L'anno successivo al suo capolavoro assoluto, Enzo G. Castellari e Fabio Testi tornano per questo deludente gangster-movie penalizzato da una sceneggiatura debolissima e da una regia che non riesce a trovare quelle coordinate di spettacolarità che in più occasioni avevano permesso a Castellari di valorizzare i suoi lavori. Ci sarebbero le musiche dei Goblin, che al solito compongono e interpretano in modo eccellente, ma spesso anche la colonna sonora pare inserirsi non al meglio (come sui titoli di testa, ad esempio). Testi gioca a fare il Monnezza (non a casa produce Galliano Juso), David Hemmings la spalla poco convinta....Leggi tutto Il primo è un poliziotto infiltrato che gira il mondo seguendo appunto “la via della droga” (da Hong Kong agli Stati Uniti passando per Roma), il secondo il suo unico referente all'interno della polizia. Gli inseguimenti si sprecano, naturalmente, ma nessuno sa caricarsi di quella grinta che ha alimentato negli anni il mito di Castellari. Esemplare in questo senso la lunga sequenza in aereo del finale, spettacolare sulla carta, davvero insulsa all’atto pratico, degna chiusura per un film che proprio non lascia il segno. E’ come se le scene fossero montate una dopo l'altra senza mai amalgamarsi tra loro, tessere già in se stesse insignificanti che concorrono a creare un mosaico senz’anima. Non che manchi del tutto la professionalità, certo. Alcune scenografie all'aperto si rivelano funzionali per i campi lunghi che esaltano lo stile di Castellari, ma è evidente che da un regista così ci si aspettava di più.
Protagonista della storia un Fabio Testi atletico e guascone nel ruolo di un infiltrato della polizia antidroga, a sostenerlo uno scarsissimo David Hemmings. La storia parte bene, purtroppo il resto della sceneggiatura va via via zoppicando rendendo questo film un film godibile senz'altro, ma mai entusiasmante. Un Castellari in tono minore quindi, impreziosito dalla buona OST dei Goblin e dove i "cattivi" hanno veramente un campionario di ceffi notevole. Bello l'inseguimento a Caracalla.
Uno dei film peggiori di Castellari. Le numerose scene d'azione e gli inseguimenti rocamboleschi non bastano a distogliere dalla piattezza della storia che a tratti sembra un volantino informativo sui danni della droga. L'interpretazione di Fabio Testi, con un sorriso sornione stampato sul volto durante quasi tutto il film, lo rende antipatico e fastidioso. Mediocre.
L'azione non manca mai e Castellari si riconferma quel geniale e talentuoso regista di action quale è. Testi è azzeccatissimo nella sua parte, dotato di ironia, spietatezza quando serve ed un corredo altamente kitch. Belle alcune trovate particolari del regista che impreziosiscono la pellicola e fenomenali anche gli stunt (soprattutto con le motociclette). Finale spettacolare ma un po' da americanata (che comunque ci sta). Consigliato.
Film spettacolare: il regista sembra quasi aver voluto sacrificare la logica al puro intrattenimento. Il risultato è di tutto rispetto, anche se personalmente preferisco i polizieschi più "ragionati". E Fabio Testi, che come poliziotto sarebbe almeno parzialmente fuori parte, acquista una dimensione molto più credibile come infiltrato nell'ambiente degli spacciatori. Come sempre in Castellari, ottime scene d'azione con stuntman protagonisti assoluti. Insomma, in due parole un fumettone divertente... Sorvolerei sulla morale anti-droga un po' facilona.
Action di Castellari non troppo riuscito. La sicura regia riesce a mantenere il film su alti livelli, ma stavolta la storia non conquista e si trascina stancamente tra scene d'azione e facili morali sulla tossicodipendenza. Fabio Testi, qui conciato quasi alla Nico Giraldi, funziona bene; un po' meno azzeccato Hemmings ma comunque bravo. Un po' ripetitive ma suonate benissimo le musiche dei Goblin.
Decisamente non all'altezza del precidente, bellissimo, Il grande racket, resta comunque molto godibile. La trama, più sfilacciata e meno compatta, gode di alcuni buoni momenti ed interessanti situazioni che confermano Fabio Testi come un buon attore (almeno quando è guidato da Castellari). La presenza di David Hemmings è il valore aggiunto del film, anche se sarebbe stato più gradito vederlo duettare di più con Testi.
