Prima e al momento unica regia di Stephen King, che ha adattato per il cinema uno dei migliori racconti (“Camion”) contenuti nella sua raccolta “Night Shift” (da noi “A volte ritornano”) scrivendone ovviamente la sceneggiatura e concedendosi persino un cameo in apertura. Stranamente la parte migliore del film è proprio quella non presente nel racconto, ovvero l'incipit quasi spielberghiano (alla POLTERGEIST, se vogliamo) in cui le macchine più imprevedibili (un distributore di Coca Cola, una schiacciasassi, un ponte meccanico...) si ribellano all'uomo irrompendo bizzarramente...Leggi tutto nella quotidianità. Quando invece ci si ferma all'area di sosta per camion trasformando il film in una sorta di versione tecnologizzata de LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI (o de GLI UCCELLI, per tornare ancora più indietro nel tempo), con tanto di TIR giganteschi che assediano la tipica varia umanità kinghiana, il ritmo scade ed emerge la scarsa attitudine registica dello scrittore, non in grado di mantenere alta la tensione né di rendere interessanti i suoi personaggi. Quanto ai dialoghi, che rappresentano uno dei maggiori difetti del film, non possiamo che deprecare la loro totale assenza di fantasia, appiattiti come sono su considerazioni di rara banalità e intrecci amorosi male abbozzati. Per fortuna c'è un po' di sano splatter (perlopiù investimenti), altrimenti... L'idea poteva offrire di molto meglio e il camion con il goblin verde gigantesco sul radiatore sembrava perfetto come guida ideale della rivolta. Le musiche hardeggianti degli AC/DC (“Who Made Who” in apertura, “For Those About To Rock” e “Hell’s Bells” nelle fasi calde) si sposano bene con l'atmosfera moderna e grintosa voluta da King.
Pessima prova alla regia per Stephen King (la sua prima volta), il film è veramente scarso sotto tutti i punti di vista. Non ho letto il libro, ma la storia è talmente assurda che non convince proprio lo spettatore. Una cometa passa vicino alla Terra ed anima tutti gli oggetti, quindi vediamo scene con persone che lottano con phon per capelli, macchine ecc. Penoso lo scontro finale.
Il regista (per la prima e - non a caso - l'ultima volta) è giustamente considerato il "mago del brivido" data la mole persistente (e insistente) di romanzi scritti. Ma questo spreco miliardario, fondato su un romanzo inconsistente e mal portato sullo schermo, rappresenta un classico di come "non dovrebbe essere girato un horror".
Sembra incredibile, ma quello che traspare dalla pellicola è una totale negazione delle tematiche horror e thriller. Non c'è suspence, la storia non coinvolge, i protagonisti sembrano cani che si rincorrono... Mendace.
Mediocre prova registica di King dal suo racconto breve "Trucks". E proprio perché il racconto era breve, non c'era materia per farne un film di un'ora e mezza. Infatti il risultato è altalenante, con alcune parti quasi entusiasmanti e altre abbastanza noiose e riempitive (tipo i lunghi e inutili dialoghi nella stazione di servizio assediata, l'intreccio amoroso, ecc.). Alcune sequenze sono d'effetto e gli SPFX sono pregevoli, ma in compenso Estevez è un cane come attore e quelli di contorno non sono meglio. Adatte le musiche degli Ac/Dc.
King è un benemerito del cinema, soprattutto per aver dato spunto ad una miriade di pellicole (talvolta caccole, ma nel mezzo ci sono anche cose buone o capolavori) ma anche per aver saggiamento deciso di non proseguire la carriera di regista, dopo questa sua prima ed infelicissima prova. Idea di partenza carina ma svolgimento fiacco, con dialoghi e personaggi irritanti. Se almeno Estevez fosse stato schiacciato da un rullo compressore, il film si sarebbe potuto definire meno inutile. Non provarci più, Stephen.
Passato dietro la mdp King traspone in immagini un suo racconto e lo fa con risultati decisamente modesti. La storia, infatti, non è particolarmente originale ed anche la realizzazione non brilla. Punto debole principale un po' troppa noia causata da una certa ripetitività. Stupidotto; sotto questo punto di vista ricorda un po' quei film di serie B che si vedevano una volta nei drive-in. In ogni caso, nonostante alcune discrete "cretinaggini", non un disastro totale e, forse, i nostalgici di un certo cinema potranno anche apprezzarlo.
