qualche blooper di troppo nella messa in scena (gli incappucciati fotofobici a volte stramazzano al primo lumino e altri operano in piena luce senza problemi... mah!).
MEMORABILE: La "famiglia", setta di sopravvissuti mutanti e integralisti, veramente inquietante sia a livello estetico che ideologico.
Cult per gli amanti della fantascienza, è in realtà un'opera non del tutto riuscita ma che presenta momenti di incredibile fascino. Charlton Heston è il vero mattatore e la sua recitazione è solida e ben calibrata. Tutto sommato ho trovato il film abbastanza vedibile. Bravo anche Anthony Zerbe nel ruolo del capo dei cattivi. Buone le musiche. **1/2
Può un comparto tecnico rovinare un'intera pellicola? Forse no, ma senz'altro può inficiarla seriamente. È quello che è accaduto con questo film. Una sceneggiatura suggestiva, una colonna sonora adeguata al contesto, scenografie (soprattutto quelle interne) notevoli e il reparto costumi cosa fa? Si affida a qualche incompetente dal passato discotecaro che sembra aver preso a noleggio una serie di costumi da quattro soldi, danneggiando l'intero risultato. Qualcuno lo rimonterebbe? Charlton grazie lo stesso, non tutte le ciambelle, si sa... Mascherato.
Una bella messa in scena tra i grattacieli di una suggestiva città deserta e i contaminati che, come recita una frase del film, sono vestiti da notte delle streghe. Charlton Heston forzuto e atletico incarna il tipico protagonista eroico che non mostra troppa sofferenza per la tragica situazione generale, come invece succedeva nel primo adattamento del romanzo di Matheson con Vincent Price, dove erano più marcate le sfumature orrorifiche. Una pellicola che affascina sopratutto per il contesto generale che non per i fatti (a volte molto forzati).
Discreto film fanta-horror. La razza umana è stata decimata da un virus batteriologico e il nostro scienziato cerca di sopravvivere cercando un vaccino. Belle le scene di una Los Angeles disabitata in contrasto con la vita frenetica e consumismo quotidiano. Trama non originalissima e a volte il film pecca di lungaggini inutili. Charlton Heston regge più che bene per tutto il film. Certamente ci si poteva aspettare qualcosa di più.
Male albeggia, se si "albineggia"! Felicemente priva di sbrigatività e favorente una certa immedesimazione, la descrizione della quotidianità del sopravvissuto Heston, fatta prima di diurni scorrazzamenti, impavidi e tristi, nella città desolata, in rovina e disseminata di mummie e ragnatele e poi di barricamenti notturni in casa, a respingere il clan dei contaminati fanatici. Così, quando il nostro comincia ad incontrare anima viva, si è già partecipi di tutto un clima che ben si manterrà nello sviluppo. Fatto di convincente semplicità.
Alla base c'è lo stesso romanzo di Matheson da cui nacque L'ultimo uomo della Terra di Ragona, anche se qui c'è un budget inevitabilmente maggiore delle produzioni italiane del periodo. Belle le immagini della metropoli deserta, traspare molto bene la solitudine del protagonista. Buoni la storia e lo sviluppo, quasi mai lento. Un bel finale di speranza.
Tratto dal romanzo "Io sono leggenda", il film è ben costruito ed efficace, accompagnato da una buona colonna sonora. La dura lotta in solitudine per la sopravvivenza; come si vive quando si è l'ultimo essere umano sulla terra? Riflessioni sulla reale natura dell'uomo: non è completamente errato ciò che i mutanti pensano dell'uomo, quindi chi è nel giusto? Simbolico il finale.
MEMORABILE: I dialoghi tra sè e sè all'inizio del film.
Non convince troppo. Il senso di desolazione del suo cupo predecessore è relegato ai primi minuti – la solitudine del protagonista e i suoi monologhi con manichini e interlocutori immaginari – e la nuova idea della distopia irrazionalista passa in secondo piano, subentrando invece una propensione a banalità fumettistiche ed azzardi di sentimentalismi patetici non troppo distanti da certo cinema mainstream odierno. Heston come di consueto non si risparmia in serietà ed energia, a differenza dei suoi spenti colleghi, con gli occhi bianchi e non.
MEMORABILE: La proiezione dell’unico film superstite, Woodstock; la devastazione della casa-laboratorio di Heston.
