Ultimo film di Girardi poliziotto in servizio (poi diventerà privato) e uno dei pochi della serie a essere genuinamente divertente. Merito della sceneggiatura di Bruno Corbucci e Mario Amendola: mette in fila una serie di volgarità trucidissime che un Tomas Milian in splendida forma e un Bombolo al meglio delle sue possibilità interpretano con la dovuta verve. Se escludiamo alcune gag addirittura imbarazzanti nel loro squallore (vedi Giraldi che si scatena al pranzo dei posati milanesi o i reiterati e ovvi equivoci acustici della nonna sorda) abbiamo un giallo che funziona relativamente ma soprattutto che lascia spazio ai personaggi senza intestardirsi in trame inutilmente complesse....Leggi tutto L'apertura è per il solito furtarello di Venticello (Bombolo), questa volta in trasferta a Milano: è allo stadio e, dopo aver conosciuto un riccone che vive appunto in Corso di Porta Romana, approfitta della sua assenza durante la partita per saccheggiargli la casa. Ma lì arriva la moglie con l'amante, il quale la fa fuori sotto gli occhi di Venticello. Lui viene arrestato per omicidio, ma pretende di parlare solo con Giraldi. E’ un pretesto per esportare il trasteverino Giraldi a Milano (ma notiamo che l’omicidio avviene non per caso a... Porta Romana), approfittandone per abusare dei luoghi comuni sui milanesi e far trionfare la furbizia dei romani, rappresentati appunto da Milian. E’ il film in cui nasce Rocky, il figlio di Nico, ma è anche quello in cui vediamo un nudo quasi integrale del grasso Franco Diogene, un sexy spogliarello e il seno della già stagionatella Marina Frajese, una buona performance del simpatico milanese Lino Patruno (l'infermiere) e un inseguimento sui pattini lungo ed evitabile.
Simpatica commedia poliziesca divertente e genuina, ma molto più semplice rispetto ad altri episodi di Nico. C'è anche una piccola parte per il jazzista Patruno. In questo film ho visto una buona interpretazione da parte di Olimpia di Nardo. Inoltre è un episodio importante per la saga perchè corrisponde alla nascita di Rocky.
Indimenticabile la scena in ospedale con l'infermiere: "Che cosa le devo ingessare?" "Ingessami il cazzo che m'è s'è rotto!". Milian è ancora in ottima forma.
Si consolida la formula del precedente film con due varianti: l'azione si sposta a Milano (e ciò darà avvio a gustosi momenti dovuti alle contrapposizioni tra il modus operandi di Giraldi e quello dei colleghi milanesi) e Bombolo diviene il fulcro dell'azione (e questo innesta gustosi siparietti comici inarrivabili, come le scene in carcere col monzese). Rimarchevole anche la presenza di Patruno. Olimpia di Nardo è per la prima volta la moglie di Giraldi, accompagnata dalla madre Nerina Montagnani. Se non il più bello è sicuramente il più comico.
Divertente commedia gialla, un piccolo passo in avanti rispetto al comunque sufficiente Assassinio sul Tevere. La storia è semplice ma divertente, la battute funzionano quasi tutte, la regia di Corbucci è efficace e la coppia Milian-Bombolo funziona alla grande. Tra i migliori della serie dei Delitti.
Gita milanese per Nico e combriccola per la prima dei Delitti. È molto divertente notare l'evoluzione di Giraldi che con la nascita di Rocky diventa ormai un responsabile (?) padre di famiglia. La povera Olimpia Di Nardo qui fornisce la sua più bella prova grazie alla gravidanza e ai siparietti con Nerina Montagnani. Milian splendidamente trucido come al solito.
MEMORABILE: Angela stamo a un paese che se chiama Colle d'Era, tiene duro non lo vojo un figlio COLLEDERETANO!
Un Milian (maresciallo Giraldi) più vaffa, che battute buone, con mogliein cinta è il protagonista di questa commedia gialla, che naturalmente è tutta un pretesto per farlo scatenare (vestito da hockey, coi pattini all'inseguimento di un auto...). Eppure, incredibile ma vero, la scena gli viene rubata da un ottimo Bombolo (carcerato e in balia di un grosso gay, che vuole mettere su famiglia con lui), tanto che si finisce più per aspettare la sua comparsa, piuttosto che seguire le investigazioni del protagonista (con impermeabile e cappello). Sicuramente vedibile, ma poco sopra la mediocrità.
