Nel 1987 Lamberto Bava dirige quattro film per la TV, prodotti da ReteItalia, che compongono la serie BRIVIDO GIALLO. Sono quattro modi di intendere il terrore: con LA CASA DELL’ORCO Bava si rifà al gotico italiano classico, riprendendo nel contempo gran parte del soggetto di QUELLA VILLA ACCANTO AL CIMITERO, uno degli ultimi capolavori fulciani (dal quale Bava eredita lo sceneggiatore e soggettista Dardano Sacchetti). Purtroppo, laddove Fulci “osava” con memorabili effetti splatter e vorticosi giochi d’inquadrature, Bava si limita a cercare una suspense che non riesce mai a sentirsi. L'inizio...Leggi tutto è buono, con le splendide musiche di Simon Boswell (ex collaboratore di Argento) e la valida fotografia (ottima, per un filmTV) di Gianfranco Transunto che esaltano le belle carrellate notturne di Bava nell'atrio di un enorme castello dell'Umbria, dove una bimba si aggira terrorizzata tra poltrone e divani coperti da teli bianchi. Poi la discesa in cantina, con un uovo “pulsante” appeso al soffitto che si apre liberando il terribile orco. Sono i primi cinque minuti, gli unici degni di menzione, perché poi il film (altri 87, interminabili minuti) è un nefasto affastellameno di stereotipi, con la coppia lei-scrittrice (di romanzi horror, naturalmente) lui e il figlio (chiamiamoli pure Jack, Wendy e Danny, a questo punto) a perdersi tra i bui corridoi del castello umbro. Lei vede cose che gli altri non vedono (rivivendo i suoi incubi peggiori), lui non può far di meglio che consigliarle lo psichiatra, le baby-sitter (e le loro sorelle) scompaiono ammazzate dall'orco (un impacciato omone ricoperto di pelo) e così via. Virginia Bryant raggiunge nel suo ruolo impensabili vette d’antipatia, con un continuo ansimare e interminabili “passeggiate” nel buio, la Ferilli ahinoi non si spoglia.
Ennesima boiata televisiva realizzata da un Bava sempre più cane. Il film, infatti, è di una noia mortale e la sceneggiatura di una banalità sconcertante (soprattutto per ciò che riguarda i dialoghi, se così si possono chiamare). Dinanzi a pellicole come queste mi domando: con che coraggio realizzare film del genere? E soprattutto, con che coraggio produrli?
Mediocre horror televisivo che riprende in parte Quella villa accanto al cimitero (sia per la trama che per il protagonista). La regia non è cattivissima, le musiche non sono male e nel cast almeno Paolo Malco si salva; ma la storia è troppo lenta e non presenta particolari sviluppi fino ad un finale del tutto tirato via. Si può evitare.
Altro "horror" di scarso livello diretto da Bava per la serie "Brivido giallo". Gli effetti speciali (specie quelli dell'orco) sono del tutto ridicoli e gli unici momenti interessanti sono quelli in cui il regista cita altri film (Fulci e Argento) o indica vaghi riferimenti letterari ("La bella e la bestia" di Cocteau). La presenza della Ferilli non fa che precipitare il già mediocre livello recitativo generale. Passabili le musiche di Boswell.
Non è così male. Una favolona nera adatta a un vasto pubblico televisivo, che regala qualche ottimo momento d'atmosfera anche grazie alla bella fotografia e alle sempre belle musiche di Simon Boswell (che però sono state riciclate un po' troppe volte dai vari registi italiani in quegli anni!). L'idea dell'orco non è malaccio e nonostante alcuni momenti di stanca il film crea un crescendo di tensione ideale. Bava Jr. è un buon mestierante e riesce a rendere un film minore comunque piacevole.
Detta molto brevemente, l'unico elemento valido di questo sciatto e noioso horrorino favolistico è la colonna sonora, che avrebbe meritato un film un tantino sopra la mediocrità. Al di là dei comprensibili limiti di una produzione televisiva, Bava sembra molto svogliato: a parte qualche discreta sequenza nella "tana" del mostro, giustamente legata a un filo dark fantasy, la pellicola fallisce miseramente nel tentativo di coinvolgere, spaventare o anche solo intrattenere il pubblico. Pochi delitti, l'orco non impressiona, il finale imbarazza.
