Il bandito delle 11 - Film (1965)

Il bandito delle 11
Locandina Il bandito delle 11 - Film (1965)
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Titolo originale: Pierrot le fou
Anno: 1965
Genere: poliziesco (colore)

Cast completo di Il bandito delle 11

Note: Aka "Il bandito delle undici" o "Il bandito delle ore 11 ".

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Tutti i commenti e le recensioni di Il bandito delle 11

TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 6/04/07 19:21 - 3015 commenti

I gusti di Il Gobbo

"Poliziesco" è un epiteto arbitrario quanto qualsiasi altro per definire uno dei Godard più pirotecnici e pop (ancora una volta la fotografia di Coutard lascia a bocca aperta). Iper-citazionista e rutilante, sperimentale e frammentario, questo collage di sketch surrealisti che è anche una resa dei conti sentimentale consegna alla memoria cinefila una Anna Karina meravigliosa e crudele, e l'indimenticabile immagine di Bebel con la faccia dipinta di blu e la testa avvolta dalla dinamite... In una scena appare Samuel Fuller, che declama sentenze sul cinema seduto in una stanza!

Cotola 2/02/08 01:06 - 9560 commenti

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Straordinario film del maestro francese che, libero da schemi narrativi precisi, può esprimere al meglio la sua poetica, costruendo così una pellicola anomala ed indimenticabile dal primo all'ultimo fotogramma. Frammentario, caotico, magmatico, affascinante, mitico. Non ci sono aggettivi per definire un'opera assolutamente indefinibile. Chi si aspetta un film convenzionale lasci perdere. Gli altri potrebbero restarne estasiati. Destrutturato.
MEMORABILE: Il grande regista Fuller che snocciola sentenze memorabili sul cinema. Il finale con Belmondo con la faccia dipinta ed imbottita di dinamite.

Deepred89 16/05/11 01:28 - 3875 commenti

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Compendio delle tematiche e delle soluzioni del primo Godard: trama noir essenziale e frammentaria, montaggio innovativo, ampie (eccessive talvolta) divagazioni filosofiche, citazionismo sfrenato, ironia, violenza, non-sense. A ciò si aggiunge una fotografia, con predominanza di colori accesi, che è una gioia per gli occhi, una splendida alternanza di interni pop-art ed esterni esotico-insulari e due protagonisti memorabili e azzeccatissimi. Non privo di imperfezioni, ma senza dubbio memorabile e tra i vertici di tutto il cinema godardiano.

Giùan 2/09/11 11:20 - 4955 commenti

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Il cinema è un campo di battaglia: amore, odio, azione, violenza, morte. In una parola: emozione”. In Pierrot, Godard mette in pellicola la lezione di Fuller ma, ovviamente, contraddicendola. L'emozione, almeno quella epidermica, non interessa al Maestro elvetico, stregato invece dalla voglia di concupire neuroni e sensi di chi guarda. Eccoci così bersagliati da un profluvio immaginifico di citazioni cine-letterar-filosofico-pittoriche, avvolte nella fantasmagorica fotografia di Coutard. Le regole pur infrante ancor ci sono. Karina magnetica, Belmondo esplosivo!
MEMORABILE: La cena in casa di Madame Espresso; belmondo che imita Michel Simon; Anna Karina che canta "Ma ligne de chance" di Duhamel.

Fabbiu 9/06/13 15:38 - 2199 commenti

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Belmondo e soprattutto Anna Karina, due interpreti straordinari calati in una simbiosi totale dal sapore godardiano; fotografia deliziosa, musica ossessiva e un sacco di trovate succulente (su tutte l'incontro con Fuller). Diversamente da altri film del regista qui i limiti non esistono, perciò non tutto è facilmente assimilabile o digeribile, ancor più perché improntato costantemente a una ricerca intellettuale molte volte poco fluida e molte trovate (infiniti dialoghi "a coppia") quasi stancano. Bellissimo, ma a volte straziante.