I migliori adattamenti dei suoi romanzi, dicono da più parti, sono quelli cerebrali e per certi versi autonomi come Shining o Stand by me. Come a ribadire la propria appartenenza ad un genere d'intrattenimento popolare (omaggiato nel saggio Danse macabre) però, Stephen King dirige un film rozzo (i piacevolmente cafoni AcDc), triviale (i bambini uccisi causarono polemiche), nonchè ingenuo. Indovinata qualche scena cult (il ponte, le lattine, il camion) ed affinità con L'Invasione degli ultracorpi più che con Kubrick. Tamarro, sgraziato ma profondamente onesto.
Non è chissà quale cosa ma comunque raggiunge la sufficienza piena. La prima volta (e l'ultima) di King alla regia dà un buon risultato: azione, divertimento e un pizzico (ma giusto un pizzico) di orrore. Avrei soltanto evitato il personaggio del bambino biondo incazzato, davvero ridicolo (specie col mitra in mano).
MEMORABILE: Il camion con la faccia verde, la mitragliatrice animata, i camion parcheggiati a suon di bazooka.
"Ehi, perché non posso dirigermeli da solo, i film tratti dai miei racconti?"... ed ecco la risposta in meno di 100 minuti. Tratto da una discreta novella lunga qualcosa come 15 pagine o poco più, mostra una pochezza registica imbarazzante, e come detto già il materiale di partenza non era probabilmente adatto a ricavarne un lungometraggio. Le buone notizie? King non ha ritenuto di perseverare.
Trash sotto tutti i punti di vista e non è nemmeno divertente! King esordisce alla regia ma i risultati sono davvero scarsi: le uniche scene interessanti sono la ribellione del ponte per le navi e quella del distributore di bibite. Non un brivido, niente tensione e attori sotto il livello della decenza (compreso Estevez). Il doppiaggio poi è brutto e la ragazza appena sposata ha una voce insopportabile. Quasi offensivo, nella sua bruttezza.
Brivido, ovvero quando Stephen King decise di dirigere un film tratto da uno dei suoi racconti. Brivido, ovvero quello che prova lo spettatore nel vedere questa ignobile ciofeca che non sa nemmeno un pochino di horror. Da annoverare sicuramente come una pellicola trash di pessimo stampo. Dispiace per King.
L'ho trovato di un trash davvero spettacolare: King come regista fa discretamente pena e si vede; in più attori mediocri e trovate ridicole... Preso come horror anni ottanta, ergo non troppo sul serio, devo dire che funziona discretamente; essendo privo di suspense ci si può tranquillamente rilassare e godersi le vicende degli sfortunati intrappolati nel locale. Oddio, pure così qualche momento di noia ci scappa, ma insomma se si è consapevoli di cosa si sta guardando, non ci si lamenterà poi molto. Per amanti dei "trashetti".
MEMORABILE: L'unico vero momento mitico: il bancomat che manda a quel paese King in apertura di film.
Esile filmetto orrorifico noto ai più come prima e unica regia di King. Nulla eccelle, si salva solo la curiosa vicenda che forse doveva esser meglio sfruttata, ma i mezzi tecnici di allora e le scarse doti di King come regista hanno inficiato sull’esito. Visto negli anni ’80 aveva un senso, oggi no; questo rivela il fatto di essere un film datato. I dialoghi sono ai limiti del trash: frasi come “fai l’amore da Dio!” sono poco credibili e servono solo ad arricchire il personaggio principale di una stereotipata virilità cinematografica.
Mio guilty pleasure personale e unica (per ora) incursione registica del re di Bangor (questo sì un film di Stephen King!). Miscuglio folle tra Duel, assedi carpenteriani, cieli verdi innaturali (magistrale la fotografia di Nannuzzi), musica a palla, qualche truzzaggine e divertimento a iosa. L'inizio, poi, è da antologia, con tutte le macchine che danno di matto e la scena del ponte levatoio. Poi il film si siede con l'assedio nel drugstore, ma rimane un robusto e originale B-movie. King non è Crichton, ma il film resta un cultazzo degli anni 80.
MEMORABILE: Il massacro sul ponte levatoio; il Kenworth con il faccione da diavolo; la jeep mitragliatrice; la macchinetta spara lattine; la musica degli Ac/Dc.
