Su di un’unica trovata un film, l’ha ammesso lo stesso regista Giulio Questi. La trovata è quella di ambientare un giallo in un allevamento di polli, con migliaia di galli e galline bianchissimi a dominare la scena in più di un'occasione e la presenza di un’infernale ruota tritamangime a fare da custode al pollaio. Questi tuttavia è regista di buona qualità e ha saputo conquistare molti, con questo suo giallo sperimentale figlio diretto dell'anarchia lisergica sessantottina. L'uso del montaggio inusuale, di una colonna sonora (di Bruno Maderna) minimale, da musica contemporanea (con chitarre e violini e come impazziti a dettare tempi assurdi)...Leggi tutto non paiono però elementi sufficienti per consegnare il film ai posteri. Il ritmo inoltre è decisamente lento, a tratti insostenibile, e gli stessi elementi sopracitati alla fine dei conti trasformano il film in un bombardamento frastornante di immagini senza senso, relegando la storia in secondo piano. Storia che forse non meriterebbe simile trattamento. Infatti, pur proseguendo ampiamente la via tracciata da Umberto Lenzi con i suoi gialli sexy-psicologici con Carroll Baker, presenta un finale a sorpresa degno di miglior sorte. Il cast non è tuttavia ben assortito: Jean Louis Trintignant si muove sul set con aria assente, la semiesordiente e dolcissima Ewa Aulin fa quel che può mentre Gina Lollobrigida, al di fuori dell'abituale personaggio casereccio pare spaesata (Questi ebbe con lei forti discussioni sul set, non apprezzandone il divismo fuori luogo): straparla e il più delle volte senza che se ne senta il bisogno. Opera insolita sì, da ricordare no.
Frazionato e politico. Piacciono la Lollo (con la "mise" da battona è anche perfetta), Trintignant, la Aulin (viso candido sotto il quale si intravede la libidine), i colori pop e il montaggio di Arcalli, anche sceneggiatore, e le musiche di Maderna. L'assunto politico anti-consumistico non è eccessivo (fa però sorridere che ci sia la pubblicità occulta di una marca di sigarette...), ma si nota specialmente la mancanza di ritmo. Buono il "come", non ben determinato il "cosa". Chiaro il richiamo al geniale UOVA FATALI, di Bulgakov.
Psichedelico e a tratti godardiano, più apologo politico-anticonsumistico che thriller. Interessanti il montaggio e le frastornanti ed onnipresenti musiche di Maderna. La Lollobrigida e Trintignant confermano la loro classe e la Aulin è soavemente diabolica. Cattivello il finale. Film originale, ma piuttosto lento.
Considerato alla stregua di un piccolo capolavoro, il film di Questi pecca di datazione: rivisto oggi è alquanto insopportabile. La causa principale è un soggetto che è fortemente legato al periodo (post '68) e che si avverte essere pregno di contenuti politici, sovrastanti il genere (giallo e/o thriller).
Gina Lollobrigida non è più bellissima e recita alla meno peggio, al contrario di Ewa Aulin: unica icona piacevole (quanto malvagia) dell'intero film.
Ridicolo il titolo, anche se pertinente (cosa rara) ai contenuti della pellicola.
Questi aveva già scardinato le regole del western con Se sei vivo spara. Qui tenta un'operazione analaga col giallo, inserendoci elementi estranei di origine pop, come le insistite pubblicità, tale da far sembrare il film in alcuni punti simile a certi prodotti di Godard. Azzeccata l'ambientazione dell'allevamento di polli e la location del motel. Insomma, c'è molta sociologia dietro a questo film e poca aderenza al giallo classico. Cast eccentrico che vanta una delle ultime apparizioni della Lollobrigida. Riuscito a metà, ma merita la visione.
