Superbo psicodramma noir di Fuller, folgorante sin dallo straordinario inizio in medias res e - letteralmente - in faccia allo spettatore. La storia di Kelly, prostituta in cerca di difficile redenzione nell'ipocrita cittadina di Grantville, pencola a volte sull'orlo del melò kitsch, ma lo stile inimitabile di Fuller (quel bianco e nero!) stordisce e travolge. Memorabile la prova di Constance Towers. Imprescindibile.
Ottimo melodramma, a tinte noir, firmato da Fuller, che dopo uno strepitoso inizio sembra intrapendere strade più rilassate anche se è tutta apparenza. Il crescendo emozionale, infatti, è lento ma graduale ed inesorabile ed alla fine è davvero difficile non rimanere avviluppati in questa storia forte e sgradevole che evita buonismi e soprattutto finali felici e riconcilianti. Ogni tanto succede anche questo: meno male!
MEMORABILE: Il folgorante inizio in cui la prostituta picchia il suo pappone su note spledidamente jazzanti del grandioso Charlie Parker.
Kelly, ex-prostituta fuggiasca giunge a Grantville, una Pleasantville che mai si accenderà di colori. Ma Kelly è un incrocio tra Mary Poppins e Florence Nightingale, l'ospedale in cui lavora è un eden dove si curano amorevolmente i piccoli disabili... Ma si sbriciola la rosea crosta di zucchero, resta il grigio dell'ipocrisia, lo sporco della perversione, ma anche il calore della solidarietà. Complessi i caratteri, né completamente corrotti, né innocenti: non aspettano né redenzione né castigo. Noir femminile, forse femminista: la Towers torreggia per fascino e bravura.
MEMORABILE: La brevissima e folgorante sequenza della fuga della bambina, la confessione di Grant e la furia di Kelly.
Bellissimo film, a metà tra il drammatico e il noir, con una trama eccezionale, ben architettata e conclusa e un'attrice ottima e perfetta per il ruolo dell'integerrima prostituta convertita ma non ipocrita (Constance Towers). Samuel Fuller guarda il tutto con occhio illuminato e ci regala un'ottima regia per un film che a conti fatti risultava un low-budget. Interessanti e approfonditi i personaggi e ottima anche la sortita del finale con la bambina.
Grande lezione di cinema quella che Fuller decide di impartire in questo bellissimo film dai risvolti drammatici e con netti ammiccamenti al noir. Constance Towers fornisce una prova indimenticabile e riesce a conferire la giusta intensità emotiva al personaggio di una prostituta sulla via della "redenzione". La bellezza della pellicola sta tutta nell'incredibile abilità di Fuller nel mostrare o suggerire alcune cose, complice un talento visivo ed evocativo assolutamente geniale. Certe scene sono davvero "da pelle d'oca". Film potente.
MEMORABILE: Il cambio d'espressione sul volto di Kelly prima della fuga della bambina.
Prostituta appena giunta in una piccola città di provincia decide di cambiar vita e diventa infermiera nel locale ospedale per bambini handicappati. La bellezza, l'intelligenza e la classe fanno innamorare di lei un uomo ricco e stimato ma... E' in quel "ma" che sta il bello del film: dopo averci folgorato con una straordinaria sequenza iniziale, F.ci ha illuso con la sua parabola di redenzione, per poi risvegliarci bruscamente con l'equivalente di un secchio d'acqua gelida, ossia un colpo di scena inaspettato e crudele. Stilettata da grande autore che sigla un film coinvolgente ed amaro.
MEMORABILE: Calva e bellissima, Constance Towers come una furia scatenata malmena il protettore ubriaco.
C'è del marcio nella piccola e ipocrita provincia americana e a scoperchiarlo sarà un'ex prostituta che sembra aver trovato la sua redenzione... Fin dalla sequenza iniziale ci rendiamo conto che assisteremo a un film non banale. E infatti questo melodramma a tinte noir tocca con sensibilità (senza mostrare nulla, ma con chiare allusioni) temi scabrosi come la prostituzione e persino la pedofilia. Qualche passaggio inevitabilmente semplicistico, ma onore al merito a Fuller per il coraggio e la classe registica. Maiuscola la prova della Towers.