Un Castellari al di sotto dei suoi standard, solitamente più che buoni. L’esile sceneggiatura e gli stereotipati personaggi (il poliziotto infiltrato, il tossico e la sua ragazza, la banda di spacciatori) sono solo un pretesto per orchestrare le sequenze d’azione, in cui Testi e i vari stuntmen danno il meglio di sé: tuttavia enfasi e spettacolarità sono di gran lunga inferiori al grandioso grande racket. Potenti musiche dei Goblin, incontro saffico della coppia Buchanan-Webley e flash umoristico con Hemmings e la motociclista che gli offre il passaggio.
MEMORABILE: La morte al ralenti del tossico; l’inseguimento nella galleria; l’inseguimento tra i due aerei.
Il talento di Castellari c'è e si vede; poi qualche sequenza action molto buona (inclusi inseguimenti in auto e in aereo!), le solite scene di droga, rapine, rota, etc... in più una bella scena lesbica tra donna e ragazza. A parte qualche esagerazione (lo sparo in volo!) è un buon film.
Che Castellari sia un ispiratore di Quentin Tarantino ormai è cosa certa. Già la prima sequenza, che vede la preparazione della dose da iniettarsi, ricorda molto facilmente Pulp Fiction. Una trama ben delineata che non fa mancare sprazzi di azione e drammaticità. Fabio Testi non è un grande attore, ma qui non si fa certo odiare. La regia è ottima con le solite ottime inquadrature assecondate da musiche azzeccate (Goblin). Accettabile.
Una cosa è sicura: il buon Castellari ha fatto di meglio. Questo non vuol dire che "La via della droga" sia un brutto film, anzi. Le scena "alla Castellari" non mancano; forse sono i dialoghi che cadono troppo nel facilotto. Comunque ho visto di peggio... Trovo ottime, però, le musiche dei Goblin.
La droga e lo spaccio sono argomenti spinosi e vanno trattati in un certo modo, con cognizione di causa, mentre qui tutto è asservito alla violenza, a Testi, che guida moto e aerei e alle scene d'azione, che però sembrano tirate come una gomma da masticare. Quando poi il ritmo rallenta, partono i vaffa, i soliti discorsi e si rivedono i ragazzi distrutti dalla droga, costretti a spacciare e, nel caso della fanciulla, assecondati dalla madre, che non vuole vederla soffrire. Sugli attori, niente da dire: Testi è dignitoso e Hemmings è bravo, ma la sceneggiatura è troppo povera e annacquata.
MEMORABILE: Lo spacciatore al drogato: "Cerca di non mischiarla, che noi siamo una ditta seria"; Scivolata sul bordo della scala mobile con pistolettata.
Dopo l'exploit con Il grande racket, Castellari ci riprova, stesso protagonista, l'aitante Testi, ma storia deboluccia. Nonostante le belle scene, la sceneggiatura arranca e financo la figura dell'agente provocatore, Testi, non incide totalmente. Eppure i presupposti iniziali c'erano tutti ma il lungo inseguimento finale pare fatto apposta per colmare un vuoto sceneggiativo.
Poliziottesco privo di grande originalità ma tutto sommato vedibile grazie al grande
mestiere di Castellari che gira, come d'abitudine per lui, molto bene le scene di azione. Per il resto la storia è usuale ma scorre via veloce e si lascia guardare.
Deludente rispetto ad altri lavori del regista, ma in ogni caso accettabile.
Notevole poliziesco di Castellari, interpretato da un Fabio Testi finalmente in parte (e dall'ottimo look) e da un discreto Hemmings. Non saremo ai livelli dei migliori film del regista, più che altro a causa di una sceneggiatura un po' confusionaria, ma dal punto di vista del puro entertainment non ci si può lamentare; se il primo tempo è buono, il secondo è addirittura ottimo, con una serie di inseguimenti su vari mezzi (e a piedi) davvero spettacolari e coinvolgenti. Strepitose le musiche dei Goblin, tra le migliori che abbiano mai scritto.
MEMORABILE: L'ultima mezz'ora, in cui gli spacciatori inseguono Testi e viceversa: strepitosa!