Bizzarro giallo autoriale con istinti intellettualoidi piuttosto inutili e mal riusciti, che cerca di puntare sull'umorismo nero piuttosto che su un ritmo narrativo teso e palpitante. Vanta notevoli estimatori, ma in realtà si tratta di un'opera molto sopravvalutata che potrebbe deludere non poco. Gli attori sono ben al di sopra della media. Gradevole, ma avrebbe potuto essere molto meglio.
Questi dirige un giallo atipico, sostanzialmente riuscito a cominciare dal cast. Sul versante femminile troviamo la regale Gina Lollobrigida e la bellissima Ewa Aulin (che si concede anche desnuda). Ottimo anche il cast maschile con Jean-Louis Trintignant e Jean Sobieski. La trama fa alcune divagazioni interessanti fino ad arrivare a un finale inaspettato. Ottima colonna sonora.
Giallo/thriller atipico in cui sono contenuti interessanti esperimenti di tecnica cinematografica come il singolarissimo montaggio delle scene. Sperimentale anche la colonna sonora il cui compositore d'avanguardia, Bruno Maderna, riesce a creare veri e propri stati di irritazione e stimolazione nervosa continua che ben si adattano al film. Trintignant aiuta a dare spessore al tutto e un'insolita Lollobrigida sembra funzionare nel contesto "pollaiolo". Narrazione e sceneggiatura un po' ingarbugliate spesso mandano fuori ritmo il film.
Il film va a rilento, ma la fotografia è sensazionale. Sottolineata l'incompletezza spirituale dell'uomo moderno e la ricerca di forti sensazioni, stavolta senza conseguenze. I polli aggressivi e quelli senza testa, ali e con ossa sottili li ho considerati come un diploma superiore immaginario che sarebbe poi diventata una laurea reale col morbo della mucca pazza e degli OGM, dei quali nessuno ancora conosce gli effetti a lungo termine. Sagace e veggente Giulio Questi!
MEMORABILE: Le mostruosità, l'abito verde a pois della Aulin e lo sfondo incredibile sui titoli iniziali.
Stranissimo giallo che mescola in un modo tutto suo la critica sociale (mai palesata) e varie bizzarrie stilistiche e narrative. Grazie alla buonissima regia di Questi, alla bella musica e all'ottima e policroma fotografia, il film si discosta molto dallo stile tipicamente "di una volta" dei film anni '60, ma finirà per piacere solo ai weirdseeker e premetto che io, il cinema weird, non l'ho mai sopportato. Tuttavia il film è apprezzabile e ha anche un montaggio eccellente. Peccato per la fiacchezza del cast (Trintignant su tutti). Spaesante...
MEMORABILE: La disgustosa scena supersplatter della mattanza dei polli amorfi e lo sguardo voglioso della bella (e brava) Aulin (non c'entra col noto farmaco!).
Bizzarro film che innesta elementi sociologici anche moderni (automatizzazione, bioetica, consumismo, disinibizioni) in una trama gialla che rimane in secondo piano, complice l'eccesso di sperimentalismo del Questi, attuato con musiche, montaggio e dialoghi del tutto anomali. Cast fondamentalmente sprecato, regia più cerebrale che fluida. Opera in parte presuntuosa ma un minimo di fama e di possibile influsso le vanno riconosciute.
Da un lato la bellezza istituzionale della Lollobrigida e quella un po' acerba ma già morbosa e seducente della Aulin (un bocciolo stupendo); dall'altra il filmaccio. E dico filmaccio solo per rispetto e considerazione degli attori (tutti), comunque impegnati e professionali nei loro ruoli; il resto è noia. Il tema è una scusa per impastare simboli e suoni (stonati) della "nuova era astratta", dove figure annoiate si muovono nella loro cornice di benessere moderna e fanno tendenza. Anche la parte tecnica (montaggio, fotografia) non mi è parsa di gran livello.
Uno di quei film in cui si palesano i caratteri del Sessantotto, seppur in salsa commerciale. Elementi pop e critica alla nuova società si fondono in questo giallo anomalo ambientato in un allevamento di polli (da qui l'orrendo titolo), in cui gli operai vengono sostituiti dai macchinari che finiranno per fagocitare la borghesia decadente. Notevole lo sperimentalismo che richiama Godard e Bunuel; la trama è lenta e rasenta il ridicolo, doppiaggio terrificante.