MEMORABILE: Giunge in carcere la lettera della madre di Bombolo, che approva il matrimonio col gay (Bombolo a pezzi).
Nico Giraldi indaga a Milano per salvare l'amico Venticello, accusato di omicidio. Rovinerà il clima dei cittadini milanesi. Forse uno dei migliori episodi col maresciallo Giraldi, battute (volgari) a volontà, Bombolo più bravo del solito. Corbucci (Bruno) gira un buon giallo.
Altra puntata del ciclo Nico Giraldi. Qui, con la moglie incinta e prossima al parto, il nostro si ritrova a dover cercare di risolvere la delicata situazione in cui il suo amico Venticello si è cacciato. Simpatico e molto centrato il raffronto ambientale e dialettico fra Nord e Sud. Milian come sempre non delude.
MEMORABILE: "Cerchi di non rompere Lico.." dice Giraldi: "Lico chi?" chiede il questore. "Licoglioni".
Del ciclo dei "delitti" uno dei migliori. La parte gialla è discretamente congegnata, ma a farla da padrone è la parte puramente comica, con un Milian/Giraldi scatenato e burinissimo, un grande Bombolo, delle "spalle" come si deve (Patruno su tutti, ma anche la Di Nardo) e delle buone scene d'azione, su tutte il memorabile inseguimento sui pattini. Il film si fa ricordare anche per la nascita del figlioletto di Giraldi, Rocky. Non manca una decisa critica alla classe altolocata, in questo caso la ricca famiglia milanese del questore.
MEMORABILE: Giraldi che "anima" la festa dei riccastri.
Settima avventura per il maresciallo Giraldi. Questa volta la trama gialla serve solo da pretesto per battute e situazioni (molto spesso divertenti) e per inseguimenti vivaci e ben riusciti. Migliore del precedente capitolo e, tutto sommato, al livello dei migliori della serie. La parte comica prende un poco il sopravvento sull'azione, ma non è un male, Milian è in gran forma e Bombolo (qui finalmente coprotagonista a tutti gli effetti) è un personaggio molto simpatico.
MEMORABILE: "Quando c'è da calà, calo... quando c'è da piglià, piglio!"
Trasferta lombarda per il maresciallo Giraldi questa volta in attesa di un figlio. In Delitto a porta romana la struttura del film è più spostata verso la commedia rispetto al giallo e all'action e da questo punto di vista particolarmente funzionale appare la parte della "spalla" Bombolo. Gag divertenti e qualche discreta scena d'azione.
Il maresciallo Giraldi diventa padre, ma prima del parto della moglie Angela (qui, per la prima volta, interpretata da Olimpia di Nardo), deve andare a Milano per salvare Venticello, messo in carcere per un delitto che non ha commesso. Sorpresa, sorpresa: il jazzista Lino Patruno di "Portobello" qui fa l'infermiere e, quindi, divide con Bombolo gli schiaffazzi di Tomas Milian. Questo è anche il film dove Venticello incontra il terribile Bartolo detto "il monzese". Volgarità a volontà!
Certo che 30 anni fa ci si accontentava proprio del men che meno: bastava un'insalata di scurrilità che potevi benissimo udire gratis a Porta Portese, ricamarle attorno uno straccetto di detection, e il gioco era fatto. Gioco che ha pagato, a contare gli episodi della saga di Giraldi e Venticello. Riassimilato oggidì, lo sconforto lascia senza parole. Come sbigottiti per orrore e incredulità lascia anche un Franco Diogene in versione strip-teaseur (e dire che nemmeno due anni prima si dimostrò cavallo di razza in Fuga di mezzanotte...): allo scult non c'è mai fondo.