MEMORABILE: Una giovane Ferilli nel cast; La nuotata che cita palesemente l'argentiano Inferno.
Bava dimostra di avere un’inclinazione per le fiabe nere e trascende il genere horror in senso stretto per sconfinare in un racconto a metà tra sogno e fantastico. Mancano, per ovvie ragioni, il sangue e quel tocco di efferatezza che gli avrebbe conferito maggiore vigore, ma non per questo demerita. La musica di Boswell si incastra alla perfezione evocando mistero e suspense e il motivo portante ha la forza per restare impresso nella mente. Il castello di Arsoli, poi, è lo sfondo perfetto e ammortizza gli effetti di un budget non sfavillante.
Buone le musiche (valgono la mezza palla in più), discrete le location così come il senso di attesa per qualcosa di terribile che dovrà accadere. Peccato che tale tensione sciolga la propria intensità in alcune ingenuità raggelanti; fra queste, a esempio, il pittore pazzo: uno spunto potenzialmente interessante; ma se poi lo si rappresenta con la ridarella come uno dei Brutos... Attori al minimo, Ferilli irriconoscibile.
Il problema vero di questo film è il taglio televisivo che ridimensiona alla base qualunque guizzo ferino che uno script del genere potrebbe anche contemplare. Le esplorazioni oniriche diventano semplici tour in buone scenografie (il castello merita); la costruzione della tensione, complici dialoghi scialbi e immobilismo della sceneggiatura, pare una chimera irraggiungibile. L'atmosfera da fiaba nera non soddisfa nessun tipo di pubblico e al film non resta che innestare il pilota automatico verso un finale appiccicato davvero sciocco.
MEMORABILE: I primi minuti di visione, gli unici che si elevano dal piattume generale.
Terribile. Grado zero dell'(in)estetica da tv-movie anni '80, scritto evidentemente nei ritagli di tempo, recitato da filodrammatica, e totalmente privo della benchè minima suspense. Il perchè Paolo Malco abbia avauto un periodo di buon impiego è la cosa più soprannaturale del film la cosa più terrorizzante invece la pettinatura della Ferilli, non ancora elevata a nuova Anna Magnani per avere inveito contro Bertinotti dopo la crisi di governo del '98. Ma recita sempre allo stesso modo.
Non mi è piaciuto molto. Nel cast abbiamo un Malco evitabile, una giovanissima Ferilli e la Bryant che può solo urlare o camminare per lunghi corridoi a momenti alterni. L'unica scena che mi ha colpito è quella sott'acqua, per il resto film abbastanza prevedibile che esagera nel creare l'attesa nello spettatore (il mostro entra in scena troppo taridvamente) ma che soprattutto ci propina un finale psicoanalitico-razionale truffaldino. Pellicola sprecata.
Interessante film in stile "fiaba nera", con il buon tema dell'orco come argomento. Il cast vede Virginia Bryant, attrice spesso presente nei film di Lamberto Bava (Dèmoni 2, Il maestro del terrore), il valido Paolo Malco e, in una piccola parte, anche una giovane Sabrina Ferilli. C'è anche Alice Di Giuseppe, famosa per la parte di Greta Antinari in varie "Piovre". Più "fantastico nero" che horror, ma comunque interessante. Bella la fotografia, splendida l'ambientazione. Da riscoprire.
Buona ma sfruttata male l'idea di partenza (la scrittrice famosa che si confronta con gli incubi dell'infanzia). A parte il basso budget che influisce negativamente sugli effetti speciali, i dialoghi sono banali, le scene ripetitive (la protagonista non fa che correre per i corridoi urlando), gli attori modesti (tranne Paolo Malco), i personaggi insipidi e il finale inaccettabile. Le belle musiche di Boswell riescono a creare la giusta tensione ma sono sprecate, per un simile prodotto.
MEMORABILE: I coniugi che si prendono a sberle per un'impronta sulla farina.
Per il ciclo TV "Brivido Giallo" (1988) Bava ha diretto quattro film dal risultato altalenante: il peggiore è Una Notte al Cimitero, il migliore A Cena con il Vampiro. A metà strada Per Sempre e La Casa dell'Orco, in realtà una rivisitazione del soggetto di Quella Villa Accanto al Cimitero (entrambe le sceneggiature di Dardano Sacchetti).