Tratto da un romanzo di Richard Matheson. Non è certamente un capolavoro ma almeno diverte e non annoia. Charlton Heston (doppiato come al solito bene) si conferma un attore adatto a questo tipo di genere. Certo i trucchi dei cattivi potevano essere migliori.
Evidentemente il last-one-standing-movie è un genere per sua natura destinato alla breve tenuta: scemato il fascino per i set a base di urbana desertificazione, resta l’esile traccia narrativa del last-man-on-earth condannato a debellare gli ultimi strali della guerra batteriologica che ha decimato il pianeta. Come avverrà più marcatamente nell’altrettanto discreto remake, il senso dell’apocalisse e l’angoscia di chi è solo contro il male sono ridotti a unidimensionale fumetto che malgrado alcuni interessanti spunti meta-spettacolari non traccia solchi profondi come neanche minimi né fa divampare ekstasìs. Matheson, fidatevi, annuirebbe.
L'inizio muto, con Charlton Heston in auto per le strade deserte della città, è memorabile, alternando ironia e schiacciante desolazione. Poi il tono prende una piega più leggera e prevedibile; le ingenuità nella rappresentazione dell'apocalisse e le inverosimiglianze (il siero miracoloso), inoltre, pesano parecchio sull'esito finale. Una certa arietta black/hippy, a distanza di anni, lascia il tempo che trova.
Sicuramente diverso dal primo film (quello con Vincent Price) tratto dallo stupendo romanzo di Matheson, questa versione sci-fi di Sagal è un piccolo cult del genere. Il messaggio "politico" che si cela dietro la storia forse qui è più nitido e le atmosfere sono meno cupe e oscure magari, ma l'altalenarsi di situazioni lente e intime del personaggio con altre dove c'è più azione danno vita a un risultato finale, grazie anche a Heston, di indubbio valore.
MEMORABILE: Le scene girate all'alba a Downtown Los Angeles per avere una vera città abbandonata; La colonna sonora.
Inizio davvero promettente per questa pellicola col grande Charlton Heston; peccato solo che non mantenga le aspettative della prima parte del film. Le creature mutate non sono altro che una Santa Inquisizione che considera diabolica tutta la tecnologia pre-epidemia, mantenendo molto di ciò che li rendeva umani. Non è un brutto film, anzi... è solo un po' deludente. Molti messaggi politici e sociali, ma per il resto c'è davvero poco. Peccato.
Situazione assurda e allucinante, nella quale un uomo crede di essere l'unico "normale" rimasto sulla faccia della Terra. Un film costruito più che discretamente e caratterizzato dall'atmosfera classica della cinematografia 70s, con qualche spunto forte e senza farsi mancare una piccolissima parentesi sexy. La "famiglia" è inquietante e le azioni al buio ben registrate; il tutto amalgamato bene da una regia sobria e razionale. Ritmo piuttosto blando, tipico del tempo e qualche dialogo prolungato, forse superfluo per la storia. Finale tragico o forse no.
MEMORABILE: L'inizio; L'assalto alla casa dal balcone; Il martirio finale.
La ripresa del romanzo "Io sono leggenda" di Matheson è coinvolgente; la resa della realtà distopica in cui si muove il granitico Neville (contrapposto alla setta oscurantista della “Famiglia”, descritta con tratti più grotteschi che paurosi) è suggestiva e compensa una certa ingenuità delle scene d’azione, soprattutto nella seconda parte. Una certa ironia dei dialoghi e la fin troppo lieve colonna sonora stemperano il pessimismo di fondo di una storia gravida di messaggi e interrogativi.
MEMORABILE: Il deserto urbano in cui si muove, parlando tra sé e sé, Neville; L’ideologia e i riti della “Famiglia”; Gli assalti alla casa-laboratorio di Neville.
Seconda versione del racconto di Matheson "I'm Legend", parte bene con Heston che si aggira per la metropoli deserta, in uno scenario spettrale. Si affloscia però ben presto per una regia televisiva con poco mordente e per tipiche "settantennate" tra presunti amori trasgressivi e istanze ribellistiche. La setta reazionaria dagli occhi bianchi capitanata dal bravo Zerbe all'inizio inquieta, poi sembra anch'essa un po' ridicola. Heston regge bene con la consueta professionalità ma sembra poco convinto. Da segnalare la colonna sonora, una delle più brutte e fuori contesto mai sentite.