Homesick 20/08/14 18:43 - 5737 commenti

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Sospesa tra noir, romanticismo e denuncia dei miti societari, la frammentaria trama scompare nel gorgo della ribollente, eversiva regia di Godard, collage di densi dialoghi intellettuali e filosofici, intervalli cantati e ludici, cornici pop, ritagli pubblicitari, numeri da teatro dell'assurdo, travestimenti da cabaret, squarci improvvisi di azione violenta... A dispetto della splendente Costa Azzurra e di Belmondo e Karina che divorano allegri la scena, l'opera è intrisa dei veleni della decadenza, dell'alienazione e del consumismo, oggi più che mai di preoccupante attualità. Puro Godard.
MEMORABILE: «Ci fu la civiltà ateniese, il Rinascimento, ed ora stiamo entrando nella civiltà del culo.»; L'incontro con Sam Fuller; I benzinai; Il suicidio.

Saintgifts 9/01/15 01:54 - 4098 commenti

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La cosa più facile da dire è che Pierrot le fou è Godard stesso. Le follie cinematografiche del regista della Nouvelle vague raggiungono qui vette impensabili. Via dai lussi borghesi in un "on the road mediterraneo" copiato all'infinito ma mai raggiunto, imbottito di colorate trovate dove sembra che tutto sia preso in giro, smitizzato, forse proprio a partire dall'arte stessa, seppur rispettata. I due protagonisti sono un inno alla giovinezza, alla bellezza: splendida la Karina, crudele al punto di far innamorare il più convinto dei misogini.

Rufus68 4/04/16 12:40 - 3973 commenti

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Un film vario, svagato e multiforme che i più saggi apprezzano in quanto esempio di libertà. Io, che sono più rozzo, vi scorgo, invece, un freddo esercizio intellettualistico, politicamente invecchiato e addirittura irritante nella sua studiata anarchia. Non mancano bagliori di grandezza e gli attori (soprattutto Belmondo, con quell'aria da pugile bastonato) son convincenti: rimane sospesa quell'impressione d'artificiosità, di provocazione a tavolino.

Daniela 26/10/16 23:57 - 13295 commenti

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Due amanti si rincontrano dopo qualche anno: lui ha sposato una donna ricca e si annoia nell'ambiente borghese, lei si è impelagata con criminali. Fuggono, mettono a segno qualche colpo, si amano in riva al mare... Uno dei titoli più celebrati di G., regista che non mi ha mai convinto, segnato dal suo riconoscibilissimo tocco autoriale, nei pregi soprattutto formali e nella libertà creativa, ma anche nella pesantezza sentenziosa di quei brevi cenni sull'universo con cui zavorra buona parte delle sue opere. Se qui non l'affossano del tutto si deve alla bellezza della coppia protagonista.
MEMORABILE: Belmondo tinto di blu, con la doppia "mascheratura" gialla e rossa

Magi94 19/04/18 21:55 - 1021 commenti

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Godard riprende le situazioni in b/n del suo potente esordio cinematografico e le traspone a colori. Il mio giudizio è sostanzialmente invariato, anche se la perdita della novità un po' gioca a sfavore del film: pesante è pesante, la noia si mette in conto e soprattutto le divagazioni artistiche sono gratuite fino a peccare d'intellettualismo (qualsiasi cosa voglia dire); eppure allo stesso tempo la pellicola sprizza un fascino libertario, un'anarchia cinematografica che a tratti si vela di poesia. ***, considerato che è molto invecchiato.
MEMORABILE: Per quanto possa apparire assurdo e stucchevole, ho trovato meravigliose le scene in cui Anna Karina canta a Belmondo.

Jean-Luc Godard HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Ro.Go.Pa.GSpazio vuotoLocandina Bande à partSpazio vuotoLocandina Agente Lemmy Caution, missione AlphavilleSpazio vuotoLocandina La cinese

Pinhead80 3/08/19 15:14 - 5469 commenti

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Entrati nella dinamica e nella testa dell'autore si può capire un'opera che stordisce a più riprese lo spettatore. E' però più che altro un esercizio di stile di difficile assimilazione. Pur riconoscendo l'importanza dell'opera da un punto di vista artistico, non è facile sopportarne il ritmo e i continui cambi di registro. Titolo italiano assolutamente fuorviante.