Piuttosto piatto per un'ora, con lente e scontate indagini di un Testi in costume di scena (è sempre vestito uguale, con diversi primi piani sugli stivaloni). Poi il film subisce un'impennata nella mezz'ora finale con il nostro inseguito da spietati spacciatori su vari terreni e la pellicola di un Castellari in tono minore giustifica così la sua visione.
Trama scarna, ma dinamicità missilistica, con il trascinantissimo leit-motiv dei Goblin. Testi stra-aitante e megaironico, Hemmings sfatto dai vizi (quelli veri, che un giorno gli sarebbero costati cari) ma che in questo film impersona una mente davvero geniale... Fantastica, anche se tagliata, la scena al ralenti dell'omicidio dello spacciatore, ma ancora più grandiosa è la fantasia del protagonista nell'eliminare gli avversari, fra l'altro molto cattivi e che sono più o meno gli stessi attori già visti nel capolavoro assoluto Il grande racket...
Debole opera del maestro Castellari, dotata di una sceneggiatura pasticciata che elargisce l'eccesso di protagonismo per Fabio Testi, qui una sorta di Rambo o Commando. Al massimo accompagnato dall'agente in servizio non ufficiale, combatte e neutralizza tutti i nemici, in cielo ed in terra, senza finire mai i colpi. Ci sono, vero è, alcuni momenti forti, come il brutto andazzo dei tossici vittime dei loro aguzzini, ma sono solo momenti. Inoltre si segnalano delle belle location, locali ed internazionali. Ma ci sono anche troppe ingenuità ed approssimazioni.
Il più debole e raffazonato poliziottesco di Castellari che, alle prese con lo scottante tema del traffico e dello spaccio di droga, raggranella una serie sostanziosa di banalità e luoghi comuni. Probabilmente consapevole dell'estrema fragilità del soggetto, il nostro punta tutta la seconda parte su un interminabile ed estenuante inseguimento (a piedi, in macchina, in moto, aereo, ecc...), ma nonostante la ben nota bravura la sorte della pellicola non si risolleva. Ben lontano dai livelli del Grande racket e fortunatamente breve.
Film zoppicante e fluttuante. Castellari parte mirando come suo solito al bersaglio grosso (il traffico di eroina su scala globale in stile French connection) per poi arenarsi sullo scalo romano tra spacciatori buzzurrissimi e una "organizzazione" da teatro delle marionette. La stessa azione, vero pane di Enzo G, si limita a estenuanti inseguimenti (in cui comunque Testi fa gagliarda figura) e un finale in volo indegno del suo grande mestiere. Hemmings si limita al minimo sindacale, mentre il teatrino off ha in Soldati e Buchanan due tossiche stelline.
MEMORABILE: Il santone di Scavino; La zazzera di Sergio Ruggieri (il romano panzone); I "flash" di Soldati mentre la sua ragazza si prostituisce safficamente.
Castellari ce la mette tutta per cercare di confezionare un'opera di genere di buon livello e ci riesce. Dopo una prima parte un po' lenta, il film si riprende nella seconda e macina inseguimenti (con tutti i mezzi possibili e immaginabili), sparatorie e buoni momenti di tensione. Peccato solo per i cinque minuti finali, che qualitativamente sono inferiori al resto del film.
MEMORABILE: La scena della scala mobile con sparo al volo.
Discreto poliziesco di Castellari praticamente diviso in due parti. La prima è pressoché priva di azione ed è incentrata su un piano prettamente sociologico, mentre la seconda è più viva, con un'azione notevole e vari inseguimenti rocamboleschi e spettacolari. Fabio Testi nel ruolo di poliziotto alla "Giraldi" devo dire che se la cava molto bene e Hemmings è una spalla assai funzionale. Finale un po' esagerato ma ci sta. Splendide le location sia italiane che internazionali e bellissima la OST dei Goblin. Davvero niente male.
MEMORABILE: Lo sparo in volo; L'inseguimento nella galleria.
Trama semplicistica e sempliciotta (uno spettacolo popolare va al sodo, altro che analisi sociologica), ma la costante tensione narrativa assicura una continua e divertita attenzione. Castellari si conferma uno dei principi delle scene d'azione, Testi è in parte e David Hemmings ispira istintiva simpatia. Musiche energetiche dei Goblin. Un vero peccato che a volte si sbrachi nel dialetto romanesco da suburra, una vera peste cinematografica.