Un film che a modo suo ha davvero segnato un'epoca, una versione dura e molto machista del racconto di Matheson molto in linea con la "fantacoscienza" che andava tanto di moda nel periodo. A modo suo un film davvero epocale, pieno di difetti (che il tempo di certo non nasconde) ma con una narrazione piana e gradevole e con Charlton Heston che tiene benissimo la parte.
Insistendo sulla linea antidotica introdotta da L'ultimo uomo della terra, questo interessante (per quanto snaturante) aggiornamento del classico mathesoniano pone l'accento più sul fanatismo settario (il nome "la Famiglia" non suona nuovo) che sulla vuotezza esistenziale dell'essere umano (il macho Heston si limita a tenere a bada la solitudine improvvisando dialoghi con se stesso e giocando a scacchi con un busto), così come calca la mano su azione, violenza e sferzate di kitsch (OST inclusa) che collocano con gusto l'opera nei canoni della sua epoca. Divertente. Finale adeguato.
MEMORABILE: I contagiati albini incappucciati; La catapulta e le palle di fuoco; La fuga fortunosa in moto; La distruttiva invasione domestica nell'atto finale.
Tratto da un famoso romanzo, è forse la sua migliore versione nonché uno dei più convincenti film di fantascienza post-apocalittica, genere nel quale non è raro trovare pessimi lavori. Alcune piccole cadute qua e là ci sono, ma la prova di Charlton Heston è assolutamente convincente e lo scenario desolato che lo circonda possiede un grande fascino. I cattivi hanno tutti pelle e occhi bianchi, unico effetto usato. La carenza di effetti speciali è un punto di forza del film, che non scade infatti mai nel pacchiano ma resta sobrio e interessante. Bello il finale. Da vedere.
Lo scritto di Matheson mantiene inalterato nel tempo il suo potenziale e fornisce terreno fertile per pellicole apocalittiche che rischiano di soffrire solamente l’età anagrafica. Il lavoro di Sagal, infatti, abbraccia appieno lo stile cinematografico e le possibilità sceniche degli anni Settanta e solo chi apprezza una tale fisiognomica riuscirà a trarne vero godimento. A prescindere dall’habitus, non mancano momenti suggestivi e spunti di riflessione che conferiscono uno spessore inusitato all’opera. Nel complesso, un buon fantahorror a cui si può dare una possibilità.
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Selezionato da Quentin Tarantino per il quinto QT Film Festival(2001) ad Austin in Texas.Il film è stato presentato nella sezione Sci-Fi Horror Marathon.La particolarità dell'evento sta nel fatto che tutte le pellicole proposte dal regista vengono direttamente dalla sua collezione privata.
Heston fu molto interessato a fare il film,ritenendolo molto originale senza sapere che qualche anno prima già Vincent Price ne L'ultimo uomo sulla terra aveva trasportato al cinema il famoso romanzo.
Fonte:Imdb
HomevideoGestarsh99 • 9/01/12 19:47 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 1.0 Dolby Digital: Italiano Inglese Francese Tedesco Spagnolo
* Sottotitoli Italiano Inglese Francese Tedesco Spagnolo Portoghese Olandese Finlandese Danese Norvegese Svedese Coreano
* Extra Introduzione dei coprotagonisti Eric Laneuville e Paul Koslo e dello sceneggiatore Joyce H. Corrington
Special - L'ultimo uomo vivente
Trailer
In apertura, quando Neville gira per Los Angeles con una decappottabile rossa, si può sentire una versione lounge del tema di A Summer Place (Scandalo al sole).
Mi pare che secondo le regole davinottiche, in questo caso, la "R" vada levata. E' un film tratto dallo stesso libro che diede origine anche alla pellicola con Vincent Price.
DiscussioneZender • 12/01/22 16:24 Capo scrivano - 48333 interventi
Bisognerebbe esser certi che non vi sia nessun riferimento al film di Ragona, in verità.
I due film, pur ispirandosi allo stesso racconto (il primo è più fedele rispetto al secondo), sono assai diversi. Nella pellicola di Sagal non c'è nessun riferimento a quella di Ragona/Salkow.