Buono e raro prodotto di genere. Stereotipi a go-go, ricalcati sui rinnovati cliché del cinema poliziesco degli ultimi anni. I buoni sono poliziotti sempre vestiti con giubbotti neri sullo stile dei vari Distretti di Polizia dai quali è stato rubato, a mani basse, gran parte del cast (Corrente e Memphis). I cattivi sembrano usciti dai film di Hong Kong e da Matrix. Fragasso deve aver adottato la medesima tecnica dei western corbucciani (Django), vale a dire "più morti ci sono e meglio è".
Verosimile come Mary Poppins, questa baracconata banale, prevedibile e retorica fino al midollo, procede tra sgommate, inchiodate, mitragliate, scambi verbali tra attori a dir poco sopra le righe e scene d'azione pseudhollywoodiane. E' così finto che persino nei rari momenti in cui succede qualcosa di plausibile, o quasi, si scuote comunque la testa. E se anche il bravo Giannini recita come se l'avessero dopato, il disastro è pressochè totale. Il finale è un insulto all'intelligenza di un babbuino. Unico, vero merito: dura poco. Filmaccio.
MEMORABILE: Giannini, ex ragioniere della mafia, guardato a vista, riesce a prendere e occultare una pistola senza che, dopo varie sparatorie, a nessuno venga l'idea di perquisirlo.
Non voglio neanche parlare di sceneggiatura, stereotipi etc. per non sparare sulla croce rossa (a contare le falle logiche ci si sente Clint nel finale di Per qualche dollaro in più: a buon intenditor...). La cosa tragica è un'altra: qualcuno ha mai visto un film d'azione composto quasi esclusivamente da primissimi piani? Che senso ha? Contate i campi lunghi: vi basta una mano. Se poi le scene d'azione si risolvono nel marasma totale filmato da un'epilettico, mi dite cosa rimane da salvare?
MEMORABILE: Quando Soavi, colpito, cade nella fontana: un ralenti sfumato con in più un enigmatico effetto visivo senza alcun senso. Complimenti.
Sequel deludentissimo. Il primo non era perfetto ma aveva dalla sua una narrazione compatta, una tensione interna, squarci melò e un ruvido pessimismo che facevano la differenza. Questo invece smussa tutte le asperità e stereotipizza i personaggi adagiandosi in una confortevole prevedibilità, che appiattisce la potenziale portata emotiva del film. Fragasso, di suo, ci mette un taglio visivo cinematografico e discreto mestiere nelle scene d'azione. Ma la sceneggiatura, colma di grossolane banalità, è proprio scarsa. Recitazione da fiction.
Molte sequenze d'azione e neanche malvagie, ma troppi primissimi piani sui volti degli attori e troppo pochi campi lunghi. Mediocre la sceneggiatura, confusa e piena di incoerenze. Cast così così, con un Bova eccessivamente sopra le righe, un bravo Giannini e altri attori di livello medio-basso (tra cui un baby-attore, quello che interpreta il bambino autistico, tra i più ridicoli del genere). Colonna sonora non troppo curata ma piuttosto azzeccata. Si può evitare.
Se questo è il nuovo cinema di genere italiano è meglio chiudere bottega. Fragasso ci regala un sequel del discreto Palermo Milano solo andata. Era un'idea che poteva non essere vincente ma regista e sceneggiatrice sembrano avercela messa tutta perché ne uscisse fuori un guazzabuglio. La sceneggiatura riprende schemi, situazioni e personaggi triti e ritriti e non desta il minimo interesse. Fragasso pensa di essere a tratti Woo e a tratti Salvatores. Fallimento.
Mediocre sequel di un buon film, Milano Palermo: il ritorno rappresenta un'occasione sprecata. Il regista sceglie di affidarsi ad un linguaggio prettamente televisivo così che sembra di assistere ad una delle tante fiction che passano quotidianamente sul piccolo schermo e che riguarda prevalentemente la parte drammaturgica, affidata a luoghi comuni e i dialoghi talora veramente imbarazzanti. Rimangono discrete come nel film precedente le scene d'azione ma è veramente troppo poco. Peccato!
Sequel tardivo, dovuto di più ad una rivalutazione del genere stesso che all'effettivo successo del prototipo. Si ripete alla perfezione, e inversamente, l'andamento del film precedente, compreso il connubio cinema-tv (leggi fiction). Meno sorprendente del predecessore, ma ugualmente dignitoso. Sceneggiatura un po' scialba, ma è un film più da vedere e percepire che da seguire narrativamente.
L'inverosimile si perdona volentieri ai film d'azione, o almeno a quelli divertenti, ma questo di Fragasso è un pessimo servizio ai tanto citati film di genere. Raul Bova, col suo accento siciliano, fa rimpiangere la buona usanza di qualche anno fa di doppiare certi attori belli. Ed è difficile pensare che uno come Enrico Lo Verso non si riguardi in questa pellicola con un filo d'imbarazzo.
