Lo sceneggiato di Comencini tratto dal classico di Collodi va visto nella sua versione televisiva (5 puntate di circa un'ora ciascuna, trasmesse la prima volta nell'aprile del ‘72). La riduzione cinematografica (da 130 minuti) perde molto, soprattutto nella continuità. Troppo spesso l'azione salta da una scena all’altra dando la netta impressione che il film sia montato a fatica, come un impossibile riassunto di un'opera ben più complessa e affascinante. Alcuni personaggi (come gli splendidi gatto e volpe cui danno vita Franchi e Ingrassia) ne risultano fortemente penalizzati, la profondità rilettura degli sceneggiatori Suso Cecchi D'Amico e Comencini...Leggi tutto non può più essere percepita allo stesso modo. Resta, certo, l'originalità del progetto che trasforma Pinocchio in bambino (Andrea Balestri) fin dalla prima scena riconvertendolo in burattino animato solo in tre o quattro occasioni (e con effetti speciali per l’epoca ragguardevoli), restano le indimenticabili musiche di Fiorenzo Carpi (coll’ossessionante tormentone del tema principale, quasi sempre legato alle lunghe fughe solitarie di Balestri nei campi), resta la forza alla base di un'opera che - per chi è nato nei Settanta - rappresenta una delle più significative eredità della RAI. Grande cast: Vittorio De Sica è il giudice, Nino Manfredi (davvero bravo) Geppetto, Lionel Stander Mangiafuoco, Gina Lollobrigida la fata dai capelli turchini (l'unica scelta infelice). Di Franchi e Ingrassia, truccatissimi, s’è detto: un ruolo importante.
Purtroppo quella vista recentemente dal sottoscritto è la versione "corta" (circa 130') che pur restando più che interessante leva parecchio al fascino dell'opera originaria, rendendo l'assieme un po' troppo sfilacciato con parecchi "salti" evidenti. Indimenticabile la colonna sonora, ottimi tutti gli interpreti e un bravo a Comencini. Chi ha avuto la fortuna di vedere la versione televisiva da bambino, comunque, non la scorda più.
Cult di Comenicini. Cast di tutto rispetto. La storia va a tratti, con degli alti e bassi che infastidiscono un po'. Nino Manfredi perfetto nel ruolo di Geppetto e Franchi ed Ingrassia in quelli del gatto e la volpe. Del libro non si può dire niente, il film invece ha molti punti deboli... Comunque da vedere.
Visto a distanza dell'edizione televisiva, guadagna per la mancanza di un raffronto ravvicinato. Vero è che alcuni sbalzi sono evidenti, ma il racconto resta ricco di leggiadra poesia, condotto con maestrìa da Comencini, al punto da indurre al sorriso anche nei momenti drammatici. Straordinarie la naïveté di Balestri e la grazia di Manfredi. Tantissime facce sono perfette. Colori fiabeschi: mai visto un blu così blu.
Famosissima versione Comenciniana del Pinocchio di Collodi. Interpretazioni fantastiche a partire dal piccolo Balestri, un Geppetto Manfrediano stupendo. Franco e Ciccio danno vita ad un gatto e ad una volpe indelebili e compare anche De Sica padre nel ruolo del giudice. Nonostante il ritmo sia più serrato rispetto alla versione a puntate, i vari tagli sono troppo evidenti in alcuni punti e limitano alcune parti importanti come quelle del gatto e la volpe, Mangiafuoco e i dottori. Colonna sonora indimenticabile per un film che piaceva, piace e piacerà.
MEMORABILE: La parte più divertente del film: Mastro Ciliegia si affaccia alla finestra di Geppetto vede Pinocchio prima burattino e poi bambino e una passante.
Capolavoro della televisione (di una volta...). Oggi di film cosi non se ne fanno più, purtroppo. Eccellente regia di Comencini, che adatta alla perfezione il romanzo e lo dota di un ottimo ritmo e superbo il cast. Indimenticabili: Manfredi; Lollobrigida; Franchi e Ingrassia. Nella memoria la magnifica colonna sonora. Un classico.
Versione originale accorciata, con tutti i pro e i contro. Ci guadagna in ritmo, mantenendo inalterate le atmosfere da favola supportate da un uso perfetto della fotografia. La particolarità dei dettagli, i bei testi, le commoventi interpretazioni e le struggenti musiche restano alla base di un prodotto eccellente, solo limato nella durata essendo, in tal caso, stato approntato per una edizione cinematografica. Rimane, dunque, un film da vedere, mai datato e sempre affascinante.
Riduzione cinematografica dell'eccezionale sceneggiato in 6 puntate firmato Comencini. Alcuni tagli penalizzano la narrazione ma allo stesso tempo rendono più snello il prodotto. Tutti gli ingredienti dello sceneggiato però in salsa ridotta, quindi sicuramente meno poetico.
Riduzione cinematografica della celebre versione televisiva del classico di Collodi. Perde inevitabilmente qualcosa rispetto alla precedente in termini di "respiro narrativo" anche se non risultano sacrificati il fascino della produzione e l'efficace impianto generale.
Molto bello. Cast eccezionale per un film che riprende la famosa favola di Collodi e che è una riduzione di una famosa serie tv. Bravissimo il giovane Balestri, attore pisano che viene anche oggi ricordato principalmente per quella interpretazione. Davvero non male.
