Bruce Willis nei panni dello sbirro dalla mira infallibile: sai che novità. Eppure l'inizio sembrava veramente promettere qualcosa di diverso. Perché quando entra in scena Willis è quasi uno shock: sfatto, invecchiato, pochissimi capelli, alcolizzato, mezzo storpio… il prototipo del poliziotto in pensione già da un pezzo. L'incarico che gli assegnano sembra di quelli facili: scortare un testimone (Mos Def) per sedici isolati dalla cella al Gran Giurì, in due ore (curioso che il titolo italiano sottolinei la tempistica mentre quello originale -16 BLOCKS - il luogo). Inutile dire che il viaggio attraverso le affollate strade di New York, partito tra le...Leggi tutto battute (di Mos Def) e le smorfie d’insofferenza (di Willis) si trasformerà nell'ennesima caccia all'uomo coi soliti poliziotti corrotti (guidati da un ottimo David Morse) che tenteranno di chiudere la bocca per sempre al testimone pronto a incriminarli. Purtroppo, benché in regia sieda lo specialista Richard Donner (quattro ARMA LETALE alle spalle), l'azione è loffia, l'ironia latita (se si escludono i primi venti minuti, ahinoi fuorvianti) e, soprattutto, la sceneggiatura infila una serie di incongruenze e assurdità da smontare totalmente ogni tentativo di rendere credibile la vicenda. Così, alla fine, quello che resta è l'esempio più tipico del film alla Bruce Willis, di routine. E non stiamo certo parlando dei tre DIE HARD, tutti più spiritosi e spettacolari. Si salvano un buon ritmo, qualche dialogo discreto, la simpatia di Mos Def, lo zoppicare d'un Bruce Willis meno eroico del consueto.
Buon esempio di poliziesco old style, alla maniera de L'uomo del mirino di Eastwood: anche qui un uomo deluso ormai sulla via del fallimento. Preso in mezzo al complotto non ci sta e scatta l'orgoglio. Willis meno eroe del solito, ma anche più attore! Si apprezza per non essere appunto il solito action adrenalico con mille inquadrature al minuto. Donner è un grande artigiano e merita una rivalutazione. Potrebbe essere visto anche come un telefilm ben fatto con un grosso budget, ma rimane comunque un bel film.
16 block permette a un po' tutti di redimersi: dal delinquentello che finisce in galera (non si sa per cosa) e ha l'opportunità, testimoniando contro alcuni poliziotti, di ricominciare una seconda vita, al poliziotto che in passato ha commesso atti poco leciti abusando della propria posizione all'interno del corpo di polizia di New York. Un film buonista, con struttura molto classica (e rodata) che ha il pregio, però, di essere girato bene e di non essere mai stucchevole.
Film che ricalca senza particolare originalità tutti i luoghi comuni dell'action movie. Bruce Willis ripete il solito personaggio del poliziotto sfatto fisicamente e demotivato che ritrova l'orgoglio perduto nel ribellarsi al sistema corrotto. Meglio delineate le figure dei cattivi, che qui sono i colleghi dell'eroe solitario. Il film è vedibile ma il tutto si dimentica un secondo dopo la fine.
Al contrario di altri action thriller basati sul poliziotto incaricato di scortare un detenuto con tutto quello che ne consegue, questo ha dalla sua un copione di ferro, con i buoni e i cattivi ben delineati, intenso, senza un attimo di tregua e sopratutto senza le solite sparatorie così, tanto per riempire lo schermo inutilmente di sangue e colpi vari. Bella regia di Donner, che si riscatta ampiamente dopo qualche passo falso. Grandi attori, Willis e Morse su tutti. Il loro confronto/scontro è da antologia. Molti i momenti da ricordare.
Uno che, al secolo Richard Wenk, ha scritto e diretto Vamp e Biglietti d'amore, può buttar giù un copione bello come questo? Meglio pensare che ci si siano messi in due, Donner e Willis, a renderlo il miglior dannato film siegeliano che sia approdato sul grande schermo negli ultimi 15 anni. Il primo servendolo con una regia attenta a non sbracare mai nell'ipercinetismo postmoderno né nella nostalgia retrò, il secondo mostrando a tutti quanto possa essere bravo gli si offre il ruolo giusto. Il pesce puzza dalla testa e se lo dice un bushiano...
Bruce Willis dà il meglio di sé nel ritratto di un uomo sul viale del tramonto, dal passato poco pulito, cui il caso offre un'occasione per riscattarsi proteggendo un ragazzotto nei guai per aver visto troppo. La seconda parte, dove la grinta del poliziotto salta fuori, è più convenzionale, ma sempre diretta con mano ferma da Donner, che garantisce un ritmo sostenuto senza cadere in trappole modaiole. Oltre a Willis, ottimo Morse, meno convincente il rappista Mos Def. Niente di nuovo, ma un buon film di azione metropolitana, teso ed avvincente.
MEMORABILE: I colloqui fra Willis e Morse; La scena del bus.