Tra i migliori film del Nico Giraldi, diventato ormai culto grazie alla quantità di battute ipermegacitabili, più che per una trama da giallo abbastanza scontata. Bombolo in formissima alle prese con il romantico Bartolo detto il monzese, Milian alle prese con quintalate di volgarità e retto da Amendola in formissima e un buon cast di contorno. Alla fine, ci voleva poco per fare un buon film di Giraldi, ma spesso i registi stessi non lo capivano. Thrashone più che godibile, ottima l'idea di ambientarlo a Milano.
MEMORABILE: "Cos'è che ci devo ingessare?"; "Chi caca sotto la neve..."
Uno dei migliori episodi della serie per il più sboccato poliziotto della storia. Effettivemente in questo film Milian indulge un po' troppo nelle battute volgari e grevi che lo hanno reso celebre: nonostante questo il film resta godibilissimo, la trama è semplice ma tutto sommato interessante, buona l'idea di trasferire l'azione a Milano con il contrasto tra Nico ed un compassato commissario. Eccellenti anche i caratteristi: oltre al celebre Bombolo (fidanzato in casa con Bartolo il monzese) spicca un inedito e fenomenale Lino Patruno.
MEMORABILE: L'inseguimento sui pattini, lo scontro con commissario, moglie e sorella "Ma che è colpa mia se lei è imparentato con tutte le stronze de Milano?"
Una storiella genuina, giallognola e movimentata dal linguaggio tanto volgare del nostro maresciallo. Scorre lesta, appoggiata alla Milano fine 70, contorno affascinante ed equilibrato. Naturalmente è solo grazie al disinvolto Milian che il prodotto acquisisce il suo perché, anzi lo supera grazie a qualche colpo (in testa!) da vero film giallo. Non male la parte "carceraria", divertente la scena nel night club dove possiamo guardare senza arrossire una famosa icona di un altro genere. Ci sono la nonna ed il poliziotto signorino, che finirà "al sugo"!
Non siamo più nel poliziottesco ma nella commedia gialla anni 80: è un'altra cosa, ma il Maresciallo Giraldi diverte sempre; ad accompagnare Milian in questa avventura troviamo il fedele Bombolo, la trucida Di Nardo e i caratteristi di fiducia (povero questore!), oltre al "valore aggiunto" Lino Patruno. Godiamoci quindi inseguimenti a mezzo pattini, camper, filosofia greve, il grande (in tutti i sensi) Bartolo il Monzese innamorato e.... che altro? Ah sì non dimentichiamo: chi caca sotto la neve...
MEMORABILE: Dio li fa e poi l'accoppia: la sequela di insulti che Angela infligge a Giraldi quando lo sorprende ad "interrogare" la Frajese.
Corbucci Jr. si getta a peso morto nella parodia cacio e pepe del giallo poliziesco, spostando il set nel capoluogo lombardo senza però scordarsi (nel titolo) dell'humus romanesco. A 4 film di distanza dal suo battesimo in Squadra antifurto ricompare la gelosissima e loquace Olimpia Di Nardo, che sarà ufficialmente la signora Giraldi sino al termine della serie, assicurando alle future indagini maritali un chiassoso cotè di diatribe familiari. Da comparsetta a latere Bombolo diventa qui nientemeno che il motore centrale degli affannati sbattimenti dell'amico piedipiatti. Per milianisti in trasferta.
MEMORABILE: Bombolo che mangia sapone di Marsiglia per sfuggire "ambulatorialmente" alle pericolosissime avance uranistiche del titanico "Bartolo detto er Monzese"...
Il solito Nico, alias Milian, alle prese con un omicidio milanese in cui sembra implicato Bombolo. Narrazione movimentata con momenti allegri, altri rimediati, tuttavia la gestione regge e vedere Bombolo rischiare di sposare Bartolo il Monzese genera sonore risate, nonostante la pochezza generale del film.
Continua la saga di Nico Giraldi, che vira verso toni da commedia (anche se la trama gialla, per quanto semplice, è comunque ben congegnata): la chiave è ovviamente la trasferta milanese in cui il romano Milian si "scontra" con l'ambiente milanese. Un po' pochino per reggere tutto un film, ma alcuni momenti, specie quelli in cui Bombolo fa la sua entrata in scena, sono decisamente esilaranti. Certo se si cerca la raffinatezza è meglio volgere lo sguardo altrove (e devo dirlo: no, noi romani non parliamo tutti come Giraldi!) ma due risate si fanno di certo.