Un Terminator senza androide assassino, ma con veicoli e tutto ciò che funziona a elettricità pronti a eliminare gli esseri umani. L'idea è poca cosa, i dialoghi sono appena potabili e la pellicola in generale sa un po' troppo di fuori tempo massimo (è invecchiata molto velocemente). Accostandolo a certe odierne horror schifezze mal girate che ci vengono proposte di continuo, questo film ha persino un suo perchè. Ma con un'idea di base così striminzita era difficile reggere per un'ora e trenta (sarebbe stato meglio un telefilm). Se non altro, qua e là c'è qualche interessante ammazzamento.
MEMORABILE: Un cliente spazientito all'autogrill: "Allora, ste uova le deve ancora cagare la gallina!?"; Lo specchietto che segue i due protagonisti; Pressato.
Quando Stephen King va alla macchina da presa anziché alla macchina da scrivere è come me quando andavo a scuola: ha le capacità ma non si applica! L'idea di fondo non è male e gli spunti sono migliaia, ma la sceneggiatura appare ridicola e forzata (perchè tutti muoiono affacciati alle finestre?). Reazioni dei personaggi improbabilissime, dialoghi concepiti davvero male! Peccato, davvero, perché scene divertenti e degne di nota ce ne sono. Un punto a favore è dato dalla meravigliosa colonna sonora degli AC/DC che accompagna tutto il film.
MEMORABILE: Una macchina che comunica usando il clacson con codice morse (?); I personaggi che gridano parolacce ai mezzi (?)
E’ giunta l’ora, rivalutiamolo: è una scatenato parco giochi con lattine volanti, rulli compressori e affettatrici da fast food, sorretto dal tamarro Emilio Estevez in versione ribelle e musicato sia dagli AC/DC che dalle lamentele della sposina petulante. King non è un regista e si vede, non c’è neanche tutto quello splatter che ci si aspetta e alcune trovate sono più che zoppicanti, ma il susseguirsi degli eventi è così sconclusionato e stravagante da risultare quasi irrestibile. Il volto del Green Goblin del camion ancora mi inquieta!
Massacrato all'epoca dalla critica e dai fans, merita decisamente una rivalutazione. Certo Stephen dietro la macchina da presa non è Kubrik ed è inferiore a come scrive (ci mancherebbe...) ma ci regala un film, rozzo quanto si vuole, pieno di sorprese, di divertimento, di personaggi buffi. Le trovate non mancano: gli AC/DC (da urlo la colonna sonora), il camion con la faccia da Goblin, il lanciarazzi in cantina, il becero insuperabile pat Hingle, la mitragliatrice, la cometa. Io mi sono divertito ***
Sembra l'evoluzione di Christine, la macchina infernale. La prima parte è divertente, ricca anche di situazioni inquietanti... Il "secondo tempo", invece, è noioso... Il finale non è quello classico, dove muoiono quasi tutti e non c'è speranza, anzi.
Primo e unico film diretto da Stephen King, che adatta su pellicola un suo racconto. Si comincia decisamente bene con i camion che prendono vita e i protagonisti che si rifugiano nella stazione di servizio; dopo la prima mezzora però il film comincia a calare e a diventare noioso. Peccato; fosse stato girato da un vero regista e con un budget superiore poteva venir fuori un prodotto di miglior livello. Comunque non è del tutto da buttare.
Titolo inappropriato per un'opera con risvolti sociologici dove le macchine d'ogni tipo (ma perlopiù camion) si ribellano allo strapotere umano. Stephen King al solito graffia con intelligenza, sebbene il risultato sembri sviluppato solo in parte e soffra di asfissia per il potenziale non del tutto sfruttato. Indubbiamente "divertente"...
Simpatico. Non l'ho trovato così atroce; pur non risultando nulla di che, il film risulta molto godibile. Apprezzabile la totale assenza di politicamente corretto (vedi i bambini allegramenti ammazzati dalle varie macchine animate), i personaggi sono poi tutti molto divertenti (la coppietta, Hingle bastardissimo, il venditore di bibbie). L'assedio stile Notte dei morti viventi non è affatto male e non manca un po' di sangue. L'idea di partenza è poi interessante, da B-movie anni cinquanta. Per una serata senza pretese.
MEMORABILE: I bambini presi a bottigliate e poi il rullo!
Horror fantascientifico prodotto da De Laurentiis e tratto dal racconto "Camion" di King, che incredibilmente qui dirige pure! Il risultato è una tamarrata divertentissima che non si prende mai sul serio, una specie di omaggio ai B movies degli anni '50, con le macchine che si ribellano agli uomini uccidendoli nelle maniere più assurde. Investiti da giganteschi tir, colpiti dalle lattine sparate dal distributore, schiacciati dal rullo compressore, per i protagonisti non c'è via di fuga. C'è pure la soundtrack degli AC/DC. Cosa volere di più?!
