È difficile che il seguito di un film sia migliore dell'originale, ma nel variegato mondo dei B-movies non è così infrequente. Dipende dalla velocità con cui vengono realizzati, senza esclusione, che siano prototipi o sequel. Nel caso della breve serie di James Tont (lo 007 interpretato dal valente Lando Buzzanca) è accaduto proprio che questo secondo capitolo, più brioso e spiritoso (soprattutto nella prima parte, perché poi si scivola nel già visto), sia uscito meglio del primo. Merito forse di un Buzzanca in buona forma, che specialmente quando si traveste da “beatnik”...Leggi tutto (i capelloni londinesi) riesce a esprimere il meglio di sé: la cena in casa di Glenda, una biondona amante della sporcizia e della decadenza, è davvero azzeccata e permette all'attore siciliano di dimostrare quanto sappia divertire senza per forza strabordare. Simpatiche anche le consuete trovate da agente segreto: un reagente chimico, da infilare nel naso, che provoca un immediato starnuto al contatto con sostanze radioattive, un mitra nascosto nel tacco di una scarpa, i canini al tungsteno per segare le sbarre, due mini-bombole a ossigeno da mettere in bocca per respirare sott'acqua, due micro-pistole nascoste nelle orecchie che si ricaricano tirandosi le medesime e altre diavolerie. L'intreccio spionistico è questa volta meno invadente, così da lasciare più spazio all'aspetto comico. Non è, come in fondo non lo era nemmeno il primo capitolo, una parodia sbracata alla Franco e Ciccio quanto piuttosto una rilettura (a modo suo intelligente) del mito del super-agente segreto.
Negli Anni Sessanta era di moda, in Italia, parodiare tutti i film di grande successo. Ed ecco dunque Lando Buzzanca vestire i panni dell'agente James Tont in un paio di film usciti a cavallo tra il 1965 e 1966. Questo secondo capitolo non regala certo trovate particolarmente sagaci ma, se non si hanno troppe aspettative, qualche lieve sorriso lo può anche strappare. Al giorno d'oggi un film del genere è impensabile e, pur restando un prodotto decisamente modesto, un pizzico di nostalgia la richiama.
Malriuscito, tirato un po’ via (il mare delle Canarie immoto come uno stagno...). Qualche sorriso lo strappa, ma davvero non è divertente. Parte benino (congresso mondiale degli agenti segreti, a Ginevra...), ma già nella prima fase (nonostante qualche carineria: il nemico, anziché a golf come Goldfinger, gioca a croquet) si allunga in scenette riempitive, con scarso nesso con la vicenda successiva. Alcuni riferimenti sono oggi incomprensibili (la spia isaraeliana, per esempio, si riferisce al "baule" a Fiumicino del novembre 1964).
Carino e basta. Qualche buona idea in mezzo a un discreto cumulo di sciocchezze, per di più rigorosamente low cost (i titoli di giornale incollati sui quotidiani veri, i cavi visibilissimi nella scena del palloncino... ). Buzzanca è bravo e a tratti irresistibile (il beatnik... ) ma il plot ha il fiato corto nonostante la pletora di sceneggiatori (ma quanti ci avranno messo davvero un'idea?). Gustosa la convention di spie con rivendicazioni pensionistiche tipo legge Bacchelli.
Torna in azione l'agente James Tont, al secolo Giacomino Tontolini (Lando Buzzanca), questa volta in una parodia del film Agente 007 - Thunderball operazione tuono. Stavolta niente canzoni con Alighiero Noschese, ma una trama più da film di spionaggio, per un James Tont che lavora anche in incognito travestito come un hippie. Commediola italiana che segue la strade di altre pellicole nostrane anni '60. Lando Buzzanca non è certo divertente come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, purtroppo.
MEMORABILE: Il caratterista Geoffrey Copleston, doppiato dal grande Renzo Palmer, nel ruolo del capo di Tont.
Seconda e ultima avventura di James Tont alle prese con il solito pazzoide che vuole addirittura far esplodere San Pietro. Non è comunque fra le migliori parodie bondiane: la storia non prende, le risate latitano e i trucchetti di Tont non sono così mirabolanti e scoppiettanti come nel Flit di Vianello. Abbastanza divertente la parte nella Londra dei beatniks con Buzzanca travestito da capellone. La biondissima France Anglade è un gran bel vedere (cosi come la nostrana Murgia e la Lange) ma si vede troppo poco e purtroppo sempre vestitissima.
MEMORABILE: Il congresso degli agenti segreti con le rivendicazioni sindacali di questi ultimi.
Bonaria presa per il bavero ai film sulle superspie e lo spionaggio in voga all'epoca, con in testa ovviamente Bond, già dal cognome del protagonista. Da apprezzare il fatto che Buzzanca (qui fa il suo senza sbracare) non sia la classica spia imbranata che se la cava per puro caso, ma è sempre pronto alla bisogna con i suoi gadget surreali, come i denti da castoro al tungsteno per segare le sbarre. Ingenuità e facilonerie tipiche di questi film, ma si lascia guardare e non annoia, nonostante non ci si sbellichi dalle risate, anzi.
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James Tont (Lando Buzzanca) rigenera corpo e mente grazie al bagnoschiumaBadedasall'estratto di castagna d'India. A destra una pubblicità degli Anni '60 (fonte Prestigiosa Collezione Cartacea Markus).