MEMORABILE: "Entrée" "No in tre, sto da solo"; "Come se chiama 'sto pezzo" "L'incompiuta di Schubert" "Meno male, se semo sarvati".
Primo episodio ufficiale della serie dei “Delitti” dopo i preparativi in Assassinio sul Tevere. Il passaggio ad una trama giallo-poliziesca con la sua intera casistica (omicidi, indagine, sospetti, indizi, false piste) non muta l’impostazione di base, caratterizzata da una scurrilità sempre più grassa e pesante, specie nelle gag con la Montagnani sorda e quelle con il carcerato gay Crovetto. Spalle di Milian/Giraldi, ora maritato con la gelosissima Di Nardo e in attesa di pargolo, il malcapitato Bombolo/Venticello e l’infermiere Patruno. Finale iper-campanilista sull’Autostrada del Sole.
MEMORABILE: Inseguimento sui pattini; la doppia gaffe commessa da Nico nei confronti di moglie e sorella del commissario milanese.
Il maresciallo Giraldi in trasferta al nord per merito dell'amico Venticello che, tanto per rimanere in aria di casa, "opera" in zona Porta Romana a Milano. Occasione per sfruttare le differenze tra i metodi e i modi del maresciallo e quelli del questore della città; differenze che danno luogo alle prime gag, dove Giraldi si fa (ri)conoscere. Le indagini arrivano a essere solo il pretesto per lasciar esprimere tutto il repertorio comico ai vari personaggi, caratterizzati da attori più o meno noti. Milian in grande forma sui pattini a rotelle.
Il maresciallo Giraldi, alle prese col delitto milanese di una bella donna, offre ancora una volta il pretesto per sfoderare tutto il suo carico di trucida simpatia. Fra versacci, espressioni romanesche e non solo, il ritmo ha i tempi giusti, senza neanche un momento morto, inclusi gli inseguimenti vari (come quello sui pattini), gustosi come sempre. Comprimari e caratteristi della vecchia guardia semplicemente grandiosi.
MEMORABILE: La cicatrice sul piede dell'assassino, vero indizio dirimente...
Un buon film della serie, ove il maresciallo Giraldi è al suo massimo in quanto a volgarità e avventure strampalate. Viaggia su un camper con moglie incinta e suocera sorda e questo basta per regalare una serie infinita di gag ed equivoci. Trama gialla semplice ma non totalmente scontata. Nota di merito per il mitico Venticello/Bombolo in una delle apparizioni più riuscite. Cede un po' nel finale, ma merita tre pallini.
MEMORABILE: Venticello perseguitato dal carcerato omosessuale; L'inseguimento in monopattini.
Dopo la formula esperita in Assassinio sul Tevere la serie del maresciallo Giraldi prosegue all'insegna del whodunit: dunque ancora un giallo deduttivo all'amatriciana (ma in trasferta polentona) in cui i modi buzzurri del protagonista (la gag in cui il suo umorismo conquista i raffinati commensali del questore sembra ispirare una scena analoga con Celentano in Innamorato pazzo) e le acrobazie della sua controfigura portano a casa il film col pilota automatico. Più spazio del solito a Bombolo.
Mentre il poliziottesco che le aveva dato vita tende a scomparire, travolto dall'edonismo reaganiano, la saga del commissario Giraldi continua a riempire le sale di un pubblico che brama sempre nuovi episodi. In questo capitolo alcuni eccessi vengono stemperati da una storia credibile e dai personaggi di contorno, con uno straripante Bombolo (finalmente protagonista) che batte tutti e si prende le risate più convinte. Da segnalare anche le buone prove di Lino Patruno e Nerina Montagnani, protagonisti dell'ultimo movimentatissimo quarto d'ora.
MEMORABILE: Bombolo che batte puntualmente il "campione" Lino Patruno a scopa; La "love story" fra Bombolo e Bartolo il Monzese.