L'inizio sarcastico, coadiuvato dall'hard rock tamarro degli AC/DC, lasciava presagire un divertente prodotto medio. Purtroppo il film si sgonfia ben presto, inesorabilmente afflitto da ripetizioni e mancanza cronica di idee (idee cinematografiche: il racconto originale, invece, è discreto). Solo i personaggi caricaturali (il reazionario Hingle, la sposina petulante) apportano un minimo di brio. Poca roba, però.
Unica regia di King e forse una delle trasposizioni più pazzoidi e rocambolesche di uno dei suoi racconti. Non sembra che il Re volesse prendersi sul serio; pare infatti divertirsi a dirigere prove attoriali sopra le righe, scene catastrofiche accompagnate dalle chitarre degli Ac/Dc, esplosioni a iosa, effetti visivi ottantiani, uccisioni violentissime e assurde. Il ritmo da film d'assedio rischia di cadere nel catatonico, ma la massiccia dose di scene goffe e spettacolari tiene lontana il più possibile la noia. Un film brutto che funziona.
MEMORABILE: Il bambino sotto la schiacciasassi; La macchinetta con mitragliatore incorporato; Il camion dei giocattoli come boss finale.
Inizia come una commedia, prosegue con le scene migliori (quella del ponte e quella del rullo compressore) per poi rallentare e rendersi noioso nella parte centrale. Alla fine recupera un po' (ma non troppo). Bella l'idea e corretto non drammatizzare troppo il film (seppure qualche sprazzo di sangue non manchi) visto il tema e le sue implicazioni che alla fine vengono spiegate da "quattro righe" buttate sullo schermo. Apprezzabile la fotografia e tra i personaggi della stazione di servizio, si distingue il cattivissimo con l'arsenale in cantina.
Un film che può destare interesse prevalentemente nei nostalgici o degli amanti degli anni Ottanta di cui è imbevuto fino al collo. La storia di per sé è poca cosa e mancano un po’ di sostanza e di espedienti per riempire il minutaggio in maniera adeguata. È il contorno che la fa da padrone, mostrando quegli elementi che caratterizzavano la fantascienza con una punta di horror. La colonna sonora in pieno stile hard rock fa la sua sporca figura regalandogli quel quid in più che altrimenti non avrebbe avuto.
Piccolo cult degli 80s tratto da un racconto di King e da lui stesso girato (è il migliore tra i film tratti da sue opere, paradossalmente). E' un B-movie ma non vuole essere altro e per questo mantiene ancora un suo fascino. Parte benissimo ma poi dall'assedio alla gas station tende a calare, soprattutto per via dei personaggi e dei dialoghi (la Harrington è terribile e in pratica fa solo i complimenti a Estevez per come tromba). Finale stiracchiato, ma tutto il contesto della "possessione" delle macchine lo rende ancora oggi gustoso da vedere.
King come regista ci offre un pezzo marginale, un piccolo estratto del suo mondo immaginifico, molto distante dalla sua scrittura ma capace di individuare come una lente, e reindirizzare, l’interesse dello spettatore verso un cinema modesto, fracassone ma di puro intrattenimento. Ottimo il settore tecnico: dalla fotografia alla colonna sonora, dalle location agli effetti speciali. Sottovalutato.
King si prende l'onere e l'onore di dirigere un film tutto suo; così "Brivido" è la versione coatta e orgogliosamente spaccona del suo racconto "Camion". Il re si porta a casa ampiamente la pagnotta dato che si respira genuinità dal primo all'ultimo fotogramma, scansa il politicamente corretto (colpisce i bambini) e non lesina sulla colonna sonora "tutta" AC/DC! In definitiva un esperimento che urla tutta la sua cafonaggine ma lo fa in maniera calibrata, peccando solo nel ritmo, un po' troppo ondivago. Ottimo Estevez, addirittura memorabile Hingle; insomma c'è di che divertirsi!
Al Re del brivido non mancano certo il senso del ritmo cinematografico e un po’ di stramberie; quanto basta perché questo horror di provincia nelle location, nei caratteri dei personaggi, nelle interazioni classiste e nella centralità dei fatti di natura cosmica, non sembri una copia edulcorata del racconto omonino. E infatti, in poco tempo, rivela insospettabili sfumature da B-movie ottantiano con una resa auodiovisiva brillante e inaspettate giravolte splatter. Divertente e invecchiato benissimo.