Un titolo allucinante come per il capolavoro Non tutti ce l'hanno mi aveva allontanato da questa curiosa e non disprezzabile pellicola che vede una coppia affiatata di attori al centro delle vicende del film. In campo la genetica applicata allo studio dei polli e un piano per eliminare la coppia di imprenditori. La Lollo sensuale e convincente, Trintignant calato perfettamente nel ruolo. Qualche bizzarria legata ai polli geneticamente modificati ma nel complesso il film risulta comunque apprezzabile.
Asettico e freddo come l'ultra-tecnologico allevamento di polli, è un giallo originale e ricercato, anche un po' troppo. Trasparente la parabola anti-consumistica, terrorizzanti i polli geneticamente modificati... vuole essere "diverso" e ci riesce, anche a costo di disattendere le aspettative più ovvie, e anche a costo di attardarsi, talvolta, in lentezze snervanti. Splendida, limpidissima fotografia; robotico Trintignant, ambiguamente materna la Lollo, lolitesca la Aulin. Auto-compiaciuto, per niente compiacente: prendere o lasciare!
MEMORABILE: L'orrida "catena di montaggio" dell'allevamento di polli; Trintignant e le prostitute nel motel.
Film strano, stranissimo. Più sociale-metaforico fine anni sessanta che giallo. La trama è esile, la musica improvvisata, lo stile sperimentale ma gli attori sono stranoti; insomma, un'insieme di contraddizioni che danno alla pellicola un effetto straniante di non facile godimento. Di Questi mille volte meglio il western Se sei vivo spara.
Quasi dodecafonico, come la musica di Maderna, adatta al film. Se lo si spoglia dei tanti accenni socio-politico-pubblicitari, la trama gialla rimane molto convenzionale, arricchita solo da false piste che alla fine sembra servano solo per riempire, piuttosto che per descrivere l'ambiguità del carattere di un protagonista. Sfruttati bene i polli (inermi spettatori dagli occhi perennemente terrorizzati, ingabbiati e costretti a consumare, metafora del popolo "sovrano"). Le interpretazioni sono buone e ci sta pure la Lollo industrial casareccia.
A Questi l’idea di fare un film lineare e digeribile non va proprio a genio. Stridente, dissonante, atonale e anarchicamente segmentato come le avanguardistiche partiture maderniane che lo puntellano, un eccentrico servizio d’argenteria (di là da venire) apparecchiato su una tavola neo-dada. Di mezzo e d’intorno, polli, sempre polli, fortissimamente polli, polli come se non ci fosse un domani. L’assetto visivo sbilanciato verso uno sperimentalismo ardito rende intervallatamente accattivante un manufatto filmico altrimenti opaco e polpettonesco andante.
Curioso giallo post-sessantottino del maestro Giulio Questi. Interpreti di altissimo livelli: il grande Jean-Luois Trintignant, la splendida Lollo (qui al massimo della forma) e piccola parte per Biagio Pelligra. Ritmo molto lento e qualche passaggio noioso, ma il montaggio di Arcalli è straordinario: le immagini dell'incidente in autostrada alzano la tensione al massimo. Bella fotografia. Il finale, per quanto bizzarro, è da antologia. Buono.
MEMORABILE: Il titolo; Il montaggio; Il finale; La Lollo.
Non è il solito "finto giallo" con pretese autoriali: Questi dimostra di saper mantenere il thriller che promette, osando perfino soluzioni visive che anticipano Argento (le prostitute uccise) e Fulci (i polli geneticamente modificati), ma si diverte a deframmentarlo, costruendo nel contesto del giallo vip lenziano a sfondo matrimoniale una sotto-trama "politica" che ribalta lo schema dei personaggi. Come ogni film di Questi è un film anche di Arcalli e al montaggio di quest'ultimo si devono molti dei momenti più riusciti.