Paolo Malco rivive l'incubo (in maniera molto meno splatter) e c'è pure lo spazio per una citazione "subacquea" ad Inferno. Buona la colonna sonora.
Restano migliori i 4 film della serie "Alta Tensione" (1989).
Film sonnifero per chi non riesce a dormire. Lamberto Bava non si dimostra come il padre, in questo fantasy fiabesco, con un pizzico di horror (proprio poco). Gli attori sono dei cani, compresa la Ferilli che ancora si doveva fare il lifting. Che delusione!
Horror noiosissimo, privo di spunti interessanti, senza scene a sensazione né tanto meno paurose. L'apparizione dell'orco è poi la pietra tombale sul film, che si fa guardare solo per qualche bello scorcio paesaggistico e per gli interessanti interni del castello. Recitazione modesta, con Paolo Malco che, alternando prestazioni buone ad altre meno, qui non dà proprio il meglio. C'è anche la giovanissima Sabrina Ferilli. Passo falso di Lamberto Bava.
Lamberto Bava comincia a farmi un po' di tenerezza. Con questo film è evidente che ce la mette tutta: grande impegno senz'altro, ottima la scelta delle location, non male la fotografia e diciamo che non è da buttar via neppure il cast. Purtroppo è la sceneggiatura a deludere: tralasciando i soliti dialoghi che fanno venire il latte alle ginocchia, il soggetto poteva essere anche curioso e interessante, da sviluppare in un altra maniera. Soprattutto nel finale (mamma mia come fanno fuori l'orco... sisalvichipuò!). Pluricitazioni a Shining e a papà Bava.
MEMORABILE: Ma erano sue visioni o era reale? E se era reale, come ha fatto a scomparire l'impronta dalla farina? E perché l'orco dovrebbe dare una manata sopra?
Sottovalutato film di Bava. I primi 10 minuti con il sogno della bambina che scende nell'antro dell'orco e l'eccellente soundtrack di Boswell sono un ottimo scampolo di opera argentiano-fulciana. Nel resto del film la sceneggiatura del buon Dardano intriga tenendo sempre un filo di ambiguità tra la dimensione della realtà, del sogno e dell'invenzione letteraria (si veda la battuta finale che mina ogni certezza). Più fiaba nera che horror (escluso lo splatter), con un orco che sembra uno dei troll fragassiani; non manca però qualche buona intuizione visiva del nostro Lambertone.
MEMORABILE: La nascita dell'orco da una membrana amniotica in stile Alien; La zampa dell'orco; La vasca piena di scheletri.
Una di quelle tipiche sceneggiature di Dardano Sacchetti, con l'infanzia e il mostro nel sotterraneo (sullo stile di Quella villa accanto al cimitero). Così come il tocco fiabesco di Lamberto Bava, entrambi non vengono adattati al meglio in un prodotto destinato alla televisione. Ottimi ingredienti quali il bozzolo sul soffitto (realizzato non come meriterebbe) e l'ambientazione castellana, anche se un po' ammuffita (nel senso che alcuni ambienti dove vivono i protagonisti non sembrano molto abitabili, come la cucina). Ottime musiche di Boswell.
Lamberto Bava non mi ha mai dato tanto e mi dispiace, anche perché la voglia c'è. Il cast in questo film è inesistente e la scenografia spesso incomprensibile. Bello è solo il trucco dell'orco e il senza trucco della Ferilli. Risvolti lenti e privi di suspance.
Horror televisivo di Bava jr. di fine 80. Da lì in poi il regista comincerà con la saga di Fantaghirò, ma lo stile è quello. La storia a dirla tutto non è nemmeno malaccio, ma la tensione è poca e, essendo la pellicola un prodotto televisivo, anche il livello di "sanguinolenza" è bassissimo. Degna di nota la presenza di una Ferilli agli esordi ancora acerba ma già rigogliosa nelle sue giunoniche forme.
Fiaba nera (più fantasy che horror) prodotta per la tv. All'attivo i primi dieci minuti, la buona interpretazione di Malco e della bambina del prologo e le musiche di Boswell, in passivo il cast femminile (la migliore una Montorsi agli inizi) e i limiti imposti dalla confezione televisiva. Media tra i quatto pallini del prologo e delle scene in cantina e i due scarsi del resto.
