Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto Da ragazzino, visto un pomeriggio d'estate sulla Rai, mi impressionò talmente che la camera verde dei miei ricordi lo immortalava come una specie do iggetto di culto. Rivisto oggi è una cocente delusione, e forse il peggior Ferreri.
Il troppo grottesco ferreriano stroppia, il cinismo e la cattiveria sono troppo studiati a tavolino per affondare davvero, e non si prova nemmeno un briciolo di compassione per la scimmiesca Girardot, troppo bella e sensuale per essere un freak (non basta appiccicarle su due peli e metterle una barbetta a là Ferreri), per non parlare dell'insopportabile personaggio di Tognazzi, più fastidiosamente logorroico che nemmeno avido e crudele.
Invecchiato malissimo, dove il proverbiale sarcasmo ferreriano diventa maniera e si stempera nella noia, tra poco suggestive ambientazioni partenopee fuori contesto e baracconate da avanspettacolo che nemmeo i proto mondo alla
Mondo di notte.
Qualche zampata del miglior Ferreri che verrà c'è (la Girardot che, durante le nozze canta "La novia", il fantoccio di gorilla nello spettacolo da cabaret parigino, poi ripreso, in dimensioni più kinkonghesche, in
Ciao maschio, la "donna scimmia" che fa gli spettacoli scimmieschi sull'albero di casa sotto gli ordini del Tognazzi domatore, con lei che mostra il culo e morde gli spettatori), ma è poca roba, in quello che, personalmente, trovo uno dei suoi film più deboli e invecchiati malissimo.
E non mi basta neppure vedere Ferreri che troneggia, ironicamente cinico. nelle diapositive di ambientazione africana che sembrano anticipare
Come sono buoni i bianchi (con le derive proto cannibalesche della testa mozzata), in un sarcasmo bunueliano (tipico del regista) che, però, questa volta, lascia parecchio indifferenti.
La Girardot sul letto d'ospedale che esala gli ultimi respiri non dona nessuna empatia e, se proprio, al di là della sopravvalutata acidità ferreriana (in questo caso specifico), colpiscono di più certe scelte coraggiose visto l'epoca (la suora che dice a Tognazzi che ci sono parecchi vecchiacci che vorrebbero adottare ragazzine quattordicenni, il sederone nudo e sculettante della ballerina di colore, i seni della Girardot che fanno capolino nell'invisibile costumino nello show parigino, il professore che millanta accoppiamenti zoofili tra uomini e scimmie), ma rimane un fumettone che fa del grottesco eccesso e portabandiera, fino a scadere nella pagliacciata.
Terribili le musichette di Teo Usuelli e personaggi secondari poco incisivi e macchiettistici.
Straordinaria comunque la Girardot e , nel bene e nel male, Ferreri lascia sempre il suo inconfondibile marchio.
Il mio Ferreri preferito, però, non abita certo quì, lascio la donna scimmia per il futuro, che è comunque donna.