Bizzarro, certamente e lambiccato, eppur mai intellettualistico. Gli uomini sono polli d'allevamento, annoiati e ricchi solo delle loro meschinità, carne da macello nell'universo consumista che credono di dirigere: tale il senso complessivo del film (e del beffardo finale, in particolare). Maderna sottolinea questa farsa inesauribile con una colonna sonora straniante e capace di sottolineare il disperato versante grottesco. Trintignant è una presenza, ma è la Aulin la vera sorpresa.
Astruso e pretenzioso pseudo-thriller dal forte retrogusto intellettualoide. L'artefice cerca di usare un linguaggio sperimentale ma il risultato è piuttosto maldestro e anche la mera tecnica latita; l'accumulo di simboli è stucchevole, le ridondanze palesi (a un certo punto non se ne può più di vedere polli e strani riferimenti esoterici da mercato delle pulci). La bella Ewa Aulin e la musica di Maderna si riducono a curiosità accessoria.
Finalmente vedibile nella sua versione originaria integrale, appare oggi soprattutto un esperimento curioso, tipico del clima che preparava l'esplosione sessantottina. Questi e Arcalli osano molto per i tempi, basti pensare alle perversioni sessuali del protagonista, ma mettono troppa carne al fuoco disseminando disordinatamente i materiali più vari, senza riuscire a padroneggiare pienamente la materia e lasciando nello spettatore una sensazione di irrisolto. Bravi Trintignant e una splendida Lollobrogida, deliziosamente diabolica Ewa Aulin.
MEMORABILE: I mostruosi polli geneticamente modificati.
Thrillerino dalla trama debolissima (se non del tutto assente) e dal ritmo lento e spossante. Il trio protagonista è (abbastanza) in parte (bellissima la Aulin, affascinante la Lollobrigida e bravo Trintignant) e anche regia e fotografia sono validissime. Ma tutto il resto è molto fiacco, la vicenda non decolla mai e risulta debole persino nei contenuti (il lato violento è del tutto assente e manca un briciolo di tensione). Musiche a tratti orecchiabili a tratti fastidiose, però prevale una piacevole atmosfera beat (pre-sessantottina).
MEMORABILE: I primi piani sugli splendidi occhioni della Aulin; La Lollo in versione sexy.
Il geniale Questi, anticonvenzionale sino all'ultimo respiro, scomoda persino il maestro Maderna (!) per la colonna sonora di questo lambiccato giallo politico e ferocemente antiborghese (con le uova dal sapore sempre uguale che preconizzano Il potere di Tretti). Irresistibile sulla carta e nel dispiegamento estetico (anche nel contrasto di volti femminili), boccheggia a più riprese sul piano della realizzazione, dove tanta ambizione non incontra - almeno per una volta - una sceneggiatura all'altezza della situazione. Interessante, non bello.
Bisogna dare atto a Questi e al suo montatore Arcalli (entrambi anche autori della sceneggiatura) di non mancare di coraggio. Realizzano infatti un film anomalo e audace (anche se erano anni di folle sperimentalismo), cosa che però non altera il fatto che il prodotto finale sia lento, noioso e sostanzialmente non riuscito. Il cast attoriale risulta non pienamente sfruttato, e la colonna sonora di Maderna è di non facile fruizione. La parte gialla è la più riuscita, ma viene abbondantemente "velata" sotto una patina autoriale di critica sociale non molto digeribile.
Disomogeneo come le uova strapazzate. Il cast è di ottimo livello: Trintignant è un imprenditore tormentato, la Lollobrigida una moglie tanto elegante quanto opprimente e la Aulin si rivela una perfida seduttrice sotto il velo dell'ingenuità. Convince meno il dipanarsi della trama, spesso in secondo piano rispetto alle velleità intellettuali del film che diluiscono la tensione. In positivo rimane una discreta dose di umorismo nero che ben si combina all'accostamento surreale fra pollame e delitti.