Buona sintesi della versione “umanizzata” per la tv, con un solo appunto: la versione animata del 1940 fa ridere di più. Si poteva puntare su una maggiore dose di humour, che qui è appena sufficiente. I presupposti c'erano tutti, lo stesso Benigni li ha saputi cogliere meglio (perdendosi poi per strada sulle altre componenti). Per il resto è tutto quasi perfetto, dalla ricostruzione ai personaggi alle riuscite licenze. La fine artistica di Andrea Balestri fa riflettere sull’incapacità del cinema italiano di saper tutelare i suoi baby talenti. ***
Capolavoro il libro di Collodi e notevole trasposizione televisiva (e di riflesso questa cinematografica). A parte qualche licenza discutibile non mi sembra di poter fare nessun appunto a questo lavoro encomiabile. Comencini è stato bravissimo nel coordinare e dirigere un cast notevole che gli ha facilitato non poco il compito; una colonna sonora, che Collodi stesso avrebbe scelto, completa degnamente un'opera d'arte tutta italiana. Mi sembra che, rispetto al testo, si sia evidenziata la responsabilità degli adulti nella vicenda. Notevole.
Il capolavoro di Comencini dal classico di Collodi non ne disperde il fascino, anzi acquista in poesia e malinconia. Il cast di grandi attori è impiegato benissimo nell'umanizzare i personaggi un po' rigidi del libro anche se, diversamente da quest'ultimo, si dissipa lo spunto moralizzatore che caratterizza il racconto. Ma come trovare difetti in un'opera così soave e così pregna di scene dolcissime? Manfredi eccezionale Geppetto, Franco e Ciccio impareggiabili Gatto e Volpe e il toscanissimo e impertinente Balestri nel ruolo di Pinocchio.
Versione cinematografica dovutamente sforbiciata rispetto allo sceneggiato in 5 puntate. Ne viene fuori un film forse più ritmato, ma si sentono alcune mancanze che lo hanno reso un capolavoro senza tempo. Inutile sottolineare quanto sia impagabile Nino Manfredi, ma anche il duo Franchi e Ingrassia. Bene il piccolo Balestri nel ruolo di Pinocchio. La Lollobrigida nella parte della fata turchina appare forse sottotono.
Sorta di riassunto approntato per le sale cinematografiche del famoso sceneggiato TV. La minor durata rafforza il ritmo narrativo ed elimina alcune parti superflue. Comencini rivisita Collodi con maggior realismo. L’universo fiabesco del romanzo lascia il posto a un mondo di povertà e amarezze all’interno del quale Pinocchio diventa un piccolo eroe della libertà in lotta contro le ingiustizie quotidiane. Ed è questo il maggior pregio del film che, tra alti e bassi, resta la miglior versione filmata di questa grande opera letteraria.
MEMORABILE: La costruzione di Pinocchio; L'incontro con il gatto e la volpe; L'amicizia con Lucignolo; In salvo sul dorso del Tonno.
Adattamento cinematografico dello sceneggiato tv. L'unica pecca sono i tagli alla storia che tolgono in qualche circostanza il ritmo. Comencini asciuga la parte fantastica e umanizza la favola come un racconto educativo. Anche se ci sono connotati da cinema adulto (impiccagione, affogamento, giustizia che sbaglia) il sottofondo poetico prevale nel tentativo del ciocco di legno di farsi bambino e nell'amore del babbo falegname per ciò che è, come se fosse un figlio. Tema musicale che resta nella memoria. Manfredi perfetto come ruolo, Lollobrigida statica.
MEMORABILE: I piedi bruciati; L'asino al circo; L'interno della balena; La casa della fatina; Manfredi sul molo vestito di stracci.
La misura del risultato raggiunto è data dall'esser assurta, la versione tv, a una sorta di archetipo generazionale e dal suo rappresentare ormai un inevitabile paradigma di comparazione per chiunque si cimenti col capolavoro di Collodi (e non son pochi). Centrale da sempre nella poetica di Comencini, l'infanzia con la sua sfrontatezza anti istituzionale viene colta in piena luce, grazie pure alla naturalezza toscana del monello Balestri. Indimenticabili gli altri intarsi del cast, da Manfredi a Franco & Ciccio (ma la stessa antipatia della Lollo è funzionale), e le musiche di Carpi.
A distanza di oltre mezzo secolo, questo film risulta essere il migliore (o comunque il più ricordato) tra quelli tratti dal capolavoro collodiano. Ci si commuove di fronte a Geppetto (un memorabile Manfredi che imita benissimo l'inflessione toscana) che, riferendosi al suo burattino, lo chiama "figlio mio" (dramma della solitudine!), ma anche nel vedere i lacrimoni solcare il volto di Pinocchio (un Balestri dall'aria furba perfetto per il ruolo). Purtroppo, però, la pellicola non può competere con la versione lunga, in quanto non pienamente esaustiva. Lollo, Franco e Ciccio al top.
MEMORABILE: Gli starnuti di commozione; L'impiccato; La tomba della Fata Turchina.
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HomevideoRocchiola • 30/06/19 19:47 Call center Davinotti - 1308 interventi
Il bluray della San Paolo Multimedia è davvero un buon prodotto. Il video nel corretto formato televisivo 1.33 è praticamente perfetto, pulito e ottimamente definito. L'audio è un dual mono piuttosto potente e chiaro proposto oltre che in italiano anche in inglese.