MEMORABILE: Le scene in cantina all'inizio (poi ripetute) e la splendida colonna sonora.
Come in altri film del filone "Le case maledette di Reteitalia" e dintorni, abbiamo una location suggestiva, e... basta. Trama banale, finale affrettato che non spiega nulla, attori pessimi e un'accozzaglia di clichè e scopiazzature (Quella villa accanto al cimitero, Inferno e direi anche Shining). Volendo essere magnanimi, si salvano i primi cinque minuti...
L'idea di base è a meta tra Inferno e Quella villa accanto al cimitero, le location sono suggestive e qualche spunto qua e là vale una visione. Resta il fatto che neanche qui ci si eleva dalla media delle produzioni televisive baviane, e alla fine lo spettatore rimane insoddisfatto. Mediocre.
Un bel mostro (la Bestia di Cocteau in versione zombi), una bella location (castello in Umbria) e belle musiche, sprecati in un film dove non succede nulla. Qualche buono spunto (l'orsetto di pelouche, il bozzolo, il pittore pazzo, la Ferilli esperta d'occultismo) che non ha poi alcun peso nella trama. Il modo in cui viene eliminato il mostro ha dell'imbarazzante. E poi che senso ha dire che la baby sitter è tornata a casa se l'abbiamo vista morire? Sono state un sogno anche le altre morti? Mah...
MEMORABILE: L'ambientazione: un borgo medioevale in centro Italia. Stuart Gordon ne riprenderà uno simile (con migliori esiti) in Castle freak.
Film agghiacciante e non nel senso del brivido. L'"orco" sembra un handicappato con della frutta marcia graffettata addosso. La noia è imperante e le recitazioni sono patetiche, non vi è un momento accettabile se non qualche ripresa "subacquea", plagiata da altri film. Capita di vederlo incuriositi dalla presenza di una giovane Sabrina Ferilli, ma quando la si vede ci si pente di essersi avventurati nella visione.
Il titolo inglese suggestivo (Demoni 3: L'orco) e la tematica non affrontata in nessun altro film italiano mi ha spinto a vedere questo pessimo prodotto televisivo diretto discretamente da Bava ma sceneggiato davvero male. Certo se si conta che il film doveva passare in tv in prima serata si può sorvolare sull'assenza di effetti splatter, ma non ci sono neanche una sceneggiatura adeguata, la confezione è scadente (tranne le belle musiche) e sono poche le scene di interesse (l'uovo dell'orco, la nuotata alla Inferno maniera). Sorvolo sulla recitazione.
MEMORABILE: La nuotata nello scantinato, il bozzolo dell'orco, i cinque minuti iniziali.
Spesso mi meraviglio di me stesso, su quali possano essere i reali motivi che mi spingano a visionare certi tipi di film. In modo particolare la Casa dell'orco ha superato abbondantemente la soglia del buon senso. Sono rimasto altamente perplesso per l'inconsistenza della trama e per i dialoghi a dir poco inesistenti, a tal punto da rendere l'audio esclusivamente un accessorio e quindi ampiamente superfluo per lo spettatore.
La sola cosa riuscita del film è quel senso di favolistico innocente che solo gli anni ottanta a volte possono regalare, che attira grazie anche alla colonna sonora intrigante. Purtroppo c'è solo questo a tener sveglio lo spettatore facendogli dimenticare teneramente tutta la sconcezza dell'opera. Non il peggiore della serie.
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Rosso Sangue - La serie completa Titoli della serie Horror e Thriller all'italiana distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "Rosso Sangue" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo "Brivido Giallo", 22 agosto 1989) di La Casa Dell'Orco:
Buio, in effetti a ben vedere risulta così. Da dove viene quel "Luglio 1988" che hai scritto nella data del flanetto? Nella trasmissione dell'agosto 1989 sta scritto "prima visione tv".
Sì, vero, ottima ricerca di Claudius. Quando ho messo il flanetto non consultavo ancora il sito della Stampa, e sono andato a memoria (che mi ha ingannato) :)
Buiomega71 ebbe a dire: Sì, vero, ottima ricerca di Claudius. Quando ho messo il flanetto non consultavo ancora il sito della Stampa, e sono andato a memoria (che mi ha ingannato) :) Figurati, ricordo che mi aveva incuriosito la foto, ma d'estate non vedo televisone