Les carabiniers - Film (1963)

Les carabiniers
Locandina Les carabiniers - Film (1963)
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Titolo originale: Les Carabiniers
Anno: 1963
Genere: guerra (bianco e nero)

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Tutti i commenti e le recensioni di Les carabiniers

TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/12/15 DAL BENEMERITO IMPI3GATO
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Impi3gato 3/12/15 16:24 - 26 commenti

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Due sottoproletari vengono mandati in guerra a combattere per il loro fantomatico re con la promessa di una lauta ricompensa. Viene messa in particolare risalto la brutalità della guerra verso deboli e avversari politici e la sua insensatezza (particolarmente nel finale). Interessanti le due figure femminili che attendono il ritorno dei protagonisti. Purtroppo la messa in scena metaforica di Godard non riesce a immergere completamente lo spettatore nel racconto attenuandone l’impatto.
MEMORABILE: La ragazza che cita Lenin e Majakovskij; L'esibizione del bottino di guerra.

Pigro 27/11/20 11:37 - 10197 commenti

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La raffinata opera teatrale di Joppolo si trasforma qui in una baracconata insulsa, dove la trama dei due contadini chiamati a far la guerra in cambio di razzie diventa pretesto per un guazzabuglio, dove infilare cartelli con testi edificanti, immagini di repertorio, Lenin e Majakovskij, banali dediche alla bellezza del cinema, e via dicendo. Un film noioso, inconcludente, tirato via, recitato male, girato peggio, che si ammanta di impegno politico e antimilitarista, ma sa tanto di improvvisato senza pensiero. Velleitario.

Giufox 9/03/22 16:22 - 360 commenti

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Godard dipinge guerra e resistenza con toni sornioni e anti spettacolari, che si traducono in un'intelligente ed efficace pantomima tanto cara al suo cinema. Il Re chiama e i due protagonisti partono in guerra - col sorriso e la facilità di quando si parte ad una gita scolastica - allettati soprattutto dalla promessa di facili guadagni. Ne attraversano indifferenti gli orrori e la loro idiozia nell'assecondarli può solo essere eco di quella umana che gli produce. Una farsa talmente libera da risultare insopportabile; e forse per questo ingiustamente ignorata.
MEMORABILE: Michelangelo che cavalca la povera giovane madre; Majakovskij prima della fucilazione; La valigetta piena di cartoline.

Cotola 5/10/22 19:23 - 9623 commenti

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Uno dei Godard poco conosciuti eppure non certo immeritevole di attenzioni. L'apologo antibellico non sarà particolarmente originale, profondo e raffinato ma ci può stare e, oltre a contenere ovvi elementi di verità, regala anche qualche bel momento. Un passo indietro, anche due, rispetto ad alcune opere precedenti ma anche meno velleitario e criptico di alcune opere future. La militanza invece già c'è tutta. Con pregi e difetti, ma non male.

Giùan 24/06/23 10:06 - 5005 commenti

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Non vi è dubbio che la la materia dell'apologo (più infiammabile persino della celluloide) abbia fatto perdere sostanza a molto cinema militante dei '60, che dal surrealismo aveva mutuato questo "formalismo" eminentemente letterario. Altrettanto certo tuttavia è che la genialità di Godard ancora si evince in questo pamphlet antibellicista, emergendo arguta dietro le didascalie tonitruanti e altri escamotage leziosi, attraverso immagini immediate, inattaccabili (le fotografie della "civiltà" unica conquista dal fronte) come dai dialoghi che misurano la distanza tra potere e ignoranza.

Magi94 23/07/25 22:44 - 1031 commenti

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Pastrocchio godardiano senza abbastanza estro per giustificare il simbolismo schematico, al soldo di una trama piuttosto esile. Godard si sbizzarrisce nel suo stile e, se la ragazza che cita Majakovski e a cui bisogna sparare dieci volte per ucciderla può ben irritare, si afferra anche il senso di una descrizione della guerra sporca, ignobile, demente, strumento che fa regredire gli esseri umani a un livello bestiale. Questo retrogusto che lascia l'opera, pur notevole, non è però sufficiente a giustificare la totalità di una pellicola completamente sfilacciata e in parte sballata.

Kinodrop 28/07/25 20:14 - 3489 commenti

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Un apologo contro la guerra secondo gli stereotipi in voga nei primi anni '60, in cui se ne considerava solo il lato aggressivo e non quello altrettanto drammatico di coloro che si dovevano difendere. Un pasticcio irritante per il didascalismo piatto, con tanto di siparietti moraleggianti fatti di slogan imbarazzanti per il loro contenuto tra l'ovvio e il falsamente ideologico. Molto carente anche sul piano filmico, il che stupisce trattandosi di Godard, per non parlare di un cast legnoso e non convinto dallo schematismo psicologico quasi marionettistico.

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