Una proprietaria di un allevamento di pollame, il cui marito cerca svago con le prostitute, offre ospitalità ad una cuginetta avida e vogliosa... Thriller di originale ambientazione che da avrebbe potuto diventare un cult se la sceneggiatura fosse stata più curata invece di affastellare i vari elementi in modo dissonante come le note della ost. Più che i delitti, risulta inquietante la visione di tanti polli ingabbiati, compresi alcuni nati senza testa e ali (spunto purtroppo solo accennato). Cast di prestigio poco valorizzato, frettoloso l'epilogo beffardo. Curioso ma malriuscito.
MEMORABILE: Lo scienziato (?) entusiasta dei polli senza testa e ali che non mangiano ma ingrassano più velocemente degli altri e sono più facili da imballare!
Un film scorrevole con tracce di opere eccellenti di poco precedenti come L'eclisse e Giulietta degli spiriti. Ciò che spinge in avanti sono la colonna sonora e l'attenzione per il mondo della scienza (vedi Il gatto e quel bianco sparato da pollaio industriale visto a fare da sfondo a un altro uccello). A parte notare il passaggio dagli autori anni 60 al cinema più "spicciolo" anni 70, in cui il film pare assestarsi, è facile notare come molti thriller italiani dell'epoca sia meno noiosi di quelli di oggi, spesso sono carenti per contenuti, idee e descrizione del contesto.
MEMORABILE: La periferia, l'embriogenesi e la borsa (come in Antonioni); Il giardino della villa felliniano; I primissimi piani del volto perfetto di Trintignant.
Giallo noioso, in cui la sceneggiatura ha in effetti poco da dire e a volte porta verso strade inutili (l'amico smemorato che in fin dei conti potrebbe anche non esserci). Poco convincente anche il cast, a causa di dialoghi spesso senza senso, soprattutto quelli della Lollobrigida che però può almeno contare su una gran dose di sensualità. La regia di Questi almeno cerca di imporre uno stile atipico, tra inquadrature particolari e musiche stranianti, e questa è forse la cosa per cui il film spicca di più.
L'impianto thriller, fra complotti tipicamente lenziani e timide anticipazioni argentiane, è anche abbastanza interessante (il finale a sorpresa ne è la prova), ma al duo Questi/Arcalli interessava maggiormente la critica al consumismo, condotta alla maniera tipicamente sessantottina e che relega inevitabilmente il film alla sua epoca. Alcune inquadrature sghembe sono piuttosto originali, mentre la trovata dei polli geneticamente modificati suscita soprattutto disgusto. Trintignant si barcamena tra la bellezza ruspante della Lollobrigida e quella falsamente candida della Aulin.
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al di là dei personali gradimenti (sono nella cerchia dei perplessi), è un fatto che film scoppiati e coraggiosi come arcana non ne vedremo mai più in italia... avevo la morte gallinacea in rampa di lancio proprio tra le visioni imminenti... che la terra gli sia meno arcana che in vita.
Cavolo! Era stato ospite del Festival di Torino la settimana scorsa e sembrava in forma.
DiscussioneZender • 4/12/14 07:40 Capo scrivano - 48117 interventi
Ah questa è grossa, Cotola! Quindi del tutto inattesa come morte.
DiscussioneMatalo! • 4/12/14 17:51 Call center Davinotti - 614 interventi
Mi dispiace assai; in molte interviste si vedeva la gentilezza e la curiosità di questo partigiano, intellettuale, artista outsider. Gli volevo bene al Questi
La label Nucleus Films comunica sulla propria pagina fb quanto segue
We've just received confirmation that the 35mm archive print we located contains approximately 15 minutes of previously unseen footage!
Forse andrebbe specificato in nota che il personaggio interpretato da Renato Romano manca dalle versioni comunemente visibili, mentre era presente nella prima versione da 110'.