Il successo critico di Fuller deriva dall'inversione sistematica della simbologia hollywoodiana. Il bacio è una esemplificazione perfetta di tale estetica: la prostituta mai di buon cuore o vittima, anzi assassina; i bambini di ogni colore e non solo WASP; la luce sulle perversioni (la più infame: la pedofilia), la franchezza riguardo la mercificazione del sesso, l'umiliazione dell'americano bianco come fondatore della nazione. Oggi tale "scandalo" scandalizza meno e l'ultima mezz'ora è un po' tirata via e dolciastra. Comunque meritorio.
Geniale follia ingenua e perversa di Fuller, la cui ellissoidale temerarietà non sorprende abbia decretato l'insuccesso della pellicola e lo stop momentaneo del Big Sam One. Con decenni di anticipo sul cinema di Lynch (pensiamo a Cuore selvaggio), "Il bacio nudo" gioca fantasgoricamente coi cliché del noir (i personaggi son sagome bi-dimensionali), strapazza ogni senso logico sbattendosene della consequenzialità e imbastisce una parabola talora pacchiana (specie agli occhi di un europeo) ma certo caustica sull'ipocrisia della provincia americana. Spasmodico.
MEMORABILE: Uno dei tanti magnifici incipit di Fuller; The children song cantata dalla Towers e dai bambini dell'ospedale.
Sulle note de "Il chiaro di luna" di Beethoven si dischiude un thriller femmineo e femminista, coraggioso, soprattutto per l’epoca (il sottotesto di denuncia contro la misoginia e il sessismo). Inizio folgorante da film noir, finale drammatico ma con agognato happy ending. Austera e malinconica al tempo stesso l’interpretazione di Constance Mary Towers. Piccolo, ma grande film da riscoprire.
Ex prostituta cambia città e vita. La storia di redenzione, tipica americana, serve come atto di accusa al perbenismo contro poliziotti che frequentano locali discutibili, magnati dai segreti inconfessabili e matrone pronte a rovinare giovani ragazze. Qualche punta di melodramma con i piccoli bambini serve nel finale ad abbassare il tono al tema delle molestie. Discreti il b/n e varie soluzioni registiche (la lotta iniziale, il bacio rivelatore, l'addio alla città). Brava la Towers, in un misto tra Bette Davis e l'essere femme fatale.
MEMORABILE: I bambini che sfilano; I 25 dollari in bocca; La testa calva; Le bottiglie di champagne nella valigetta.
Un'ex prostituta decide improvvisamente di cambiar vita e passa al contrattacco nei confronti di persone e ambienti che non credono, anzi osteggiano questo cambio di rotta. Fuller firma un noir ideologicamente orientato, da una parte a mettere in luce le ipocrisie e le doppiezze di una morale troppo elastica, dall'altra a esaltare una figura di donna che pagandone il prezzo non si piega allo status quo; ne risulta però un melodramma un po' manicheo che punta su un sentimentalismo pietoso per giustificare le azioni non sempre specchiate della protagonista, una bravissima Towers.
Samuel Fuller diffonde sessismo e pregiudizi a macchia d’olio nell’assolata provincia americana, introducendo il ritratto di una ex prostituta prima come vittima sociale e poi come trionfante paladina della moralità. Per quanto la regia sia visivamente standardizzata, il film ha un peso etico molto importante ed è supportato dalle interpretazioni antitetiche di Constance Towers e Virginia Grey.
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In dvd per la Enjoy Movies,col titolo Bacio Perverso.
DiscussioneDaniela • 17/02/17 07:29 Gran Burattinaio - 5945 interventi
In una delle prime sequenze del film, al momento dell'arrivo nella città di Grantville della corriera a bordo della quale viaggia la protagonista, viene inquadrata brevemente una strada con l'ingresso di un cinema.
Samuel Fuller omaggia se stesso in quanto il film in programmazione è Shock Corridor, ossia Il corridoio della paura, uscito l'anno precedente.