Il maresciallo Giraldi va in trasferta a Milano per risolvere un caso di omicidio in cui è stato ingiustamente accusato il povero Venticello. Poliziottesco dai forti connotati comici, ricco di gag, battute e qualche volgarità di troppo ma capace di far ridere e intrattenere grazie soprattutto all'interpretazione di Bombolo che, in questo film, ha un minutaggio superiore rispetto ad altri episodi della serie. Non mancano le scene action. Per gli appassionati del genere è imperdibile.
MEMORABILE: La nonna tremolante; Il fidanzato di Venticello.
Tra tutti gli episodi della serie è forse quello che riesce a conciliare meglio l’aspetto goliardico della romanità più truce con il giallo e la commedia. C’è un buon equilibrio tra Milian, Bombolo e tutti coloro che partecipano al lato comico, i quali si concedono anche il lusso di sbeffeggiare la vita monotona e laccata della media borghesia. L’intreccio funziona quel tanto che basta per reggere in piedi la pellicola senza ricorrere a nessuno stratagemma particolare. Funzionale allo spirito della pellicola il commento musicale di Micalizzi.
MEMORABILE: Angela: “Nico, c’ho ‘na voglia de ruchetta!” Nico: “e toccate er culo!”; Il viaggio di ritorno a Roma per far nascere Rocky.
Ad analizzarlo bene ed escludendo omicidio iniziale e identificazione del colpevole, di poliziesco rimane solo un alito di Ponentino. Difatti siamo a Milano ed ecco che a farla da padrone sono le disavventure di Milian con la realtà lombarda e quelle di Venticello con Bartolo il Monzese: si ridacchia, non ci si lambicca a dipanare la matassa, sembra quasi che prima o poi spuntino Celentano o Pozzetto. Epici la Frajese “tette a tette” e Diogene nudissimo, si esagera con la sordità di Nerina Montagnani. Gli applausi li merita.
Avventura a Milano del maresciallo Giraldi, impeccabile nel suo comportamento triviale, sboccato, selvaggio, buffonesco, totalmente sopra le righe e fuori controllo (in tuta da meccanico, scarpe Adidas, giacca più o meno classica e spilletta dei Rolling Stones). Ovviamente è una commedia, il tono giallo è solo un pretesto; eppure, nemmeno troppo stranamente, si è trascinati anche dalla traccia enigmistica e non solo dalla raffica di gag e battute. Buone le scene d'azione, sulle quali spicca la sequenza dell'inseguimento sui pattini a rotelle.
Nello scorso millennio la battuta: "È colpa mia se sei imparentato co' tutte le st... de Milano!" bastò ad assicurare al film un largo successo popolar-adolescenziale. Oggi fa ridacchiare a denti stretti, con un poco di vergogna. Il pretesto giallo da infiorettare con volgarità gratuite e desolanti lascia il tempo che trova. Il personaggio Giraldi è alla frutta così come il genere. Le ultime pernacchie sfiatate della commediaccia. Si salva il Bombolo gay-concupito in galera.
Con il povero Bombolo impelagato in un guaio più grande di lui e nell'attesa della nascita del figlio, il maresciallo Giraldi dovrà farsi in quattro per risolvere un caso difficile. Lo schema è il solito, la presa ferrea, l'adrenalina a mille; il primo film della serie dei "Delitti" non fa rimpiangere quelli della "Squadra", proseguendo sulla stessa scia senza soluzione di continuità. Oltre al collaudato duo Bombolo-Milian vanno segnalati i tanti bravi caratteristi che, anche da soli, avrebbero potuto fare un film eccellente.
Uno dei più gobibili e divertenti episodi della saga "Squadra..." e "Delitto..." firmati Bruno Corbucci, con Tomas Milian e Bombolo. La storia come sempre lascia il tempo che trova - sarebbe pretestuoso parlare anche solo di poliziottesco, figurarsi di poliziesco vero e proprio - per donare campo libero alle risate (che arrivano copiose e di gusto dall'inizio alla fine) generate in primis, va detto, dalle scurrilità generosamente offerte da Ferruccio Amendola. Da stracult la scena dell'inseguimento di una macchina con Nico Giraldi sui pattini.