Il Dandi 8/11/20 01:14 - 1917 commenti

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Il titolo italiano è incomprensibile ma anche quello originale rischierebbe di deludere, se non si comprende il carattere ironico e fumettistico con cui si cita il soprannome del leggendario gangster de la Traction Avant. Godard dunque torna, come sempre, a utilizzare il poliziesco come pretesto: quasi uno pseudo-sequel di Fino all'ultimo respiro in chiave pop, con il Cinema che di nuovo riflette su sé stesso entrando direttamente in campo (stavolta con Samuel Fuller al posto di Jean-Pierre Melville) e un programmatico "anarchismo morale e narrativo" stroncato dalla censura francese.
MEMORABILE: Le coloratissime scene in automobile (omaggiate in Pulp fiction). Belmondo con la faccia blu.

Silvia75 19/08/22 22:32 - 188 commenti

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Parigi 1965: un uomo dell'alta borghesia rincontra una ragazza con cui aveva avuto una relazione anni prima e fugge con lei che ora fa parte di una banda di gangster. Nel film non conta tanto la trama quanto piuttosto le vorticose idee cinematografiche di Godard, tra una leggerezza tutta francese e battute poetiche con un occhio al noir americano e al tardo Billy Wilder, alla critica marxista alla borghesia del Boom economico che è alla base del film. Grande prova di Jean Paul Belmondo e Anna Karina. Un film che ha 60 anni e non li dimostra.
MEMORABILE: La battuta di Anna Karina "La cosa triste è che la vita non assomiglia ai romanzi".

Paulaster 6/08/24 20:49 - 4924 commenti

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Professore insoddisfatto scappa con una ragazza e diviene un criminale. Godard gira una specie di thriller togliendo i classici punti di riferimento. La storia è volutamente non lineare: ci sono digressioni filosofiche, accenni di comicità e una regia piena di spunti (soprattutto a livello cromatico). Anche i momenti degli omicidi vengono proposti come già avvenuti, annullando la suspense. Viene evitato l’effetto irriverente per via di una certa ironia e della finzione cinematografica.
MEMORABILE: I fari di notte in macchina; Lo spettacolo teatrale americano/vietnamita; Il waterboarding; I candelotti.

Marmotta 18/05/25 10:48 - 205 commenti

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"Pierrot Le Fou" è lettere in libertà in assemblamento cromatico e l'appello di un assente. Pagliaccio, criminale e nomignolo d'uomo: Ferdinard (Griffon) di Jean-Paul Belmondo mantenuto, borghese debosciato e letterato fuorilegge in fuga con l'àmant fàtal, la gangster lady Marianne (Renoir) di Anna Karina insieme verso l'eccitazione suicida dell'avventura ludica del linguaggio deflagrato. Forse il più folle, polisemico, debordante, esagerato, nevrotico, anarchico, complicato, nauseante, languido, esaltante, malato, presuntuoso, distruttivo e geniale film della storia del Cinema.
MEMORABILE: "Sempre fuoco, sangue, guerra!", "Non è un'idea mia! Che sembri reale. Non è un film!"; "Mi chiamo Ferdinand".
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  • Homevideo Deepred89 • 28/04/11 22:38
    Comunicazione esterna - 1616 interventi
    Ho guardato velocemente la versione integrale. Faccio un confronto andando a memoria. Nella versione italiana le scene "forti" c'erano tutte (tranne, mi pare, il seno della ragazza in una delle scene del party, se non sbaglio quella girata con filtro giallo): semplicemente si è deciso di accorciare arbitrariamente le scene ritenute "inutili" e eccessivamente lunghe. Peccato, perchè il doppiaggio era ottimo (con Belmondo ottimamente doppiato dal grande Pino Locchi).
  • Homevideo Il Gobbo • 30/07/12 09:25
    Segretario - 761 interventi
    Nel mondo civile ci sono edizioni sontuose anche in blu-ray, quello Criterion è favoloso, suppongo che lo Studio Canal regga egregiamente il confronto
  • Curiosità Apoffaldin • 19/12/24 13:37
    Pulizia ai piani - 289 interventi
    La copertina della rivista incorniciata in casa di Marianne (Anna Karina) al minuto 15 del film è quella del numero 293 dal 6 al 13 novembre 1954 di Paris Match (datazione e numero verificabili qui). La copertina è a suo modo storica per il discutibile accostamento tra la foto della Lollobrigida e il titolo sulla rivolta in Algeria.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images70/bandu1.jpg[/img]