Un film a metà strada tra l'analisi documentaristica e l'action movie. Hemmings eleva palesemente il cast, riscattando l'indigestione dei soliti Vanni, Puppo ecc. Il pregio di Castellari è quello di garantire l'impatto narrativo attraverso la rapidità di esecuzione delle sequenze. Testi più fotomodello che attore ma la verve di Hemmings tappa parecchi buchi e rende pienamente godibile la pellicola.
Poliziottesco senza mezzi termini di Castellari che con la collaborazione di un Fabio Testi più in ruolo che mai si avventura nel mondo dello spaccio internazionale di eroina. L'inizio è di quelli che fanno ben sperare, con le multilocation internazionali, per poi concentrarsi sul sottobosco della malavita nostrana piena di facce note ai patiti del cinema di genere. La trama, si sa, non è il punto forte del regista e le vicende sono piuttosto stereotipate, ma la parte relativa all'azione ripaga di tutto. Buona la prova del cast con il fondamentale apporto di Hemmings. Un buon film!
MEMORABILE: L'uccisione del bandito "al volo"; L'inseguimento in aereo.
Siamo alle solite. Castellari dirige con maestria, con scene d'azione realizzate alla perfezione (straordinaria la scena dell'inseguimento in aereo) e ottimi tagli registici. Peccato che, come spesso accade nei suoi film, a un'ottima regia non corrisponda una sceneggiatura degna di nota. Soliti passaggi a vuoto, soliti cali di ritmo ingiustificati, solite storie prive completamente di qualsiasi novità. La coppia protagonista Fabio Testi/David Hemmings non convince. Punto in più invece per la colonna sonora dei Goblin. Da ammirare per il talento registico, il resto è noia.
Sottovalutatissimo capolavoro di Castellari, oltretutto proveniente dal suo periodo cinematografico più felice. Se dal punto di vista dell'azione non ha pari e manda a casa tantissimi pur notevoli film di colleghi italiani e internazionali, il mostrare la piaga dell'eroina nei suoi aspetti più terribili e a tutti i livelli (dai piccoli spacciatori brutti e cattivi ai rispettabili "pesci grossi") lo rende un'opera unica. Cast perfetto con i migliori attori/caratteristi/stuntmen/starlettes dell'epoca; i Goblin poi si scatenano nella colonna sonora tra funk, prog e psichedelia latin.
Action all'amatriciana per Castellari, che tenta di bissare il successo dell'anno precedente affidandosi sempre a Fabio Testi. Purtroppo questa volta la ciambella non esce col buco: il film si risolve in un continuo inseguimento, a piedi, in moto, in auto, finanche in aereoplano, con la trama ridotta all'osso e i dialoghi praticamente superflui. Tranne il buon Testi, pure il cast risulta anonimo, nonostante la presenza di Hemmings (fuori parte). Bello invece lo score dei Goblin, che imperversa per tutta la (fortunatamente ridotta) durata della pellicola.
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MusicheEllerre • 9/06/09 13:07 Call center Davinotti - 1215 interventi
Ottime alcune sequenze musicali del film composte ed eseguite dai mitici Goblin. Al motivo rock del tema principale - http://www.youtube.com/watch?v=7f7tWmmBBoc - si alternano brani psichedelici e progressive rock.
Riferimento discografico: Goblin, La via della droga, Cinevox 1977.
Non si può dire che il capo della narcotici non abbia inventiva. Anche quando lo spacciatore riesce a gettare nelle tubature tutta la droga e l'agente gli domanda: "Con quale imputazione lo tratteniamo?". Lui risponde, senza fare una piega: "Ha intasato un cesso".
Nella locandina compare un teschio che, a mio parere, copia palesemente quello della locandina
di "Una farfalla dalle ali insanguinate" di Duccio Tessari. E' incredibile poichè non è la prima volta che un flano di un film di Tessari viene "plagiato" (grazie a Undying per il confronto).
HomevideoZender • 18/02/12 08:43 Capo scrivano - 48556 interventi
Ammazza che qualità i tedeschi! Bisogna sempre stare attentissimi alle uscite estere con lingua italiana. Quasi sempre la qualità video è superiore alla nostra.