MEMORABILE: "In famiglia mia semo tutti maschi, pure le donne!” (Nico Giraldi).
Primo dei cinque "delitti". Film girato tra Roma e Milano e meno brillante del predecessore e dei successivi, ma con un suo perché e alcune trovate degne di rilievo. La commedia ormai la fa da padrona rispetto alla trama giallo/poliziesca, continuando a evolvere gli elementi farseschi e squisitamente trash del personaggio e delle situazioni. In questo episodio Bombolo è più al centro della situazione e compare perfino Marina Lothar.
MEMORABILE: Giraldi che banchetta in mezzo agli snob e in piedi sul tavolo canta "La società dei magnaccioni" tirando cozze ovunque.
Nico Giraldi si reca in trasferta a Milano per aiutare il suo amico Venticello accusato ingiustamente di un delitto. La vicenda gialla del film è minimale, prendono il sopravvento gli aspetti action e farseschi della vicenda che mette al centro le disavventure buffonesche di Bombolo e le ambasce di Nico Giraldi che, oltre a dover capire chi sia l’assassino, deve prendersi cura della moglie simpatica ma petulante prossima a partorire. Trama vivace ricca di episodi e di personaggi, regia diligente, ritmo spedito e percentuale di parolacce in aumento.
MEMORABILE: Lo spericolato viaggio autostradale imposto da Giraldi a sua moglie in piene doglie per far nascere il proprio figlio a Roma e non a Milano.
Settimo capitolo del connubio Corbucci/Milian, che qui inaugura la serie dei "Delitti". Nulla di nuovo sotto il sole, o meglio nella stereotipata nebbia meneghina visto che il film è ambientato a Milano (pochi gli sprazzi della città lombarda, ma tant'è). Si ride un po' a denti stretti, con le classiche battute decisamente grevi del personaggio commissario Girardi, ma il gialletto di fondo riesce quanto meno a rendere la visione stuzzicante sotto il profilo del desiderio di sapere come va a finire. Del filone non è l'opera migliore.
La trama gialla è sottilissima, impalpabile e costituisce unicamente un pretesto per legare assieme i vari aspetti della commedia (genere di cui il film indubbiamente fa parte). Non sarebbe neanche un male, il personaggio è simpatico e sempre attorniato da validi caratteristi. Il fatto è che la parte da commedia è tirata: pensiamo alle ripetute scene con il questore, alla cena (terribile) a casa sua, ai lunghissimi intermezzi con la nonna sorda... Insomma, poche idee e (mal) sfruttate fino all'osso per allungare il metraggio.
Fra i migliori titoli della serie su Nico Giraldi, il film regala una buona dose di azione ma anche alcuni momenti riusciti e divertenti, specie nelle parti in cui si vira verso la commedia. Milian in forma così come Bombolo, ma non sono da meno la Di Nardo, la sorda Montagnani e Patruno. Non mancano alcune beceraggini ma, senza di quelle, Giraldi non sarebbe lui.
La settima puntata giraldiana apre la sfilza dei "Delitti". Il maresciallo in tuta è in trasferta a Milano perché prima di lui c'è andato Venticello (non si sa come o perché) e si è messo nei guai. Pure a Milano è il solito Giraldi, che fa saltare i nervi alle autorità (ma "lico" è meno efficace di "corca"/"stoca" del film precedente) e dispensa massime popolaresche ("chi ca.a sotto 'a neve..."). Storia così così, qualche scena evitabile (come il pranzo dal commissario). Ben caratterizzata Olimpia Di Nardo - signora Giraldi fumantina (nonna un po' eccessiva); Venticello nun se batte.
MEMORABILE: I titoli in font Estro; Bartolo il Monzese; Lino Patruno, a prescindere; "Che me s'è rotto"; Ali Mo e Taci Tu; Il viaggio a rotta di collo verso Roma.