    Il volume rilegato che Marianne e Ferdinand (Jean-Paul Belmondo) si portano dietro e si vede spesso nel film (distintamente, a esempio, al minuto 34) è una raccolta dei fumetti pubblicati dal giornale francese L'Epatant (Lo Stupefacente) tra il 1908 il 1912. Erano quelli disegnati da Louis Forton e appartenevano alla celebre serie de Les Pieds Nickelés. Il termine gergale francese, traducibile con "piedi di nickel", è riservato agli scansafatiche che vivono di espedienti.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images70/bandu2.jpg[/img]
  • Discussione Marmotta • 18/05/25 10:59
    Galoppino - 29 interventi
    "Velàzquez, compiuti cinquant'anni, non dipinse più cose definite. Si librava intorno agli oggetti nel crepuscolo. Sorprendeva l'ombra e la trasparenza degli sfondi, le palpitazioni colorate e il trasformava nel centro invisibile della sua sinfonia silenziosa. Prendeva soltanto del mondo i mutamenti misteriosi che fanno penetrare le une negli altri le forme e i suoni in una progressione segreta e costante in cui né scontri né soprassalti ne interrompono il cammino. Lo spazio regna. È come un'onda aerea che scivola sulle superfici, si impregna delle sue emanazioni visive, per definirle e modellarle, propagandole dappertutto come un profumo, come un'eco che disperde intorno a sé una polvere impalpabile. Viveva in un mondo triste. Un re degenerato, infanti malati, idioti, nani, invalidi, alcuni pagliacci mostruosi vestiti da principi, la cui missione era ridere di se stessi e divertire esseri che vivevano ai margini della vita. Negli ingranaggi dell'etichetta, delle trame e delle bugie, uniti dalla confessione e dal rimorso, con l'inquisizione e il silenzio alle porte. Uno spirito nostalgico galleggia. Non si vede né bruttezza né tristezza, né il senso funereo e crudele di questa infanzia oppressa. Velàzquez è il pittore della sera, dell'immensità e del silenzio, sia che dipinga alla luce del sole, sia in una stanza chiusa, sia che la guerra o la caccia urlino intorno a lui. Siccome uscivano poco di giorno quando l'aria brucia ed il sole cancella tutto, i pittori spagnoli vivevano l'imbrunire."


    Jean-Paul Belmondo legge questo stralcio della Storia dell'Arte di Élie Faure alla propria figlia, una bambina, precorrendo il legame che sembra ripetersi vent'anni dopo tra Bruno Cremer e Aurore Clément, come citazione, nel cortometraggio del millenovecentottantacinque "Le Livre de Marie" della regista Anne-Marie Miéville, allora legata sentimentalmente G., posto come apertura-preludio al film "Je Vous salue, Marie" dello stesso Godard.
  • Discussione Marmotta • 18/05/25 11:17
    Galoppino - 29 interventi
    L'elenco delle citazioni in ordine di comparsa (solo le riconoscibili, moltissime altre sono occulte): Velàzquez, "Johhny Guitar" di Nicholas Ray, il romanzo "Histoire de la Grandeur Et de la Décadence de César Birotteau, Marchand Parfumeur, Chevalier de la Légion-d'Honneur, Et Adjoint Au Maire Du Deuxième Arrondissement de la Ville de Paris" dal progetto della "Comédie Humaine" di Balzac, Ludwig Van Beethoven, Samuel Fuller (presenzia in cameo come ospite americano della festa), "Les Fleurs du Mal" di Baudelaire, Voltaire, Proust, Pierre-August Renoir, "Le Petit Soldat" dello stesso Godard, Al Capone, Piet Mondrian, Marc Chagall, l'albo a fumetti "Diadema di Sangue" della serie Mister-X di Giancarlo Tenenti, "Tender is the Night" di Francis Scott Fitzgerald,  "Appointment with Death" di Agatha Christie, la presa di Costantinopoli, Nicolas de Staël, il racconto sul doppio "William Wilson" di Edgar Allan Poe, Vivien personaggio storico nipote di Guglielmo D'Orange (???) morto in battaglia durante la presa di Alicante come il Roland di Turoldo a Roncisvalle, il famoso aviatore Georges Guynemer, un'illustrazione da un'edizione del "Bouvard e Pécuchet" di Gustave Flaubert, John Fitzgerald Kennedy, "Une saison en enfer" di Arthur Rimbaud ("attraversiamo la Francia, come delle immagini, attraverso uno specchio", "il paesaggio si alzò lentamente", "i secoli dei secoli fuggirono lontano come tempeste", "l'amore da reinventare, la vita vera non è questa", "è il primo, unico sogno"), Vincent Van Gogh, Michel Simon, gli astronauti Aleksej Archipovi? Leonov ed Edward White, Uncle Sam, Lenin, Robert Browning, il romanzo "Guignol's Band" di Louis-Ferdinand Celine, una parafrasi di Jean Paul Sartre ("ogni quadro, libro, poesia sono un gioco in cui chi perde vince"), James Joyce, il cantante pop Richard Anthony, Jules Verne, Gèrald Norton, Ho Chi Minh, Picasso, Jean Seberg, "Pépé le Moko" di Julien Duvivier, Joseph Conrad, Robert Louis Stevenson, William Faulkner, Jack London, Raymond Chandler; infine la citazione più famosa nuovamente da "Une saison en enfer" di Arthur Rimbaud ("Elle est retrouvée. Quoi? – L’Éternité. C’est la mer allée. Avec le soleil." ; "È ritrovata. Che? – L’Eternità. È il mare andato via. Col sole.").  

