Bizzarro davvero questo thriller indie, che trasuda morbosità sudaticcie di famiglie disfunzionali e degenerate (tanto care a Tobe Hooper), dove i principali interessi sono il ratto di ragazze, gli omicidi e l'incesto.
Sembra quasi un melò alla Tennessee Williams calato in acido, come se
Buio Omega fosse diretto da un Douglas Sirk costantemente sotto l'effetto dell' lsd, un
Collezionista wyleriano rivisto da Michael Feifer.
Di horror c'è ben poco (giusto il giardinetto fatto con le ragazze, tipo i corpi "ortolani" alla
Motel Hell, che lo psicopatico Tom fà "crescere" con amore), ma il pedale dell'etranger schiaccia su improbabili storie d'amore incestuose (tra fratello e sorella, madre e figlio, padri che vogliono farsi le figlie appena ritrovate), con dialoghi fiume (ma per nulla banali, a volte) e situazioni ora grottesche, ora macabre.
Non ho ancora ben capito se Lee Gordon Demarbre (cicciottello e barbuto regista canadese, fan di John Waters e Ruggero Deodato, che tra le sue perle ha
Smash Cut-un omaggio al cinema di H.G.Lewis, credo...- e
Body Hunter-"bitch slap movie" tarantinato, credo...) sia un genio assoluto o un pirla, ma stà di fatto che almeno in originalità si beccherebbe un dieci e lode.
Poveristico nella messa in scena, con lo splatter (a parte una fucilata nell'abitacolo di un auto che sembra voler omaggiar
Maniac) totalmente off screen (quanto sono brutte le fucilate fuori schermo, argh!), ma pervaso da uno strato malsano e folle, dove lo smembrar fanciulle sembra per la family quotidianità di tutti i dì.
Alcune buone intuizioni (la fotografia di Ioana Vasile, che vira al verdognolo nella piccola cantina degli orrori di Tom), una cura registica non banale (l'appartamento di Amber con il canarino morto, la puzza e le cibarie andate a male), mosche che ronzano dovunque, la buona resa recitativa (la Ashley Greene ne passa peggio che manco Marylin Burns in TCM) e una cura approfondita dei personaggi, che stanno tra una soap diretta da David Lynch e un dramma partorito da John Waters.
Intrippante l'incipt, dove Demarbre apre con una sequenza analoga che c'è nel
Bacio della Pantera schraderiano: panoramica di una stanza d'albergo, voce fuori campo, sandaletti da donna, soldi e lampade capovolte, per poi soffermarsi sul corpo insanguinato di una ragazza.
Finale tirato via e frettoloso, tanto scemo quanto geniale nel suo non sense (alla fine ho detto...bho!)
Gran schizzato da oscar papà Kent (un Stephen McHattie con vaghe somiglianze a Wes Craven) che stà fuori, in città, accopando prostitute, e un padre in cerca della figlia scomparsa che assomiglia a Aristide Massaccesi (!)
Scene stracult: il bacio superincest tra madre e figlio sul tavolo da cucina stile
Il postino suona sempre due volte, e la madre (Barbara Niven, milfona da sturbo), che origlia dietro la porta il figlio che in camera fà l'amore con Summer, eccitandosi leccando la porta stessa, la snasata fetish di Tom alla canotta di Summer.
Sgangherato, bizzarre, un sotto Hooper che però dispensa malattie mentali e atmosfere putride e malsane (da antologia Tom che seppelisce le sue vittime, piangendo, nel giardinetto di casa, o le sue vittime stesse che si accoppano...da sole! Per lo più incianpando!!!)
Amori malati, tentate fughe, sindrome di stoccolma, ragazze ridotte a rigogliosa (ma mica poi tanto) flora in cantina, madri puttane e sciroccate, figli romantici serial killer, padri flippati massacratori di ragazze, sceriffi rincoglioniti, toste biker appese come salamelle.
Insomma, eccentrico lo è, forse troppo...
Peccato per alcune scelte registiche discutibili e un finale delirante, perchè a Demarbre il talentaccio non manca...
Fuori da tutti gli schemi ordinari, e almeno ammirevole il tentare di sgusciare il trito torture porn, per qualcosa di diverso e destabilizzante. Anche se imperfetto e traballante.