Scordatevi le benefiche schegge di cinema di genere che caratterizzavano il predecessore. Questa è una fiction allo stato puro e su ciò ci si potrebbe anche passar sopra. Purtroppo però si resta allibiti per il languore di certe scene lacrimose, per le parentesi involontariamente surreali con i due bambini e per una trama che manda la logica altrove. Fragasso mostra una mano molto incerta nelle scene d'azione, ossia quel che un tempo gli riusciva meno peggio. Tutti gli attori sembrano recitare per onor di contratto senza credere nel progetto. Disastro.
Film fracassone ed incerto dove regnano banalità e pochezza di idee. Segno evidente di dove sta andando il cinema italiano ormai sempre più fiction-style e sparagnino. Campionario di stelline TV assolutamente inadeguate ed inguardabili come Pession, Corrente, Canonico buoni solo per Distretto di Polizia o Capri (e nemmeno quelli). In cotanto squallore anche primedonne come Giannini e Lo Verso scompaiono inghiottiti dal nulla della regia. Menzione particolare per Memphis: ma come è possibile che uno così faccia l'attore da due decenni?
Un buon cast sprecato per una storia stereotipata e già vista. Le scene d'azione non sono malvage, ma il taglio quasi televisivo imposto al film rovina l'insieme, fra un'eccessiva quantità di primi piani e di luoghi comuni. Forse, però, non è il caso di chiedere troppo, specialmente ad un regista che ci ha regalato una perla come Troll 2.
Un sequel poco veritiero benchè animato da belle scene d'azione. Tuttavia tutto risulta sintetico e porta alla visione dell'ennesima fiction sulla mafia. Non è un film ma un cercare di dare un seguito alle vite dei protagonisti di Milano Palermo solo andata. Il risultato è una romanzata che porta il protagonista ad un finale adrenalinico ma da cinespettatori beceri.
Un'operazione di squallore cinematografico che forse non ha precedenti. Dopo il decente primo capitolo, dopo anni Fragasso si dedica al sequel e lo fa nel modo peggiore che potesse mai fare: le varie fiction poliziesche al confronto sembrano Scarface e il plagio da Io non ho paura è veramente da denuncia.
Film in grado di imbruttire anche Lo Verso e Giannini. Sceneggiatura pessima da fiction di basso livello, regia imbarazzante nella ricerca di primi piani del tutto fuori luogo. A tratti sembra una parodia del genere azione-poliziesco, tanto che da un momento all'altro ti aspetti che entri in scena Leslie Nielsen...
MEMORABILE: Bersaglio al centro e poliziotti tutti intorno che sparano col rischio al 100% di colpirsi l'un l'altro: l'apoteosi dell'inverosimile.
Pessimo sequel sotto tutti i punti di vista. Non ci sono regia, sceneggiatura e neanche azione (in maniera decente). Gli attori sono tutti fuori luogo, anche Giannini, che non si riesce a capire come non possa aver fiutato puzza di bruciato nell'intera operazione. La peggiore interpretazione in assoluto di Lo Verso, vestito con un orribile trench nero alla Matrix.
Un sequel a dir poco penoso, sconcertante, scontato e irritante. Scene d'azione che fanno ridere, con i "buoni" che a eccezione di qualche sequenza escono sempre indenni da scontri a fuoco improbabili. Salverei le prove di Memphis e Lo Verso, ma per il resto non c'è davvero nulla di buono.
Un sequel che non regge il confronto con il primo capitolo; non per demerito degli attori, quanto per una trama che si sforza di apparire intrigante senza esserlo. In particolare i "cattivi" non riescono a mordere veramente, o quando vi riescono sempre con un saldo decisamente negativo a loro conto. Forzato il ruolo del bambino autistico, una sorta di Rain man in piccolo. Si salvano alcune scene, poche.
MEMORABILE: Lo scontro nella cornice di Montecatini Terme.
Non mi era piaciuto granché il primo, questo onestamente è peggio ma non di troppo. La prova del cast non è malvagia, anche se alcuni attori appaiono svogliati rispetto al primo episodio. Rispetto al precedente è meno crudo, più televisivo e decisamente meno emozionante.
Il primo film è davvero un bel prodotto, questo sequel è deludente e si poteva anche evitare: la vicenda è tirata per i capelli, girata più da fiction che da film per il cinema. Memphis e Bova provano a tenere in piedi la pellicola ma non sembrano nei loro giorni migliori. Si rifà un poco nel finale, ma nel complesso è decisamente insufficiente.
Non all'altezza del primo capitolo, ma comunque godibile. Più che altro si avverte la mancanza dei vecchi personaggi (a tornare della scorta son solo Memphis e Bova) e i nuovi sono poco simpatici, anche per colpa degli interpreti (Corrente è tremendo). Giannini fa ancora la sua figura, la trama cerca nuove svolte e tutto sommato tiene discretamente la tensione dall'inizio alla fine. Bella la sparatoria alle terme, mediocri le altre scene action.