Ogni scena di questo film è stata già vista e più di una volta. Che nella polizia americana delle grandi città non ci siano i poliziotti cattivi, anche questo lo si sa, che salti fuori il poliziotto più o meno sfatto che decide di fare l'eroe e di castigare i cattivi colleghi, salvando addirittura un delinquentello nero, è più che risaputo e fa ancora colpo. Cosa rimane? Una pellicola girata e interpretata da professionisti in una New York super affollata e qualche spunto nuovo più o meno credibile come gli ostaggi che attaccano i giornali.
MEMORABILE: Fa sempre meravigliare l'esagerato numero di uomini, tiratori scelti, utilizzati in casi come quello descritto nel film.
Ottimo action pieno di tensione e con un ritmo che non lascia spazio alla noia. La sceneggiatura è un po' banale (e ricorda Prima di mezzanotte) ma i dialoghi fra i proagonisti, le scene d'azione (non molte a dire la verità) e, soprattutto, la magistrale interpretazione di Bruce Willis, ne fanno un film da vedere assolutamente. Il suo personaggio dimesso, deluso e in cerca di riscatto è ottimamente strutturato e nei duetti con Mos Def strappa più di un sorriso. Bel finale.
Devo dire che mi ha piacevolmente colpito. Soprattutto la costruzione del personaggio interpretato da Mos Def. Anche se il tema della corruzione della polizia è ormai inflazionato, questa volta viene visto da un diverso e più intenso punto di vista. Quello di un poveraccio che nonostante tutto decide di sfidare il sistema e le possibili estreme conseguenze solo per un ritrovato senso civico. Più del ruolo di Willis ecc. è proprio questa la centralità della pellicola e del messaggio. Parafrasando Tozzi & co. "si può dare di più senza essere eroi".
MEMORABILE: Willis: "Le stagioni cambiano! Gli uomini rimangono sempre uguali".
Discreto film d'azione per dimenticare le delusioni calcistiche ma non molto di più, buono se passa in tv ma da non spenderci soldi per il dvd né tantomeno al cinema. È vero che l'inizio è la parte migliore del film, ma è anche vero che dopo mezz'ora che Mos Def parla da solo come una casalinga disperata, sfido chiunque a non volersi mettere dalla parte di chi gli vorrebbe sparare. Divertente e irritante allo stesso tempo.
Un Bruce Willis che pare uscito da un racconto di R. Chandler cerca la salvezza e il riscatto in una città che è diventata un'enorme trappola. Un poliziesco con chiari rimandi alle pellicole vecchio stile, focalizzato sul decadimento e sulla corruzione personali e morali. Seppur basato su meccanismi collaudati, si distingue per il dosaggio accorto delle scene d'azione e per le convincenti performance del cast. Willis, in particolare, dimostra di dare il meglio quando si libera dagli stereotipi dell'action movie.
Da Arma letale in poi Donner ha quasi sempre fatto lo stesso film. Non c'è da stupirsi se in questo caso sembra di aver già visto tutto perché è uno sfacciato copia e incolla dei tòpoi dell'action, dall'inflazionatissimo pretesto della protezione testimoni all'uso del registratore per sistemare le cose. Originalità pari allo zero e mano stranamente incerta nelle scene movimentate, tipo le confusionarie sparatorie. L'unico punto a favore lo segna Willis incarnando un personaggio per lui inconsueto. mentre il suo logorroico compare è insopportabile.
Pur non ritenendo il genere uno dei migliori, il film può vantare un ispirato Bruce Willis in una discreta pellicola con un po' di tensione nei punti giusti. Nulla di eccezionale intendiamoci, ma non va neanche scartato a priori. Merita almeno una visione.
Bruce Willis è il protagonista di un film d'azione non particolarmente originale nella sua trama anche se con spunti interessanti. Il poliziotto alcolizzato e con un passato da dimenticare aiuta un testimone col destino segnato ad avere la sua rivincita nella società, contrastando una gang di poliziotti corrotti pronti a tutto. Buone le scene d'azione e simpatico il finale strappalacrime. Non eccezionale ma con un suo perché.
Assai prevedibile per chi frequenta il genere, anche se i vistosi debiti (48 ore, Prima di mezzanotte, Arma letale dello stesso Donner) sono ravvivati dalla redenzione di un poliziotto corrotto che porta un'ombra di noir in una cifra che resta prettamente action. Willis (baffuto e rallentato) cerca di sconfessare la propria iconografia classica sull'esempio del più maturo Clint Eastwood, ma la sceneggiatura presenta troppi snodi inverosimili e sopra le righe per compiere il salto di qualità.
Operazione insolita per Willis, che interpreta un poliziotto antieroe e antimacho. Il plot è poco originale: poliziotto deve scortare un galeotto in tribunale entro due ore (le "due ore" del titolo); in quelle due ore succederà di tutto. L'azione, ovviamente, non manca e Willis fa di tutto per uscire dal cliché, ma sembra tutto già visto. Discreto.