  • Discussione Marmotta • 18/05/25 11:18
    Galoppino - 29 interventi
    "Johnny Guitar" di Nicholas Ray viene nominato moltissime volte nella filmografia di Godard; in questo caso come esempio di cinema "per istruirsi", in "La Chinoise" come film americano che anche i rivoluzionari marxisti ammirano nonostante l'ostilità ideologica all'imperialismo culturale.

  • Discussione Marmotta • 18/05/25 11:20
    Galoppino - 29 interventi
    Durante la traversata dei campi, in fuga, Marianne-Anna Karina improvvisamente e senza alcuna giustificazione narrativa appare indossare il giaccone e il cappello con frontalino della divisa dello U.S. Army durante la guerra in Vietnam, viene anche mostrata più volte mentre tiene in mano un peluche dalla forma di marmotta. I loro vestiti e gli accessori che maneggiano cambiano continuamente pur non portando con loro alcun bagaglio.
  • Discussione Marmotta • 18/05/25 11:21
    Galoppino - 29 interventi
    Ferdinad Griffon - Jean-Paul Belmondo non solo guarda verso lo spettatore come già aveva fatto fare Godard ai suoi personaggi in "Vivre sa Vie", "Le Petit Soldat", "À bout de souffle"... ma addirittura gli parla, chiedendogli se ha notato come si comporti Marianne Renoir - Anna Karina, esortandolo all'empatia, alla compassione verso di lui.
  • Discussione Marmotta • 18/05/25 11:24
    Galoppino - 29 interventi
    Numerosissimi i prodotti commerciali nominati, spesso coinvolti nella riproduzione di interi brani pubblicitari o nell'esposizione di loghi e confezioni: "Scandàle" ovvero una culotte elastica per signora, Alfa Romeo di cui è riportata la scheda tecnica, l'acqua di colonia Printil con gli slogans della rèclame televisiva, l'Oldsmobile Rockett 88, la lacca per capelli Elnett, l'automobile Lincoln, Chocolat Menier, carburante Total, Tele Montecarlo, Ford Galaxy '62, Labo Mix Marine, Coca Cola, Esso.
  • Discussione Marmotta • 18/05/25 11:26
    Galoppino - 29 interventi
    La poesia che Marianne Renoir-Anna Karina scrive su Ferdinad Griffon-Jean Paul Belmondo: «Tendre et cruel / réel et surréaliste / terrifiant et drôle / nocturne et diurne / habituel et inhabituel / beau comme tout / Pierrot le fou. » "Tenero e crudele / reale e surreale / terrificante e divertente / notturno e diurno / solito ed insolito / bello come ogni cosa / Pierrot il matto."