Sequel che mantiene gli stessi punti deboli del film del 1995, ossia una confezione troppo legata alla produzione televisiva e alcune falle logiche che tolgono credibilità al racconto. La Drudi è autrice di uno script più articolato rispetto a quello del primo capitolo dello stesso Fragasso, che si conferma ottimo regista nelle scene d'azione. Bova e Memphis convincono più che in altre occasioni e un eccezionale Lo Verso fa sentire meno la mancanza di Mastandrea. Forse si indugia troppo nel patetico, ma è un film che si fa guardare con piacere.
MEMORABILE: I bambini, molto ben diretti; La sequenza finale con superbi movimenti di macchina.
Povero, malriuscito, maldestro tentativo di sequel del riuscitissimo e graditissimo Palermo-Milano solo andata. Si sbava per vedere un po' d'azione venendo solo in minima parte accontentati. Del cast originale Giannini a parte abbiamo solo Bova, Memphis e la Mondello, oltre a qualche caratterista tra cui, cercandolo bene, l'inossidabile Bruno Di Luia. Enrico Lo Verso cattivone cicatrizzato ha il suo perché, ma nemmeno più di tanto. Idea di base anche condivisibile, ma non ci siamo.
Fragasso e Drudi tornano anni dopo sul loro film di maggiore successo inventando un seguito che alterna nella storia momenti scontati a qualche invenzione. La storia dei bambini è decisamente presa da altri film (in particolare Salvatores), i dialoghi sono spesso banali ma le scene d'azione sono girate davvero molto bene, con un mestiere che non ha nulla da invidiare ai film scassatutto di Hollywood.
Fragasso decide purtroppo di girare un sequel fuori tempo massimo di quello che ad oggi è il suo film migliore. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, con gli avvenimenti che sembrano accadere per caso e incongruenze a piene mani; il cast, invece, è veramente mal gestito: Giannini e Lo Verso gigioneggiano senza freni, Bova e De Rienzo paiono svogliati. Squinternato e con terribili inserti commoventi ma almeno il ritmo è discreto, le scene d'azione sono girate bene e salvano il film dal pallino triste e solitario. A conti fatti un'opera deludente di stampo troppo televisivo.
MEMORABILE: La lunga sequenza girata a Montecatini tra l'albergo e le terme.
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DiscussioneCangaceiro • 28/01/10 11:00 Call center Davinotti - 739 interventi
La prima sparatoria del film avviene a Montecatini Terme (lo specificano gli stessi personaggi nei dialoghi) esattamente dove fu girata una lunga scena di QUESTO E QUELLO nell'episodio di Manfredi, quella che termina con l'incontro tra Nino e Pozzetto al bar.
CuriositàCangaceiro • 28/01/10 11:03 Call center Davinotti - 739 interventi
Il personaggio del bambino autistico (con tanto di taccuino con foto e "ruolo" delle persone da lui conosciute) capace di decodificare delle astruse sequenze numeriche è spudoratamente copiato da quello del film CODICE MERCURY con Bruce Willis.
Colui che salva la vita a Simone Correnti, nella scena della sparatoria nell'albergo di Montecatini, è il figlio del grande Merli.
CuriositàRaremirko • 31/10/13 08:25 Call center Davinotti - 3863 interventi
* Il film è ispirato a "La scorta"; in questo caso gli autori hanno comunque voluto dare più caratterizzazione alla scorta rispetto al magistrato.
* Le riprese sono durate 2 mesi e mezzo.
* Il film non è stato realizzato con effetti digitali: tutto è stato ripreso in modo reale con stunt ed attori.
* Per una sorta di scommessa di script, Lo Verso, a detta degli autori, doveva mostrare "la perfidia in persona". A parere della sceneggiatrice tale obiettivo è stato raggiunto. Lo Verso ad ogni modo ammette di avere interpretato il personaggio un po' sopra le righe.
* Tra le scene tagliate c'è anche una visita di Libero al cimitero, riguardo la tomba di Tarcisio Proietti (Mastandrea nel primo film).
Fonte: extra del dvd
DiscussioneRaremirko • 1/11/13 23:22 Call center Davinotti - 3863 interventi
Non sarei così severo nei confronti di un onestissimo sequel, tranquillamente paragonabile al prequel, se non pure superiore.
Attori ok (e Lo Verso è bravo davvero), scene d'azione fatte bene, ritmo stringato ed avvincente.
Ciliegina due bambini da Oscar; il titolo del film mi aveva fatto pensare male (come può esserci un ritorno da un viaggio di sola andata poi?) ma, anche ammesso che il film sia pretestuoso, meglio di così non si poteva fare.
E, come già ho detto nelle curiosità, tutto è inoltre reale, fatto sul serio, senza roba digitale.
Extra Interviste a Claudio Fragasso, Rossella Drudi, Raoul Bova, Enrico Lo Verso, Ricky Memphis e Simone Corrente Scene tagliate Dietro le quinte Backstage