Episodio diseguale, che vede la nascita di Rocky Gilardi ma anche l'inserimento della nonna di Angela (già zia di Serafino), sulla cui sordità si gioca un po' troppo. Il film è ambientato a Milano, e anche sulle differenze nord/sud si calca la mano più del necessario. Nel complesso però ancora ci si diverte, soprattutto grazie all'alchimia che negli anni si è venuta a creare fra Gilardi e Venticello, qui ingiustamente accusato d'omicidio. Iconico l'inseguimento sui pattini, che va ad aggiungersi alle infinite abilità dello stravagante ispettore.
Divertente commedia scanzonata da non vedere a un primo appuntamento galante o alla presentazione dei suoceri. La sottile ironia di Bombolo insidiato da un focoso corteggiatore meneghino in galera è uno spettacolo imperdibile. L'inizio procede con una gragnuola di battute esilaranti e fulminanti a ritmo di due al minuto, alternate da volgarità a peso. Milian atletico e gagliardo, nonostante fosse già vicino ai 50, si dà persino all'hockey su ghiaccio pur di salvare l'amico Bombolo. La classe medica non ne esce benissimo; la tiritera della vecchia sorda è un po' frusta.
MEMORABILE: Il giro sui pattini al centro di Milano a traino delle auto; La corsa in camper per puro campanilismo; La società dei magnaccioni versione milanese.
Con i film di Nico Giraldi siamo sempre lì. Sicuramente non siamo di fronte a capolavori di tecnica e sceneggiatura, ma ci si diverte sempre in un modo o nell'altro e il tutto viene affiancato da un'indagine estremamente semplice ma che rende il tutto piacevole. È bene soffermarsi sulle numerose gag divertenti e sulle sferzanti battute del grande Tomas Milian e di Bombolo. La parte gialla, di per sé piuttosto debole, è sommersa letteralmente dal lato comico della vicenda, veicolato qui anche e soprattutto dalla sordissima Nerina Montagnani. Come sempre godibile.
Uno dei migliori della serie: la trama gialla è semplice ed efficace, ottimo pretesto per una commedia poliziesca godibilissima, con un Milian straripante ben spalleggiato da un Bombolo divertente, finalmente meritevole di spazio. Ottima l'ambientazione milanese, anche ben fotografata. L'inseguimento sui pattini è girato al meglio e non ci sono le solite zuffe esagerate. La farsa invero ha molto spazio, ma rimane sempre nei limiti del buon gusto. Spazio anche per le vicende private di Nico, qui alle prese con la moglie gravida. Bruno Corbucci ispirato. Gustoso e riuscito.
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CuriositàCangaceiro • 4/09/08 12:59 Call center Davinotti - 739 interventi
In una puntata di Stracult del 2001 che ho trovato su youtube Olimpia Di Nardo confidò che lei e Milian convinsero Bombolo a mangiarsi veramente il sapone nella scena in carcere per poterla rendere al meglio.Per conseguenza Franco accusò sul serio una sorta di malore come quello nel film.
HomevideoGeppo • 19/10/09 18:41 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ecco la rara fascetta VHS Apollo video di "Delitto a porta romana" direttamente dalla Geppo collection.
*verso la fine provano ad ammazzare Venticello sotto i ferri. per triste ironia, Bombolo è realmente morto durante un intervento chirurgico 7 anni dopo
HomevideoXtron • 23/05/12 20:37 Servizio caffè - 2229 interventi
DVD MEDUSA Durata 1h27m07s (immagine a 8:27)
Video anamorfico
La partita nel quale Venticello (Bombolo) ruberà le chiavi di casa del proprietario dell'appartamento di Via Porta Romana è Inter-Roma, giocata il 27 Aprile 1980 allo Stadio Giuseppe Meazza e finita 2-2.
Nel film non vengono mostrati goal, ma possiamo ritrovare gli stessi cartelloni pubblicitari dietro la porta e la carta della coreografia dei tifosi.
CURIOSITA' NELLA CURIOSITA' Al contrario di altri film nel quale appaiono immagini di repertorio di partite e spalti ricostruiti in studio, la scena è stata girata veramente allo stadio, infatti il film mostra una carellata, senza stacchi, dal campo ai due protagonisti confermando che la scena è girata proprio durante quella partita. Qui possiamo vede una gradita dello stadio Meazza.