Rivolta delle macchine ante Skynet si risolve in hitchcockiano assedio. Gli effetti sono buoni, il sangue non manca e si annoverano un "villain" iconico e qualche ammazzamento gustoso (la grandinata di lattine su tutti). Passato un buon incipit si scivola però in uno sviluppo dilatato e noioso con prove attoriali modeste, personaggi male approfonditi, dialoghi tremendi e un inopportuno alone umoristico di fondo. Tra l'altro perché non tutte le macchine impazziscono (si veda quella degli sposini)? Non disastroso ma mediocre: King, forse saggiamente, non ha ritentato.
MEMORABILE: King insultato; Il camion con faccione di Green Goblin; "Tuo padre s'è fatto ammazzare da uno di quei camion, sei orfano"; Bulldozer e mitraglia.
Tentativo registico di Stephen King tratto da un suo valido racconto breve. In realtà King va a cambiare fin troppo del suo stesso script andando a perdere tutto il sottotesto malinconico, deprimente e senza speranza in favore di una sorta di horror/commedia che non diverte, non avvince e non convince. Regia incolore, situazione di assedio gestita non al meglio, poca tensione e spazi geometrici sfruttati male. Qualche trovata qua e là è decente, ma il film si dimentica con facilità.
MEMORABILE: La scena del bancomat.
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"Cara... questa macchina mi stà dando dello str..." Questa la frase di apertura del film, detta da un irriconoscibile Stephen King (con occhiali e senza barba):
"A volte penso che sia un film stupido ma divertente... oppure che costituisca un degno seguito di Planet 9 From Outer Space di Ed Wood"
da "Stephen King Pocket" di Joe Arden (S&K Editori),
"... e così sono arrivato all'idea di dirigere io stesso un film [per il disappunto generato dall'insuccesso commerciale di L'occhio del gatto - ndr]. Ho girato Brivido soprattutto per scoprire come funzionava quel tipo di cose, perché erano ormai in troppi a dirmi che non vedevano i film tratti dai miei libri perché non mi ci trovavano. Ho pensato che per una volta avrei potuto provarci e scoprire se e come potevo comunicare attraverso quel mezzo. E secondo me ci sono riuscito."
da "Stephen King Parla" intervista rilascita al mensile Ciak.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Agosto 1989) di Brivido Errore nella trama, non e tratto da un romanzo, ma bensì da un racconto (Camion, nella raccolta A volte ritornano)
HomevideoPumpkh75 • 22/08/18 14:21 Archivista in seconda - 442 interventi
Scrivo nel mio commento che non c’è neanche tutto quello splatter che ci si attende. Beh....leggo in questi giorni su vari siti USA, in occasione dell’uscita prossima del BR Americano, che la versione che conosciamo noi e tutto il mondo è stata tagliata proprio nelle scene horror (tra cui le gesta del compressore) dalla MPAA prima dell’uscita nei cinema. L’unica unrated director’s cut pare la abbia solo Stephen King il quale sembra non avere il minimo interesse nel renderla pubblica.
HomevideoZender • 22/08/18 18:24 Capo scrivano - 49004 interventi
Aaah gravissimo! Certo però che se esiste un'unica director's cut invisibile al mondo tocca farsene una ragione...
DiscussioneRaremirko • 20/07/20 23:43 Call center Davinotti - 3863 interventi
Dal mitico Re Stefano (che fa pure un cameo ad inizio film) dietro la mdp magari mi aspettavo di più ma il film comunque è vedibile e valido.
Cast discreto, più di un dialogo e più di una scena di sangue che colpiscono, e questo non è male, sopratutto per un film di più di 30 anni fa.
L'unico problema è l'eccessiva lentezza: invece che 100 minuti, alla fine ne paion esser passati 200.
A breve in blu ray per la Midnight Factory, in un cofanetto "stephenkinghiano" che comprende anche L'occhio del gatto e Unico indizio la luna piena (l'unico dei tre a non essere mai uscito da noi in blu ray).
Sembra quasi una presa in giro (il ponte si alza per far passare navi di una certa altezza). Qualche minuto dopo possiamo vedere gli occupanti della barca godersi la scena: chissà se si tratta di uomini della troupe o semplici curiosi...