Action movie nella norma, ove Bruce Willis appare più appesantito del solito e non solo perché veste i panni di un poliziotto stanco, quasi rassegnato dalla durezza della vita. La prima parte è buona e ci regala diversi momenti senza tregua. Purtroppo dopo un'ora il film perde di interesse e si arriva alla fine quasi a forza, senza aver visto nulla di trascendentale. Mi ha stupito positivamente Mos Def (il carcerato che Willis deve scortare...). Non male, il tutto.
Due ore (e 16 isolati) per portare un prigioniero a testimoniare contro dei poliziotti corrotti. Ottimo film teso e avvincente che ricorda molto le pellicole anni '70, diretto con mano ferma da Donner. Buona la prova di Willis poliziotto alcolizzato e disilluso, bravissimi anche Mos Def e il cattivissimo Morse.
Quel che resta a oggi l’ultimo film dell’ormai 88enne Donner è da annoverare come la sua miglior uscita nel campo del poliziesco urbano. L’autore di numerosi blockbuster si accontenta di una produzione più modesta regalandoci un solido film di genere come non se ne fanno più. Girato quasi in tempo reale con un eroe in declino degno del cinema western, di cui si citano molti classici (da Quel treno per Yuma a Mezzogiorno di fuoco passando per Un dollaro d’onore). Ottimo l’utilizzo contro-ruolo di un Willis sgualcito e liso come un vecchio abito.
MEMORABILE: La parlantina continua di Mos Def; Il sequestro dell’autobus; "Le persone possono cambiare. I tempi cambiano, le stagioni cambiano, non le persone!!!".
Pellicola atipica per Willis, visto che qui fa la parte di un poliziotto vinto da scelte fatte nel passato, che l'hanno portato ad annullarsi. Il tutto è però inserito in un action proprio alla Buce Willis, quasi a volerlo riportare sulla retta via adrenalinica, in onore dei vecchi film andati dove si dava parecchio da fare. Certo, non ci sono grandi trovate; e l'originalità non è ad alti livelli. Ma grazie al ritmo costante e al ragazzo, tanto logorroico quanto indifeso, più onesto di chi dovrebbe far rispettare la legge, lo si segue senza particolari problemi. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Willis al ferito "Devi aprire una pasticceria, non vuoi mica morire così?". E lui "Non lo so, non sono mai morto prima".
New York, un poliziotto deve scortare un testimone a carico di alcuni agenti corrotti: gli "movimenteranno" la giornata. Action movie discreto che se non altro riesce a intrattenere. Scorrevole. Dinamiche tutto sommato accettabili. Regia di Richard Donner (uno dei migliori esperti del genere) poco efficace. Bruce Willis perfetto per certi ruoli, riesce sempre a creare empatia. Consigliabile.
Niente di speciale, ma Bruce Willis nel ruolo di un poliziotto alcolizzato pur sempre onesto e il rapper che interpreta un deliquente ciarliero e di buon cuore destano comunque interesse e tengono costante l'attenzione in un film d'azione dove le trovate di sceneggiatura ci sono e non è tutto affidato al ritmo adrenalinico come purtroppo spesso avviene. Lo si vede con piacere.
Bruce Willis scalcinato, poliziotto ubriacone, deve trasportare un carcerato nero (e ciarliero, come sempre nei film americani) a testimoniare. Film stereotipo per definizione ma che, proprio per questo, funziona alla grande. Oltre all'ottima interpretazione del nostro, da segnalare il solito, grande Morse e tutti i caratteristi. La trama richiama altro, la fotografia e la regia danno quello che ci si aspetta, come le musiche, ovvie per un film del genere. Un buon action, con parecchio ritmo. Ottimo per passare solo due or... un'ora e mezzo divertendosi.
MEMORABILE: Il sorprendente primo colpo di pistola sparato nel film.
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HomevideoRocchiola • 17/09/18 19:31 Call center Davinotti - 1320 interventi
In Italia è uscito solo in DVD a cura della 01, mentre all’estero esiste in varie nazioni un blu ray risalente all’epoca di uscita nelle sale del 2006, che comunque non ottiene recensioni particolarmente brillanti. Comunque il DVD nostrano presentato nel corretto formato panoramico 2.35, presenta un buon video pulito e dalla definizione discreta. L’audio 5.1 è piuttosto buono, forse un po’ basso nella versione in DTS.
Brutta notizia.Ha raggiunto comunque una bella età (91 anni). E' stato sicuramente un buon regista; tra i suoi lavori quelli che ricordo con maggior piacere sono "Il presagio" e "I goonies".
DiscussioneDaniela • 6/07/21 22:32 Gran Burattinaio - 5945 interventi
5 luglio 2021: e' morto all'età di 91 anni Richard Donner, il regista di Arma Letale, i Goonies, Superman, Il Presagio, solo per citare i suoi più grandi successi. L'ultimo film da lui diretto è stato Solo due ore con Bruce Willis del 2006. R.I.P.